Spirito, anima, corpo spiegati da una frate come citati da San Paolo nel Nuovo Testamento della Bibbia quindi PAROLA DEL SIGNORE e nel Catechismo della Chiesa Cristiana Cattolica, nn. 365-368

2 years ago
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Spirito, anima, corpo spiegati da una frate come citati da San Paolo QUINDI AVENDO RAGIONE IO è SICURO IL PECCATO IMPERDONABILE CONTRO LO SPIRITO SANTO FATTO DAI MINCHIONICI NEOPAGANI DI MERDA EH..NON è REMISSIBILE QUEL PECCATO EH LO RIPETO NEANCHE DA GESù STESSO
Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 365-368 - Il Simbolo della Fede. Conduce fr. Alberto
Qual è la differenza tra Corpo, Anima e Spirito?
Per rispondere a questa domanda ci viene in aiuto l’Apostolo Paolo, che così scrive: “Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (1Ts 5, 23).

San Paolo elenca tre elementi, costitutivi dell’essere umano: spirito, anima e corpo. Anche l’ordine in cui sono enunciati esprime che i tre elementi sono in relazione tra loro in modo gerarchico: al primo posto c’è lo spirito, poi l’anima e infine il corpo. I tre elementi e il loro ordine esprimono tutta la dimensione e la vocazione dell’essere umano. Esaminiamoli singolarmente:

1. Spirito: la dimensione dell’uomo, in cui egli è capace di entrare in relazione con Dio. Solo in una natura umana, formata dall’unità inscindibile di corpo e anima, sussiste la possibilità di esistenza del luogo in cui Dio attua la comunione di vita con la sua creatura.

2. Anima: principio vitale immateriale, che Dio dona al momento in cui lo spermatozoo feconda l’ovulo e si ha la formazione dell’embrione. Ogni embrione è quindi, fin dal principio quell’unità inscindibile di corpo e anima, chiamata alla comunione con la vita divina.

3. Corpo: elemento biologico materiale, che si riceve dai genitori, attraverso l’atto del rapporto sessuale. Possiamo affermare che il corpo è per legge naturale chiamato a ricevere un’anima, e l’anima non sussiste nello spazio e nel tempo, se non attraverso un corpo. Questa preziosa unità di anima e corpo, costituisce il presupposto perché si abbia lo spirito, ossia la relazione tra l’uomo e Dio.

Per approfondire:
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 355-368 e n. 385 e ss.
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https://rumble.com/vrq0ae-l-advaita-vedanta-spiegato-semplicemente-che-cos-la-non-dualit.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://rumble.com/vuar4k-parliamo-degli-amesa-spenta-e-dei-7-doni-dello-spirito-santo.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
Le Scritture usano nel senso di spirito anche il termine “cuore” (più di mille volte), infatti è questo il luogo dal quale sgorga la preghiera. È il cuore che prega. Se esso è lontano da Dio, l'espressione della preghiera è vana (cf n. 2562).

Il cuore è la dimora dove sto, dove abito (secondo l'espressione semitica o biblica: dove « discendo »). È il nostro centro nascosto, irraggiungibile dalla nostra ragione e dagli altri; solo lo Spirito di Dio può scrutarlo e conoscerlo. È il luogo della decisione, che sta nel più profondo delle nostre facoltà psichiche. È il luogo della verità, là dove scegliamo la vita o la morte. È il luogo dell'incontro, poiché, ad immagine di Dio, viviamo in relazione: è il luogo dell'alleanza (n. 2563).
Tu, cattolico, sapresti spiegarlo se qualcuno te lo chiedesse?
Nel Nuovo Testamento la distinzione tra corpo, anima e spirito appare solo una volta. Nella prima Lettera ai Tessalonicesi, San Paolo dice: “Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (5, 23).

Il Catechismo spiega questo passo. “Talvolta si dà il caso che l’anima sia distinta dallo spirito. Così san Paolo prega perché il nostro essere tutto intero, ‘spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore’ (1 Ts 5,23). La Chiesa insegna che tale distinzione non introduce una dualità nell’anima. ‘Spirito’ significa che sin dalla sua creazione l’uomo è ordinato al suo fine soprannaturale, e che la sua anima è capace di essere gratuitamente elevata alla comunione con Dio” (n. 367).

Attualmente esiste una tendenza tra i teologi a dire che l’essere umano non possiede anima, perché sarebbe una visione dualista, platonica, che non corrisponderebbe al pensiero biblico, ebraico. Non c’è niente di più sbagliato.

Nell’Antico Testamento, per molto tempo non si è parlato di “resurrezione dei corpi”. Al contrario, si credeva che la persona vivesse nello “sheol”, in una realtà la cui esistenza era oscura, perfino umbratile.

