PAURA E DENARO: STRUMENTI DI COLONIZZAZIONE DI MASSA

3 years ago
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da "Rivoluzione e non violenza in Tolstoy, Gandhi e Mandela" di Imran Coovadia.
Nell’esplorare Rivoluzione e non-violenza, ho individuato quattro temi legati alla paura che contribuiscono all’instaurarsi di regimi oppressivi di stampo coloniale e al loro mantenimento nel tempo.

1. LA PAURA DI PERDERE PRIVILEGI ECONOMICI INDUCE AD ACCETTARE L’INGIUSTIZIA
Durante gli anni passati in Sud Africa, Gandhi osserva che la partecipazione alle iniziative di resistenza passiva è molto più sentita tra le persone più umili.
Infatti le campagne di satyagraha in Sud Africa furono sostenute dai servi a contratto di lingua Tamil e Telugu, impiegati nelle piantagioni e nella costruzione di ferrovie, più che dai ricchi mercanti di lingua Gujarati.

2. LA PAURA DI PERDERE IL POTERE ECONOMICO PORTA A VOLER ASSERVIRE E SFRUTTARE ALTRI POPOLI
L’impero britannico e la spinta alla colonizzazione erano costruiti su interessi economici. Il potere economico è la forza che ha mosso il mondo, causato abusi, oppressione e guerre. La colonizzazione dell’India, come quella del Sud Africa, nasce e si alimenta con il desiderio di aumentare la ricchezza di una nazione attraverso lo sfruttamento delle risorse, umane e naturali, di un’altra nazione.

3. LA PAURA DI PERDERE LA SUPREMAZIA E I PRIVILEGI STA ALLA BASE DELLA DISCRIMINAZIONE.
SI GIUNGE A RENDERE LEGALMENTE ‘INFERIORI’ COLORO CHE DEVONO STARE SOTTOMESSI.

4. PASSARE MESSAGGI PATERNALISTICI: NOI LAVORIAMO PER IL BENE COMUNE.

Seguendo il filo delle parole e del pensiero del Mahatma Gandhi, emergono dal testo i quattro tipi di azione necessari per vincere la paura e uscire dalla condizione di oppressione in modo non violento.
Vediamo quali sono.

1.VINCERE LA PAURA SIGNIFICA PROTESTARE ATTRAVERSO LA NON-COOPERAZIONE
Nel 1921 nel settimanale Young India, Gandhi indica la non cooperazione come strategia politica. Questa era anche la posizione di Tolstoy. Per lo scrittore Russo sostenere uno Stato ingiusto rende complici dell’ingiustizia. Non cooperare significa smettere di essere complici.

2. VINCERE LA PAURA DEL PROPRIO CAMBIAMENTO INTERIORE
Per Gandhi la supremazia razziale in Sud Africa rispecchiava il sistema indiano delle caste. Nel 1927, in un discorso pubblico, dichiarò che il popolo indiano si macchiava dello stesso crimine dell’Impero discriminando i pariah, gli ‘intoccabili’. “Noi siamo i pariahs dell’impero britannico. Noi per primi, se vogliamo combattere l’ingiustizia, dobbiamo smettere di commettere ingiustizia.”

3.VINCERE LA PAURA DI SVEGLIARSI DA UNO STATO DI IPNOSI INDOTTO
In una lettera, da Tolstoy a Gandhi, datata 7 settembre 1910 si legge: “una compagnia commerciale ha reso schiave 200 milioni di persone. Non sono gli Inglesi che hanno reso schiavi gli Indiani, ma gli Indiani che si sono lasciati sottomettere."
Gandhi si spiegava questo paradosso con il fenomeno della ‘dipendenza appresa’. L’impero governava sì con la forza, ma soprattutto assicurandosi la cooperazione e rendendo la popolazione sempre più indifesa e dipendente. L’autorità era esercitata in modi sottili, attraverso l’indottrinamento, l’ipnotizzazione e il condizionamento mentale. “Abbiamo sviluppato una mentalità da schiavi”, fu la sua conclusione.
Gandhi fu molto colpito dalle parole di Tolstoy. Scriverà in Hind Swaraj, “Non sono gli Inglesi che hanno preso l’India; noi gliel’abbiamo data”.
Qualsiasi potere crolla se la popolazione smette di collaborare e di sostenere quel potere.

4.IL VERO SATYAGRAHI VINCE LA PAURA DI ESPORSI
“Nella disobbedienza civile ognuno è leader di se stesso. Il satyagrahi non cerca aiuto, può combattere da solo se è necessario.
“Una manciata di veri satyagrahi hanno il potere di portare l’India all’indipendenza, perché dietro di loro c’è il potere di quei milioni che rimangono in silenzio”.

Il messaggio di Gandhi e di Tolstoy è universale e senza tempo perché partorito da due menti risvegliate e libere dalla paura. Due coscienze mosse dall’amore per il prossimo, per la libertà, la giustizia e la dignità di ogni essere umano.
In ogni situazione di ingiustizia e in ogni contesto di oppressione dei quali siamo testimoni, quali paure ci incatenano all’accettare la violazione delle libertà e della dignità nostra e degli altri esseri umani?

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