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Il tuo nome c'è nel libro della vita?Il Libro della vita, nel cristianesimo e nell'ebraismo è il libro sul quale Dio registra i nomi di ogni persona destinata al Paradiso e al Mondo a venire.che resusciteranno l'ultimo giorno appunto
Il tuo nome c'è nel libro della vita?(la storia, i fatti e la profezia)
l'unica stronzata detta qui è che l'anima è veramente immortale e solo Gesù può annientarla appunto così come il corpo nella geenna nel giudizio finale per gli empi...
Matteo 10:28
E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna.
Luca 12:5
Io vi mostrerò chi dovete temere. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella geenna. Sì, vi dico, temete lui.
Il Libro della vita, nel cristianesimo e nell'ebraismo (in ebraico: ספר החיים?, traslitt. Sefer HaChaim; greco: βιβλίον τῆς ζωῆς Biblíon tēs Zōēs) è il libro sul quale Dio registra i nomi di ogni persona destinata al Paradiso e al Mondo a venire.
https://it.wikipedia.org/wiki/Libro_della_vita
Secondo il Talmud, il libro viene aperto durante Rosh Hashanah, come accade anche al suo opposto, il Libro dei morti.
In ambito biblico dunque, vari passi indicano che Dio abbia un "libro" o "rotolo" nel quale sono elencate le persone fedeli che attendono di ricevere la vita eterna, in cielo o sulla terra. Si afferma in essi che Dio osservi gli uomini che mostrano fede, meritando così di essere approvati e ricordati da Lui. In Malachia 3:16[2] si legge: "Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno - dice il Signore degli eserciti - mia proprietà nel giorno che io preparo. Avrò compassione di loro come il padre ha compassione del figlio che lo serve." Anche se intesa come metafora, si deduce che dal tempo di Abele in poi Dio abbia preso nota, come scrivendoli in un libro, di quei componenti del mondo del genere umano redimibile che meritano di essere ricordati ai fini della vita eterna.[3] Anche i cristiani unti hanno il loro ‘nome scritto in questo rotolo della vita’ o libro di memorie per ricevere la vita eterna, e nel loro caso si tratterà della vita in cielo (Filippesi 3:14,20;4:3[4]). Al contrario, dice: coloro "il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà." (Apocalisse 17:8[5]).
D'altronde, gli esegeti biblici e teologi di entrambe le fedi sostengono che il fatto che si prenda nota di qualcuno per ricordarlo con approvazione (cioè che il suo nome venga scritto nel Libro della vita), non significa che questi abbia la garanzia della vita eterna, come se vi fosse predestinato o come se la situazione non potesse subire cambiamenti.[6] Si vedano per esempio i seguenti passi:
« Mosè ritornò dal Signore e disse: "Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro. Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto!". Il Signore disse a Mosè: "Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me." » ( Esodo 32:32,33, su laparola.net.)
Si evince quindi che, anche dopo che Dio aveva elencato qualcuno con approvazione nel suo "Libro", costui poteva diventare iniquo e abbandonare la fede. In tal caso, Dio avrebbe "cancellato il suo nome dal libro della vita" (Apocalisse 3:5[7]). Ma per gli "unti", fedeli a Dio fino alla morte (Apocalisse 2:10;3:5[8]) i loro nomi diverranno permanentemente "scritti nel libro della vita" (Apocalisse 20:5-15[9]).
Nell'Ebraismo
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Zaddiqim.
Nel Tanakh (Bibbia ebraica), il Libro della vita è il Libro o Registro dell'appello di Dio, nel quale tutti i popoli che sono considerati giusti davanti a Lui sono registrati per sempre. Si sostiene con certezza che Dio abbia tale libro ed esservi cancellati significa la morte eterna.[10] È con riferimento al Libro della vita che Isaia dice dei santi rimasti a Gerusalemme che saranno iscritti nella vita;[11] si veda anche Ezechiele 9:4[12], dove uno dei sei messaggeri celesti che "aveva al fianco la borsa da scriba" viene istruito a segnare i giusti alla vita, mentre il resto degli abitanti di Gerusalemme sono condannati alla morte. Similmente il salmista parla del Libro della vita in cui solo i nomi dei giusti sono scritti "e [i rei] siano cancellati dal libro della vita e non siano iscritti fra i giusti" (Salmi 69:28-29[13]).[14] Anche le lacrime degli uomini sono registrate in questo Libro di Dio.[15] Il profeta Daniele dichiara:
« In quel tempo il tuo popolo sarà salvato, tutti quelli che saranno trovati scritti nel libro... si risveglieranno alla vita eterna... risplenderanno come le stelle per sempre. » ( Daniele 12:1-3, su laparola.net.)
Questo "libro" è probabilmente identico al "Libro della memoria" dove sono registrate le azioni di coloro che hanno timore di Dio.[16]
Libri "in cielo"
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Guida dei perplessi.
Dopo l'episodio del vitello d'oro, Mosè disse al Signore: "[Ma se Tu non perdoni il loro peccato,] cancellami dal libro che Tu hai scritto!" (Esodo 32:32[17]). La maggioranza dei midrashim e commentatori dell'antichità identificano questo con il "libro della vita".[6] Si sono già citati sopra i passi biblici che menzionano tale libro, dove i fedeli sono registrati per la vita. Tra i rabbini, Rabbi Jochanan Ben Zakkai parla di tre libri aperti a Rosh haShana: uno per il giusto, uno per il malvagio e uno per le persone comuni (Bavli, Rosh Hashanah (Talmud) 16b). Secondo il saggio Rabbi Abbahu: "A Rosh haShana il Re siede sul trono del giudizio e i libri dei viventi e dei defunti sono aperti davanti a Lui." (Bavli, Rosh Hashanah (Talmud) 32b). Questa idea si trova già nel Libro di Daniele: "La corte sedette e i libri furono aperti" (Daniele 7:10[18]).[6]
È comune che le Scritture parlino di azioni umane che vengono registrate in cielo. Malachia chiama questa ricorrenza libro della memoria: "Allora parlarono tra di loro i timorati di Dio. Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a Lui per coloro che Lo temono e che onorano il Suo nome." (Malachia 3:16[19]). Questo viene chiamato ad un certo punto nel midrash: "Il Libro del Santo e Benedetto". I rabbini assimilarono queste immagini di un Libro di azioni: Rabbi Akiva usa l'immagine della tavoletta attiva sulla quale la mano scrive un resoconto di azioni umane (Pirkei Avot 3:16).
