NOTIZIE DAL MONDO l'intervista al massone Quirino Principe in cui disse di avere invocato il demonio Metatron e in cui dice di avere una libreria di libri di magia nera in cui lui abbia imparato ad andare in contatto con il demonio...

12 days ago
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https://en.wikipedia.org/wiki/Luciferianism https://it.wikipedia.org/wiki/Lucifero
Il luciferianesimo è un sistema di credenze che venera le caratteristiche essenziali che vengono apposte a Lucifero, il nome di varie figure mitologiche e religiose associate al pianeta Venere. La tradizione di solito venera Lucifero non come il Diavolo, ma come un distruttore, un guardiano, un liberatore,un portatore di luce o uno spirito guida verso le tenebre, o anche il vero dio. Secondo Ethan Doyle White nell'Encyclopædia Britannica, tra coloro che "si definivano satanisti o luciferini", alcuni insistono sul fatto che Lucifero sia un'entità separata da Satana, mentre altri sostengono "i due nomi come sinonimi dello stesso essere".
Nella Bibbia satanica di Anton LaVey, Lucifero è uno dei quattro principi ereditari dell'inferno, in particolare quello dell'Est, il "signore dell'aria", ed è descritto come il portatore della luce, della stella del mattino, dell'intellettualismo e dell'illuminazione
l titolo "signore dell'aria" si basa su Efesini 2:2, che usa l'espressione "principe della potestà dell'aria" per riferirsi a Satana.
La Fraternitas Saturni (lat.: "Fratellanza di Saturno") è un ordine magico tedesco, fondato nel 1926 da Eugen Grosche alias Gregor A. Gregorius e altri quattro. È uno dei più antichi gruppi magici in Germania
Secondo Stephen Flowers, la Fraternitas Saturni (FS) "è (o era) l'organizzazione più sfacciatamente luciferina nel moderno revival occulto occidentale"
L'Assembly of Light Bearers (ALB), precedentemente nota come la Chiesa Maggiore di Lucifero (GCoL), è un'organizzazione luciferina fondata da Michael W. Ford nel 2013.
https://en.wikipedia.org/wiki/Assembly_of_Light_Bearers
Nel 2014, i luciferiani hanno fondato un'organizzazione mondiale per i luciferiani di Houston, in Texas, nota come la Greater Church of Lucifer (GCoL) sotto la guida del fondatore della chiesa Jacob McKelvy, dei co-presidenti Michael W. Ford e Jeremy Crow, fondatore della Luciferian Research Society.Michael W. Ford e sua moglie hanno descritto la loro religione come "stregoneria luciferina".
Il Lucis Trust, precedentemente noto come Lucifer Publishing Company, è un'organizzazione di servizi senza scopo di lucro costituita negli Stati Uniti nel 1922 da Alice Bailey e suo marito Foster Bailey, per agire come trust fiduciario per la pubblicazione di ventiquattro libri di esoterici, occulti pubblicata sotto il nome di Alice Bailey, e per finanziare e amministrare attività riguardanti l'instaurazione di "giuste relazioni umane". Questi includono la Scuola Arcana, una scuola per l'addestramento esoterico, la Buona Volontà Mondiale, i Triangoli, una biblioteca di prestito, la rivista The Beacon, così come la casa editrice.
https://en.wikipedia.org/wiki/Lucis_Trust
Gli obiettivi del Lucis Trust, come dichiarato nel suo statuto, sono: "Incoraggiare lo studio della religione comparata, della filosofia, della scienza e dell'arte; incoraggiare ogni linea di pensiero tendente all'ampliamento delle simpatie e degli interessi umani e all'espansione della letteratura etica, religiosa ed educativa; assistere o impegnarsi in attività per il sollievo dalla sofferenza e per il miglioramento umano; e, in generale, a promuovere sforzi meritevoli per fini umanitari ed educativi".
La casa editrice del Lucis Trust è stata fondata nei primi anni '20 come Lucifer Publishing Company. Il nome è stato attribuito allo studio dei Bailey degli insegnamenti teosofici secondo cui Lucifero l'arcangelo portò l'intelligenza all'umanità. Il nome fu cambiato nel 1925 in Lucis Publishing Company. Ha sedi a New York City, Londra e Ginevra.
Il Trust è costituito in Gran Bretagna con il nome di "Lucis Trust Ltd.", in Svizzera come "Lucis Trust Association" e nei Paesi Bassi come "Lucis Trust Stichting".
