Il culto di Serapide Ptolemy's(Tolomeo) Dio Patrono dell'occultura massonica giudaico greco-romana-egizia pagana satanico gnostica

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Il culto di Serapide Ptolemy's Patron God dell'occultura massonica giudaico greco-romana-egizia pagana satanico gnostica

Per i culti di Cronos e Saturno PADRE TEMPO vedere i seguenti video:
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https://rumble.com/vvacj4-culto-di-saturno-nellantica-roma.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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Serapide o Sarapide (in greco Σέραπις o Σάραπις) è un dio greco-egizio, il cui culto fu introdotto ad Alessandria d'Egitto attorno al 300 a.C. da Tolomeo I, che vi fece costruire il Serapeo. È il Signore dell'Universo, il dio dell'oltretomba, della fecondità, della guarigione e del Sole.
https://it.wikipedia.org/wiki/Serapide
Circa le origini della divinità esistono teorie contrastanti: le più accreditate sono quella dell'origine sinopitica-babilonese e quella dell'origine menfitica da Osiris-Api.

Serapide alessandrino
Il culto di Serapide era stato introdotto in Egitto da Tolomeo I Lagide, primo sovrano della nuova dinastia macedone, nel tentativo di trovare un culto "mediano" che fosse accettabile per le varie anime della città multietnica di Alessandria, capitale del regno. Il culto maturò dallo sforzo ideologico di conciliare le esigenze monoteistiche della componente ebraica (anche se questa non gradiva le rappresentazioni antropomorfiche) molto numerosa nella città, con quelle tipiche della religiosità autoctona, associando al dio elementi caratterizzanti dei culti egizi, in particolare di quelli di Iside e Osiride, e allo stesso tempo rendendo la divinità accettabile anche presso la cultura greco-macedone (il ceto dirigente a quel tempo), giustapponendovi caratteri delle maggiori divinità olimpiche.

La divinità infatti appariva simile allo Zeus barbuto e anziano, e recava sul capo un recipiente simbolo di fertilità, associabile dagli egizi con le simbologie delle divinità collegate a tale propiziazione. Per contentare i greci, al dio veniva accostato un cane con tre teste (un Cerbero, su cui poggiava la mano destra della statua del Serapeo), in modo da rievocare un nume infernale, e inoltre vi si avvicinarono attributi legati a Esculapio, tanto che venne venerato anche come dio guaritore. Il successo del culto di Serapide non fu immediato, ma divenne molto diffuso ad Alessandria e in tutto il bacino del Mediterraneo, veicolando anche la moda della venerazione di Iside presso le popolazioni greco-romane. Scarso seguito riscosse invece presso gli egizi, essendo stati deboli gli addentellati simbolici che ne potessero suggestionare l'interesse religioso.

Caratteri della divinità
Veniva raffigurato barbuto come Zeus e Ade, con un moggio di grano in testa, seduto sul trono, con uno scettro in una mano, spesso con l'altra su Cerbero. L'animale a lui sacro è il toro Api. Alcuni studiosi, basandosi sul racconto di Plutarco (Iside e Osiride, 28), ritengono che il dio, o almeno la sua immagine, provenisse da Sinope. In questa colonia assira ellenizzata sarebbe esistito un tempio dedicato a una divinità semitica, Ea, conosciuta con il titolo di Sar-Apsi ("signore degli abissi"). L'oracolo di questo dio, secondo Arriano (Anabasis, VII. 26), sarebbe stato consultato a Babilonia dai generali di Alessandro Magno malato. L'assonanza dei nomi Sarapsi e Wsr-hp=Osorapis avrebbe spinto Tolomeo I alla scelta del dio per farlo accettare al popolo egizio.

Altri studiosi propendono per un'origine autoctona del dio e lo identificano con la divinità degli inferi Osiride-Api, venerato a Menfi. Qui il tempio di Serapide sorgeva su una collina chiamata Sen-Hapi, che nella trascrizione greca fu resa con Synopion, causando l'omonimia con Sinope. Grazie alla politica religiosa dei Tolomei, l'importanza di Serapide crebbe fino a farne la maggiore divinità egizia, sostituendosi ad Osiride ed associandosi quindi ad Iside, Horo (nella forma di Arpocrate) e Anubi.

Tramite un fenomeno tipico del sincretismo di età ellenistica Serapide fu identificato con molti dèi greci, quali Zeus, in quanto Signore dell'Universo, Ade, come dio dell'oltretomba, Dioniso, in quanto dio della fecondità, Asclepio, come dio guaritore, ed Elio, nell'aspetto solare.
Il culto di Serapide si confuse anche col cristianesimo secondo le parole di Adriano tratte da una sua lettera che scrisse a suo cognato il tre volte console Urso:

(LA)
«Hadrianus Augustus Urso Serviano consuli salutem. illi qui serapem colunt, christiani sunt; et devoti sunt serapi, qui se Christi episcopos dicunt. Nemo illic archisynanogus Judeorum, nemo samarites, nemo christianorum presbyter, non mathematicus, non aruspex, non aliptes, qui non serapium colat. ipse ille patriarcha judeaorum scilicet, cum aegyptum venerit… ab aliis serapidem adorare, ab aliis cogitur Christum… viris illis deus est serapia: hunc iudei, hunc cristiani, hunc omnes et gentes.»

(IT)
«Adriano Augusto saluta il console Urso Serviano. Tutti coloro che qui, adorano Serapide, sono cristiani, e persino quelli che vengono chiamati vescovi sono legati al culto di Serapide. Non v’è capo rabbino, samaritano, sacerdote dei cristiani, matematico, indovino, bagnino, che non adori Serapide. Lo stesso patriarca degli ebrei adora indifferentemente Serapide e il Cristo. Questa gente non ha altro dio che Serapide: è il dio dei cristiani, degli ebrei e di tutti i popoli»

(Storia Augusta, Vita di Saturnino, 8, 2)
L'importanza di Serapide non fu legata solamente all'Egitto, ma il suo culto fu introdotto in molte città del mondo greco e romano, fino al IV secolo, quando, in seguito ad una serie di editti di Teodosio I, il Serapeo di Alessandria fu distrutto ed i culti pagani vietati. Un importante tempio dedicato a Serapide e a Iside si trova nell'antica città romana di Industria Bodincomagus, ubicata nel territorio dell'attuale Monteu da Po mentre un altro si trova a Maharraqa[1] nella bassa Nubia e risalente ad epoca greco-romana.

Serapeo (voce dotta dal latino Serapēu(m), dal greco Serapêion, da Sérapis) è il nome che viene dato a ogni tempio, o altra struttura religiosa, dedicata alla divinità sincretica Serapide (Sérapis), venerata nell'Egitto ellenistico e che combinava elementi degli antichi dei egizi Osiride e Api in una forma antropizzata compatibile con la cultura della Alessandria tolemaica.

Vi furono numerosi centri di questo culto ognuno dei quali detto, in greco, Σεραπεῖον (Serapeion), o Serapeum nella forma latinizzata.

Ricostruzione ipotetica della statua di Briasside
Il più famoso tempio dedicato a Serapide fu costruito in Alessandria durante il regno di Tolomeo III (che regnò dal 246 a.C. al 222 a.C.).
https://it.wikipedia.org/wiki/Serapeo
Serapei in Egitto
Serapeo di Alessandria
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Serapeo di Alessandria.
Il Serapeo di Alessandria è un serapeo che si trovava ad Alessandria d'Egitto e fu costruito durante il regno di Tolomeo III (che regnò dal 246 a.C. al 222 a.C.).

Serapeo di Saqqara

Placca di chiusura di un sepolcro, dal serapeo di Menfi. Parigi, Museo del Louvre.

Sei sfingi provenienti dal viale d'accesso al Serapeo di Saqqara (Nectanebo I, XXX dinastia) - Parigi, Museo del Louvre.

Emiciclo dei filosofi e degli autori greci. Saqqara
Il Serapeo di Saqqara, un'importante necropoli egizia situata presso Menfi, sorse sul complesso sepolcrale dei tori Api, ritenuti la manifestazione vivente del dio Ptah. Le più antiche sepolture dei tori sacri, imbalsamati e chiusi nei sarcofaghi, risalgono al regno di Amenofi III.

Nel XIII secolo a.C. Khaemuaset, figlio di Ramesse II, fece scavare nella montagna una galleria, sui cui lati vennero ricavate delle nicchie dove vennero alloggiati i sarcofaghi dei tori. Una seconda galleria, lunga 350 m, alta 5 m e larga 3 m, fu fatta costruire da Psammetico I e in seguito utilizzata dai Tolomei.