C'era un detto popolare tra i rabbini: "Il Santo mostrò ad Adamo ciascuna generazione ed i suoi relativi insegnanti, amministratori, capi, profeti, eroi, peccatori e santi. In questa data generazione il tal dei tali sarà re; in quella generazione il tal dei tali sarà un Saggio." Questa storia veniva attribuita a vari maestri antichi, a Rabbi Simeon ben Lakish a nome di Rabbi Eleazar ben Azariah, o a Rabbi Joshua ben Korhah.[20] Non viene menzionato alcun "libro"; il Santo piuttosto mostrò ad Adamo le future generazioni come in una sfilata. Tuttavia altri Saggi ampliarono la nozione ad un "Libro di Adamo" e lo collegarono anche ad un versetto dei Salmi: "Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro" (Salmi 139:16[21]).[22]
Potrebbe sembrare che l'idea di una Torah scritta e preesistente in cielo si sia sviluppata da una concetto che era prevalente in Israele, di un libro in cielo dove venivano registrate azioni umane. Tuttavia la differenza tra i due è profonda e fondamentale.[6] Il "libro della memoria" celeste è un registro privato di Dio; nessun occhio umano l'ha mai visto, né tale libro è mai sceso in terra. Invece la Torah è venuta in terra ed è studiata dagli esseri umani. Credenze a riguardo di libri e tavolette in cielo erano comuni tra i popoli del Vicino Oriente antico. Per gli ebrei è oltremodo importante evitare la convinzione che la Torah esistesse in cielo in forma di libro.[23] Il "libro della vita", o "libro della memoria", è nel dominio segreto di Dio. I profeti ne parlarono, ma nessuno se non Dio l'ha mai visto, fintanto che l'autore di Daniele (uno dei primi visionari apocalittici) ebbe a dire: "Io ti dichiarerò ciò che è scritto nel libro della verità" (Daniele 10:21[24]). Persino gli antichi rabbini riservarono accesso di questa conoscenza solo ad Adamo, creazione diretta di Dio.[6]
Il profeta Ezechiele in verità dice di aver visto "una mano tesa verso di me [che] teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto all'interno e all'esterno e vi erano scritti lamenti, pianti e guai" (Ezechiele 2:9-10[25]), ma abbiamo solo la sua descrizione sommaria dei contenuti del rotolo. Le parole rimangono un mistero.[6]
Nel Libro dei Giubilei
Il Libro dei Giubilei[26] parla di due tavolette o libri celesti: un Libro della vita per il giusto e un Libro della Morte per coloro che camminano per sentieri di impurità e sono iscritti nelle tavolette celesti come avversari (di Dio). Inoltre, secondo ibid. 36:10, colui che fa del male al prossimo sara cancellato dal Libro della memoria degli uomini e non sara segnato nel Libro della vita, bensì nel Libro della perdizione. In Daniele 7:10[27] e Enoch 47:3 "l'Antico di Giorni" è descritto come seduto sul Suo Trono di gloria con "il Libro" o "il Libro della vita" ("dei Viventi") aperto davanti a Lui. Così sono, secondo Enoch 104:1,[28] i giusti "scritti davanti alla gloria del Grande" e, secondo Enoch 108:3,[29] i trasgressori "cancellati dal Libro della vita e dai libri santi." Si fa riferimento a questo Libro della vita anche nel Pastore di Erma (greco: Ποιμήν του Ερμά; latino: Haermae Pastor), testo paleocristiano di genere apocalittico, composto nella prima metà del II secolo (Visione 1:3; Mandato 8; Similitudine 2); in Apocalisse 3:5;13:8;17:8;20:12-15[30], in cui "due Libri" sono menzionati come "aperti davanti al trono, il Libro della vita e il Libro della Morte", dove in quest'ultimo gli iniqui sono registrati insieme alle loro malefatte, per poi venir gettati nello "stagno di fuoco." È nel Libro della vita che i nomi degli apostoli sono "scritti nei cieli" (Luca 10:20[31]), o "gli altri miei collaboratori" citati da Paolo di Tarso (Filippesi 4:3[32])[33] e "l'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli" (Ebrei 12:23[34]; cfr. I Clem. 45.)[35] Viene fatta allusione a questi Libri di Registrazioni nel Libro di Enoch alle sezioni 81:4, 84:61-77, 90:17-20, 98:76, 104:7;[36] nella Apocalisse di Baruc 24:1; nella Ascensione di Isaia 9:20.
Nel cristianesimo
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Riferimenti nel Nuovo Testamento
Il Libro della vita viene citato sei volte nell'Apocalisse di Giovanni, uno dei libri del Nuovo Testamento attribuito a Giovanni di Patmos. Vi si descrive che solo coloro i cui nomi sono iscritti nel Libro della vita dalla fondazione del mondo e non sono stati cancellati dall'Agnello, vengono salvati nel Giudizio universale, tutti gli altri sono condannati: "E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco." (Apocalisse 20:15[37]).[38] Anche:
« Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. » ( Apocalisse 20:12, su laparola.net.)
La chiamata escatologica
Mentre la tendenza prevalente tra gli scrittori apocrifi della scuola asidea era di dare al Libro della vita un significato escatologico a — e a ciò tendono anche il Targum Jonathan a Isaia 4:3[39] e Ezechiele 13:9[40] (cfr. Targum Yerushalmi a Esodo 32:32[41]) — la liturgia e la tradizione ebraiche che si riferiscono ai giorni di Capodanno e dell'Espiazione aderiscono all'opinione che attribuisce al Libro della vita il suo significato naturale, preferendo, da un punto di vista pratico, l'approccio di questo mondo dell'Ebraismo a quello dell'altro mondo celeste degli Esseni.[42] Invece di trasferire, come viene fatto nel Libro di Enoch, nel Testamento di Abramo e altrove, il grande Grande Giorno del Giudizio all'aldilà, la scuola farisaica insegnò che nel primo giorno di ogni anno (Rosh haShana) Dio siede a giudicare le Sue creature e ha davanti i Libri della vita insieme ai libri che contengono le registrazioni dei giusti e degli iniqui.[6] Da questo susseguente concetto di giudizio futuro nacque inoltre l'idea (cfr. Testamento di Abramo, vers. "A", XIV.) di una terza classe di persone che non sono più tenute in sospeso, in attesa di esser giudicate ("Benonim", i mediani) e di un relativo terzo libro, della gente comune (Rosh Hashanah (Talmud) 16b). In Tosefta Sanhedrin XIII.3, tuttavia, solo il giudizio annuale di Rosh ha-Shanah (Yom ha-Din) è riconosciuto (cfr. Tos. R. H. I. 13, opinione di Rabbi Jose in opposizione a quella di Rabbi Akiva e Rabbi Meir, che è quella accettata universalmente).[42]
L'origine del libro celeste della vita deve essere cercata a Babilonia, mentre l'idea del Giudizio annuale sembra essere stata adottata dagli ebrei sotto l'influenza babilonese nel periodo postesilico. Le leggende babilonesi[43] parlano delle Tavolette dei Destini; anche delle tavolette delle trasgressioni, dei peccati, delle malefatte, delle maledizioni ed esecrazioni, di una persona che deve essere "gettata nelle acque", cioè annientata.[44] Infine, la Mishnah riporta che le opere e azioni di ogni essere umano sono registrate in un libro (Avot II.1, cfr. III.16).
La vita eterna si riferisce tradizionalmente alla vita continua dopo la morte, come delineato nell'escatologia cristiana. Il Credo degli Apostoli testimonia: "Io credo... la risurrezione del corpo e la vita eterna". In questa visione, la vita eterna inizia dopo la seconda venuta di Gesù e la risurrezione dei morti, anche se nella letteratura giovannea del Nuovo Testamento ci sono riferimenti alla vita eterna che inizia nella vita terrena del credente, forse indicando un'escatologia inaugurata.
Secondo la teologia cristiana tradizionale, dopo la morte ma prima della Seconda Venuta, i salvati vivono con Dio in uno stato intermedio, ma dopo la Seconda Venuta, sperimentano la risurrezione fisica dei morti e la ricreazione fisica di una Nuova Terra. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: "Con la morte l'anima è separata dal corpo, ma nella risurrezione Dio darà vita incorruttibile al nostro corpo, trasformato dal ricongiungimento con la nostra anima. Proprio come Cristo è risorto e vive per sempre, così tutti noi risorgeremo all'ultimo giorno". [1] N.T. Wright sostiene che "il piano di Dio non è quello di abbandonare questo mondo... Piuttosto, intende rifarlo. E quando lo farà, eleverà tutte le persone a una nuova vita corporea per viverci. Questa è la promessa del vangelo cristiano". [2]
Nei Vangeli sinottici e nelle Lettere paoline, la vita eterna è generalmente considerata un'esperienza futura, ma il Vangelo di Giovanni differisce da loro nella sua enfasi sulla vita eterna come "possesso presente". [3][4] Raymond E. Brown sottolinea che nei vangeli sinottici la vita eterna è qualcosa ricevuto al giudizio finale, o in un'età futura (Marco 10:30, Matteo 18:8-9), ma il Vangelo di Giovanni pone la vita eterna come una possibilità presente, come in Giovanni 5:24. [5]
Così, a differenza dei sinottici, nel Vangelo di Giovanni la vita eterna non è solo futuristica, ma riguarda anche il presente. [6][3][4] In Giovanni, coloro che accettano Cristo possono possedere la vita "qui e ora" come nell'eternità, poiché sono "passati di morte in vita", come in Giovanni 5:24: "Colui che ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita". [7] In Giovanni, lo scopo dell'incarnazione, della morte, della risurrezione e della glorificazione del Verbo era quello di fornire la vita eterna all'umanità.