A poco a poco, Dio ha rivelato che quelle “ombre” in realtà continuavano ad avere personalità, e che i buoni erano benedetti e i malvagi puniti. L’idea che al termine della sua vita la persona venisse ricompensata – anche se non si parlava ancora di resurrezione – era ben chiara nell’Antico Testamento come un secondo passo, già all’epoca dei Profeti.

Inizia a sorgere il terzo passo. Dopo la morte, alla fine dei tempi, il corpo e l’anima si uniranno e ci sarà la resurrezione dei morti. Subito dopo viene il Nuovo Testamento.

Sulla croce, Nostro Signore Gesù Cristo dice al buon ladrone: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso” (Lc 23, 43). L’“oggi” a cui si riferisce può riguardare solo l’anima del buon ladrone, perché il corpo, evidentemente, sarebbe stato sepolto, com’è stato sepolto il corpo di Gesù.

Nel Nuovo Testamento, quando una persona muore, esiste una punizione eterna o una ricompensa eterna, e alla fine dei tempi ci sarà anche la resurrezione dai morti. È una chiara distinzione tra corpo e anima.

Il Catechismo insegna che il corpo e l’anima sono un’unica natura umana, non due nature che si uniscono, ma una singola realtà, e con la rottura di questa realtà unica chiamata morte accade qualcosa di terribile, una cosa che non rientrava tra i progetti di Dio. Anche così l’uomo è corpo e anima, rispettivamente materiale e spirituale.

Perché, allora, San Paolo parla di “spirito, anima e corpo”? Ricordiamo che la Chiesa insegna molto chiaramente che non sono due anime, ma corpo e anima, ma nell’unica anima umana esiste il luogo in cui abita Dio. È lo “spirito”, ovvero una realtà soprannaturale che esiste negli uomini.

Chi è figlio di Dio battezzato – corpo e anima –, per il fatto di essere tempio di Dio possiede un “luogo” in cui abita Dio. Si può dire anche che il luogo in cui abita Dio in quanto Spirito Santo è quello che si definisce “spirito”.

L’anima come un tutt’uno è responsabile di varie cose: intelligenza, volontà, fantasie ecc., ma non tutto questo è il luogo in cui abita Dio. Questo è il posto più profondo dell’uomo, dove è se stesso a tal punto che non è più lui ma Dio. “Interior intimo meo”, ha detto Sant’Agostino.

L’essere umano non è stato abbandonato a se stesso, natura pura. Nella sua natura esiste un’altra natura, il soprannaturale, la presenza di Dio. Ma i battezzati possiedono una consistenza ancor maggiore, perché possono e devono riconoscere di essere figli di Dio, templi dello Spirito Santo.
Quando si parla di “Entità-Uomo” si vuole indicare l’Individuo o Io permanente che esiste nel piano Superiore, che passa da una vita all’altra, e che lentamente ma progresssivamente, nel corso delle età, cresce e si sviluppa, grazie all’accumulo ed assimilazione delle diverse esperienze.
Corpo, anima e spiritoCome afferma San Paolo l’uomo si divide in tre parti: corpo, anima e Spirito. Molta poca gente, tuttavia, conosce la differenza che esiste tra anima e spirito, né che cosa questi due Principi rappresentino veramente. Cerchiamo dunque di analizzare ed approfondire, nella misura delle nostre possibilità, gli aspetti Anima e Spirito dell’uomo.

L’Anima o Ego appare sempre come un Intermediario, il veicolo che trasporta gli elementi dal cielo alla terra e dalla terra al cielo. Tutto passa per l’anima. Si potrebbe dire che essa rifletta lo splendore dello Spirito, o sia un prezioso specchio dove può scorgersi l’immagine divina del nostro vero Essere, che è lo Spirito.

E’ quindi necessario e importante per l’uomo, entrare in contatto con la propria anima, elevando sè stesso ad un punto che sta oltre la semplice coscienza fisica-istintiva, ed anche oltre le emozioni e i desideri. Entrare in contatto con l’Anima o Ego, vuol dire andare oltre la propria personalità, oltre i corpi inferiori che la formano e definiscono. Bisogna cioè polarizzarsi sull’aspetto dell’anima che si manifesta nel piano mentale-superiore, dove la Verità essenziale, la Luce più pura e l’Amore più intenso, si delineano in uno stato verginale.

In questo stato spirituale, le perturbazioni ed oscillazioni dei tre mondi inferiori non ci possono colpire, né confondere o riportare alla materia, e restiamo liberi dall’illusione e liberi di manifestare tutto il potenziale divino che è in noi. L’esempio più elevato che rifletta in tutte le sue dimensioni, questa fantastica integrazione tra l’uomo e la propria anima divina, è il Cristo. Egli seppe meglio di chiunque altro, dimostrare che cosa succede quando l’anima, con tutto suo il potenziale si manifesta pienamente in un uomo realizzato. Cristo era l’espressione umana e contemporaneamente Divina della propria Anima.