Il viale delle 600 sfingi che collegava il sito alla città fu probabilmente opera di Nectanebo I.

La scoperta del Serapeo è dovuta a Auguste Mariette che scavò la maggior parte del complesso. Ma le sue note di scavo sono andate perdute e questo ha limitato l'utilità delle sepolture per stabilire una cronologia della storia egizia. Il problema consiste nella circostanza che dal regno di Ramesse XI al 23º anno di regno di Osorkon II, un periodo valutato in circa 250 anni, si conoscono solamente nove sepolture di tori, numero questo che include anche tre sepolture attualmente non note ma attestate da Mariette che disse di averle rilevate in una sala sotterranea troppo instabile per poter essere scavata. Gli egittologi ritengono che avrebbero dovuto esservi un maggior numero di sepolture di tori, nel periodo considerato, in quanto la vita media di un toro era di 25-28 anni, se non moriva prima, e quattro sepolture attribuite da Mariette al regno dei Ranmesse XI sono state retrodatate. Questa ha creato un vuoto di circa 130 anni che gli studiosi hanno cercato di colmare in vari modi. Secondo alcuni si deve rivedere tutta la cronologia della XX dinastia con uno spostamento in avanti delle date secondo altri studiosi esistono ulteriori sepolture di tori Api che non sono ancora state scoperte.

Serapeo di Canopo
Un altro tempio era situato a Canopo, nel delta del Nilo, vicino ad Alessandria. Questo santuario, dedicato a Iside e al suo consorte Serapide, divenne uno dei maggiori centri religiosi dell'Egitto tolemaico e romano. Le sue celebrazioni e i suoi riti divennero così popolari che il tempio stesso divenne il modello di tempio egizio diffuso in tutto l'impero romano.

In questo modello un temenos (cortile sacro) racchiude il tempio dedicato agli dei che si trova collocato dopo un propileo (cortile colonnato). Cappelle dedicate e divinità meno universali del pantheon egizio-ellenistico si trovano all'interno del temenos. Queste includono quelle dedicate ad Anubi, a Ermete Trismegisto (la divinità nata dal sincretismo tra Ermes e Thot), Arpocrate e altri. Il complesso era associato a un bacino che rappresentava l'annuale inondazione del Nilo. Anche in altri templi dedicati agli dei egizi in epoca romana, come ad esempio quello di Delos era spesso presente un bacino centrale che forniva l'acqua utilizzata nei riti di Iside.

Serapei in Italia
Serapei nell'antica Roma
In epoca ellenistico-romana il culto di Serapide, strettamente connesso a quello di Iside, assunse un'accentuata connotazione misterica e conobbe una grande fortuna. Templi dedicati alla divinità egizia furono costruiti a partire dal I secolo a.C. a Roma e successivamente in varie parti dell'Impero Romano.

Serapeo nella III regione
La III regio della città di Roma, chiamata Isis et Serapis, deve il suo nome a un santuario dedicato alle due divinità egizie. Il tempio, dedicato a Iside, fu realizzato da Quinto Cecilio Metello nella prima metà del I secolo a.C. per celebrare la vittoria paterna contro Giugurta.

Il complesso templare, di cui restano pochi avanzi delle sostruzioni, era anticamente disposto su terrazze. In età flavia il tempio fu riedificato e Serapide fu associato al culto di Iside. La struttura venne smantellata verso il VI secolo.

Serapeo campense
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Tempio di Iside al Campo Marzio.

Obelisco del Pantheon
Nel Campo Marzio sorgeva il tempio egizio più grande di Roma, l'Iseo e Serapeo campense, costruito nel 43 a.C.[1]

Il santuario, lungo 240 m e largo 60 m, era articolato in tre parti: al centro vi era un'area rettangolare, alla quale si accedeva tramite archi monumentali; seguiva una piazza scoperta ornata da obelischi e sfingi, nel centro della quale sorgeva il tempio isiaco; un'esedra semicircolare con abside ospitava presumibilmente il Serapeo.

L'edificio fu distrutto da un incendio nell'80[2] e ricostruito da Domiziano;[3] modifiche successive furono attuate da Adriano, mentre a età severiana risale il restauro di gran parte delle strutture. La sopravvivenza del santuario è attestata fino al V secolo.

Tra gli obelischi che ornavano il complesso sono ancora visibili quello del Pantheon, quello della Minerva e quello di Dogali.

Sarebbe da porre in connessione con il santuario la statua di Iside Sothis, collocata davanti alla chiesa di San Marco e nota come "Madama Lucrezia".

Serapeo del Quirinale
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Tempio di Serapide (Quirinale).

Statua del Tevere
Sul Quirinale sorgeva un altro grande Serapeo, i cui resti sono tuttora visibili nei Giardini Colonna. Il santuario, dedicato da Caracalla,[4] si sviluppava su un'area di 135 m per 100 m ed era articolato in due parti: un lungo cortile colonnato dava adito al santuario vero e proprio, decorato con statue e obelischi. Riferibili al complesso templare sono le statue del Nilo e del Tevere, collocate da Michelangelo davanti al Palazzo Senatorio.

Serapeo di Villa Adriana

Il bacino del canopo visto dal serapeo
L'imperatore romano Adriano fece riprodurre una struttura simile al Serapeo di Canopo nella sua villa a Tivoli. Una vasca di 119 metri per 18 metri che rappresentava un canale circondato da un portico con statue conduceva al Serapeo.

Protetto da una monumentale semicupola rivestita di mosaico, il santuario era composto da una parte pubblica, destinata a banchetti e feste con giochi d'acqua, e da numerose parti private sotterranee dedicate al culto di Serapide come divinità ctonia.

Il tempio aveva l'aspetto di un ninfeo a forma di grotta, ornato da sculture egizie e statue che ricordavano Antinoo, il favorito dell'imperatore, annegato nel Nilo.

Per ricordare l'inaugurazione del suo tempio Adriano fece coniare monete che riportavano la sua effigie insieme con quella divinità al di sopra di una pedana ove due colonne sorreggevano un canopo rotondo. In tale modo l'imperatore divenne synnaios, il compagno dell'ancestrale divinità del naos e uguale beneficiario del culto di Serapide a Canopo.

Altri Serapei minori
Serapeo di Ostia, inaugurato nel 127, è un tempio tipicamente romano su podio con due colonne antistanti. Interessanti la dedica a Giove Serapide e il mosaico dell'ingresso raffigurante il bue Apis. Da qui proviene una statuetta di Serapide che dovrebbe essere ispirata a quella realizzata da Briasside in Alessandria.
Serapeo di Napoli. Si trovava davanti all'Antro di Mitra: vari autori ne testimoniano i resti nel Settecento e Ottocento, ma oggi non ne rimane più nulla.
Iseo di Industria, gli scavi della colonia romana di Industria (nel comune di Monteu da Po, vicino a Torino) hanno portato alla luce le fondamenta di un grande tempio sicuramente dedicato a Iside e avente una struttura quasi identica al Serapeo di Campo Marzio a Roma. Dallo stesso sito archeologico proverrebbe anche un bronzetto raffigurante un toro (oggi conservato presso il Museo di Antichità di Torino).

Il tempio di Serapide del Quirinale a Roma era il più grande e sontuoso tempio del colle, i cui resti sono tuttora visibili tra palazzo Colonna e l'Università Gregoriana.

Storia e descrizione
Il santuario, che si trovava tra le attuali piazza della Pilotta e piazza del Quirinale, fu dedicato da Caracalla sulle pendici orientali del Quirinale[1] ed era uno dei templi più grandi e sontuosi di Roma, sviluppandosi su un'area di 13.320 metri quadrati (135x98 m). Fu probabilmente ricostruito dai Severi su un precedente impianto fondato, come santuario dinastico, dai Flavi.

Il forzato abbandono del culto isiaco (come degli altri culti pagani) causato dai Decreti teodosiani a partire dalla fine del IV secolo contribuì a fare del colle Quirinale un'altra gigantesca cava di marmi preziosi e lavorati, i cui prodotti furono rinvenuti fino a piazza del Grillo e a via dei Due Macelli. Nell'area del tempio fu costruita anche, secondo Pirro Ligorio, la chiesa di San Silvestro al Quirinale.