https://en.wikipedia.org/wiki/Eternal_life_(Christianity)
Nel Nuovo Testamento
Studiosi come John H. Leith affermano che la vita eterna non è mai descritta in dettaglio nel Nuovo Testamento, anche se vengono fornite assicurazioni che i fedeli la riceveranno. [8][9] Altri studiosi come D. A. Carson suggeriscono che la vita eterna è esplicitamente definita in Giovanni 17:3, dove Gesù dice nella sua Preghiera Sacerdotale: "Ora questa è la vita eterna: affinché conoscano te, l'unico vero Dio, e Gesù Cristo, che hai mandato". Carson dice di questo versetto che "la vita eterna non accende niente di più e niente di meno che la conoscenza del vero Dio" e che "non è tanto la vita eterna quanto la conoscenza personale dell'Eterno". [10] L'Eerdmans Dictionary of the Bible, d'altra parte, sostiene che "la natura della vita eterna è solo abbozzata nei suoi elementi essenziali nel Nuovo Testamento". [9]
John W. Ritenbaugh dice che la vita eterna è conoscere Dio, e che Gesù implica una relazione intima con Dio che matura nel tempo. [11]
Ostromiro Vangelo di Giovanni, 1056
Mentre i Vangeli sinottici sono visti come incentrati sulla proclamazione del Regno di Dio, alcuni studiosi vedono la vita eterna come il tema centrale della predicazione di Gesù nel Vangelo di Giovanni,[6][12][13] dove ricevere la vita eterna è visto come sinonimo di entrare nel Regno. [14] Negli insegnamenti cristiani, la vita eterna non è parte integrante dell'esistenza umana, ed è un dono unico di Dio, basato sul modello della risurrezione di Gesù, visto come un evento unico attraverso il quale la morte è stata vinta "una volta per tutte", permettendo ai cristiani di sperimentare la vita eterna. [7] Questa vita eterna è fornita ai credenti, generalmente assunta come alla risurrezione dei morti. [7]
Nella teologia del Nuovo Testamento, oltre alla "vita" (zoe, cioè ζωὴ in greco), c'è anche una vita spirituale promessa a volte descritta con l'aggettivo eterno (aionios cioè αἰώνιος in greco) ma altre volte semplicemente indicata come "vita". [7][15] Sia in Giovanni che in Paolo la possibilità di raggiungere la vita eterna ed evitare l'ira di Dio dipende dal credere in Gesù, il Figlio di Dio. Perché Giovanni dimorare in Cristo implica l'amore gli uni per gli altri, come in Giovanni 15:9-17 e Giovanni 5:24. L'esistenza dell'amore divino nei credenti facilita quindi l'influenza del Vangelo sul mondo e porta a una salvezza diffusa. [7] 1 Giovanni 3:14 manifesta poi "l'acquisizione già ma non ancora" della vita eterna riferendosi all'acquisizione della vita eterna come evento una volta per tutte (efapax) e al ruolo dell'amore nel raggiungerla: "Sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché ci amiamo l'un l'altro. Chi non ama rimane nella morte", ricordando un po' le parole di Gesù in Giovanni 5:24. [16]
Lettere paoline
Nelle epistole paoline, i testi più antichi del Nuovo Testamento, la vita eterna diventa possibile nella persona di Cristo, dove per grazia di Dio e per fede in Cristo gli uomini possono ricevere il dono della vita eterna. [17] Per Paolo (come in Galati 6:8) la futura vita eterna arriva come risultato della presenza dello Spirito Santo durante la vita presente. [18][19] Paolo vede il peccato come un ostacolo al raggiungimento della vita eterna, come in Romani 6:23. Per Paolo la vita eterna è un possesso futuro e "la meta escatologica verso la quale i credenti si sforzano". [4] Paolo sottolinea che la vita eterna non è semplicemente qualcosa da guadagnare, ma un dono di Dio, come in Romani 6:23: "Il salario del peccato è la morte; ma il dono gratuito di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore". [4] Romani 6:23 contrappongono così anche il peccato e la vita eterna: mentre il peccato sfocia nella morte, coloro che sono "in Cristo" raccoglieranno la vita eterna. [20]
Paolo discute anche del rapporto della vita eterna con lo Spirito Santo, affermando che stare con lo Spirito e pensare con lo Spirito conduce alla vita eterna, ad esempio Galati 6:8: "Chi semina allo Spirito raccoglierà la vita eterna". [18] Per Paolo la futura vita eterna arriva come risultato della presenza dello Spirito Santo durante la vita presente, e le affermazioni correlate sulla vita presente, lo Spirito e la vita futura formano un elemento chiave degli insegnamenti sull'argomento in Galati. [19]
1 Timoteo 1:16 caratterizza i cristiani facendo riferimento alla vita eterna e chiama i seguaci di Gesù: "un esempio di loro che in seguito dovrebbero credere in lui fino alla vita eterna." e 6:12 consiglia loro di "combattere la buona battaglia della fede, afferrare la vita eterna". [4]
Vangeli sinottici
Vedi anche: Salvezza (cristianesimo)
I Vangeli sinottici comprendono quindici occorrenze della parola vita, otto di queste include l'aggettivo eterno. [15]
Ci sono parallelismi nel modo in cui i sinottici si riferiscono all'"essere salvati" e Giovanni si riferisce alla vita eterna, come nella tabella seguente:[21]
Matteo 16:25 Marco 8:35 Luca 9:24 Giovanni 12:25
... chi perderà la sua vita per amor mio la troverà. ... chiunque perderà la sua vita per causa mia e del vangelo la salverà. ... chiunque perderà la sua vita per causa mia, lo stesso la salverà. ... colui che odia la sua vita in questo mondo la manterrà eterna per la vita.
Nel Vangelo di Luca, la parabola del Buon Samaritano inizia con una domanda sulla vita eterna in 10:25 quando un avvocato chiede a Gesù cosa deve fare per "ereditare la vita eterna".
Il Vangelo di Matteo include riferimenti alla vita eterna, in 19:16, 19:29 e 25:46. Il riferimento in Matteo 19:16 è all'interno della parabola di Gesù e del giovane ricco che appare anche in Marco 10:17–31 e Luca 18:18–30. [22] Questa parabola mette in relazione il termine "vita eterna" con l'ingresso nel Regno di Dio. [23] La parabola inizia con una domanda a Gesù del giovane: «Che cosa devo fare di buono, per avere la vita eterna?» e Gesù gli consiglia di osservare i comandamenti, e poi si riferisce all'ingresso nel "Regno di Dio" nello stesso contesto. [15][23]
Letteratura
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna.