Egli venne a simboleggiare, attraverso la propria vita, ciò che ogni uomo deve fare internamente. La nascita, il battesimo, la trasfigurazione, la crocifissione e la resurrezione, sono gli stadi per i quali, prima o poi, devono passare tutti gli uomini. Egli venne “per mostrare la via, la strada”. Egli rappresenta simbolicamente “l’Anima del Mondo”. Per questa ragione disse nei Vangeli: “Io sono la strada che porta al Padre”, e “Solo attraverso di me si arriva al Padre”. Ciò vuol dire, che solo attraverso l’anima si può arrivare allo Spirito, cioè al Padre. E questa, in qualità di uomini, deve essere la nostra prima impresa.
https://www.avvenire.it/agora/pagine/anma-e-corpo-paolo-batte-i-greci
Come spesso gli accadeva, san Girolamo era stato sbrigativo: san Paolo «non curabat magnopere de verbis cum sensum haberet in tuto», “non si preoccupava più di tanto delle parole quando aveva messo al sicuro il significato”. Questo può essere vero per lo stile, meno per l’uso della lingua greca che egli aveva in realtà assunto e plasmato con molta originalità, assegnando a vari termini nuove e originali accezioni. Questo atteggiamento brilla soprattutto nella sua antropologia teologica che vorremmo approfondire tenendo conto in particolare dell’esito escatologico del cristiano, ossia del suo destino ultimo oltre la morte.A sorpresa l’apostolo si è scarsamente interessato alla questione della psyché, l’“anima” in senso greco classico, un termine secondario nel suo epistolario. La sua vera originalità è, invece, nell’aver puntato l’attenzione su un altro contrasto, quello tra spirito e carne, in greco pneuma e sarx, contrasto che si sostituisce a quello classico greco tra psyché e sôma, anima e corpo. A quella coppia di vocaboli egli, però, attribuisce un nuovo significato. La sarx, infatti, non è la “carnalità” in senso sessuale, né la “carne” fragile, finita e caduca della creatura umana. È, invece, per Paolo un principio negativo efficace e deleterio che si annida nella coscienza dell’uomo, divenendo terreno per il peccato.Al contrario, lo pneuma non è tanto il principio della vita psicofisica, ma è lo spirito divino che si effonde nella persona rendendola figlia adottiva di Dio (Rm 8,16). Illuminante è un passo della Lettera ai Galati ove si oppongono questi due principi: «Camminate secondo lo spirito [pneuma] e non sarete condotti a compiere i desideri della carne [sarx]. La carne [sarx], infatti, ha desideri contrari allo spirito [pneuma] e lo spirito [pneuma] a sua volta è contro la carne [sarx], poiché queste due realtà sono vicendevolmente contrapposte» (5,16-17).L’uomo, quindi, può ridursi alla qualità di essere “carnale”, impigliato nelle reti della sarx e del peccato; ma può anche elevarsi alla dignità di essere “spirituale”, animato dallo Spirito di Dio e dalla grazia salvatrice. In questa impostazione, che rivisita in chiave squisitamente teologica l’interiorità della persona, si riesce a decifrare un’altra coppia di termini usati da Paolo, termini palesemente applicati in modo contraddittorio agli occhi della cultura greca. L’apostolo, infatti, parla di sôma psychikón “corpo psichico”, e di sôma pneumatikón, “corpo spirituale”, espressioni paradossali se non assurde per un greco, considerata la ben nota antitesi e incompatibilità tra anima, spirito e corpo. In realtà, come vedremo, il retroterra di queste locuzioni paoline è biblico ed è modulato da Paolo secondo la sua teologia del peccato e della grazia.Da un lato, infatti, il “corpo psichico” è la persona chiusa nella sua creaturalità di essere vivente limitato, finito e colpevole. D’altro lato, il “corpo spirituale” è la persona aperta all’irruzione dello Spirito di Dio, che trasfigura la povertà della nostra condizione umana e ci introduce nella gloria e nell’eternità. Per questo, il corpo del Cristo risorto è per eccellenza “spirituale”, non certo perché etereo o incorporeo ma perché immerso nell’infinito e nell’eterno. In pratica, è la piena manifestazione del nostro essere “immagine di Dio”, come aveva insegnato Genesi 1,27, che l’apostolo così sviluppa e parafrasa: «Come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste« (1Cor 15,49).