Il Serapeo era composto da un lungo cortile colonnato e dal santuario vero e proprio, decorato con statue ed obelischi. Da una grandiosa scalinata si raggiungeva l'edificio al di sopra del dislivello naturale. Le colonne erano alte 21,17 metri ciascuna, per un diametro di due metri.

Appartiene al complesso un enorme frammento di trabeazione, di circa cento tonnellate di peso e di più di 34 metri3, il più grande esistente a Roma.

Riferibili al complesso templare sono le statue del Nilo e del Tevere, collocate da Michelangelo davanti al palazzo Senatorio in piazza del Campidoglio.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tempio_di_Serapide_(Quirinale)

La dinastia tolemaica (in greco antico: Πτολεμαῖοι, Ptolemàioi) è stata una dinastia ellenistica che governò il regno d'Egitto dal 305 a.C. al 30 a.C., cioè dall'assunzione della corona da parte di Tolomeo I Sotere fino alla conquista romana e alla morte dell'ultima regina tolemaica, Cleopatra. Rami collaterali della famiglia regnarono anche in Macedonia, Cirenaica e Cipro, mentre un ramo di discendenza femminile governò in regno di Mauretania fino al 40. L'eponimo della dinastia fu il re Tolomeo I, ma è conosciuta anche con il nome di dinastia lagide (in greco antico: Λαγίδαι, Lagídai), dal nome del padre di Tolomeo I, Lago.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dinastia_tolemaica

L'Egitto tolemaico o Regno tolemaico d'Egitto (in greco antico: Πτολεμαϊκὴ βασιλεία, Ptolemaikḕ Basilèiā[1]) è stato un regno del periodo ellenistico fondato sulla terra dell'antico Egitto, governato dalla dinastia tolemaica iniziata con Tolomeo I - dopo la morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. - e conclusasi con Cleopatra VII con la conquista romana nel 30 a.C. e la successiva creazione della Provincia d'Egitto. Uno dei suoi maggiori simboli è stata l'aquila di Zeus (ἀετός Διός, aetós Diós),[2] impressa anche nelle monete, invece la forma religiosa ufficiale fu il culto di Serapide.[3]

Il regno tolemaico fu fondato nel 305 a.C. da Tolomeo, generale macedone e compagno d'armi di Alessandro che, dichiaratosi faraone, diede il via ad una potente dinastia ellenistica governando un territorio che va dal sud della Siria a Cirene in Libia alla Nubia. Alessandria d'Egitto divenne la capitale, oltre che un importante centro di cultura e del commercio internazionale.

Per ottenerne il riconoscimento da parte della nativa popolazione egizia, come detto, la famiglia macedone si dichiarò succedere direttamente dagli antichi faraoni; in epoca più tarda i Tolomei assunsero la tradizione egiziana sposandosi tra fratelli e facendosi raffigurare sui monumenti pubblici abbigliati in stile egizio e partecipando pienamente alla vita e alle celebrazioni della religione egizia.

Nel corso dei loro secoli di dominio i Tolomei hanno dovuto affrontare e combattere ribellioni ispirate dai nativi, sono stati coinvolti in conflitti con le nazioni straniere ed infine anche in guerre civili che hanno portato al declino del regno e alla sua definitiva annessione da parte dell'appena costituitosi impero romano. La cultura ellenistica ha continuato a prosperare in terra d'Egitto durante i periodi romano e bizantino fino alla conquista islamica dell'Egitto (639-642).
https://it.wikipedia.org/wiki/Egitto_tolemaico
L'era del regno tolemaico in Egitto è uno dei periodi dell'età ellenistica meglio documentati; un patrimonio di papiri del tempo scritti in greco ed egizio sono stati rinvenuti nel territorio.[4]

Busto ellenistico di Tolomeo I, primo sovrano tolemaico (Museo del Louvre, Parigi)
Nel 332 a.C. il sovrano del Regno di Macedonia Alessandro Magno invase la satrapia achemenide d'Egitto;[5] visitò Menfi (Egitto), per poi viaggiare in direzione dell'oracolo di Amon posto nell'oasi di Siwa. Egli riconciliò gli egiziani, conquistandosene la piena benevolenza, attraverso l'alta forma di rispetto sempre dimostrata nei confronti dei culti religiosi locali; pur, nonostante questo, nominò macedoni a quasi tutti i posti di responsabilità nel paese e fondò una nuova città di stile ed impronta greca (Alessandria d'Egitto) per essere la nuova capitale.

All'inizio del 331 a.C. il grande conquistatore ripartì, conducendo le sue forze e i propri eserciti alla volta della Fenicia, non dopo aver lasciato Cleomene di Naucrati come nomarca per controllare l'Egitto in sua assenza: non vi fece più ritorno.

Dopo la morte di Alessandro avvenuta a Babilonia nel 323 a.C.[6] scoppiò una crisi di successione tra i suoi generali, le cosiddette guerre dei diadochi. Perdicca governò inizialmente il vastissimo impero come reggente per conto del fratellastro di Alessandro, Arridhesus, che divenne Filippo III Arrideo, e poi anche del figlio del re Alessandro IV di Macedonia il quale doveva ancora nascere al momento della morte del padre.

Rovine del Serapeo di Alessandria, il tempio più famoso e fastoso della città.
Perdicca nominò Tolomeo, uno dei compagni più stretti di Alessandro, per essere satrapo dell'Egitto; questi governò pertanto il suolo egizio sin dal 323, ufficialmente a nome di Filippo III e Alessandro IV, tuttavia presto si venne ad affermare sempre più come sovrano nei suoi pieni diritti. Tolomeo difese con successo l'Egitto contro un'invasione da parte dello stesso Perdicca nel 321, consolidando la propria posizione nelle regioni circostanti di confine durante i due decenni (322-301) di conflitti.

Nel 305 Tolomeo assunse il titolo di faraone; come Tolomeo I "Salvatore" fondò la dinastia tolemaica la quale doveva governare l'Egitto per i successivi tre secoli. Tutti i governanti maschi della dinastia presero il nome di Tolomeo, mentre le principesse e regine preferivano i nomi di Cleopatra, Arsinoe e Berenice; poiché i re tolemaici adottarono l'usanza egizia di sposar le proprie sorelle, molti dei sovrani legittimi governarono nella piena collaborazione dei propri rispettivi coniugi i quali erano anch'essi parte della casa reale.

I primi tolomei non disturbarono in alcun modo la religione o le usanze degli egiziani, anzi fecero costruire nuovi magnifici templi per la divinità egizia e presto adottarono usi e costumi, nei loro rapporti con l'esterno, che erano propri degli antichi faraoni; venne infine fondata la colonia greca di Tolemaide di Tebaide per essere una delle nuove capitali del regno.

Durante i regni di Tolomeo II e Tolomeo III migliaia di veterani macedoni vennero premiati con terreni agricoli, venendo in tal modo impiantati in colonie e guarnigioni che si stabilirono nei villaggi di tutto il paese; nel corso di un secolo l'influenza greca si era diffusa a macchia d'olio ed i matrimoni misti avevano prodotto un'ampia classe istruita greco-egiziana: tuttavia, i greci rimasero pur sempre una minoranza privilegiata all'interno del regno tolemaico, vivendo sottoposti al diritto greco e parimenti ricevendo una formazione eminentemente greca, come cittadini ellenici a pieno diritto.

Economia
L'Egitto tolemaico era una delle principali fonti di produzione di grano del mondo antico. I re tolemaici oltre ai proventi della vendita delle derrate di grano all'estero, si arricchirono grazie a un sistema monetario chiuso, che imponeva l'uso della valuta egiziana all'interno dei confini del regno. Grazie al volume di traffici e al cambio favorevole, poiché le monete straniere in media contenevano una percentuale di argento maggiore del 17% rispetto alla monetazione egiziana, i re tolemaici ne traevano vantaggio. La presenza delle miniere d'oro egiziane nel territori di confine con l'Arabia e la Nubia, permise inoltre una certa diffusione della monetazione aurea, a scopi celebrativi.

Cultura

L'Omero cieco, busto di scuola alessandrina (British Museum, Londra)
Tolomeo I, forse con la consulenza di Demetrio Falereo, fondò il Museo e la grande biblioteca di Alessandria;[7] il primo fu un attivo centro di ricerca sostenuto dal sovrano che si trovava nel settore reale della città: gli studiosi vi erano ivi alloggiati e finanziati dai governanti tolemaici,[7] avendo inoltre libero accesso alla biblioteca.