— Giovanni 3:16
Il concetto giovanneo di vita eterna differisce dalla visione sinottica. [3] Gli scritti giovannei presentano specificamente la visione della vita eterna non semplicemente come futuristica, ma anche pertinente al presente, in modo che coloro che ascoltano le parole di Gesù e confidano in Yaweh possano possedere la vita "qui e ora" così come nell'eternità, poiché sono "passati dalla morte alla vita", come in Giovanni 5:24. [6][7] Nel complesso, il Nuovo Testamento bilancia il presente e il futuro rispetto alla vita eterna: il credente è passato dalla morte alla vita eterna, ma questo resta da realizzare totalmente in futuro. [9][24]
Prima epistola di Giovanni nel Codex Alexandrinus, 5 ° secolo
Ci sono circa 37 usi della parola vita nel Vangelo di Giovanni, di cui circa la metà si riferisce alla vita eterna. [6][13][15][25] Ci sono sei apparizioni in 1 Giovanni. [6] Il concetto permea così tanto gli scritti giovannei che in molti casi si può semplicemente leggere la vita come vita eterna. [13]
Il teologo evangelico riformato D. A. Carson vede Giovanni 5:24 come la "più forte affermazione dell'escatologia inaugurata nel Quarto Vangelo": non è necessario che il credente "aspetti fino all'ultimo giorno per sperimentare qualcosa di vita di risurrezione". [26] George Eldon Ladd sottolinea che, come il Regno di Dio, la vita eterna non è "solo un dono escatologico appartenente all'Età che verrà; è anche un dono da ricevere nel vecchio eone". [14] In questo contesto, il dono della vita eterna nell'antico eone in cui il peccato e la morte sono ancora presenti si contrappone alla vita eterna nel nuovo eone della vita e della giustizia, il mondo a venire al quale apparterranno i fedeli. [27][28]
Tuttavia, sebbene come in Giovanni 3:16 Dio abbia provveduto il dono della vita eterna ai credenti, la possibilità di perire (απόληται) rimane se si rifiuta Gesù. Secondo Giovanni 3:36, "Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; ma chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio dimora su di lui".
Verso la fine del Vangelo di Giovanni (20,31), lo scopo di scrivere il Quarto Vangelo è dichiarato come: "affinché possiate credere che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e credendo possiate avere la vita nel suo nome". [12] Questo è spesso correlato a 1 Giovanni 5:13: "Queste cose le ho scritte a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate di avere la vita eterna". [29]
Il Vangelo di Giovanni pone la vita eterna attorno alla persona di Gesù, il Cristo. [30] Nella visione giovannea Cristo può rivelare la vita agli uomini perché egli stesso è la vita. [7] 1 Giovanni 1,2: "Annunciatevi la vita eterna, che era presso il Padre e si è manifestata a noi" è paragonata a Giovanni 1,1: "e il Verbo era presso Dio", riferendosi alla preesistenza di Cristo. [29]
Il termine è usato nel Vangelo di Giovanni nel contesto dell'Acqua della Vita e Giovanni 4:14 afferma: "l'acqua che gli darò diventerà in lui un pozzo d'acqua che sgorga verso la vita eterna". [31]
In Giovanni 6:51 Gesù afferma che: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Questo è stato trasposto, non solo in un rapporto con Gesù in comune con la teologia cristiana, ma anche nell'Eucaristia come elemento per ottenere la vita eterna. [32] Il Catechismo della Chiesa Cattolica (voce 1212) insegna che i cristiani nascono attraverso il sacramento del Battesimo e ricevono il «cibo della vita eterna» nell'Eucaristia. [33]
In Giovanni 10:27–28 Gesù afferma che: "Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi seguono, e io do loro la vita eterna; e non periranno mai". Questo si riferisce al rapporto personale, cuore a cuore, che ci si aspetta che il cristiano abbia con Gesù. [34]
Un altro uso è in Giovanni 17:3: "E questa è la vita eterna, affinché conoscano te l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo", questo uso relativo al "tema della vita" nel Libro dell'Apocalisse.
Avventisti del settimo giorno
Gli avventisti del settimo giorno credono che solo Dio abbia l'immortalità, e quando una persona muore, la morte è uno stato di sonno inconscio fino alla risurrezione. Basano questa credenza su testi biblici come Ecclesiaste 9:5 che afferma che "i morti non sanno nulla", e 1 Tessalonicesi 4:13–18 che contiene una descrizione dei morti risuscitati dalla tomba alla seconda venuta.
"E l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, e soffiò nelle sue narici il soffio della vita; e l'uomo divenne un'anima viva". (cfr Gen 2,7)
Il testo di Genesi 2:7 afferma chiaramente che Dio soffiò nell'uomo formato il "soffio della vita" e l'uomo divenne un'anima vivente. Non ricevette un'anima vivente; lo è diventato. La Nuova Bibbia di Re Giacomo afferma che "l'uomo divenne un essere vivente". Secondo le Scritture, solo l'uomo ha ricevuto la vita in questo modo da Dio. A causa di questo l'uomo è l'unica creatura vivente ad avere un'anima.
"E dalla terra il Signore Dio formò ogni bestia del campo... in cui è il respiro della vita." (cfr Genesi 2,19. 7,15))
"Sia l'uomo che la bestia ... abbiate tutti un solo respiro, in modo che un uomo non abbia preminenza al di sopra della bestia". (cfr Ecclesiaste 3,19))
Dei molti riferimenti all'anima e allo spirito nella Bibbia, mai una volta né l'anima né lo spirito sono dichiarati immortali, imperituri o eterni. Infatti, solo Dio ha l'immortalità (1 Timoteo 1:17; 6:16). Gli avventisti insegnano che la risurrezione dei giusti avverrà alla seconda venuta di Gesù, momento in cui saranno riportati in vita e portati a risiedere in Cielo.
Testimoni di Geova
I testimoni di Geova credono che la parola anima (nephesh o psykhe) usata nella Bibbia sia una persona, un animale o la vita di cui gode una persona o un animale. Quindi, l'anima non è parte dell'uomo, ma è l'intero uomo, l'uomo come essere vivente. Quindi, quando una persona o un animale muore, l'anima muore, e la morte è uno stato di non esistenza, basato su Salmi 146:4, Ezechiele 18:4 e altri passaggi. [38] L'Inferno (Ade) non è un luogo di tormento ardente, ma piuttosto la tomba comune dell'umanità, un luogo di incoscienza. [39][40]
Un gruppo, indicato come "il piccolo gregge" di 144.000 persone, riceverà l'immortalità e andrà in cielo per governare come Re e Sacerdoti con Cristo durante i mille anni. Per quanto riguarda il resto dell'umanità, dopo il giudizio finale, ci si aspetta che i giusti ricevano la vita eterna e vivano per sempre su una Terra trasformata in un paradiso.
Coloro a cui è stata concessa l'immortalità in cielo sono assolutamente immortali e non possono morire per nessuna causa. [41] Nemmeno Dio stesso sarebbe in grado di ucciderli. [42] Insegnano che Gesù fu il primo ad essere ricompensato con l'immortalità celeste, ma che Apocalisse 7:4 e Apocalisse 14:1, 3 si riferiscono a un numero letterale (144.000) di altre persone che diventeranno "autosufficienti", cioè non avranno bisogno di nulla al di fuori di se stessi (cibo, luce solare, ecc.) per mantenere la propria vita. [43]
Fanno una distinzione tra immortalità e vita eterna in quanto gli esseri umani che hanno superato il giudizio finale e sono stati ricompensati come "vita eterna" possono ancora tecnicamente perdere quella vita e morire se sono mai stati ipoteticamente peccato in un momento futuro, anche se non soccombono alla malattia o alla vecchiaia, a causa della loro vita per sempre ancora soggetta all'obbedienza. [44] Continuano anche a dipendere dal cibo, dall'acqua, dall'aria e da tali per mantenere la vita. [45] Tuttavia, coloro che superano quella prova finale sono "garantiti" per rimanere fedeli per tutta l'eternità perché la prova è perfetta e progettata per eliminare coloro che avrebbero mai abusato del loro libero arbitrio. [46]
Santi degli Ultimi Giorni
Articoli principali: Piano di salvezza (Santi degli Ultimi Giorni), Esaltazione (mormonismo) e Gradi di gloria
Illustrazione del piano di salvezza mormone.
Nella teologia dei Santi degli Ultimi Giorni (mormonismo), lo spirito e il corpo costituiscono l'anima umana. Mentre il corpo umano è soggetto alla morte sulla terra, essi credono che lo spirito non cessi mai di esistere e che un giorno gli spiriti e i corpi di tutta l'umanità saranno riuniti di nuovo. Questa dottrina deriva dalla loro convinzione che la risurrezione di Gesù Cristo concede il dono universale dell'immortalità ad ogni essere umano.