Questa distinzione può aprire un varco all’interno del delicato e complesso problema dell’immortalità dell’anima o della risurrezione dei corpi: ricordiamo che il Credo apostolico, che è una professione di fede cristiana degli inizi del III secolo, preferisce la formula «risurrezione della carne», mentre il Credo niceno-costantinopolitano del 381, che si recita ogni domenica nella liturgia eucaristica, parla di «risurrezione dei morti». Apriamo solo una finestra su questo tema che affascina non soltanto il teologo o il filosofo, ma anche la persona comune, protesa verso il futuro e desiderosa di gettare uno sguardo oltre la frontiera della morte. Il pensiero generale di Paolo è, infatti, piuttosto ampio: il corpus delle tredici lettere che recano il nome dell’apostolo (anche se non tutte sono direttamente da ricondurre a lui) occupa ben 2003 versetti sui 5621 dell’intero Nuovo Testamento.Ebbene, in qualche passo paolino sembra occhieggiare la concezione greca quando si parla di un «esulare dal corpo […], quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra» (2 Cor 5,1.8-9); tuttavia, subito dopo si aggiunge che «riceveremo un’altra abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mano d’uomo«, facendo riemergere l’idea di un corpo risorto. Ecco, proprio a quest’ultima notazione ci connettiamo per la nostra breve considerazione che ripropone l’antitesi sopra indicata tra “corpo psichico” e “corpo spirituale”. Nella risurrezione è la creazione intera che viene ricondotta, attraverso l’intervento divino, a un nuovo progetto “cosmico” (nel senso etimologico di “ordine, armonia”). In esso cadranno le coordinate limitative del tempo e dello spazio e, quindi, della finitudine, in cui ora siamo immersi, e della corruzione materiale e morale.Alcuni teologi, soprattutto protestanti, pensano che nella morte avvenga una fine totale, così come nella conclusione dell’intera realtà creata: la risurrezione sarebbe, allora, una vera e propria “ri-creazione” divina, condotta ex novo. Ma in realtà nella visione paolina, esplicitamente modellata sulla risurrezione di Cristo, la cui identità personale permane, si sottolinea una continuità, anche se di difficile definizione e descrizione: l’essere attuale, individuale e cosmico sotto l’azione divina viene trasformato in un nuovo statuto di essere e di esistere, immesso nell’eterno e nell’infinito. Tra presente e futuro dell’uomo e del mondo c’è, allora, un rapporto di continuità nell’identità individuale, ma anche di discontinuità nella qualità dell’essere.
Non è certo facile delineare in modo puntuale e accurato questa transizione e lo stesso Paolo nel capitolo 15 della Prima lettera ai Corinzi fatica nel rappresentare questa uscita dalla prigione dello spazio e del tempo e l’evolversi della realtà presente e storica verso quell’orizzonte trascendente. Infatti, fa ricorso a immagini come quella del nesso tra seme e albero, un nesso di continuità, ma anche di novità e di diversità, e conclude: «Si semina corruttibile e risorge incorruttibile, si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza, si semina un corpo psichico [sôma psychikón] e risorge un corpo spirituale [sôma pneumatikón]» (15,42-44).Si riaffaccia, dunque, il contrasto tra il “corpo psichico”, che indica la creatura umana con la sua psyché, la sua interiorità, inserita però nello stato presente, storico della realtà, e il “corpo spirituale” che è quello del futuro escatologico, ossia della pienezza di vita della nuova creazione, oltre lo spazio e il tempo. “Corpo spirituale” non è, allora, qualcosa di evanescente o simile a un ectoplasma; con questa espressione Paolo intende il corpo risorto, cioè la persona umana pienamente pervasa dallo Pneuma, lo Spirito di Dio operante nel Cristo risorto. Per l’apostolo il modello e il principio della nostra futura trasfigurazione è proprio Cristo risorto che incarna lo statuto dell’uomo redento, in comunione perfetta con l’eterno e l’infinito divino.Si potrebbe, quindi, concludere affermando che Paolo ha considerato l’“anima” (psyché) come il segno della nostra umanità terrena e lo “spirito” (pneuma) come emblema della nostra meta oltremondana quando «Dio sarà tutto in tutti» (1Cor 15,28). La redenzione futura coinvolge tutto l’essere creato e, quindi, anche la materia che è in noi e fuori di noi. Con una battuta si potrebbe dire che, mentre nella concezione greca l’oltrevita è liberazione dalla materia considerata come un gravame maligno, nel cristianesimo l’oltrevita è liberazione anche della materia destinata a essere trasfigurata e integrata in una creazione rinnovata. È per questo che nella Lettera ai Romani si legge: «La creazione stessa [quindi anche la materia] attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. Essa, infatti, è stata sottomessa alla caducità […] ma nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloria dei figli di Dio» (8, 19-21).
Corpo, anima, spirito - Le differenze
Alcuni mi chiedono perché San Paolo parla nelle sue lettere di anima e spirito, come se si trattasse di due componenti diverse dell'uomo. In realtà, non solo Paolo, ma anche altre parti della Scrittura parlano di anima e spirito come concetti completamente diversi, senza confondere però lo spirito con lo Spirito Santo (che è la Terza Persona del Dio Trino). Questa differenza era nota alla teologia e alla tradizione ebraica ed è stata trasmessa, naturalmente, a quella cristiana attraverso gli apostoli.