Il bibliotecario capo serviva il re anche come precettore privato del principe ereditario[8] e, per i primi centocinquant'anni della sua esistenza, questo centro del sapere antico unico al mondo attirò una moltitudine di studiosi di origine greca,[8] divenendo ben presto il fulcro ed il centro-chiave accademico, letterario e scientifico dell'Ellenismo.[9]

Arte
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Arte ellenistica.
L'arte ellenistica è ricca di diversità sia nella materia utilizzata sia nello sviluppo stilistico; venne creata nel corso di un periodo caratterizzato da un forte senso della storia (per la prima volta vi erano musei e vaste biblioteche, come quelle di Alessandria e di Pergamo). Gli artisti ellenistici copiarono e adattarono gli stili precedenti, producendo però anche grandi innovazioni.

Busto di Serapide (Musei Vaticani, Città del Vaticano)
La maggior parte delle stele pubbliche erano comunemente in calcare, mentre i greci tendevano ad utilizzare maggiormente il marmo e il bronzo per la scultura privata; l'influenza della scultura greca sotto i Tolomei è dimostrata anche da una maggior enfasi data nell'impressione del volto (con sorrisi che appaiono all'improvviso), a differenza dello stile idealizzato ma rigido precedente nonché privo del tutto di alcun tentativo di somiglianza. Verso la fine del periodo tolemaico, il copricapo dona a volte un moto di capelli arruffati.

Un cambiamento significativo nell'arte tolemaica è poi data dall'improvvisa ricomparsa delle donne, che erano state quasi completamente assenti all'incirca dall'epoca della XXVI dinastia egizia.

Religione
Quando Tolomeo I si proclamò faraone d'Egitto creò un nuovo culto, quello della divinità egizia Serapide, che era la combinazione di due dèi egizi, Api e Osiride, più le principali divinità greche (Zeus, Ade, Asclepio, Dioniso ed Elio); Serapide aveva poteri sopra la fertilità, il Sole, i riti funerari e la medicina e ben presto molte persone iniziarono ad adorare questo nuovo dio.

Al tempo dei Tolomei il culto di Serapide veniva incluso in quello della nuova dinastia faraonica, oltre che al culto di Alessandro Magno, e fu così che Alessandria soppiantò Menfi come la città religiosa per eccellenza: Cleopatra, ultima della linea tolemaica, è stata spesso raffigurata con caratteristiche della dea Iside.[10] Le tavole tradizionali per le offerte scomparvero dai rilievi durante il periodo tolemaico.

Militare
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Esercito tolemaico.
Città

Rovine di Alessandria con la Colonna di Pompeo.
Durante il tempo del loro governo, la dinastia tolemaica fece costruire un gran numero di insediamenti greci in tutto il loro impero, con intenti di ellenizzazione nei confronti dei nuovi popoli conquistati o rinforzare la sicurezza di certe zone; le tre principali città d'impronta greca furono Naucrati, Alessandria d'Egitto e Tolemaide di Tebaide.

Alessandria
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Alessandrinismo.
Importante porto mediterraneo dell'Egitto ancor oggi, la città venne fondata nel 331 a.C. da Alessandro Magno, come la prima tra le tante città orientali macedoni da lui stabilite e fatte nascere.

La biblioteca di Alessandria, in quel momento la più grande al mondo, conteneva centinaia di migliaia di volumi, con un gran numero di studiosi e poeti ospitati ed impiegati. Un complesso simile adibito allo studio era il Museo (Mouseion, "sala delle Muse"). Durante il breve periodo dorato della letteratura alessandrina, all'incirca tra il 280-240 a.C., la Biblioteca sovvenzionò tre celebri poeti - Callimaco, Apollonio Rodio e Teocrito - il cui lavoro rappresenta oggi il meglio dell'intera letteratura ellenistica. Tra gli altri pensatori associati alla Biblioteca o ad altro patronato alessandrino vi furono il matematico Euclide (circa 300 a.C.), l'inventore Archimede (287 - 212 a.C. circa), e il poliedrico Eratostene (circa 225 a.C.).
Tolomeo I (305-283 a.C.) si sposò prima (probabilmente) con Taide, in secondo luogo con Artacama, in terzo luogo con Euridice e, infine, con Berenice I
Tolomeo II (283-246 a.C.) sposò Arsinoe I, poi con Arsinoe II; ha governato congiuntamente con Tolomeo I Epigone (267-259 a.C.)
Tolomeo III (246-221 a.C.) sposò Berenice II
Tolomeo IV (221-203 a.C.) sposò Arsinoe III
Tolomeo V (203-181 a.C.) sposò Cleopatra I
Tolomeo VI (181-164 a.C.; 163-145 a.C.) sposò Cleopatra II, brevemente ha governato insieme a Tolomeo Eupatore nel 152 a.C.
Tolomeo VII Neo Filopatore (non regnò mai)
Tolomeo VIII Evergete II (Fiscone) (170-163 a.C.; 145-116 a.C.) sposò Cleopatra II e poi Cleopatra III; temporaneamente espulso da Alessandria per opera di Cleopatra II tra il 131 e il 127 a.C., riconciliatosi con lei nel 124 a.C.
Cleopatra II Filometora Soteira (131-127 a.C.), in opposizione a Tolomeo VIII
Cleopatra III Evergete Filometore Soteira (Kokke) (116-101 a.C.) regnò in collaborazione con Tolomeo IX (116-107 a.C.) e con Tolomeo X (107-101 a.C.)
Tolomeo IX Sotere II (Latiro) (116-107 a.C.; 88-81 a.C. come Sotere II) sposò Cleopatra IV e poi Cleopatra Selene; ha governato congiuntamente con Cleopatra III durante il primo periodo del suo regno
Tolomeo X Alessandro I (107 a.C.-88 a.C.) sposò Cleopatra Selene e poi Berenice III; ha governato congiuntamente con Cleopatra III fino al 101 a.C.
Berenice III Filopatore (81-80 a.C.)
Tolomeo XI Alessandro II (80 a.C.) sposò e governò con Berenice III prima di farla assassinare; linciato dalla folla dopo 19 giorni
Tolomeo XII Neo Dioniso (Aulete) (80-58 a.C.; 55-51 a.C.) sposò Cleopatra VI Trifena
Cleopatra VI Trifena (58-57 a.C.) regnò di concerto con Berenice IV Epifania (58-55 a.C.)
Cleopatra VII Filopatore (51-30 a.C.) regnò di concerto con Tolomeo XIII Teo Filopatore (51-47 a.C.), Tolomeo XIV (47-44 a.C.) e Tolomeo XV Cesarione (44-30 a.C.)
Arsinoe IV (48 a.C.-47 a.C.) in opposizione a Cleopatra VII

Le conquiste di Alessandro Magno portarono l'Egitto nell'orbita del mondo greco. Dopo circa tre secoli di dominio da parte della dinastia tolemaica, fu incorporato nello Stato romano (30 a.C.), alla morte di Cleopatra, dopo la sconfitta ad Azio. Alla morte di Teodosio I (395) l'Egitto entrò definitivamente a far parte della Impero romano d'Oriente fino alla conquista araba del 641.
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27Egitto_greco_e_romano
Tra il 332 e il 331 a.C. Alessandro Magno, re di Macedonia, dopo una sterile resistenza da parte dei Persiani, conquistò l'Egitto, dove fu accolto come un liberatore. Infatti, era in quel paese africano che la pressione persiana era maggiormente avvertita e meno accettata. Alessandro ricompensò gli Egiziani riordinando l'amministrazione: abbandonando il modello delle satrapie persiane, fino ad allora da lui adottato per i territori conquistati, vennero nominati due governatori indigeni, Petisi e Doloaspi. L'amministrazione delle finanze fu invece affidata a un greco residente in Egitto, Cleomene di Naucrati. Ai macedoni e ai greci al seguito di Alessandro e ai membri della sua corte furono assegnate solo cariche militari, ma non civili.

Alessandro dimostrò inoltre grande rispetto per gli dei del paese, visitò Menfi e si recò fino all'oasi di Siwa nel deserto libico, dove esisteva un celebre santuario oracolare del dio Amon (assimilato dai Greci a Zeus). Il responso oracolare lo dichiarò qui figlio del dio, offrendogli un punto di partenza per l'istituzione di un culto divino per il monarca.

Nella regione del Delta del Nilo, decise la fondazione della nuova capitale Alessandria d'Egitto, la prima delle molte città a cui diede il suo nome. Nel 331 partì per la spedizione contro i Persiani.