Joseph Smith Jr., il fondatore del movimento dei Santi degli Ultimi Giorni, fornì una descrizione dell'aldilà basata su una visione che ricevette, che è riportata in Dottrina e Alleanze. [47] Secondo la 76ª sezione delle Scritture della Chiesa, l'aldilà consiste di tre gradi o regni di gloria, chiamati Regno Celeste, Regno Terrestre e Regno Teleste. Altre scritture bibliche parlano di vari gradi di gloria, come 1 Corinzi 15:40-41: "Ci sono anche corpi celesti e corpi terrestri; ma la gloria del celeste è una, e la gloria del terrestre è un'altra. C'è una gloria del sole, un'altra gloria della luna e un'altra gloria delle stelle: perché una stella differisce da un'altra stella nella gloria".
I pochi che non ereditano alcun grado di gloria (sebbene siano risuscitati) risiedono in uno stato chiamato oscurità esterna, che, sebbene non sia un grado di gloria, è spesso discusso in questo contesto. Solo quelli conosciuti come i "Figli della Perdizione" sono condannati a questo stato.
Altre credenze cristiane
La dottrina dell'immortalità condizionata afferma che l'anima umana è naturalmente mortale e che l'immortalità è concessa da Dio come dono. La dottrina è una "significativa visione evangelica minoritaria" che è "cresciuta all'interno dell'evangelicalismo negli ultimi anni". [48]
Alcune sette che si attengono alla dottrina della rigenerazione battesimale credono anche in un terzo regno chiamato Limbo, che è la destinazione finale delle anime che non sono state battezzate, ma che sono state innocenti del peccato mortale. Le anime nel Limbo includono bambini non battezzati e coloro che hanno vissuto virtuosamente ma non sono mai stati esposti al cristianesimo nella loro vita. Gli scienziati cristiani credono che il peccato abbia portato la morte e che la morte sarà vinta con il superamento del peccato.
Daniele 12
Or in quel tempo sorgerà Michele (https://it.wikipedia.org/wiki/Arcangelo_Michele),il gran principe,che vigila sui figli del tuo popolo.Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro(gli altri no)
2 Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno(cioè nessuno si è risvegliato gli uomini hanno preferito tutti peccare e resteranno appunto nelle tenebre spirituali eh): gli uni alla vita eterna(chi è rinato dall'alto appunto) e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. 3 I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.
https://en.wikipedia.org/wiki/Jivanmukta
Ravvedetevi per non perire.
Stai seguendo Dio o mammona?la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.Parola del Signore.
Gesù Cristo è superiore a TUTTI ed in tutto solo lui può salvare gli uomini dai loro peccati nessun altro nome sotto il cielo è stato dato agli uomini per poter essere salvati(atti 4:12)
Gesù può tutto.Gesù Cristo è superiore a TUTTI ed in tutto solo lui può salvare gli uomini dai loro peccati nessun altro nome sotto il cielo è stato dato agli uomini per poter essere salvati(atti 4:12)
Gesù Cristo è superiore a TUTTO ed in tutto solo lui può salvare gli uomini e nessun altro
Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».Gv4
Se non crederete che IO SONO morirete nei vostri peccati Giovanni 8:12-59
Prima che Abramo fosse, IO SONO. Giovanni 1 approfondimento
si ringrazia il canale youtube Simone Evangelista per i video https://www.youtube.com/channel/UCwC5Kz2NRQef5cUXwNzimPg/videos
Gesù gli disse appunto esattamente così 2000 anni fa e Gesù che è in cielo era,è e sarà Dio non io:GUAI A VOI SCRIBI E FARISEI, IPOCRITI GUAI !!! MAESTRI DEL NULLAGuide cieche,che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!Ecco:la vostra casa vi sarà lasciata deserta!come potrete scampare dalla condanna della Geenna?
quindi vuol dire che l'antico patto non esisteva più e che Dio sul serio li aveva abbandonati 2000 anni fa agli ebrei...chi è rimasto ebreo o segue la legge mosaica cioè quella ebraica e fa la cabala etc e stronzate varie e ha giurato deve rispettare per forza quella legge cioè i 613 comandamenti ne manchi 1 vai per forza all'inferno eh...logico
Atti 1:10 E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: 11 «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».
Matteo 24:30
Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria.
Matteo 26:64
Gesù gli rispose: «Tu l'hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo».
Marco 13:26
Allora si vedrà il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con grande potenza e gloria.
Marco 14:62
Gesù disse: «Io sono; e vedrete il Figlio dell'uomo, seduto alla destra della Potenza, venire sulle nuvole del cielo».
Luca 21:27
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande.
GESù è L'UNICO MAESTRO QUINDI OGNI COSA CHIEDETELA NEL NOME DI GESù E IL PADRE VI PERDONERà I PECCATI,VI SANTIFICHERà E VE LA DARà SENZA RINFACCIARE NULLA E ADORARLO IN SPIRITO E VERITà GESù è LA VIA,LA VERITà E LA VITA..IO NON SONO GESù ED OVVIAMENTE NON POSSO SALVARE NESSUNO LA BIBBIA LO DICE CHE SOLO GESù è QUELLO CHE SALVA E CHE NESSUN ALTRO NOME SOTTO AL CIELO DATO AGLI UOMINI PUO SALVARE GLI UOMINI(Atti 4:12)
Film animato su Gesù il Nazareno nato a Betlemme in Giudea:https://youtu.be/-EKyQVaq_Yc
infatti Gesù quello nato a Betlemme in Giudea 2021 anni fa oltre ad essere il Messiah ebraico,il verbo incarnato figlio di Dio e uno con il padre nel principio cioè Dio stesso e l'unico Dio ed il Saoshyant(il salvatore escotologico) zoroastriano era pure il Maitreya buddista ed il para-Brahman induista cioè il Dio UNICO come nelle altre religioni appunto che Gesù è Dio stesso come il Padre celeste [Para è una parola sanscrita che significa "superiore" in alcuni contesti e "più alto o supremo" in altri.