Nel corso dei secoli, per il pensiero comune, anima e spirito sono divenuti termini sinonimi, ma nella Bibbia non è così. Generalmente si ritiene che l'anima (o lo spirito) è quella parte dell'uomo che è immortale, che sopravvive al decesso fisico. Questa idea è stata supportata a livello filosofico per screditare la concezione cristiana dell'immortalità, in realtà vedremo che il linguaggio della Scrittura ci testimonia tre realtà diverse parlando di corpo, anima e spirito. Ci serviremo per capire meglio di tre versetti biblici: Genesi 2,7; Luca 1,46-47; Ebrei 4,12.

In ebraico, anima si dice nefesh (נפש) e spirito si dice ruach (רוח).
In greco, anima si dice psyché (ψυχή) e spirito si dice pnèuma (πνεύμα).
Genesi 2,7 - “…allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente”.

Quando Dio crea Adamo, pone in lui qualcosa che le altre creature non hanno. Solo dell'uomo infatti è scritto che Dio soffiò un alito di vita, mentre degli altri animali, che pure sono esseri viventi, è scritto semplicemente che furono creati. L'uomo ha una predilezione dal Signore, poiché è fatto ad immagine del Figlio.

Il testo dei Settanta rende meglio il concetto. L'alito di vita che Dio soffia nell'uomo non è l'anima, ma lo spirito, perché è scritto che l'uomo divenne un essere vivente, ma più correttamente è scritto che divenne un'anima vivente. Quel soffio di vita è ciò che rende l'anima dell'uomo vivente, ma non vivente nel senso biologico, bensì nel senso di immortale. Non a caso ruach (in ebraico) e pnèuma (in greco), le parole per indicare lo spirito, sono anche sinonimi di soffio, vento. Dio aveva creato l'uomo già con corpo ed anima, ma è lo spirito che lo rende vivente. In particolar modo, rende l'anima vivente.

Cosa è allora l'anima, secondo la Bibbia (e anche secondo il Magistero della Chiesa)? E’ la mente dell'uomo, ma non solo, è ciò che rende gli esseri appunto “animati”. Anche gli animali in questo senso hanno l'anima: da qui la parola anima-li. Ma solo l'uomo ha lo spirito, solo l'uomo è reso vivente, cioè immortale. “Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi” (Matteo 22,32).

Luca 1, 46-47 - “Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore”.

All'inizio del Magnificat, Maria pone una differenza tra anima e spirito. E’ scritto che l'anima magnifica il Signore, mentre lo spirito esulta in Lui. Sono due azioni differenti nella loro natura.

Magnificare significa lodare, è quindi un atto razionale (mente), mentre esultare significa gioire, è quindi un atto emotivo (spirito). Maria ci insegna che Dio va adorato in entrambi i modi, confermando quanto indicato nel Decalogo: “Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze” (Deuteronomio 6,5). Qui lo spirito, la componente emotiva ed immortale dell'uomo, è indicato con la parola simbolica cuore, ma è appunto differenziato dall'anima.

Ebrei 4,12 - “Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”.

La differenza tra anima e spirito è resa ancor più evidente in questo versetto. L'autore della lettera agli ebrei scrive addirittura che anima e spirito sono separati in un punto. Effettivamente è così: la psiche (anima, o mente) ha sede nel cervello, ha quindi una sede fisica, è responsabile della componente umana razionale, ma c'è un punto di divisione, scientificamente insondabile, fisicamente non percepibile, che separa ed allo stesso tempo unisce l'anima allo spirito, che rappresenta la parte più emotiva ed “irrazionale” di noi.

Amore logico, amore illogico

Nel Dio trino non c'è una “anima santa”, ma lo Spirito Santo, che unisce in relazione di amore il Padre e il Figlio ed unisce Dio allo spirito dell'uomo. Effettivamente Dio è Amore (1Gv 4,8). Dobbiamo dunque imparare da Dio, “che è mite ed umile di cuore”, cioè di spirito, imparare ad avere più relazioni di spirito (emozionali, di cuore), piuttosto che di anima (razionali, di testa). Dopotutto, che cosa è necessario per essere santi, per amare i nemici e i propri persecutori, se non un amore folle, esagerato, ma non illogico, lo stesso che Gesù Cristo manifestò sulla Croce perdonando i Suoi carnefici?

Ribadisco: l'amore non deve essere illogico, quando cioè scade nel buonismo, secondo cui tutto è buono e tutto è concesso. L'anima, la mente, la psyché deve essere la sentinella del nostro cuore. La Carità deve avere fondamenta sull'umiltà, ma avere come appoggio lo zelo. La prima cosa da amare è la Verità. Chi ama la Verità ama Dio. Chi ama la Verità senza scendere a compromessi, è veramente libero.
Che cos’è dunque l’anima, e che cos’è lo spirito secondo la Parola di Dio?