In seguito alla morte di Alessandro nel 323 a.C., il suo impero fu diviso tra i suoi generali. Tolomeo, figlio di Lago, uno dei più stretti collaboratori di Alessandro, fu nominato satrapo dell'Egitto, e presto si autoproclamò sovrano, anche se non prese il titolo di re fino al 305 a.C. Come Tolomeo I Sotere ("Salvatore") fondò la Dinastia tolemaica, la quale regnerà sull'Egitto per 300 anni. Tutti i sovrani di sesso maschile della dinastia ebbero il nome "Tolomeo". Poiché i re tolemaici adottarono l'usanza egizia di sposare le proprie sorelle, molti sovrani regnarono congiuntamente alle loro spose, che erano di stirpe reale. La famosa Cleopatra fu la sola regina tolemaica a regnare da sola, dopo la morte del fratello-marito Tolomeo XIII.

I primi Tolomei (305-222 a.C.)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Egitto tolemaico (305-222 a.C.).
I primi Tolomei costituirono una monarchia assoluta in continuità con la tradizione faraonica e rispettarono le credenze religiose e le usanze degli Egiziani, costruendo nuovi templi per le divinità egizie. Tolomeo I riformò l'amministrazione del paese, senza alterarne le antiche abitudini e conservando la tradizionale distinzione tra Alto e Basso Egitto. Il paese era diviso amministrativamente in nomoi, a capo dei quali c'era il nomarca, a cui Tolomeo affiancò lo stratego greco. Dall'inizio del III secolo a.C. migliaia di veterani macedoni e greci furono ricompensati con assegnazioni di terre in Egitto e coloni greci si stabilirono nei villaggi di tutta la regione. L'Alto Egitto, più lontano dal centro del governo, fu meno interessato dall'immigrazione greca, finché Tolomeo I non fondò la colonia greca di Tolemaide per farla diventare la capitale della regione. I Greci, comunque, rimasero sempre una minoranza privilegiata nell'Egitto tolemaico. Costoro ricevevano un'educazione greca ed erano cittadini delle città come se fossero stati in Grecia. Gli Egiziani furono di rado ammessi ai più alti livelli della cultura greca.

Tolomeo I Sotere

Tolomeo I in basalto (EA1641). British Museum, Londra.
Quando Antigono I, re della Siria, tentò di riunire l'impero di Alessandro, Tolomeo prese parte alla coalizione contro di lui. Nel 312 a.C. alleato con Seleuco I, il sovrano di Babilonia, sconfisse Demetrio I, figlio di Antigono, nella battaglia di Gaza.

Nel[manca l'anno] fu conclusa una pace tra i contendenti, ma nel 309 a.C. la guerra scoppiò di nuovo. Tolomeo occupò Corinto e altre parti della Grecia, anche se perse Cipro dopo una battaglia navale nel 306 a.C. Antigono tentò poi nel 311 a.C. di invadere l'Egitto, ma non vi riuscì. Nel 302 a.C. vi fu un'altra coalizione contro Antigono, alla quale partecipò Tolomeo. Quando Antigono fu sconfitto e ucciso nella Battaglia di Ipso nel 301 a.C. Tolomeo ottenne la Palestina. In seguito Tolomeo non prese parte ad altre guerre, anche se riconquistò Cipro nel 295 a.C. Nel 290 a.C. circa intraprese i lavori di costruzione del Museo e della Biblioteca di Alessandria. Avendo dato sicurezza al regno, Tolomeo nel 285 a.C. associò al regno e designò come successore il figlio avuto dalla terza moglie Berenice, escludendo il primogenito Tolomeo Cerauno. Morì nel 283 a.C. all'età di 84 anni, lasciando al figlio un regno stabile e ben governato.

Colossi di Tolomeo II e Arsinoe II. Museo gregoriano egizio, Città del Vaticano.
Tolomeo II Filadelfo
Tolomeo II Filadelfo succedette al padre come re d'Egitto nel 283 a.C. Fu impegnato nella Prima Guerra Siriaca contro i Seleucidi in Celesiria (c. 276-271 a.C.) e nella cosiddetta Guerra Cremonidea contro Antigono II Gonata in Grecia. La Seconda Guerra Siriaca ebbe esito incerto e si concluse nel 253 a.C. con il matrimonio tra Antioco II e Berenice, figlia di Tolomeo. Le campagne consentirono all'Egitto di espandersi su tutto il Mar Mediterraneo orientale, avendo ottenuto il controllo delle regioni costiere di Cilicia, Panfilia, Licia e Caria. Sposò in prime nozze Arsinoe I, figlia di Lisimaco, e nel 276-275 a.C. circa si unì alla sorella Arsinoe II, aggiungendo al suo impero i possedimenti della moglie nel Mare Egeo. A lui e ai suoi consiglieri si deve l'assetto generale del sistema burocratico del regno, basato sulla divisione del territorio in nomi, al comando di generali, controllati dal Diochetes, il primo ministro. Tolomeo istituì anche il culto del sovrano, divinizzando alcuni membri della dinastia. Inoltre arricchì e ampliò il Museo e la Biblioteca di Alessandria.

Tolomeo III Evergete
Tolomeo III Evergete ("il benefattore") succedette al padre nel 246 a.C. e sposò Berenice II di Cirenaica, che gli portò in dote la regione. Dal 246 al 241 a.C. condusse con successo una guerra contro Antioco II (la Terza guerra siriaca), in quanto questi aveva ripudiato la moglie Berenice, sua sorella. La vittoria segnò l'apice del potere dell'Egitto tolemaico, che controllava gran parte delle coste dell'Asia Minore e della Grecia.

Durante il suo regno l'Egitto conobbe un momento di grande splendore e il culto di stato del sovrano come incarnazione del dio raggiunse l'acme. L'Evergete iniziò anche la costruzione del tempio di Edfu, uno dei maggiori dell'Egitto.

Declino dei Tolomei (222-168 a.C.)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Egitto tolemaico (222-168 a.C.).
Nel 222 a.C. Tolomeo III morì e gli succedette suo figlio Tolomeo IV Filopatore. Antioco III il Grande mosse una serie di attacchi in Palestina, nel 221 e durante la quarta guerra siriaca, che iniziata nel 219 ebbe termine nel 217 con la vittoria egiziana nella Battaglia di Rafia. Ciononostante l'Egitto conobbe un periodo di rivolte interne che portarono alla costituzione, verso il 208, del regno indipendente della Tebaide governato dall'usurpatore Haruennefer.

Faraone tolemaico in basalto (A 28), forse il giovane Tolomeo V. Museo del Louvre, Parigi.
Tolomeo V Epifane, figlio di Tolomeo IV e Arsinoe III, fu collega del padre probabilmente a partire dal 210, anno della sua nascita. Essendo ancora piccolo, alla morte del padre, il governo fu retto dai suoi tutori. All'interno scoppiarono rivolte che durarono due decenni, mentre sul fronte esterno Antioco III invase nuovamente la Palestina fino alla sua definitiva conquista nella battaglia di Panion nel 200 circa (quinta Guerra siriaca). Contemporaneamente Filippo V di Macedonia si impossessò delle isole dell'Egeo e delle città della Tracia, fatto che provocò l'intervento di Roma e la seconda Guerra macedonica. Nel 197 a.C. Tolomeo fu dichiarato maggiorenne e intorno al 194 a.C. sposò la principessa seleucide Cleopatra I. Sul fronte interno, continuarono le rivolte capeggiate da Haruennefer e Ankhuennefer in Tebaide, riconquistata nel 186 a.C., e nel Delta. In politica estera Tolomeo strinse rapporti di amicizia con i Romani.

Nel 180 a.C. gli succedette il figlio Tolomeo VI Filometore. Essendo un bambino, regnarono al suo posto prima la madre Cleopatra I, e alla sua morte, avvenuta nel 176, due tutori. Nel 170 a.C. Antioco IV Epifane invase l'Egitto, depose il Filometore e si fece incoronare re d'Egitto (169 a.C.). La cosa provocò una rivolta ad Alessandria, dove fu proclamato re il fratello di Tolomeo, con il nome di Tolomeo Evergete II, detto il Fiscone.

Gli ultimi Tolomei (168-51 a.C.)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Egitto tolemaico (168-51 a.C.).
Quando Antioco si ritirò nel 168 a.C., i due fratelli governarono insieme alla sorella Cleopatra II per alcuni anni sotto il controllo di Roma. Nel 164 il Filometore fu cacciato, ma tornò l'anno dopo, cedendo al fratello Cirene e la Libia. Nel 155 Tolomeo VI sconfisse definitivamente il fratello. Dopo una fortunata campagna iniziata nel 150, venne nominato re seleucide insieme con Demetrio II. Morì in battaglia nel 145 a.C.