Brahman nell'Induismo connota l'Assoluto, la Realtà Ultima nell'universo. Nelle principali scuole di filosofia indù è la causa materiale, efficiente, formale e finale di tutto ciò che esiste. Brahman è un concetto chiave che si trova nei Veda ed è ampiamente discusso nelle prime Upanishad e nella letteratura Advaita Vedanta Nell'Advaita Vedanta(non dualità), il Para Brahman è definito come nirguna brahman,o Brahman senza forma o qualità. È uno stato di completa conoscenza di sé come identico al Brahman trascendentale, uno stato di illuminazione mentale-spirituale (Jnana yoga). ). L'Advaita Vedanta sostiene in modo non dualistico che brahman è divino, il divino è Brahman, e questo è identico a ciò che è Atman (la propria anima, il sé più intimo) e nirguna (senza attributi), infinito, amore, verità, conoscenza, "essere-coscienza-beatitudine".Advaita descrive le caratteristiche di un'esperienza non dualistica,[12] in cui un'esperienza soggettiva diventa anche un "oggetto" di conoscenza e una realtà fenomenica. La Verità Assoluta è sia soggetto che oggetto, quindi non c'è differenza qualitativa:
"I trascendentalisti istruiti che conoscono la Verità Assoluta chiamano questa sostanza non duale Brahman, Paramātmā o Bhagavān." (Bhagavata Purana 1.2.11)
"Chi realizza il Brahman Supremo raggiunge la suprema felicità. Quel Brahman Supremo è la Verità Eterna (satyam), Onnisciente (jnanam), Infinito (anantam)." (Taittiriya Upanishad 2.1.1)
Le Upanishad affermano che il Brahman Supremo è Eterno, Cosciente e Beato sat-chit-ânanda. La realizzazione di questa verità è la stessa che essere questa verità:
"L'Uno è la Beatitudine. Chi percepisce il Beato, il serbatoio del piacere, diventa beato per sempre." (Taittiriya Upanishad 2.7.1-2)
"In verità sappi che il Supremo è Beatitudine." (Brihadaranyaka Upanishad 2.9.28) Bhagavan è legato alla radice Bhaj (भज्, "riverire", "adorare"), e implica qualcuno "glorioso", "illustre", "venerato", "venerabile", "divino", "santo" (un epiteto applicato a dei, personaggi santi o rispettabili).Buddha è indicato come Bhagavan nei testi buddisti Antichi e medievali Theravada, Mahayana e Tantra, dove connota "Signore", "Benedetto", "Fortunato".https://rumble.com/vrsmeh-jesus-christ-is-the-god-of-hinduism-krishna-rama-brahma-vishnu-shiva-brahma.html?mref=rljsx&mrefc=2 https://rumble.com/vrtv6z-scorci-di-induismo-la-saggezza-senza-tempo-del-sanatana-dharma-la-legge-cos.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/vpqry0-precisazioni-sulle-religioni-e-argomenti-vari.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/vpbcz3-spieghiamo-i-significati-dei-termini-sanscriti-e-lo-yoga.html?mref=rljsx&mc=e5yiv https://rumble.com/vmo37r-parliamo-dei-mahvkyas-cio-i-grandi-detti-induisti-.html?mref=rljsx&mc=e5yiv https://rumble.com/vmo3nb-parliamo-di-meditazionebrahmanatman-e-gurukula.html?mref=rljsx&mc=e5yiv https://rumble.com/vmo53t-parliamo-di-corpoanima-e-spirito-e-di-santit.html?mref=rljsx&mc=e5yiv https://rumble.com/vmo543-parliamo-della-fedesalvezzagrazia-divina-e-dottrina-dei-3-corpi.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/vmo2sh-nomi-di-dio-nelle-varie-religioni-monoteiste.html?mref=rljsx&mc=e5yiv il Sanatana dharma è un termine che si riferisce all'eterna Verità dell'Induismo https://www.yogapedia.com/definition/6240/sanatana-dharma. Le radici di questa frase possono essere fatte risalire all'antica letteratura sanscrita come una sorta di ordine cosmico. Sanatana denota "ciò che è senza inizio o fine" o "eterno" "Sat Nam" significa "il Suo nome è Verità" Sat nam è riferito a Dio come il Nome di Dio è Vero ed Eterno.https://en.wikipedia.org/wiki/Satnam https://rumble.com/vrq0ae-l-advaita-vedanta-spiegato-semplicemente-che-cos-la-non-dualit.html?mref=rljsx&mc=e5yiv La parola yoga deriva dalla radice sanscrita yuj, che significa "giogo" o "unire". La pratica mira a creare unione tra corpo, mente e spirito, così come tra il sé individuale(atman) e la coscienza universale (Brahman) cioè il divino appunto. Tale unione tende a neutralizzare i pensieri e i comportamenti guidati dall'ego, creando un senso di risveglio spirituale.(buddhità o jivanmukta in induismo o santificazione nel cristianesimo appunto)
https://rumble.com/vs8n3b-buddhismo-le-quattro-nobili-verit-e-lottuplice-nobile-sentiero.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
Lo yoga è stato praticato per migliaia di anni e, mentre sono state sviluppate molte interpretazioni e stili diversi, la maggior parte tende a concordare sul fatto che l'obiettivo finale dello yoga è quello di raggiungere la liberazione dalla sofferenza(moksha) e l'illuminazione https://www.yogapedia.com/definition/4/yoga]appunto che viveva così e gli diceva appunto chi è spirito è spirito e se non rinasci dall'alto non puoi vedere il regno di Dio e che nessuno va al Padre se non per mezzo di lui...senza la santificazione nessuno può vedere il Signore ,non sapete che siete tempio di Dio etc etc ecco spiegato il perchè glielo diceva...e che dovevano ascoltare e praticare la parola di Dio https://rumble.com/vrtqpb-nel-principio-ges-era-la-parola-giovanni-11-14.html?mref=rljsx&mc=e5yiv...cioè vivere appunto alla maniera dei monaci buddisti e dei sadhu indù e tramite lui che era il salvatore la via e la vita sarebbero potuti entrare nel Regno appunto...piuttosto che fare entrare i neopagani etc lo spiego agli indù e ai buddisti che loro almeno vivono così e possono farcela...altro che no
per gli insegnamenti indiani e buddisti vedere la seguente playlist
https://www.youtube.com/playlist?list=PLuNGnkcXvyh-0HjybwHfxSIr_YZggHvMu
Mahāvākya ( sing.: mahāvākyam, महावाक्यम्; plurale: mahāvākyāni, महावाक्यानि) sono "I Grandi Detti" delle Upanishad, come caratterizzato dalla scuola Advaita del Vedanta con mahā che significa grande e vākya, una frase. Più comunemente, i Mahāvākya sono considerati quattro in numero,[1][2]
Tat Tvam Asi (तत् त्वम् असि) - tradizionalmente reso come "That You Art" (che tu sei),[3][4][5] (Chandogya Upanishad 6.8.7 del Sama Veda, con tat in Ch.U.6.8.7 che si riferisce a sat, "l'esistente"[6][7][8]); correttamente tradotto come "Ecco come [così]sei",[3][5] [9] con tat in Ch.U.6.12.3 che si riferisce a "la natura stessa di tutta l'esistenza permeata da [l'essenza più fine]"[10][11]
Aham Brahman Asmi (अहम् ब्रह्मास्मि) - -"Io sono Brahman", o "Io sono Divino"[12] (Brihadaranyaka Upanishad 1.4.10 dello Yajur Veda)
Prajnanam Brahma (प्रज्ञानम् ब्रह्म) - "Prajñāna[nota 1] è Brahman"[nota 2], o "Brahman è Prajñāna"[web 2] (Aitareya Upanishad 3.3 del Rig Veda)
Ayam Atma Brahma (अयम् आत्मा ब्रह्म) - "Questo Sé (Atman) è Brahman" (Mandukya Upanishad 1.2 dell'Atharva Veda)
Ahaṁ Brahmāsmi (Devanagari: अहम् ब्रह्मास्मि), "Io sono Brahman" è nella Brihadaranyaka Upanishad 1.4.10 della Shukla Yajurveda:
https://en.wikipedia.org/wiki/Mah%C4%81v%C4%81kyas
[1.4.1] All'inizio questo mondo era solo un corpo unico(ātman)a forma di uomo. Si guardò intorno e non vide altro che se stesso. La prima cosa che disse fu: 'Eccomi!' e da lì nacque il nome 'Io'. [1.4.9] Ora, la questione è sollevata; "Dal momento che le persone pensano che diventeranno il Tutto conoscendo brahman,che cosa sapeva brahman che gli ha permesso di diventare il Tutto? [1.4.10] All'inizio questo mondo era solo brahman,e conosceva solo se stesso(ātman),pensando: 'Io sono brahman'. Di conseguenza, è diventato l'intero [...] Se un uomo sa : "Io sono brahman in questo modo, diventa il mondo intero. Nemmeno gli dei sono in grado di impedirlo, perché egli diventa il loro stesso sé (ātman). [32][nota 4]
Etimologia
Aham (अहम्) - letteralmente "Io"
Brahma (ब्रह्म) - sempre pieno o intero (ब्रह्म è il primo caso che termina singolarmente di Brahman)
Asmi (अस्मि) - "am", il tempo presente singolare in prima persona del verbo come (अस्), "essere". [citazione necessaria]
Ahaṁ Brahmāsmi significa quindi "Io sono l'Assoluto" o "La mia identità è cosmica"[33], ma può anche essere tradotto come "tu sei parte di Dio proprio come qualsiasi altro elemento".
Spiegazioni
Nel suo commento su questo passaggio Sankara spiega che qui Brahman non è il Brahman condizionato (saguna); che un'entità transitoria non può essere eterna; che la conoscenza del Brahman, l'infinita entità onnipervadente, è stata ingiunta; che la sola conoscenza della non-dualità dissipa l'ignoranza; e che la meditazione basata sulla somiglianza è solo un'idea. Ci dice anche che l'espressione Aham Brahmaasmi è la spiegazione del mantra.