COSA INTENDE LA BIBBIA PER “ANIMA”
Concentriamoci prima sull’anima. Ricorderete che in origine la Bibbia fu scritta principalmente in ebraico e in greco. Riferendosi all’anima, gli scrittori biblici usarono il termine ebraico nèfesh o quello greco psychè. Questi termini ricorrono oltre 800 volte nelle Scritture, e la Traduzione del Nuovo Mondo li rende coerentemente “anima”. Esaminando cosa si intende per “anima” nella Bibbia, risulta evidente che questo termine indica (1) persone, (2) animali o (3) la vita di una persona o di un animale. Vediamo alcuni versetti in cui compare con questi tre diversi significati.

Persone. “Ai giorni di Noè . . . alcune persone, cioè otto anime, furono salvate attraverso l’acqua”. (1 Pietro 3:20) Qui la parola “anime” sta chiaramente per persone: Noè, sua moglie, i tre figli e le loro mogli. Esodo 16:16 riporta le istruzioni date agli israeliti per la raccolta della manna. Fu detto loro: “Raccoglietene . . . secondo il numero di anime che ciascuno di voi ha nella sua tenda”. Quindi la quantità di manna da raccogliere dipendeva dal numero dei componenti di ciascuna famiglia. Altri esempi biblici di come i termini “anima” o “anime” si riferiscono a una o più persone si trovano in Genesi 46:18; Giosuè 11:11; Atti 27:37 e Romani 13:1.

Animali. Nella descrizione della creazione leggiamo: “Dio proseguì, dicendo: ‘Brulichino le acque di un brulichio di anime viventi e volino creature volatili sopra la terra sulla faccia della distesa dei cieli’. E Dio proseguì, dicendo: ‘Produca la terra anime viventi secondo le loro specie, animale domestico e animale che si muove e bestia selvaggia della terra secondo la sua specie’. E così si fece”. (Genesi 1:20, 24) In questo brano biblico con la stessa parola “anime” si intendono pesci, animali domestici e bestie selvagge. Uccelli e altri animali vengono definiti “anime” anche in Genesi 9:10; Levitico 11:46 e Numeri 31:28.

La vita di una persona. A volte la parola “anima” si riferisce alla vita stessa di una persona. Geova disse a Mosè: “Tutti gli uomini che cercavano la tua anima sono morti”. (Esodo 4:19) Cosa cercavano i nemici di Mosè? Cercavano di togliergli la vita. In precedenza fu detto di Rachele che, quando diede alla luce Beniamino, “la sua anima se ne usciva (perché morì)”. (Genesi 35:16-19) In quel momento Rachele perse la vita. Notate anche le parole di Gesù: “Io sono il pastore eccellente; il pastore eccellente cede la sua anima per le pecore”. (Giovanni 10:11) Gesù diede la sua anima, o vita, per il genere umano. In questi passi biblici la parola “anima” si riferisce chiaramente alla vita di una persona. Troverete altri esempi di questo significato di “anima” in 1 Re 17:17-23; Matteo 10:39; Giovanni 15:13 e Atti 20:10.

Continuando a studiare la Parola di Dio riscontrerete che nell’intera Bibbia i termini “immortale” o “eterna” non sono mai riferiti alla parola “anima”. Anzi le Scritture affermano che l’anima è mortale, vale a dire che muore. (Ezechiele 18:4, 20) Infatti parlando di qualcuno che è deceduto, la Bibbia lo definisce semplicemente “anima morta”. — Levitico 21:11.

CHE COS’È LO “SPIRITO”
Consideriamo adesso l’uso biblico del termine “spirito”. Alcuni pensano che “spirito” sia sinonimo di “anima”. Ma non è così. La Bibbia spiega che le parole “spirito” e “anima” si riferiscono a due cose diverse. In che senso?

Parlando dello “spirito” gli scrittori biblici usarono il termine ebraico rùach o quello greco pnèuma. Le Scritture stesse indicano il significato di questi termini. Per esempio, Salmo 104:29 dice: “Se [tu, Geova] togli il loro spirito [rùach], spirano, e tornano alla loro polvere”. E Giacomo 2:26 osserva che “il corpo senza spirito [pnèuma] è morto”. Quindi in questi versetti “spirito” si riferisce a ciò che dà vita al corpo. Senza spirito, il corpo è morto. Per questo motivo nella Bibbia la parola rùach non viene tradotta solo “spirito”, ma anche “forza”, o forza vitale. Per esempio, a proposito del Diluvio noetico, Dio disse: “Sto per portare il diluvio di acque sulla terra per ridurre in rovina ogni carne in cui è attiva la forza [rùach] della vita di sotto i cieli”. (Genesi 6:17; 7:15, 22) Il termine “spirito” si riferisce dunque a una forza invisibile (la scintilla della vita) che permette a tutte le creature di vivere.

