IL RAPPORTO BIDERMAN DEL 1956 E IL COVID-19: SOLO COINCIDENZE?

3 years ago
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Si può piegare la volontà di un essere umano e indurlo a totale obbedienza e asservimento? Dalle sue ricerche sulle strategie di manipolazione psicologica dei prigionieri di guerra, Albert D. Biderman ha formulato la “Carta della coercizione”. Nell’analisi di tale strumento, appare da sottolineare l’analogia con le misure anti Covid-19 adottate in molti Paesi del mondo.

All’entrata nel 2021 voglio parlarvi del Rapporto Biderman.
È il 1956 quando lo psicologo Albert Biderman pubblica un modello, la Carta della coercizione, come strumento illustrante i metodi utilizzati sui prigionieri di guerra, al fine di ottenere il totale asservimento della volontà individuale alle richieste dei carcerieri. Le stesse strategie manipolatorie sono universalmente adottate in quei contesti dove l’obiettivo è piegare la volontà della persona attraverso un processo di disumanizzazione. Esempi eclatanti sono forniti anche dai contesti di violenza domestica e delle sette religiose.
Amnesty International, nel Report on torture del 1975, il Rapporto sulla tortura, prende ad esempio le ricerche di Biderman sui soldati americani sopravvissuti alla prigionia nei campi cinesi durante la guerra di Corea.
Ma quali sono, quindi, queste strategie che assicurano, a chi le perpetra, il totale controllo sulle proprie vittime?
Osservando la Carta della coercizione di Biderman, ne possiamo identificare sette. Sette strumenti che, ahimé, appaiono sempre più riguardarci da vicino, data la loro strana rassomiglianza con le misure anti Covid-19, che, letteralmente, stanno colorando la nostra vita da marzo 2020.
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