Lettera a mio Fratello delle Forze dell'Ordine

2 years ago
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Caro fratello delle Forze dell’Ordine,
cerchiamo sinceramente di metterci nei tuoi panni: abbiamo famiglia anche noi e anche noi siamo preoccupati per il nostro, e dei nostri cari, futuro.
Non possiamo, però, non chiederci come tu possa sopportare, per campare, di metterti contro i tuoi fratelli, quelli che dovresti proteggere, ma soprattutto contro la Costituzione, quella su cui giurasti.
Vedi, anche noi, come te, sappiamo che gli uffici della CGIL di Roma, al sabato pomeriggio, sono chiusi: forse, aprono su appuntamento. I tuoi colleghi, all’interno asserragliati, avevano forse appuntamento?
Sappiamo chi siano i leader di Forza Nuova e forse anche tu, come noi, ti sei meravigliato di trovarli a piedi libero ad aizzare la folla, anziché nelle patrie galere dove sarebbero dovuti essere viste le molteplici condanne. Avevano appuntamento anche loro alla CGIL? E come sono potuti entrare se all’interno stazionavano i tuoi colleghi?
Come te, immaginiamo, ci chiediamo: chi sono i soggetti che, dentro gli uffici della CGIL si sono cambiati d’abito in fretta e furia? E per quale ragione, di grazia? Per mimetizzarsi nuovamente tra la folla?
Un po’ come ha fatto questo signore -tale, Filiberto Mastropascqua, secondo alcuni- che prima aizza i manifestanti acché provino a ribaltare un mezzo della Polizia e poi lo troviamo a pestare a sangue un giovane a terra? A pugni e calci? Troppi persino per i tuoi colleghi che a fatica cercano di fermarlo?
Come te, immaginiamo, ci chiediamo: chi sono questi che ordinano di caricare gente che pacificamente -e rispettosamente per le Vostre divise- spiegavano le loro ragioni, disarmati e disarmanti?
Chi sono questi che provocano cittadini, rei solo di passare nel momento sbagliato, con calci, salvo poi manganellarli e trascinarli via?
E come può essere tua sorella la donna che prima apostrofa in malo modo una signora rea di usare una video camera, colpendola, e poi minaccia di calci nelle parti intime un uomo a terra?
E come puoi sopportare questi servitori dello stato -volutamente minuscolo- che secondo il “metodo Genova”, prima picchiano e poi ributtano cittadini inermi nella mischia?
Capiamo ti stia arrovellando anche tu circa il fatto che quei tuoi colleghi abbiano picchiato senza pietà donne, anziani e bambini, ma non abbiano mosso un dito contro il gruppetto di Forza Nuova mentre buttava all’aria, tutto, tranne la libreria e le coppe rimaste ben allineate, negli uffici della CGIL. E quante altre domande muove la coscienza, vero fratello?
Siamo in Italia, lo sappiamo. Quando tutto sarà finito non ci saranno giudici a condannare i reati che governanti dispotici, vestiti di democrazia, stanno operando su tutti noi (salvano i leader di Forza Nuova, figuriamoci).
I tuoi colleghi più zelanti nell’opprimere il popolo avranno tutti delle belle promozioni e nessuna condanna.
Ma se hai un sussulto di dignità, guardaci: in fondo siamo quelli che ti pagano volentieri lo stipendio con le loro tasse. Guardaci: siamo padri e madri, nonni e figli, operai, imprenditori o professionisti. Come te odiamo la violenza e non ne produciamo.
Non lasciarci soli o, peggio, non umiliarci trattandoci da nemici.
Quelli, non siamo noi.

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