L’Arco di Trionfo - 20251107 - Pangea Grandangolo

26 days ago
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Duecentoundicesima puntata della trasmissione Pangea Grandangolo, la rassegna stampa internazionale di Byoblu, andata in onda sul canale tv Byoblu il 07/11/2025.
Per celebrare nel 2026 il 250° Anniversario della Dichiarazione di Indipendenza con la quale le Tredici Colonie da cui nacquero gli Stati Uniti si separarono dal Regno di Gran Bretagna il 4 luglio 1776, Trump sta progettando un Arco di Trionfo che costituirà a Washington la maggiore impronta architettonica che lui lascerà nella capitale degli Stati Uniti d’America. Allo stesso tempo, su sua direttiva, il Dipartimento del Tesoro progetta di emettere una moneta commemorativa da 1 dollaro con l'effigie del presidente Trump e il motto “In God We Trust” (“In Dio Confidiamo”). In effetti il programma della sua Amministrazione “Make America Great Again” (“Rendiamo l’America Di Nuovo Grande”) segue fondamentalmente il percorso storico che, sia sul piano interno che su quello internazionale, ha reso “l’America Grande”. Sul piano interno, gli atti dell’Amministrazione Trump sono chiaramente improntati al “suprematismo Bianco”. Lo confermano i fatti: il licenziamento dei funzionari governativi Neri (sono rimasti solo due su 98 con le più alte cariche nel personale della Amministrazione); la riforma del Programma di accoglienza dei rifugiati per dare la preferenza ai Bianchi, in particolare quelli sudafricani eredi della apartheid, che dichiarano di essere perseguitati; la spietata caccia e deportazione degli immigrati “irregolari”, quasi tutti provenienti da America Latina, Asia e Africa.
La reazione popolare che tale politica sta suscitando negli Stati Uniti viene sfruttata dai Democratici, che hanno vinto le elezioni dei Governatori in Virginia e nel New Jersey e quella del Sindaco di New York. Zohran Mamdani è divenuto il primo sindaco musulmano di New York, con un programma di rivendicazioni sociali ed economiche in gran parte analogo a quello che portò il Democratico Barack Obama (di origini afroamericane) alla Casa Bianca dal 2009 al 2017 con Joe Biden come vicepresidente. Tale programma rimase fondamentalmente sulla carta sul piano interno e, in politica estera, si rivelò esattamente il contrario di quello dichiarato da Obama, che era stato per questo insignito del Premio Nobel per la Pace.
Seguendo il percorso storico che ha reso “l’America Grande” sul piano internazionale, l’Amministrazione Trump punta sulla forza militare perché l’Occidente mantenga il predominio che sta perdendo e, all’interno dell’Occidente, siano gli Stati Uniti e dominare. Nel quadro di tale strategia, incentrata sul confronto anche nucleare con Russia e Cina, si inseriscono le operazioni militari in corso. Tra queste: il massiccio dispiegamento di forze e mezzi militari nei Caraibi contro il Venezuela, per riportare sotto dominio statunitense questo paese che possiede le maggiori riserve petrolifere del mondo; la preparazione di un intervento militare in Nigeria, con la motivazione di “proteggere i cristiani”, per riconquistare un’area, preziosa per le sue materie prime (petrolio, uranio, oro e altre) in cui Stati Uniti e Francia hanno dovuto arretrare sotto la spinta dei movimenti indipendentisti.
Nella stessa strategia rientra il tentativo dell’Amministrazione Trump di ottenere dalle Nazioni Unite un mandato di almeno due anni per l'invio di una “Forza internazionale di stabilizzazione” a Gaza, ufficialmente per “garantire, in collaborazione con Israele, il processo di smilitarizzazione, addestrare e sostenere il personale di polizia palestinese, proteggere i civili e garantire la sicurezza dei corridoi umanitari”. In tal modo gli Stati Uniti, dopo aver armato e sostenuto Israele in una serie di guerre in Medio Oriente, in una operazione analoga a quella dell’11 Settembre che nel 2001 motivò l’invasione dell’Afghanistan e la successiva invasione dell’Iraq, ora si presentano come pacificatori e stabilizzatori con il piano di Trump che, mentre prosegue il genocidio del popolo palestinese attuato da Israele sia a Gaza che in Cisgiordania, mira a impadronirsi di Gaza per trasformarla in una lussuosa “Riviera del Medio Oriente”.
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