La nostra intervista al Dottor Francesco Oliviero. "L'obbligo vaccinale non ha alcun senso clinico"

2 years ago
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Abbiamo intervistato il Dottor Francesco Oliviero, che si occupa di Medicina Bioenergetica Centrata sulla persona.

Ormai non è più una questione di salvaguardare la popolazione. C’è una volontà, nemmeno troppo nascosta, di trasformare il progetto di vaccinazione di massa in una caccia alle streghe.

Politici, giornalisti, opinionisti, attori, influencer ripetono assiduamente e pedissequamente non solo che è necessario fare il vaccino, ma che è un dovere morale e civile.

Che cosa si vuole implicare? Che se non lo fai, diventi un pericolo pubblico?

Questa tendenza era già rilevabile da fine dicembre, quando il discorso sul vaccino divenne preponderante e ogni voce dissonante dalla narrativa mainstream veniva zittita a suon di insulti e censura.

Ora che la realtà si discosta in modo plateale dalla narrativa principale e che il pubblico dei vaccinati è già uscito allo scoperto, correndo a frotte agli hub vaccinale (oasi di salute in un mondo afflitto dalla pestilenza 2.0), il popolo oppresso e zittito, quello che non crede alle favole raccontate dai professionisti dell’informazione, emerge dalle paludi e comincia a far sentire la sua voce, la sua presenza.

E questo popolo, che imbarazza, che fa domande, non deve esistere, deve essere cancellato, deve essere schiacciato sotto il peso della scienza, quella vera, quella gridata dai nostri virologi Savonarola, sulla pubblica piazza mediatica.

La fortuna è che il popolo che emerge non è una minoranza. Si tratta di decine milioni di cittadini, che anche se ancora frastornati e forse tuttora divisi e disorganizzati, rappresentano una massa critica in grado di spaventare il così chiamato potere.

Se eravamo solo 2 o 3 milioni su 60 milioni, potevamo accendere un cero. Eravamo una minoranza ben riconoscibile. Allora in quel caso ci avrebbero fatto fuori. Ma siamo in troppi. Questa per ora è una sorta di garanzia, prima dello sfacelo. Che di vaccino non moriremo.

Non so quale sia l’intento di queste autodefinite élite di potere. Non lo capisco più. Non le capisco. Se vuoi depopolare il mondo, perché partire dal continente meno popoloso. È vero qui c’è un numero di anziani impressionante e il costo di questo carrozzone in un sistema a cambi fissi come la UE, non è sostenibile.

Ma perché debilitare tutta la tua popolazione e ridurla non solo psicologicamente, ma anche fisicamente a uno stato precario di salute?

Il blocco Eurasiatico si sta comportando diversamente.
La popolazione viene controllata, ma non viene obbligata a inocularsi un vaccino sperimentale.

E qui mi sfugge la cosa.

Vuoi controllare il popolo? Non serve un vaccino sperimentale. Se distruggi tutto il tuo popolo, poi resti senza difese. Il popolo è un serbatoio dal quale attingere le classi dirigenti, dal quale attingere competenze.

Se lo uccido, dove attingo quello che mi serve per prosperare e per tenere testa ad altre realtà che questo lo hanno compreso?

Se il mio popolo non è più un popolo, se l’unico collante che tiene legata la mia società è un’ipocrisia crescente e un’ignoranza compulsiva (desiderio=diritto, volontà generale imposta su tutti, ricerca ossessiva del bene comune), se quello che resta, è un agglomerato umano non più riconoscibile, senza competenze, senza professione, senza nessuna capacità produttiva, che cosa estrapolerò da questo non-popolo?

La favola della gallina dalle uova d’oro, non vi dice niente? Rileggetela, perché ci può aiutare.

Se solo guardassimo fuori dal blocco UE, ci accorgeremmo di così tante altre cose.

Mentre in Occidente si parla del sesso degli angeli, due tra le potenze più rilevanti del globo già si stanno accordando su come colonizzare la Luna:

https://nypost.com/2021/03/12/russia-china-plan-lunar-station-in-challenge-to-us-moon-plans/

https://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-2716417/Could-moon-fuel-Earth-10-000-years-China-says-mining-helium-satellite-help-solve-worlds-energy-crisis.html

Mi viene in mente la frase di Oscar Wilde:

“Tutti siamo nella fogna, ma alcuni di noi guardano alle stelle”

Non aggiungerò altro, che sia il lettore a collegare i puntini. Io butto lì degli indizi.

Ringraziamo il Dottor Oliviero per questa intervista, che ci ha portato a riflettere sulla nostra condizione di esseri umani non solo sul pianeta, che chiamiamo “casa”, ma anche sul ruolo che potremmo avere “fuori casa”.

Consiglio a tutti di visitare il sito del Dottor Oliviero:

https://www.francescooliviero.it/

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