L’anima e lo spirito non sono la stessa cosa. Il corpo ha bisogno dello spirito proprio come una radio, per funzionare, ha bisogno dell’energia elettrica. Per comprendere meglio il punto pensate a una radio portatile. Quando ci mettete le batterie e la accendete, la carica elettrica contenuta nelle batterie dà, per così dire, vita alla radio. Ma senza batterie, la radio non funziona. Lo stesso avviene alla radio che viene staccata dalla presa di corrente. Similmente, lo spirito è la forza che dà vita al corpo. Inoltre, come l’elettricità, lo spirito non prova sentimenti e non pensa. È una forza impersonale. Ma senza questo spirito, o forza vitale, il nostro corpo ‘spira, e torna alla polvere’, come disse il salmista.

Parlando della morte dell’uomo, Ecclesiaste 12:7 dice: “La polvere [di cui è fatto il corpo] torna alla terra proprio come era e lo spirito stesso torna al vero Dio che l’ha dato”. Quando lo spirito, o forza vitale, lascia il corpo, il corpo muore e ritorna alla terra, da dove era venuto. In modo analogo la forza vitale torna a Dio, da cui era venuta. (Giobbe 34:14, 15; Salmo 36:9)
L'Advaita Vedanta è probabilmente la più conosciuta fra tutte le scuole Vedānta della religione Induista. Letteralmente il termine Advaita significa "non duale", ma viene anche utilizzato per indicare il sistema monistico su cui si fonda il principio dell'indivisibilità del Sé o Ātman dall'Unità (Brahman). I testi fondamentali da cui derivano i Vedānta sono le Upaniṣad, o commenti ai Veda, e i Brahma Sutra, anche conosciuti come Vedānta Sutra, nei quali si concentra la discussione sulla natura intima delle Upanişad.
Il primo grande codificatore dell'Advaita Vedānta fu Adi Shankara (788-820). La filosofia che propose fu potente e capitalizzò negli anni il monismo dormiente, e la conoscenza mistica dell'esistenza: proseguendo la linea di pensiero di alcuni rishi espressa nelle Upaniṣad e in particolare la testimonianza di Gauḍapāda, esposta nell'opera principale (la kārikā di commento alla Māṇḍūkya Upaniṣad), Shankara espose la dottrina dell'Advaita, che afferma la Realtà assoluta come unica realtà e la realtà fenomenica come continuo divenire. Quindi l'unica realtà possibile è quella non duale, mentre il mondo, soggetto al continuo divenire, ha una natura illusoria, in quanto impermanente. Egli definì meglio quanto già espresso nelle Upaniṣad: la Realtà assoluta o Brahman e la pura Realtà Ātman dell'essere individuato jivatman o anima individuale, sono la stessa e unica. Questa realtà è non duale, pertanto realizzabile solo rinunciando ai vincoli del contingente.

