2021.07.20-Eliseo.Bonanno-IL PANE QUOTIDIANO DAL DIRETTIVO - MEDITIAMO MATTEO 20:1-16

4 years ago

Meditazione su un passo biblico della PAROLA DI DIO.
PANE QUOTIDIANO DAL DIRETTIVO DEL 20.07.2021.
MATTEO 20:1-16 (Ringrazi il SIGNORE IDDIO di quel che Egli ti ha donato, ma anche di ciò che ti abbia tolto, nella tua vita o guardi sempre con desiderio ciò che non sia tuo nella vita altrui? Se nella tua vita coltivi invidia puoi star certo che nulla di buono avrai di che raccogliere da parte di DIO).
Punti di riflessione:
- Nella vita terrena la totalità delle discordie che nasce tra gli uomini è determinata dai cattivi frutti di malvagità e, tra questi, uno dei peggiori è l'invidia verso il prossimo, in particolare verso coloro che siano a noi più vicini. Questo sentimento si genera in coloro che non si soddisfano di ciò che gli sia stato donato, o riconosciuto, direttamente da DIO o da DIO attraverso gli uomini, non perché questo non fosse loro sufficiente, ma sol perché i loro occhi fanno desiderare loro quel surplus in più che non abbiano ricevuto.
- Questi uomini "vedono" l'ingiustizia in tutto quel che, invidiando agli altri, non siano stati nelle condizioni di ottenere, ritenendo di esser stati danneggiati o svantaggiati per non esserne anche loro entrati in possesso. Questo stato d'animo, contaminato dal pregiudizio dettato dall'io, si ingenera nella gente invidiosa che non si soddisfa di quel che ha e, interessandosi ai fatti degli altri, si erge giudice dell'operato altrui, o semplicemente di quel che gli altri abbiano ottenuto in più, indipendentemente dai meriti o demeriti di quest'ultimi. (1 TESSALONICESI 4:10-11 "...Ma v’esortiamo, fratelli, che vie più abbondiate in questo, e vi studiate di vivere in quiete, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come v’abbiamo ordinato di fare, onde camminiate onestamente verso quelli di fuori, e non abbiate bisogno di nessuno".)
- Nella "Parabola degli operai delle diverse ore" il SIGNORE CRISTO GESU' spiega la differenza che vi è tra i ragionamenti terreni e quelli Celesti, paragonando il Regno dei Cieli ad una vigna nella quale il padrone chiama a lavorare, per un giorno, degli operai iniziando ad assumerli alcuni al mattino e, man mano che né vedeva di liberi, altri nel pomeriggio ed altri ancora fino a sera, pattuendo anticipatamente con tutti il compenso che sarebbe stato loro riconosciuto a fine giornata.
- I lavoratori chiamati al mattino, pur essendosi mostrati inizialmente soddisfatti del compenso riconosciuto a fine giornata, dopo esser venuti a conoscenza che la stessa egual retribuzione era stata riconosciuta agli altri operai che avevano lavorato meno di loro, essendo stati assunti in ritardo e la qual cosa non era certo a quest'ultimi attribuibile, iniziarono a lamentarsi con il padrone giudicando, da loro stessi, di aver subito un torto.
- Ogni albero (ovvero ogni Figlio di DIO) produce i suoi frutti secondo la propria stagionalità (ovvero secondo il tempo della propria personale risposta alla chiamata ricevuta). Nessun albero, che sia davvero buono, può recriminare o contestare di aver prodotto, prima di un altro albero, più frutti rispetto ad un altro; agendo in tal modo dimostrerebbe di produrre frutti solo in apparenza esteriore buoni, ma completamente marci dentro, quindi frutti non graditi. Infatti chi dimostra davvero i buoni frutti è colui che li produce in allegrezza, con cuore puro e sincero, senza sentirne il peso, altrimenti dimostrerà di aver fatto ciò per apparire migliore degli altri, e di essersi mosso unicamente per la pretesa di aver maggior retribuzione, anteponendo il suo io dinanzi a DIO.
- Chi invece si mostra soddisfatto e ben renumerato di quel che riceve nella vita, ma che, guardando la vita altrui, inizi a disprezzare ciò che abbia ricevuto ritenendolo, sulla scorta di vani ragionamenti conditi di rivalsa ed invidia, insufficiente ed inadeguato non è meritevole nemmeno di ciò che abbia inizialmente ricevuto perché dimostra di non esser grato a Colui, senza il quale, nulla avrebbe ricevuto.
- Nella parabola il padrone (che rappresenta il SIGNORE IDDIO) riconobbe lo stesso compenso ai lavoratori assunti nelle ore successive (che rappresentano coloro che siano stati chiamati successivamente ad altri ad entrare nel Regno di DIO), ma non riconobbe loro di più perché nel Regno dei Cieli ogni Figlio di DIO, indipendentemente da quanto egli abbia dato (secondo quanto sia stato a lui richiesto) dimostrando di affrontare il suo incarico con cuore puro, in piena allegrezza ed amorevolezza, riceverà lo stesso premio: quella Vita Eterna nella quale non si misura né tempo né fatica, ma solo il vivere secondo l'amore fraterno che nulla invidia, ma tutto condivide in umile armonia e senza malizia e pretesa alcuna.
- Chiunque ami in Spirito e Verità il SIGNORE CRISTO GESU' deve ringraziare di tutto quel che abbia ricevuto da Lui in premio, perché tutto quel che un Figlio di DIO riceve è frutto del dono di DIO. Chi cade nella trappola competitiva della tentazione, diverrà prigioniero del desiderio della roba altrui (trasgredendo il decimo Comandamento), e dimostrerà di disprezzare quel poco, o giusto che sia, che gli sia stato donato con amore. A chi si dimostra ingrato anche quel poco che gli sia stato donato gli sarà tolto.
- Un vero discepolo di DIO, accetta con amore ed umiltà ogni incarico che gli sia stato assegnato, guardando al proprio buon operato e non con invidia a quello altrui. Chi non lo farà cadrà nell'errore di innalzarsi come giudice al di sopra delle decisioni di DIO dimostrando, e confermando, di non essere meritevole di quella chiamata e dunque di essere tra i Suoi eletti invitati ad entrare nel Suo Regno (ISAIA 26:12 "O Signore, disponici la pace; perciocché eziandio tu sei quello che hai fatti tutti i fatti nostri. La Parola del Signore ci esorta a farci i fatti nostri, noi non dobbiamo per nessun motivo invadere un campo che non ci è dato, non siamo stati costituiti a fare questo"). «Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

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