Il Lucis Trust gestisce un blog, "World Goodwill", che si concentra sulla definizione di nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per l'umanità.
La Lucis Trust è un'associazione no-profit fondata dagli occultisti Alice e Foster Bailey nel 1921, da molto tempo facente parte del Consiglio Economico e Sociale dell'ONU e regolarmente rappresentata alle riunioni informative della direzione generale della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite.
Nata inizialmente come casa editrice con il nome di "Lucifer Publishing Company",come affermato nello stesso sito ufficiale di essa, la Lucis ha avuto una grande influenza sull'ONU, e un personaggio indubbiamente associato ad essa è il politico e filosofo belga Robert Muller, ex-Assistente del Segretario Generale delle Nazioni Unite e conosciuto per le sue idee riguardo alla necessità di instaurare un'unica religione e un unico governo mondiale.
https://en.wikipedia.org/wiki/Alice_Bailey#Lucis_Trust
Collegata alla Lucis è l'associazione "Tempio della Comprensione"(The Temple of Understanding), che gestisce la famosa "Sala della Meditazione", all'interno del palazzo di vetro dell'ONU.
Legata alla Lucis è anche la Scuola Arcana, il Great Bear Astrological Center, il Seven Ray Institute, l'associazione dei Triangoli e della Buona Volontà Mondiale, che dal 2002 è associata al Dipartimento per l'Informazione Pubblica delle Nazioni Unite, e nel 2000 ha fondato l'agenzia "Good News Agency".
Essenzialmente le idee propagandate dalla Lucis si fondano su un forte sincretismo spirituale e religioso, con venature massoniche ( lo stesso Foster Bailey,a quanto pare, era massone di 32º grado) e che risente di forti influenze dell'occultismo novecentesco.
https://www.rivelazioni.com/youtube/sala-meditazione-onu/
All'interno del Palazzo di Vetro dell'ONU è presente una Sala di Meditazione, gestita dal Tempio della Comprensione. Essa è costruita a forma di piramide tronca (simbolo illuminatista, N.d.R.), al centro vi è un altare di magnetite perfettamente lavorato ed è il più grande frammento naturale di magnetite mai estratto. Questo "altare" rappresenta un simbolomassonico, in riferimento alla pietra angolare del Tempio (l'obiettivo dei massoni è quello di edificare una società nuova, che in gergo massonico si definisce "Tempio dell'Umanità", N.d.R.). Sulla parete è presente un affresco, che a detta dei teosofi servirebbe a "donare energia agli uomini lì presenti per mettersi più facilmente in contatto con la verità esoterica". Pare che sia stilizzato un serpente dorato, simbolo di Lucifero e della Gnosi. In questa sala si sono raccolti in meditazione moltissimi politici, industriali, tra cui la famiglia Bush e Rockefeller, ma anche leader spirituali, come il Dalai Lama, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. E' interessante notare che le Nazioni Unite, i cui maggiori rappresentanti sono tutti o quasi esponenti massoni, non riconoscano ufficialmente nessuna religione, a parte la Società Teosofica di Helena Blavatsky
https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_Teosofica
La Camera di Meditazione, o stanza della quiete, e’ una saletta aperta al pubblico, sita in prossimita’ dell’ingresso al piano terra del palazzo di vetro. Per accedervi occorre oltrepassare una porta di cristallo sorvegliata da 2 poliziotti, percorrere quasi al buio circa 6 metri di corridoio e girare a dx dove inizia la stanza. La stanza e’ insonorizzata e si presenta priva di finestre, a forma di tronco di piramide adagiato su un fianco con la base minore occupata da un disegno composto da 22 triangoli. Il trapezio che costituisce il pavimento della Camera , a sua volta ha le seguenti misure; base maggiore lunghezza 6 mt, base minore lunghezza 3 mt e altezza 9 mt. Prolungando idealmente i due lati obliqui del trapezio oltre lo spazio dell’affresco, essi si incrociano a definire il vertice di un triangolo la cui altezza rispetto alla base, con semplice figurazione geometrica, si ricava essere 18 mt. Il numero 18 secono E. Levi rappresenta il dogma religioso che e’ tutto poesia e mistero.