I tre principali stati di consapevolezza (veglia, sogno e sonno profondo), infatti, sono espressione di un quarto stato trascendentale, conosciuto nelle Upaniṣad come turīya, coincidente con la Realtà assoluta o Brahman. La molteplice natura dei fenomeni e la loro ultima essenza è simboleggiata dal suono Aum, il più sacro fra i mantra induisti. Brahman è al tempo stesso immanente e trascendente, e non solo un concetto panteistico. Inoltre, oltre ad essere la causa materiale ed efficiente dell'intero universo, Brahman stesso non è limitato dalla sua auto-proiezione ed effettivamente trascende tutti gli opposti, tutte le dualità, soprattutto aspetti, quali la forma e l'essere; da sempre è incomprensibile alla mente umana.
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Perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità.
Efesini 3:16-17
Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo.
Romani 15:13
Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà.
2 Corinzi 3:17
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge.
Galati 5:22-23
O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
1 Corinzi 6:19-20
Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito.
1 Giovanni 4:13
Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità.
Giovanni 4:24
Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
Galati 5:25
Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.
Atti 2:3-4
Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza.
2 Timoteo 1:7
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili.
Romani 8:26
Lo spirito del Signore Dio è su di me
perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri.
Isaia 61:1
Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!
Luca 11:13
Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
1 Corinzi 3:16
Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio.
Romani 8:14
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Romani 5:5
Questa è la parola del Signore a Zorobabele: Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti!
Zaccaria 4:6
Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo.
1 Giovanni 4:1
Ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra.
Atti 1:8
Perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui.
Efesini 1:17
Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi.
Ezechiele 36:27
Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.
Romani 8:16
Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace.
Romani 8:6
Insegnami a compiere il tuo volere,
perché sei tu il mio Dio.
Il tuo spirito buono
mi guidi in terra piana.
Salmo 143:10
La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Galati 5:17
E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.
2 Corinzi 3:18
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!».
Romani 8:15
Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio.
1 Corinzi 2:11
So infatti che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo.
Filippesi 1:19
Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore.
Romani 12:11
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne.
Galati 5:16
E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.»
Atti 2:38
E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui.
Atti 5:32
E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.
Marco 13:11
Cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Efesini 4:3
Poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio.
2 Pietro 1:21
Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
Salmo 139:7-8
Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati».
Atti 13:2
Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».
Luca 3:21-22
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Salmo 51:12
Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.
Giovanni 1:33
Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.
Giovanni 14:18
E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Romani 8:11
Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Ezechiele 36:26
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.
Atti 2:1-2
La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Efesini 6:12
Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
1 Giovanni 3:24
Colui che dunque vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della legge o perché avete creduto alla predicazione?
Galati 3:5
Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.
Matteo 12:31
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.
1 Corinzi 2:10
Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito.
Giovanni 3:6
Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.»
Giovanni 3:5
Una lingua dolce è un albero di vita,
quella malevola è una ferita al cuore.
Proverbi 15:4
Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione.
Efesini 4:4
Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna.
Galati 6:8
A colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che gia opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen.
Efesini 3:20-21
Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò.
Giovanni 16:7
E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.
1 Corinzi 12:13
E colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
Romani 8:27
Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all'azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà.
1 Pietro 1:13
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi.
Luca 4:18
Volgetevi alle mie esortazioni:
ecco, io effonderò il mio spirito su di voi
e vi manifesterò le mie parole.
Proverbi 1:23
In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati.
Atti 4:12
Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia».
Atti 16:31
Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non gia in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità.
2 Timoteo 1:9
Solo in Dio riposa l'anima mia;
da lui la mia salvezza.
Salmo 62:2
Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
Atti 2:21
O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
1 Corinzi 6:9-10
Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Romani 10:10
E' apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo.
Tito 2:11-12
Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
Luca 19:10
Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.
2 Pietro 3:9
Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».
Luca 18:27
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
Marco 16:16
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!
Matteo 7:13-14
Voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.
1 Pietro 1:8-9
Così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.
Ebrei 9:28
Così infatti ci ha ordinato il Signore:
Io ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra.
Atti 13:47
E come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo.
1 Corinzi 15:22
Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.
Romani 1:16
Giovanni 3:5
Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
Giovanni 4:23
Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori.Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità».
Efesini 1:13
In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.
Giovanni 5:23
affinché tutti onorino il Figlio(Gesù) come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio(Gesù) non onora il Padre che lo ha mandato.
Giovanni 6:29
Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Giovanni 5:24
In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
Giovanni 7:18
Chi parla di suo cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato, è veritiero e non vi è ingiustizia in lui.
Giovanni 13:16
In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato.
Giovanni 12:44
Ma Gesù ad alta voce esclamò: «Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato;
Giovanni 13:20
In verità, in verità vi dico: chi riceve colui che io avrò mandato, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato».
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Parliamo di tutti i peccati mortali,eterni ed imperdonabili commessi dai siosatanisti neopagani massonici wiccani politeisti stregoneschi atei democratici ed anticristiani
Lussemburgo,Olanda,Irlanda ed UE SONO DEGLI SCHIFOSI EVASORI FISCALI,POLITICI,BANCHE,ISTITUZIONI,FORZE DEL DISORDINE,RELIGIOSI,MULTINAZIONALI,MANAGER,CELEBRITà,PROFESSIONISTI,GIUDICI,AVVOCATI,IMPRENDITORI etc etc IN CUI SONO COINVOLTI TUTTI https://rumble.com/vstr5c-lussemburgoolandairlanda-ed-ue-sono-degli-schifosi-evasori-fiscali.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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IL NEOPAGANESIMO E LA MASSONERIA NON SONO RELIGIONI MA UN CULTO SCAM DI TRUFFATORI E UNA SETTA SATANICA...IO NON FACCIO QUESTE COSE OVVIAMENTE E NON SONO MASSONE O ISCRITTO IN QUALCHE ALTRA ASSOCIAZIONE DOVE FANNO GIURAMENTI QUINDI NON DEVO RENDERE CONTO A NESSUN UOMO MA RENDO CONTO A DIO...E QUINDI SPUTTANO E PRENDO SPUDORATAMENTE PER IL CULO APPOSTA QUESTA GENTE DI MERDA CHE FANNO QUESTE COSE
veniamo a bruciarvi villa del vascello a Roma e il centro fiera di Rimini con voi dentro...quando ci troviamo lì??così regoliamo i conti...massoni di merda...così vi ammazzano lì seduta stante la folla per tutte le cazzate che gli avete raccontato alla plebaglia per decenni mi pare giusto...profezie di economist: https://www.youtube.com/playlist?list=PLuNGnkcXvyh_XKuVExo6xMCnPILO_u_He
Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda».Apocalisse 21:8
Playlist da vedere sulla zizzania appunto o chiamati anche i pesci marci e la feccia massonica siosatanista ebraica di truffatori e ciarlatani di primissimo livello e maestri del nulla
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