SENZA IL TEATRO STIAMO RINUNCIANDO A SALVARCI. PERCHÉ NEL CTS NON C'È UN POETA?

3 years ago
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È ormai più di un anno che i teatri sono chiusi e la loro riapertura è stata nuovamente posticipata a data da destinarsi. Per lenire la sofferenza causata da tale mancanza, abbiamo voluto invitare su Byoblu, Lucilla Giagnoni, attrice ed autrice di molti testi teatrali, nonché direttrice artistica del Nuovo Teatro Faraggiana di Novara.
“Senza il teatro stiamo rinunciando a salvarci”, sostiene Lucilla. A teatro lavora in ognuno di noi “la mente immaginifica, cioè quella capacità di sognare, di progettare, di immaginare”. Rinunciando al teatro, stiamo perdendo uno spazio di relazione in cui ognuno di noi ha la possibilità di riflettere e conoscere meglio se stesso.
In un momento difficile come questo, “servirebbero modelli nuovi per superare la crisi”. “Se, invece, non si va a teatro e non si usa l'immaginazione poetica che può essere sollecitata dallo stare insieme, com'è pensabile che si possa uscire da questa impasse?”, osserva Lucilla Giagnoni.
La responsabilità di gestire questa fase emergenziale è stata affidata solo a medici e a scienziati. Gustavo Rol, un famoso sensitivo torinese, disse che: “agli artisti vengono rivelate verità che gli scienziati ignoreranno”. Perché, allora, non inserire tra i componenti del comitato tecnico scientifico anche poeti e artisti? È la provocazione che lanciamo insieme a Lucilla nel corso della nostra conversazione sul teatro.
Secondo l'autrice abbiamo affidato tutto alla scienza perché “la nostra società è dualistica, separa le cose, invece avremmo il bisogno di unificare gli opposti e dare armonia ai contrari”. Ad esempio, “la nostra società ha abiurato all'energia del femminile”. “Abbiamo sviluppato solo quella maschile, che è un'energia più logica razionale, legata al fare”. “La nostra sopravvivenza come specie in questo mondo è legata alla necessità di rimettere in equilibrio queste energie”. Ciò significa che bisogna “smettere di dominare e di controllare e iniziare a scoprire che cos'è armonia e un rapporto di cura con noi e con ciò che ci circonda”. La soluzione, dunque, si può trovare in questo necessario cambio di sguardo.
Proprio queste sono alcune delle riflessioni alla base del prossimo spettacolo di Lucilla Giagnoni, che si chiama “Anima mundi”.
Dopo la trilogia della spiritualità e quella dell'umanità, Lucilla ha deciso di iniziarne una nuova: la trilogia della generatività. Poesia in greco vuol dire creare. “Solo grazie a una nuova capacità d'immaginazione, noi possiamo generare un mondo nuovo”.
Anima mundi è tutto ciò che ci circonda. Noi dobbiamo essere solo capaci di intercettare i segnali e la voce dell'anima del mondo. Il testo sarà dedicato a Giacomo Leopardi, un poeta che ha avuto la sensibilità di intercettare l'anima del mondo. “La strada che ognuno di noi deve intraprendere è riuscire ad essere in ascolto e diventare anche trasmittente dell'anima del mondo. I teatri sono luoghi indispensabili di questa trasmissione, dove possiamo osservarci ed entrare in ascolto di essa e mandare segnali”.
Per questo motivo è così urgente riaprirli presto, pur con tutte le giuste precauzioni sanitarie.
Fino al 25 marzo prossimo potete vedere Lucilla Giagnoni su Rai5. Dal 21 febbraio scorso l'attrice porta in scena la “Divina Commedia. Vespri Danteschi”: tre canti al giorno, per circa
30 minuti, fino a raggiungere la data del 25 marzo, giorno in cui, nel 1300 Dante Alighieri partì per il suo viaggio nell'inferno, nel purgatorio e nel paradiso. È la prima volta in cui una donna legge e interpreta per intero la Divina Commedia.

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