Dopo il breve regno del figlio di Tolomeo VI, Tolomeo VII Neos Filopatore, nel 144 a.C. divenne re Tolomeo VIII. Sposata la sorella Cleopatra II, dopo due anni la ripudiò per sposare la figlia di lei Cleopatra III. Intorno al 130 a.C. Cleopatra II costrinse il fratello a lasciare l'Egitto e a rifugiarsi a Cipro. Da qui l'Evergete tornò nel 127. Alla sua morte, avvenuta nel 116, presero il potere Cleopatra III e suo figlio Tolomeo IX Sotere II (Latiro). Questi, dopo aver accettato come correggente il fratello Tolomeo X Alessandro I, dovette fuggire dall'Egitto nel 107.

In seguito alle morti della madre e del fratello, riconquistò il regno nell'88 e lo tenne assieme alla figlia Cleopatra Berenice, fino alla morte avvenuta nell'80. Il suo successore Tolomeo XI Alessandro II, figlio di Tolomeo X, non regnò a lungo. Dopo che ebbe ucciso la matrigna e moglie Cleopatra Berenice, fu assassinato dagli Alessandrini nello stesso anno in cui era salito al trono. Il suo testamento, probabilmente falso, lasciava l'Egitto a Roma.

Sempre nell'80 a.C. divenne sovrano un figlio di Tolomeo IX, Tolomeo XII Neo Dioniso (Aulete). L'Egitto era di fatto un protettorato di Roma, che si impadronì della Libia e di Cipro. Nel 58 a.C. Tolomeo XII fuggì a Roma, in seguito a una rivolta della popolazione di Alessandria, ma tre anni più tardi i Romani lo restaurarono al potere. Morì nel 51 a.C., lasciando il potere al piccolo figlio Tolomeo XIII, che regnò insieme alla sorella e moglie Cleopatra VII.

Il regno di Cleopatra VII (51-30 a.C.)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Egitto tolemaico (51-30 a.C.).
In questo periodo il Regno d'Egitto fu uno dei più acerrimi nemici di Roma, e la sua regina, Cleopatra VII, che sperava di dominare sull'intero Mediterraneo, fu uno dei personaggi più pericolosi per il nascente impero romano.

Tolomeo XV Cesare in granodiorite (SCA 88). Bibliotheca Alexandrina, Alessandria d'Egitto.
Durante il regno di Cleopatra la storia egiziana si fuse con la storia generale del mondo romano, anche per l'assassinio di Pompeo in Egitto nel 48 a.C. Dopo la guerra civile alessandrina, che portò alla morte del giovane Tolomeo XIII, sconfitto in battaglia da Gaio Giulio Cesare nel 47 a.C., fu nominato collega e marito di Cleopatra suo fratello Tolomeo XIV. Nel 44 a.C. Cleopatra lo fece uccidere e regnò insieme al presunto figlio di Giulio Cesare Tolomeo XV Cesarione. In seguito Cleopatra si alleò con Marco Antonio, e sembrò che l'Egitto stesse diventando una nuova potenza Mediterranea, grazie soprattutto alla Donazione di Alessandria, con la quale Antonio cedette all'Egitto numerosi territori orientali romani e Cleopatra ebbe il titolo di Regina dei Re. Tuttavia l'esercito egizio e flotta tolemaica di Cleopatra, appoggiati dall'esercito di Antonio, subirono la sconfitta ad opera di Ottaviano nella battaglia di Azio del 31 a.C. Scappata in Egitto con 60 navi, qui si uccise, dopo che Ottaviano aveva vinto le ultime resistenze e conquistato il paese.

Poco prima si era suicidato Marco Antonio. Con la caduta di Alessandria, avvenuta il 1º agosto del 30 a.C., l'Egitto divenne una provincia di Roma, retta da un praefectus Alexandreae et Aegypti, scelto nell'ordine equestre. Con la morte di Cleopatra, si estinse la dinastia tolemaica e finì l'età cosiddetta ellenistica, iniziata nel 323 a.C. con la morte di Alessandro Magno.

Egitto romano
Il principale interesse romano per l'Egitto era costituito dall'approvvigionamento di grano per l'annona della città di Roma. L'amministrazione romana della provincia d'Egitto si stabilì ad Alessandria, sede del prefetto; Roma introdusse nuovi funzionari, nuove forme di tassazione, abolì i titoli di corte tolemaici e l'autonomia della capitale, che perse la sua Bulè; diverse e sostanziali furono le modifiche apportate al sistema tolemaico di governo, tanto che la storiografia più recente parla senza dubbio di Egitto Romano, distinto dall'Egitto Tolemaico. I Greci continuarono a lavorare nella maggior parte degli uffici amministrativi; come tutto l'Oriente ellenistico, greca rimase la lingua utilizzata nella provincia. Il latino, al contrario, si mantenne vivo in ambito militare. Anche la cultura e l'educazione rimasero greche durante il periodo romano. Durante la dominazione romana il commercio con l'India avviato da Tolomeo I subì una grande accelerazione, diventando un'importante risorsa per l'impero.

Dominazione romana

L'Egitto provincia romana nel 120
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Egitto (provincia romana).
Il primo prefetto d'Egitto, Gaio Cornelio Gallo, portò l'Alto Egitto sotto il controllo di Roma con un intervento militare e stabilì un protettorato sul distretto della frontiera meridionale, che era stata abbandonata dagli ultimi Tolomei. Il secondo prefetto, Elio Gallo, organizzò una spedizione non riuscita per conquistare l'Arabia: la costa egiziana del Mar Rosso non fu controllata dai Romani fino al regno di Claudio. Il terzo prefetto, Publio Petronio, bonificò dei canali di irrigazione, dando il via a una ripresa dell'agricoltura.

Antinoo come Osiride.
Dal regno di Nerone in poi, l'Egitto conobbe un'era di prosperità che durò circa un secolo. I maggiori problemi incontrati riguardarono i conflitti religiosi sorti tra Greci ed Ebrei, in particolar modo ad Alessandria, che in seguito alla distruzione di Gerusalemme nel 70 divenne il centro mondiale della religione e della cultura ebraica. Sotto Traiano vi fu una rivolta ebraica, sfociata nella repressione degli Ebrei di Alessandria e nella perdita di tutti i loro privilegi, anche se in seguito vennero rapidamente ripristinati. Adriano, che visitò due volte l'Egitto, fondò Antinopoli in memoria del suo favorito Antinoo e proponendone un culto ellenizzante che lo assimilava al dio egizio Osiride Da allora in avanti furono eretti edifici in stile greco-romano in tutta la regione.

Sotto Marco Aurelio l'eccessiva tassazione condusse gli Egiziani a una rivolta (139), che fu repressa solo dopo alcuni anni di combattimento. Questa Guerra Bucolica causò gravi danni all'economia e segnò l'inizio del declino economico dell'Egitto. Avidio Cassio, che fu a capo delle armate romane nella guerra, si autoproclamò imperatore, e fu riconosciuto dagli eserciti di Siria ed Egitto. All'avvicinarsi di Marco Aurelio, comunque, fu deposto e ucciso, e la clemenza dell'imperatore restaurò la pace. Una rivolta simile scoppiò nel 193, quando Pescennio Nigro fu proclamato imperatore alla morte di Pertinace. L'imperatore Settimio Severo, nel 202, diede una costituzione ad Alessandria e alle capitali provinciali.

L'evento più rivoluzionario nella storia dell'Egitto romano fu l'introduzione del Cristianesimo nel II secolo. Dapprima esso fu vigorosamente osteggiato dalle autorità romane, che temevano le discordie religiose più di ogni altra cosa in un paese nel quale la religione aveva sempre goduto di una notevole importanza. Comunque la nuova religione fece presto seguaci tra gli Ebrei di Alessandria. Da questi passò rapidamente ai Greci, e in seguito si diffuse tra gli Egiziani dell'interno, senza che l'antica religione opponesse molta resistenza.