Questo ('Brahman') è infinito, e questo ('universo') è infinito; l'infinito procede dall'infinito. (Allora) prendendo l'infinità dell'infinito ('universo'), rimane come l'infinito ('Brahman') da solo. - (Brihadaranyaka Upanishad V.i.1)
La rivelazione Io Sono si trova in primo luogo nel libro dell'Esodo (Es 3,14-15): “Dio disse a Mosè: «Io sono Colui che sono!». Poi disse «Dirai agli israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».
https://it.wikipedia.org/wiki/Io_sono
Inoltre si rilevano illuminanti alcuni versetti del Deutero-Isaia: Is 43,10; Is 43,25; Is 45,18; Is 51,12; Is 52,6 (tutti dipendenti da Es 3,14).
Nel Nuovo Testamento
Questo appellativo viene utilizzato da Gesù per designare se stesso; è citato 5 volte e solo nel Vangelo secondo Giovanni:
Gv 8,24 “ … se infatti non crederete che Io Sono, morirete nei vostri peccati”
Gv 8,28 “Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e …”
Gv 8, 58 “Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono»”
Gv 13,19 “Ve lo dico fin d'ora prima che accada, perché quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono”
Gv 18,5 "Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: Io Sono. Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse "Sono io", indietreggiarono e caddero a terra."
La tradizione affianca a questa autorivelazione assoluta sette autorilevazioni nominali (fornite del predicato nominale) presenti qua e là in tutto il Nuovo Testamento:
“Io sono il pane della vita”
“Io sono la luce del mondo”
“Io sono la porta (del gregge)”
“Io sono il buon pastore”
“Io sono la risurrezione e la vita”
“Io sono la via, la verità e la vita”
“Io sono la vera vite“
Nell'Apocalisse troviamo anche “Io sono l'alfa e l'omega” (Ap 1,8) e “Io sono il primo e l'ultimo” (Ap 1,17) e “[Io sono] il Vivente” (Ap 1,18).
Nell'amartiologia cristiana, i peccati eterni, i peccati imperdonabili, i peccati imperdonabili o i peccati ultimi sono peccati che non saranno perdonati da Dio. Un peccato eterno o imperdonabile (bestemmia contro lo Spirito Santo), noto anche come peccato fino alla morte, è specificato in diversi passaggi dei Vangeli sinottici, tra cui Marco 3:28–29,[1] Matteo 12:31–32,[2] e Luca 12:10,[3] così come altri passi del Nuovo Testamento tra cui Ebrei 6:4–6,[4] Ebrei 10:26–31,[5] e 1 Giovanni 5:16. [6][7][8]
Il peccato imperdonabile è interpretato dai teologi cristiani in modi unici, anche se generalmente concordano sul fatto che chi ha commesso il peccato non è più in grado di pentirsi, quindi chi ha paura di averlo commesso non lo ha fatto.
https://en.wikipedia.org/wiki/Eternal_sin
Diversi passaggi del Nuovo Testamento sono spesso interpretati come riferiti al peccato imperdonabile:
Matteo 12:30:[11] «Chi non è con me è contro di me, e chi non si riunisce con me si disperde. Perciò vi dico, le persone saranno perdonate per ogni peccato e bestemmia, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. Chiunque pronuncerà una parola contro il Figlio dell'Uomo sarà perdonato, ma chiunque parlerà contro lo Spirito Santo non sarà perdonato, né in questa epoca né nell'età a venire". [7]
Marco 3:28–30:[12] "In verità vi dico che le persone saranno perdonate per i loro peccati e per qualsiasi bestemmia pronuncino; ma chi bestemmia contro lo Spirito Santo non può mai avere perdono, ma è colpevole di un peccato eterno, perché aveva detto: "Ha uno spirito impuro". [7]
Luca 12:8–10:[13] "E vi dico, chiunque mi riconosce prima degli altri, anche il Figlio dell'Uomo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli altri sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. E chiunque pronuncerà una parola contro il Figlio dell'Uomo sarà perdonato; ma chi bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonato".
Ebrei 6:4–6:[14] "Poiché è impossibile ridare al pentimento coloro che una volta sono stati illuminati, hanno gustato il dono celeste, hanno partecipato allo Spirito Santo, hanno gustato la bontà della parola di Dio e le potenze dell'età a venire, e poi si sono allontanati, poiché da soli stanno crocifiggendo di nuovo il Figlio di Dio e lo stanno disprezzando". [7]
Ebrei 10:26–31:[15] "Poiché se persistiamo volontariamente nel peccato dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più un sacrificio per i peccati, ma una spaventosa prospettiva di giudizio e una furia di fuoco che consumerà gli avversari. Chiunque abbia violato la legge di Mosè muore senza pietà "sulla testimonianza di due o tre testimoni". Quale punizione peggiore pensi che sarà meritata da coloro che hanno disprezzato il Figlio di Dio, profanato il sangue dell'alleanza mediante la quale sono stati santificati e oltraggiato lo Spirito di grazia? Perché conosciamo colui che ha detto: "La vendetta è mia, io ripagherò". E ancora: "Il Signore giudicherà il suo popolo". È una cosa spaventosa cadere nelle mani del Dio vivente". [7]
1 Giovanni 5:16:[16] "Se qualcuno vede il suo fratello peccare un peccato che non è fino alla morte, chiederà, e gli darà la vita per loro che il peccato non fino alla morte. C'è un peccato fino alla morte: non dico che pregherà per questo". [7]
Insegnamento per denominazione cristiana
Cristianesimo orientale
L'importanza della preghiera (1 Tessalonicesi 5:17:[17] "pregare incessantemente") e dell'umiltà (Gesù Preghiera: "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore") nel cristianesimo si riflette in un catechismo ortodosso come segue:[18]
Gesù Cristo chiamò lo Spirito Santo "Spirito di Verità" (Giovanni 14:17; [19] 15:26; [20] Giovanni 16:13)[21] e ci avvertì: «Ogni sorta di peccato e di bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata agli uomini" (Matteo 12:31). [22]
"La bestemmia contro lo Spirito Santo" è un'opposizione cosciente e indurita alla verità, "perché lo Spirito è verità" (1 Giovanni 5:6). [23] La resistenza cosciente e indurita alla verità allontana l'uomo dall'umiltà e dal pentimento, e senza pentimento non ci può essere perdono. Ecco perché il peccato di blasfemia contro lo Spirito non può essere perdonato, poiché chi non riconosce il suo peccato non cerca di farlo perdonare.
— Serafim Alexivich Slobodskoy, L'ottavo articolo del Credo
Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che, mentre nessun peccato è assolutamente "imperdonabile", alcuni peccati rappresentano un deliberato rifiuto di pentirsi e di accettare l'infinita misericordia di Dio; una persona che commette un tale peccato rifiuta il perdono di Dio, che può portare all'autocondanna all'Inferno. [24] In altre parole, ci si condanna per impenitenza finale (rifiuto di pentirsi), come insegna Giovanni Paolo II:[25]
Le immagini dell'inferno che la Sacra Scrittura ci presenta devono essere interpretate correttamente... l'inferno indica lo stato di coloro che liberamente e definitivamente si separano da Dio..."Morire in peccato mortale senza pentirsi e accogliere l'amore misericordioso di Dio significa rimanere separati da Lui per sempre per nostra libera scelta. Questo stato di definitiva autoesclusione dalla comunione con Dio e con il beato si chiama 'inferno'..."La dannazione eterna", quindi, non è attribuita all'iniziativa di Dio perché nel suo amore misericordioso può solo desiderare la salvezza degli esseri da lui creati. In realtà, è la creatura che si chiude al suo amore. La dannazione consiste proprio nella separazione definitiva da Dio, liberamente scelta dalla persona umana e confermata con la morte che suggella per sempre la sua scelta. Il giudizio di Dio ratifica questo stato.