Nel centro geometrico della stanza giace un blocco monolitico di magnetite perfettamente squadrato , dono del re di Svezia ad Hammarskjold , del peso di 6,5 tonnellate e dimensioni all’incirca di ; m 1,70×1,20×0,60. Si tratta di un grosso magnete naturale, che si appoggia su un basamento posto in contatto con la roccia della fondazione onde formare un corpo unico con la terra. La camera e’ illuminata debolmente per far si che risalti la luce di una sorgente luminosa nascosta che, dal soffitto, proietta un fascio di luce sulla superficie piana lavorata della pietra.
Ci sono 10 posti a sedere, il che richiama alla simbologia del 10 e alla tetractis pitagorica. Il 22 invece ci riporta ai 22 arcani maggiori.
https://it.wikipedia.org/wiki/Stanza_del_silenzio
La stanza del silenzio o stanza multifede è un locale da destinare alla preghiera, al raccoglimento o alla meditazione utilizzabile da tutti, credenti e atei, di qualsiasi credenza o religione, tutti insieme nel silenzio e nel rispetto reciproco.
Caratteristiche
Essendo un locale destinato a tutte le religioni non prevede la collocazione di alcun simbolo religioso o altri riferimenti a qualsiasi culto o fede. Non possono nemmeno essere apposti quadri o raffigurazioni di esseri viventi.
Possono essere previste zone per sedersi con sedie o panche e spazi per accovacciarsi per terra con parquet o tappeti. Possono altresì essere collocati arredi per custodire testi sacri o altro materiale utile alla meditazione e alla preghiera.
Storia
La prima stanza del silenzio al mondo è stata la “meditation room” nella sede dell’ONU a New York creata da Dag Hammarskjold, Segretario Generale delle Nazioni Unite dal 1953 al 1961.
In Italia la prima stanza del silenzio in un ospedale pubblico è stata inaugurata all'ospedale Molinette di Torino nel 2008
https://en.wikipedia.org/wiki/Temple_of_Understanding
Il Temple of Understanding è un'organizzazione interreligiosa di New York fondata nel 1960 da Juliet Hollister.
Nei suoi primi anni, l'organizzazione convocò grandi "Vertici Spirituali" a Calcutta (1968) e Ginevra (1970) riunendo leader religiosi e spirituali di diverse tradizioni per impegnarsi nel dialogo e affrontare i problemi dell'intolleranza, dell'ingiustizia e della persecuzione religiosa. Questa rete è stata sostenuta da un illustre gruppo di "Amici Fondatori" tra cui Eleanor Roosevelt, U Thant, Papa Giovanni XXIII e il XIV Dalai Lama, tra gli altri. Questi incontri includevano il Vertice Spirituale V (1975), la prima conferenza interreligiosa tenuta alle Nazioni Unite e la prima volta che una donna, Madre Teresa, rappresentava la Chiesa cattolica. Il TOU ha mantenuto una forte presenza presso le Nazioni Unite, partecipando a conferenze globali, organizzando workshop, conferenze ed eventi importanti, tra cui la celebrazione del 50° anniversario delle Nazioni Unite a New York (1995).
Nel 2008 il Tempio della Comprensione era diventato un'organizzazione leader nel movimento interreligioso.
Il Tempio della Comprensione afferma che la sua missione è quella di raggiungere la coesistenza pacifica tra individui, comunità e società attraverso l'educazione interreligiosa, con programmi che enfatizzano la conoscenza esperienziale e il dialogo come mezzo per collegare le persone attraverso uno spettro di comunità religiose per creare un mondo più giusto e pacifico. I suoi obiettivi dichiarati sono:
promuovere l'apprezzamento della diversità religiosa e culturale
espandere il discorso pubblico su religione e spiritualità
promuovere un cambiamento sociale costruttivo
Formazione continua per la cittadinanza globale
Il Tempio della Comprensione è un'organizzazione non governativa e senza scopo di lucro con status consultivo presso le Nazioni Unite (ECOSOC).
Le Nazioni Unite
Nel 1960, la TOU fu incoraggiata da Eleanor Roosevelt a diventare una ONG e ad abbracciare l'articolo 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che protegge la libertà di pensiero, coscienza e religione. Nel 2000 la Dichiarazione del Millennio, firmata da 189 Stati membri, ha identificato 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) da raggiungere entro il 2015. Il rappresentante della TOU presso le Nazioni Unite intreccia questi obiettivi in tutti i programmi dell'organizzazione presso le Nazioni Unite, oltre a sponsorizzare conferenze e seminari sulla libertà religiosa.