Caracalla (211-217) concesse la cittadinanza romana anche ai Greci d'Egitto. Nel III secolo vi fu una serie di rivolte militari e civili. Sotto Decio, nel 250, i Cristiani subirono le prime persecuzioni, ma la loro religione continuò a diffondersi. Durante il regno di Gallieno, il prefetto Emiliano si fece proclamare imperatore dall'esercito, finché il legato di Gallieno, Teodoto, non lo sconfisse. Poco dopo Zenobia, regina di Palmira, invase e conquistò l'Egitto, ma nel 272 Aureliano pose fine alla rivolta contro Roma. Due generali di stanza in Egitto, Marco Aurelio Probo e Domizio Domiziano, organizzarono con successo delle rivolte e furono proclamati imperatori. Diocleziano nel 296 sconfisse Domizio e riconquistò Alessandria. In seguito l'imperatore riorganizzò il paese, dividendolo in tre province, poi diventate quattro. L'editto di Diocleziano del 303 contro i Cristiani fu l'inizio di una nuova era di persecuzione. Ma questo fu l'ultimo serio tentativo di frenare la crescita della religione cristiana in Egitto.

Egitto bizantino
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Egitto (diocesi).
Il regno di Costantino vide la costituzione di Costantinopoli come nuova capitale dell'Impero, e nel corso del IV secolo esso fu diviso in due, con l'Egitto che si ritrovò nella parte orientale. Durante i secoli V e VI l'Impero Romano d'Oriente si trasformò lentamente nell'Impero Bizantino, uno stato cristiano, di lingua greca, che poco aveva in comune con il vecchio Impero Romano, che nel V secolo scomparve davanti alle invasioni barbariche. L'antica cultura egiziana fu gradualmente dimenticata: a causa della sparizione del sacerdozio pagano, nessuno riusciva più a leggere i geroglifici dell'Egitto faraonico, e i templi dell'antica religione furono convertiti in chiese o abbandonati al deserto. Anche la lingua egiziana antica poco a poco si trasformò nella lingua copta, che divenne il linguaggio liturgico del Cristianesimo egiziano.

Con l'Editto di Milano del 313, Costantino pose fine alle persecuzioni contro i Cristiani, e nel 324 fece del Cristianesimo la religione ufficiale dell'Impero. Il Patriarcato di Alessandria si era notevolmente sviluppato dai primordi del I secolo, e Alessandria era diventata nel III secolo uno dei centri più importanti della cristianità. Non a caso fu proprio quella città ad essere protagonista del primo grande scisma del mondo cristiano, tra i seguaci del sacerdote alessandrino Ario e l'ortodossia, rappresentata da Atanasio di Alessandria. In seguito al Concilio di Nicea del 325, questi divenne arcivescovo di Alessandria e continuò la battaglia contro le idee ariane. La controversia teologica si trasformò in contesa politica, causando rivolte che interessarono gran parte del IV secolo.

La religione ortodossa non trovò, comunque, terreno fertile in Egitto per una facile diffusione. Oltre all'Arianesimo, varie eresie, come lo Gnosticismo e il Manicheismo, trovarono numerosi adepti. Un altro fenomeno religioso, iniziato in Egitto dalle prime persecuzioni, fu il Monachesimo, caratterizzato dalla rinuncia al mondo materiale da parte di cristiani, che si recavano nel deserto per vivere da anacoreti. Nel corso del IV secolo il paganesimo perse gradualmente i suoi seguaci, fino alla definitiva scomparsa in seguito all'editto teodosiano del 389. Poco più tardi fu distrutto il celebre tempio di Serapide ad Alessandria d'Egitto, la roccaforte pagana nella regione. Alessandria, la seconda città dell'Impero, continuò ad essere al centro delle violente controversie religiose. Cirillo, patriarca di Alessandria, convinse il governatore della città ad espellere gli Ebrei nel 415. L'uccisione della filosofa Ipazia segnò la fine della cultura classica in Egitto. Un altro scisma nella Chiesa provocò una guerra civile in Egitto.

La controversia monofisita nacque dopo il Concilio di Costantinopoli del 381 e continuò fino al Concilio di Calcedonia del 451, che sancì la vittoria della posizione ortodossa. L'appartenenza della chiesa egiziana al credo monofisita creò gravi problemi a causa dell'ostilità dei rapporti tra il clero e il prefetto, che rappresentava le idee ortodosse della corte imperiale. Sotto Zenone (474-491) vi fu una serie di deposizioni, deportazioni e condanne dei patriarchi alessandrini a favore dei vescovi nominati dall'imperatore.

La pace religiosa arrivò col regno di Anastasio (491-518), ma la situazione economica dell'Egitto era in condizioni disastrose. Lo spopolamento e la crescente miseria, dovuta in parte a un sistema fiscale arbitrario, accompagnate dalla diffusione dei grandi latifondi a scapito delle piccole proprietà terriere, erano alcuni dei mali endemici in cui versava l'Egitto. Giustiniano (527-565) si impegnò per salvare il paese dall'anarchia, diede nuovo impulso all'attività edilizia e risolse il problema delle incursioni dei Blemmi. Alla diocesi d'Egitto subentrò una divisione in cinque eparchie, amministrate ciascuna da un governatore con funzioni civili e militari. Sotto il regno di Giustiniano scomparve anche l'ultimo baluardo pagano, il tempio di Iside a File. Ma nel 616 i Persiani invasero l'Egitto e occuparono Alessandria. La dominazione persiana durò circa dieci anni, fino a quando le sconfitte subite in Siria e in Mesopotamia per mano delle truppe imperiali non obbligarono i Persiani a ritirarsi. L'imperatore Eraclio riunì le cariche di prefetto e di patriarca nella persona di Ciro, le cui tendenze antimonofisite ingigantirono la frattura religiosa e politica tra l'Egitto e l'Impero.

Nel 639 un imponente esercito arabo, mandato dal califfo Omar ibn al-Khattab, passò dalla Palestina in Egitto e nel 641 conquistò Alessandria. Dopo 973 anni, finiva così la dominazione greco-romana in Egitto.

L'Ellenismo, nella storiografia moderna[2][3], indica quel periodo storico-culturale della storia del Mondo Antico «che segue le imprese di Alessandro (spedizione contro il regno persiano nel 334 a.C.) e arriva fino alla formale nascita dell'Impero Romano» con la morte di Cleopatra e con l'annessione dell'ultimo regno ellenistico, il Regno tolemaico d'Egitto, nel 30 a.C. con Ottaviano vincitore ad Azio nel 31 a.C.[4][5]

L'ellenismo è noto anche come età ellenistica o età alessandrina. Il suo tratto caratterizzante è la diffusione della civiltà greca nel mondo mediterraneo, eurasiatico e orientale, e la sua fusione con le culture dell'Asia Minore, dell'Asia Centrale, della Siria e della Fenicia, dell'Africa del Nord, della Mesopotamia, dell'Iran e dell'India, e la conseguente nascita di una civiltà, detta appunto «ellenistica», che fu modello per altre culture relativamente alla filosofia, economia, religione, scienza e arte.

Geograficamente, il mondo ellenistico comprendeva una vasta area che andava dalla Sicilia e dall'Italia meridionale (Magna Grecia) all'India (Regno indo-greco) e dal Mar Nero (Regno del Bosforo Cimmerio) all'Egitto, zone in cui una versione della lingua greca antica, la koinè, divenne la lingua franca della politica, dell'economia e della cultura. La cultura ellenistica si fuse con la cultura romana e continuò ad esistere anche dopo la nascita dell'impero. In particolare dopo la conquista macedone dell'impero persiano, sorsero regni ellenistici in Medio Oriente (impero seleucide, regno di Pergamo, ecc.), Africa nord-orientale (regno tolemaico) e Asia meridionale (regno greco-battriano, regno indo-greco).
https://it.wikipedia.org/wiki/Ellenismo
L'età ellenistica si fa convenzionalmente iniziare con il 323 a.C., anno della morte di Alessandro Magno, e terminare con la morte dell'ultima sovrana ellenistica, Cleopatra d'Egitto, e con la conquista romana del Regno tolemaico d'Egitto (battaglia di Azio del 31 a.C.), che porta l'Oriente nell'orbita romana occidentale.

Se il periodo ellenistico viene però considerato come un fenomeno di internazionalizzazione della cultura greca, la precedente datazione può essere ampliata segnandone il termine con l'anno 529 d.C. quando l'imperatore Giustiniano nella sua campagna di persecuzione dei pagani ordinò la chiusura dell'Accademia Platonica.