Nel contesto dei Vangeli di Matteo e Marco, la bestemmia contro lo Spirito è il peccato di attribuire a Satana qual è l'opera dello Spirito di Dio, come quando i farisei in precedenza accusarono Gesù di scacciare i demoni solo con il potere di Belzebù, il principe dei demoni. [26] La Catholic Encyclopedia cita Matteo 12:22–32; Marco 3:22–30; Luca 12:10 (cfr 11,14–23) e definisce "il peccato imperdonabile" – o peccato contro lo Spirito Santo – come segue: "... peccare contro lo Spirito Santo è confonderlo con lo spirito del male, è negare, per pura malizia, il carattere divino delle opere manifestamente divine". L'articolo afferma inoltre che "il peccato contro il Figlio dell'uomo" può essere perdonato perché è commesso contro la persona umana di Cristo, che vela il Divino con un "aspetto umile e umile, " e quindi tale peccato è scusabile perché è commesso attraverso "l'ignoranza e l'incomprensione dell'uomo". [27]
I Padri della Chiesa considerarono ulteriori interpretazioni, Agostino d'Ippona definendolo uno dei passaggi più difficili della Scrittura. [28] Tommaso d'Aquino riassunse i trattamenti dei Padri della Chiesa e propose tre possibili spiegazioni:
Che un insulto diretto contro una qualsiasi delle Tre Persone Divine possa essere considerato un peccato contro lo Spirito Santo; e/o;
Che persistere nel peccato mortale fino alla morte, con impenitenza finale, come proponeva Agostino, frustra l'opera dello Spirito Santo, al quale si appropria della remissione dei peccati; e/o;
Che i peccati contro la qualità della Terza Persona Divina, essendo carità e bontà, sono condotti nella malizia, in quanto resistono alle ispirazioni dello Spirito Santo per allontanarsi o essere liberati dal male. Tali peccati possono essere considerati più gravi di quelli commessi contro il Padre per fragilità (la qualità del Padre è potere), e quelli commessi contro il Figlio attraverso l'ignoranza (la qualità del Figlio è saggezza). [27]
Tommaso d'Aquino elenca, o ha risposto a, sei peccati che vanno contro lo Spirito Santo:[29][30]
disperazione: che consiste nel pensare che la propria malizia sia più grande della Bontà Divina, come insegna il Maestro delle Frasi,[31]
presunzione: se un uomo vuole ottenere gloria senza meriti[32] o perdono senza pentimento[33]
resistenza alla verità conosciuta,
invidia del bene spirituale di un fratello, cioè dell'accrescimento della grazia divina nel mondo,
l'impenitenza, cioè lo scopo specifico di non pentirsi di un peccato,
ostinazione, per cui un uomo, aggrappato al suo peccato, diventa immune al pensiero che il bene cercato in esso sia molto piccolo.
Tommaso d'Aquino spiega che l'imperdonabilità della bestemmia contro lo Spirito Santo significa che rimuove l'ingresso a questi mezzi di salvezza; tuttavia, non può impedire a Dio di togliere questo ostacolo per mezzo di un miracolo. [34]
Tuttavia, la Chiesa crede inoltre che non vi sia alcuna offesa, per quanto grave, che non possa essere tolta dal Battesimo, o assolta nel Confessionale – che nessuno, per quanto malvagio e colpevole, non possa sperare con fiducia nel perdono. [35][36] Il Catechismo dice che Cristo vuole che «le porte del perdono siano sempre aperte a chiunque si allontani dal peccato». [37] Come fece sant'Agostino, la Chiesa cattolica insegna oggi che solo morire impenitenti per i propri peccati è l'unico peccato imperdonabile. [38][39][40][41] Infatti, nel Dominum et vivificantem Papa Giovanni Paolo II scrive: «Secondo tale esegesi, la 'bestemmia' non consiste propriamente nell'offendere lo Spirito Santo a parole; consiste piuttosto nel rifiuto di accettare la salvezza che Dio offre all'uomo per mezzo dello Spirito Santo, operando per la potenza della Croce", e "Se Gesù dice che la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere perdonata né in questa vita né nella prossima, è perché questo "non perdono" è legato, come alla sua causa, al "non pentimento", cioè al rifiuto radicale di convertirsi. Ciò significa il rifiuto di giungere alle fonti della Redenzione, che tuttavia rimangono "sempre" aperte nell'economia della salvezza in cui si compie la missione dello Spirito Santo".
Nell'ebraismo
Un parallelo molto simile, anche se non identico, a Matteo 12:31-32 può essere trovato nell'Avot di Rabbi Natan:
Ma chi profana il Nome celeste non ha alcuna possibilità di pentirsi e di aspettare il perdono. La sofferenza non lo purificherà. Yom Kippur non espierà per lui. Sono tutti trattenuti fino a quando la morte non viene e lo purifica. Questo è ciò che si intende con "Questo peccato non sarà perdonato finché non morirai.
Giacobbe Arminio definì il peccato imperdonabile come "il rifiuto e il rifiuto di Gesù Cristo attraverso la malizia determinata e l'odio contro Cristo". Tuttavia, Arminio differiva da Calvino nel credere che il peccato potesse essere commesso dai credenti, una conclusione a cui giunse attraverso la sua interpretazione di Ebrei 6:4–6. [9]
John Wesley, il padre della tradizione metodista (Wesleyan-Arminian), discusse il peccato imperdonabile in un sermone intitolato A Call to Backsliders, in cui scrisse che "questa bestemmia è assolutamente imperdonabile; e che, di conseguenza, per coloro che sono stati colpevoli di questo, Dio 'non sarà più supplicato'". [7] Un importante catechismo metodista, "A Catechism on the Christian Religion: The Doctrines of Christianity with Special Emphasis on Wesleyan Concepts" afferma:[44]
Il peccato imperdonabile è la bestemmia contro lo Spirito Santo. La blasfemia include il ridicolo e l'attribuzione delle opere dello Spirito Santo al diavolo. [44]
Questa interpretazione wesleyano-arminiana del peccato imperdonabile include l'etichettatura deliberata del bene come male, come rifiuto della convinzione dello Spirito Santo, di attribuire pubblicamente l'opera dello Spirito Santo a Satana e di attribuire l'opera di Gesù a Satana. La Chiesa Metodista Unita, una connessione metodista, insegna così:
che la pena della separazione eterna da Dio senza speranza di ritorno si applica nelle Scritture solo in due casi: o, come in Ebrei 6 e 10, alle persone che volontariamente, pubblicamente ed esplicitamente rifiutano Gesù come Salvatore dopo averlo confessato, o, come nei vangeli, a coloro che bestemmiano contro lo Spirito Santo dichiarando che le opere di Gesù erano le opere del Maligno. [45]
Santi degli Ultimi Giorni
Articolo principale: Figlio di perdizione (mormonismo)
I membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, anch'essi soprannominati mormoni, hanno una comprensione simile del peccato eterno. Joseph Smith, il fondatore del movimento dei Santi degli Ultimi Giorni, disse nel discorso di Re Follett:
Tutti i peccati saranno perdonati, tranne il peccato contro lo Spirito Santo; poiché Gesù salverà tutti tranne i figli di perdizione. Che cosa deve fare un uomo per commettere il peccato imperdonabile? Deve ricevere lo Spirito Santo, avere i cieli aperti a lui, conoscere Dio, e poi peccare contro di lui. Dopo che un uomo ha peccato contro lo Spirito Santo, non c'è pentimento per lui. Deve dire che il sole non splende mentre lo vede; deve rinnegare Gesù Cristo quando i cieli gli sono stati aperti e negare il piano di salvezza con gli occhi aperti alla verità di esso; e da quel momento comincia ad essere un nemico. [46]
L'apostolo della Chiesa e in seguito presidente della Chiesa, Spencer W. Kimball, dichiarò che "il peccato contro lo Spirito Santo richiede una tale conoscenza che è manifestamente impossibile per la base [della chiesa] commettere un tale peccato".
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