I Juliet Hollister Awards
Nel 1996 il Tempio della Comprensione ha istituito la cerimonia di premiazione di Juliet Hollister, chiamata così in onore della sua fondatrice. I premi vengono assegnati a persone che sono figure religiose che portano i valori interreligiosi nel luogo di culto dove i fedeli si riuniscono e figure laiche che promuovono una maggiore comprensione dei valori spirituali in settori come le arti, l'istruzione, i media, il governo, la scienza, la giustizia sociale, il diritto e l'ecologia.
I premiati del passato includono: Queen Noor, James Parks Morton, Sri Swami Satchidananda, Maestro Ravi Shankar, Henry Luce III, Mary Robinson, XIV Dalai Lama, Nelson Mandela, Dr. Wangari Maathai, Peter Max, Dr. Thomas Berry, Dr. Coleman Barks, Dr Suheil Bushrui, Cokie e Steven Roberts, Dr. Hans Kung, Pir Vilayat Inayat Khan, Suzan Johnson Cook, Thomas Keating, Majora Carter, Dr. Karan Singh, Chief Arvol Looking Horse, Venerabile Dr. Yifa e Daniel Pearl (accettato dal Dr. Judea Pearl), Karen Armstrong, il Principe El Hassan bin Talal, Bartholomew, Desmond M. Tutu, Rev. Dr. James A. Forbes, May Rihani, Rabbi Awraham Soetendorp, NYU Center for Spiritual Life Development Team (Chelsea Clinton, Imam Khalid Latif e Rabbi Yehuda Sarna).
Allenamenti
Il Tempio della Comprensione non ospita i servizi di alcuna religione. Sostiene l'importanza del rispetto per tutte le fedi.
Il Dialogo, l'Educazione e l'Azione Interreligiosa (IDEA)
L'Interfaith Dialogue, Education and Action Program (IDEA) è un programma di istruzione e sviluppo delle competenze di leadership per studenti di età compresa tra i 14 e i 19 anni.
La missione dichiarata di IDEA è quella di responsabilizzare ed educare i giovani dai 14 ai 19 anni provenienti da diversi background culturali per sviluppare capacità di leadership e pensiero critico, creare forti legami di amicizia tra gruppi etnici, culturali e religiosi ed entrare nell'apprendimento permanente. La speranza è quella di fornire ai giovani svantaggiati gli strumenti per rompere il ciclo della povertà.
L'esperienza interreligiosa
Nell'autunno del 2007, la TOU ha lanciato "The Interfaith Experience", un programma al Rubin Museum of Art che ha presentato artisti, pensatori e leader che hanno fornito le loro intuizioni sul ruolo della fede nel processo creativo e intellettuale. I presentatori della serie includevano l'attore Linus Roache, il venerabile Nicholas Vreeland, l'artista visionario Alex Grey, i Revs. Alan Lokos e Susanna Weiss, Ezgi Sorman, il dottor Kurt Johnson, Loch Kelly e il reverendo Masud Ibn Syedullah, TSSF.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Quirino_Principe
Quirino Principe (Gorizia, 19 novembre 1935) è un critico musicale, musicologo, traduttore, e saggista italiano.
Nel 1996 riceve dal Presidente della Repubblica d'Austria la Croce d'Onore di Prima Classe (Ehrenkreuz 1. Klasse) per meriti culturali e artistici (litteris et artibus). Nel 2005 gli sono stati assegnati il Premio Imola per la critica musicale e il Premio "Città di Gorizia" per avere reso illustre il nome di Gorizia nel mondo. Nel 2007 ha ricevuto il Premio della Regione Friuli - Venezia Giulia per l'intera sua attività culturale.
Dal 1992 scrive sul supplemento domenicale del giornale italiano Il Sole 24 Ore.
https://rumble.com/v6tl62d-chi-papa-leone-xiv-segretisimboli-e-scandali-del-nuovo-papa-documentario https://rumble.com/v42c90f-la-storia-dei-conclavi-delle-elezioni-papali-fatte-dal-collegio-cardinalizi
https://it.wikipedia.org/wiki/Conclave_del_2025 https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Leone_XIV nato Robert Francis Prevost; Chicago, 14 settembre 1955), dall'8 maggio 2025 è il 267º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 9º sovrano dello Stato della Città del Vaticano
Ministero episcopale e cardinalato
Il 3 novembre 2014 papa Francesco lo nomina amministratore apostolico di Chiclayo e vescovo titolare di Sufar.
