Quando il cervello diventa wireless

Comunicare un pensiero senza muovere un solo muscolo. Questo è quanto sono riusciti a fare in Australia grazie a dei microchip impiantati nel cervello. Chi si è offerto come cavia per realizzare l’esperimento è stato un uomo di 62 anni affetto da SLA, ovvero da sclerosi laterale amiotrofica, una patologia fortemente invalidante che provoca paralisi. Un limite apparentemente invalicabile che però non ha impedito al paziente in questione di pubblicare un post sui social media.

“Ho creato questo tweet col solo pensiero”. Questo è il messaggio scritto da Philip O’Keefe sull’account dell’amministratore delegato di Synchron, la società specializzata in interfacce informatiche neurali che ha reso possibile tutto ciò. Si tratta, fondamentalmente, di trasformare il pensiero in azione senza l’intervento di nessun muscolo. Da oggi, quindi, il movimento non è più indispensabile per poter comunicare. Basta, appunto, il pensiero.

Il processo non è immediato. Secondo il protagonista dell’esperimento, è un po’ come andare in bici: ci va pratica e pazienza. Una volta imparato il meccanismo, però, diventa tutto più naturale e immediato. Il paziente deve solo guardare il computer che ha di fronte e concentrarsi sulla zona dello schermo su cui intende cliccare. È come se il suo cervello fosse connesso al mondo in modalità wireless. L’interfaccia digitale diventa così uno strumento indispensabile per poter interagire con la realtà esterna. Una tendenza, questa, che non riguarda solo i malati di SLA, ma anche il resto delle persone, le cui attività sono sempre più mediate dalla tecnologia attraverso dispositivi che ibridano l’essere umano con la macchina. E non sempre per curare malattie.

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