Se si considera la cultura greca infatti non come semplice erudizione ma come paideia, educazione formativa dell'individuo, allora anche l'ultima fase della cultura romana è ellenistica, così come lo stesso Cristianesimo, che nei suoi rappresentanti più notevoli, da Pseudo-Dionigi l'Areopagita a Clemente Alessandrino, da Origene a Sant'Agostino, contiene elementi della cultura ellenistica.[11] Si può dunque distinguere un Ellenismo greco (323 – 31 a.C.) ed uno romano (31 a.C. – 500 d.C. ca.).[12]
L'evento cruciale dell'avvento della nuova cultura ellenistica fu la crisi della polis, che non fu affatto improvvisa. L'esasperazione dei cittadini nei confronti delle interminabili guerre tra le città portò alla convinzione che la pace e l'unità potessero essere raggiunte solo attraverso l'intervento di un principe o una personalità esterna alla tradizionale politica egemonica delle poleis, che aveva visto prima la contrapposizione tra Sparta e Atene e infine l'effimera egemonia tebana. Così Filippo II di Macedonia riuscì ad entrare nelle discordie tra le poleis greche e ad imporre il proprio dominio personale.

Mappa della spartizione dell'Impero macedone tra i Diadochi dopo la morte di Alessandro (301 a.C.)
Con le imprese di Alessandro, che seguì Filippo, cessarono tutte le libertà delle polis greche. I successi del principe macedone furono visti però come il coronamento di un sogno: la grande vittoria della Grecia unita contro il popolo persiano. A rafforzare il sostegno verso Alessandro fu l'ambizione stessa del giovane condottiero, che intendeva varcare l'Ellesponto per conquistare il mondo e creare un regno universale, unito dalla cultura greca. La spedizione di Alessandro Magno (334-323 a.C.) può, per importanza e conseguenze, essere considerata uno degli eventi epocali nella storia del mondo antico. La portata di quella che è stata chiamata 'rivoluzione alessandrina' fu talmente rilevante, per le implicazioni politiche e per i mutamenti culturali, da determinare la fine dell'era classica e l'inizio dell'era cosiddetta ellenistica.

Dopo la morte di Alessandro, ci fu un'accesa lotta fra i suoi successori, i Diadochi ("successori" in greco). Nel 323 a.C. il generale Perdicca regge l'Impero in nome del figlio di Alessandro; Antipatro ottiene il controllo della Macedonia e della Grecia, mentre Antigono controlla la Frigia e la Lidia, Tolomeo l'Egitto e Lisimaco la Tracia.

Ma dopo la morte di Antipatro (319 a.C.) e l'assassinio dei familiari di Alessandro, cominciano le dispute; infatti Antigono condanna a morte Eumene di Cardia e mira a diventare unico signore ma gli altri non vogliono lasciare i loro domini, si arriva così alla Guerra dei Diadochi (315 a.C.-301 a.C.). La Battaglia di Ipso decreta la sconfitta di Antigono e la creazione di quattro regni:, alla fine della quale, nel 281 a.C., il suo enorme impero fu smembrato in tre grandi regni:

la dinastia tolemaica in Egitto;
la dinastia seleucide in Siria, Mesopotamia e Persia;
la dinastia antigonide in Macedonia e Grecia.
Dopo la battaglia di Corupedio, si formeranno i Regni di Macedonia, di Asia Anteriore e d'Egitto. Solamente nel 263 a.C. sorse il regno indipendente di Pergamo sotto la dinastia degli Attalidi. Infine nel 250 a.C. la Battria di Diodoto, prima una satrapia seleucide, si ribellò diventando un regno autonomo.

Busto in bronzo di un giovane sovrano ellenistico, forse Eumene II. Villa dei Papiri (Ercolano), Museo archeologico nazionale di Napoli.
Questi nuovi stati esportarono la cultura e la lingua greca all'interno dei loro confini, per mezzo di flussi coloniali greco-macedoni. Al tempo stesso, tuttavia, i nuovi regni subirono influenze dalle culture indigene e ne adottarono le usanze quando necessario o vantaggioso. La cultura ellenistica rappresenta così una fusione dell'antichità greca con le culture asiatiche e medio-orientali, rompendo così con gli atteggiamenti precedenti nei confronti dei "barbari". Il mondo ellenistico fu infatti caratterizzato da un'ulteriore ondata di colonizzazione greca (distinta da quella arcaica, VIII-VI secolo a.C.), che portò alla fondazione di città greche in Asia ed Africa. Queste nuove poleis erano composte da coloni greci provenienti da diverse regioni della grecità, e non come prima da una singola madrepatria.

Per lungo tempo l'ellenismo è stato considerato un periodo di transizione tra la magnificenza della Grecia classica e l'ascesa della potenza romana. Tuttavia, lo splendore di città come Alessandria, Antiochia e Pergamo, l'importanza della cooperazione economica, la fusione delle culture e il ruolo dominante della lingua greca e la sua diffusione, sono fattori che modificarono profondamente l'antico Medio Oriente; questo patrimonio culturale sarà poi assimilato nel mondo romano dal quale «vennero stimoli culturali nuovi, improntati al realismo latino, i quali contribuirono in modo rilevante a creare e a diffondere il fenomeno dell'eclettismo»[13] anche nel pensiero greco.

In questo periodo, durato circa un secolo, fino all'inizio della conquista del mondo mediterraneo ed orientale da parte degli eserciti romani, la civiltà ellenistica raggiunse il massimo sviluppo.

Società
L'età ellenistica è caratterizzata da alcuni importanti fattori che trasformarono, anche in modo sostanziale, la cultura, l'economia, la società e le istituzioni politiche greche.

Se si immagina l'importanza che aveva assunto la polis all'interno della società e della storia greca, è facile anche immaginare quale profondo sconvolgimento la crisi delle città apportò a tutta la cultura ellenica. Tutto era stato definito in funzione della polis: l'economia, la struttura sociale, la libertà, la cultura, la religione, i valori morali, persino il rapporto fra gli individui con il mondo stesso. La polis cessa di essere un universo piccolo ma compiuto e autosufficiente.

Politicamente la conseguenza più importante della rivoluzione alessandrina fu il cambiamento da un dominio politico della città-stato a quello delle grandi monarchie, fortemente accentrate intorno alla figura divinizzata del sovrano. La trasformazione della compagine statale, in cui assumeva notevole rilievo la burocrazia, cui era concretamente affidata l'amministrazione dei regni ellenistici, fu accompagnata da una evoluzione economica e sociale. L'intensificazione del commercio tra i vari stati e le regioni orientali, la rifioritura dell'artigianato e l'incremento demografico apportarono un benessere economico che favorì la crescita di nuovi agglomerati urbani. Città come Alessandria, Antiochia di Siria, Pergamo e Laodicea diventarono non solo centri di produzione e di largo consumo, veri e propri mercati finanziari, ma anche luoghi di diffusione di cultura. L'urbanesimo fu infatti un fenomeno tipico dell'età ellenistica, cui fece riscontro una progressiva accentuazione dei privilegi della città rispetto alla campagna, dove si andavano affermando i latifondisti.

Cultura ellenistica
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Alessandrinismo.
La cultura "ellenica", propria dell'etnia greca, venendo a contatto con le tradizioni e le credenze delle varie popolazioni parlanti il greco derivato dalla lingua attica semplificata conosciuta come koinè (κοινὴ διάλεκτος "lingua comune"), vale a dire la lingua comune o panellenica, divenne cultura "ellenistica".

Dato l'ampliamento del territorio geografico, la cultura intera subì una diffusione generale e una fioritura dei centri di cultura, anche se il prestigio straordinario di Atene non cessò in breve tempo. Continuò ad essere il centro della vita filosofica: il Liceo retto da Teofrasto e l'Accademia continuarono a svolgervi la propria attività; successivamente, nel IV secolo vi fissarono le proprie sedi le due più importanti scuole ellenistiche: quella epicurea e quella stoica.

Nacquero così nuovi centri di cultura quali Rodi, Pergamo e soprattutto Alessandria, con la fondazione della Biblioteca e del Museo, da parte dei Tolomei.

Le trasformazioni socio-politiche dell'età post-alessandrina ebbero notevoli ripercussioni sulla vita culturale ellenistica. Al declino della "polis" non fece da contraltare la nascita di organismi politici capaci di creare nuovi ideali: la trasformazione dei cittadini in sudditi, la coesistenza di genti diverse e l'impossibilità di partecipazione attiva al governo determinarono importanti mutamenti nella coscienza individuale e, di riflesso, nella vita culturale. Si diffuse infat

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