Il 26 settembre 2015 il pontefice Papa Francesco lo nomina vescovo di quella sede.Come proprio motto episcopale sceglie la frase latina In Illo uno unum («In Lui unico [Cristo, siamo] uno»), pronunciata da sant'Agostino nel sermone Esposizione sul salmo 127.Nel maggio del 2017 compie la visita ad limina con papa Francesco in Città del Vaticano.
Il 15 aprile 2020 il papa Francesco lo nomina anche amministratore apostolico sede vacante di Callao,ufficio che ricopre fino al 26 maggio 2021. È membro della Congregazione per il clero dal 13 luglio 2019 e della Congregazione per i vescovi dal 21 novembre 2020.
Il 30 gennaio 2023 papa Francesco lo nomina prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l'America Latina, conferendogli in pari tempo il titolo di arcivescovo-vescovo emerito di Chiclayo; succede al cardinale Marc Ouellet, dimessosi per raggiunti limiti di età.
È stato anche membro dei dicasteri per la dottrina della fede, per le Chiese orientali, per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, per la cultura e l'educazione, e della sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari del Dicastero per l'evangelizzazione, dal 4 marzo 2023,del Dicastero per i testi legislativi, dal 14 giugno seguente,e della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano, dal 4 ottobre dello stesso anno.
Il 9 luglio 2023, al termine dell'Angelus, papa Francesco annuncia la sua creazione a cardinale e nel concistoro del 30 settembre seguente lo crea cardinale diacono di Santa Monica, diaconia di cui prende possesso il 28 gennaio 2024. Il 6 febbraio 2025 lo stesso papa ne stabilisce l'ingresso nell'ordine dei vescovi assegnandogli il titolo della sede suburbicaria di Albano,sede di cui aveva previsto di prendere possesso il 12 maggio seguente.
Il 21 aprile 2025 decade dai suoi incarichi curiali a seguito della morte di papa Francesco.
Elezione a sommo pontefice
Lo stesso argomento in dettaglio: Conclave del 2025.
Leone XIV saluta la folla dalla loggia della basilica di San Pietro in Vaticano nel giorno della sua elezione a papa, 8 maggio 2025
Il conclave iniziò il pomeriggio del 7 maggio 2025. L'elezione avvenne il pomeriggio del giorno dopo, al quarto scrutinio. Prevost assunse il nome di Leone XIV, in onore di papa Leone XIII.Diventò così il secondo papa originario del continente americano, dopo il suo predecessore Francesco,nonché il primo nella storia proveniente dagli Stati Uniti d'America e appartenente all'Ordine di Sant'Agostino di cui era stato priore generale.
Il 10 maggio vennero resi noti anche lo stemma papale e la firma del papa, come anche la foto ufficiale.Il motto vescovile e cardinalizio di Prevost, In Illo uno unum, resta invariato; papa Leone XIV divenne quindi il secondo papa, dopo il predecessore papa Francesco, a mantenere il motto nel proprio simbolo papale.
Lo stemma papale è sostanzialmente lo stesso stemma del periodo cardinalizio, ma armato con gli attributi della dignità papale. Esso è timbrato dalla mitra papale (si tratta del terzo papa ad utilizzarla al posto del triregno, ricordato nelle tre fasce d'oro), è accollato delle chiavi di San Pietro, e ha come scudo lo stemma cardinalizio.
Lo scudo è tagliato in due:
nel primo, al giglio d'argento in campo azzurro, simbolo e colore che sono un classico riferimento alla Beata Vergine Maria, oltre che richiamare l'alto dei cieli.
nel secondo, al cuore ardente e trafitto da una freccia posta in sbarra, il tutto di rosso e sostenuto da un libro al naturale, in campo bianco (reso in tonalità avorio nelle riproduzioni ufficiali). L'immagine è il simbolo dell'Ordine di Sant'Agostino: il cuore ardente richiama un passo de le Confessioni: «Sagittaveras tu cor meum charitate tua», («Hai ferito il mio cuore con il tuo amore»), mentre il libro richiama il suo importantissimo lavoro filosofico
https://rumble.com/v6t5uqv-papa-leone-xiv-robert-francis-prevost
https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei_papi La nobiltà pontificia (o nobiltà papale) è l'aristocrazia della Santa Sede. Alcuni titoli pontifici, oltre a singole onorificenze, sono stati concessi nel corso dei secoli dallo Stato Pontificio con a capo il papa in quanto sovrano dello Stato della Chiesa https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_Pontificio stessa cosa dal 1929 il Papa cattolico è il sovrano dello Stato clericale della città del Vaticano https://it.wikipedia.org/wiki/Citt%C3%A0_del_Vaticano Tra questi figuravano patrizi, principi,duchi,marchesi,conti,visconti e baroni che spesso erano al servizio della corte pontificia o dello stato pontificio.
La Profezia di Malachia (il cui titolo originale in latino è Prophetia Sancti Malachiae Archiepiscopi, de Summis Pontificibus) è un testo attribuito a san Malachia, arcivescovo di Armagh vissuto nel XII secolo, contenente 112 brevi motti in latino che descriverebbero i papi (compresi alcuni antipapi) a partire da Celestino II, eletto nel 1143.
Dopo i motti, al termine della profezia, è presente un testo in latino che prevederebbe, durante il pontificato di un certo Petrus Romanus la distruzione di UNA CITTà dai sette colli cioè Roma e il giudizio finale https://it.wikipedia.org/wiki/Profezia_di_Malachia
INTERVISTA INTEGRALE DEL 2 DICEMBRE 2024 DI ALFREDO DI PIETRO A QUIRINO PRINCIPE http://www.nonsoloaudiofili.com/IntervistaaQuirinoPrincipe/tabid/918/Default.aspx
Alfredo Di Pietro: Maestro, ringraziandola per l'intervista concessami, come prima domanda le chiederei come nasce il suo amore per la cultura e la musica.
Quirino Principe: Probabilmente è una disposizione innata, che hanno molti. Le persone che mi sono amiche, o di cui io sono amico, non poche, sono tutte nate con la disposizione passionale, in certi casi addirittura incontrollabile, maniacale per la musica. Questa è la più grande seduttrice che credo abbia luogo nel panorama cosmico, anche perché, e qui occorre cercare di motivare la mia sensazione, il cosmo cui ho fatto riferimento poco fa è fatto sostanzialmente di rapporti numerici. Tra le molte pieghe della mia curiosità, la quale risale probabilmente ai tempi del prenatale, do un posto di rilievo all'astronomia e alla cosmologia, quindi alla matematica. Sono profondamente irreligioso, nemico di tutte le religioni che sono comparse sul nostro pianeta e, forse, di qualsiasi altra, dovunque essa si trovi. Ma più che agnostico, del resto è una cosa che si sa in giro e non è da tenersi nascosta, mi dichiaro un fedele ammiratore e collaboratore di ciò che esiste veramente, mentre ho dei forti dubbi sull'esistenza dell'"altro", quello che si venera nei luoghi di culto. Sto parlando di Lucifero e io sono un cultore e aiutante del demonio, il disegno che presumibilmente ha questo, sulla cui esistenza non ho dubbi, mentre ne ho su quella dell'"altro", è perfettamente coerente con la passione per l'esattezza.
Sappiamo bene che spesso chi va a guastare, appellandosi all'esattezza, all'inequivocabilità e alla certezza di qualcosa, i disegni dei predicatori, dei salvatori, dei redentori, di chi promette meraviglie da qualche parte dell'esistente, viene considerato in genere come una specie di personaggio con odore di zolfo. In genere viene ritenuto una sorta di corruttore, di persuasore del peggio, chi fa notare come tutto ciò che è esistente porta il segno della sofferenza, del male. La storia umana, ma anche l'ordine cosmico, lo dimostrano. Chi guarda le fotografie del nuovissimo telescopio spaziale James Webb, che da due anni a questa parte ha spazzato via un po' il prestigio del vecchio e glorioso telescopio Kepler, si rende conto che c'è una terribile carica di male, di odio, di prevaricazione tra le galassie, queste enormi masse cosmiche di secondo, terzo o ennesimo grado. Io sono stato spinto da una specie di amore prenatale a venerare la figura di Lucifero così com'è presentata e raccontata da chi, invece, si è insediato all'interno delle fedi religiose, più o meno in modo ereticale, esoterico o infedele ma comunque partendo sempre dal principio che il creatore sia anche il depositario del bene. Probabilmente non esiste una creazione dal nulla, poiché questo concetto è profondamente contraddittorio.
Jorge Luis Borges alla fine di una sua bellissima poesia intitolata "Ajedrez" (scacchiera), si pone una domanda. I due giocatori di scacchi pensano di essere loro, con il libero arbitrio, a muovere i pezzi sulla scacchiera e non sanno che essi stessi sono pezzi posti su un'altra scacchiera, fatta di bianchi giorni e nere notti. "Dios mueve al jugador, y éste, la pieza. Qué dios detrás de Dios la trama empieza De polvo y tiempo y sueño y agonías? " (Dio muove il giocatore, e questi il pezzo. Che Dio dietro di Dio la trama inizia di tempo e sogno e polvere e agonie?). Una meravigliosa poesia in due tempi e due parti. Ossia, con molta grazia e molta gentilezza, come usava fare Borges, uomo di grandezza incommensurabile, la poesia dice che Dio regge i gesti, gli atti, le nostre volontà, per cui noi crediamo di avere libero arbitrio ma in realtà non lo abbiamo. Prima di terminare la poesia allora si chiede, negli ultimi due versi, chi sia a manovrare Dio, "Qué dios detrás de Dios" ha dato avvio a questa trama? A questo punto si apre una possibilità infinita, il "regressus ad infinitum" di cui parlavano gli scolastici. E allora quale Dio manovra Dio come una pedina? E quale altro Dio manovra questo Dio che manovra Dio come una pedina?
E così all'infinito. Questa è una prospettiva che ho accettato molto presto nella mia esistenza, a metà dell'adolescenza, a undici anni di età, quando ho detto ai miei genitori, madre credente, cattolica, e padre agnostico, miscredente ma alla fine aperto: "Guardate, mi avete fatto fare durante l'occupazione nazista, nel 1943-44, quella cosa che si chiama prima comunione, non fatemi fare la seconda. Adesso la guerra è finita, non c'è più il problema di nascondersi. Badiamo alle cose vere perchè io voglio andare alle scuole medie e saltare tutti gli anni che voglio." Ho scavalcato quattro anni di scuola, a quindici anni mi sono iscritto all'università. "Se per caso insistete a che io vada a confessarmi, in un momento in cui siete distratti, infilo la porta di casa, vado alla stazione centrale, salgo sul treno e non so cosa avverrà." Loro naturalmente cedettero. Che cosa invece mi dava la carica? Molto presto ho compreso che era il "furor matematicus", che fra l'altro mi animava anche l'amore sconfinato per la poesia, per la filosofia, per le bellezze naturali, i primi interessi per la femminilità, che in me sono arrivati quando avevo appena cinque anni. Avevo circa undici anni, quando è arrivata la musica ho capito che le altre strade da me sognate, e che mettevo sullo stesso piano, erano tre professioni.
La prima era il matematico, la seconda l'ufficiale di marina militare, io poi non so nuotare e quindi era anche un fatto estetico, e la terza quella del corridore ciclista. Cose dunque molto diverse tra loro. Naturalmente mi sono dato da fare; per quanto riguarda la marina ho iniziato a informarmi sulle navi da guerra, sui meccanismi, com'è fatto il motore. Nel ramo paterno la mia famiglia è stata composta tutta di medici: padre, nonno, bisnonno, mentre quello materno è invece un ramo tutto di musicisti, attori, attrici, pittori, anche un po' dilettanti per quanto riguarda il teatro, però bravi perché dalle mie parti le cose si fanno sempre con molta serietà. Io sono concittadino di un filosofo come Carlo Michelstaedter e questo la dice lunga. Quando vado a Gorizia a fare le mie lezioni, l'accademia per cui da quest'anno insegno è collocata in un grande palazzo ex nobiliare. A un certo punto ho compreso che la matematica, entrando attraverso quest'anonimato, quest'astrazione, conduceva alla musica. I primi richiami per l'interesse verso il sesso femminile cavalcavano sopra la musica. Ho realizzato che il mio desiderio di velocità in bicicletta dipendeva proprio da quest'ultima. Quando ci andavo mi veniva immediatamente nell'orecchio.
Come mai, mi chiedevo? Poi ho pensato che ciò che unificava la mia esistenza era proprio la musica. In seguito ho cominciato a sentir dire da tutti quanti come facessi a ricordarla così bene. Io ho una fortissima memoria naturale e quella musicale ne è una parte. Tuttavia ho anche compiuto un gesto che ha a che fare con quello che dicevo all'inizio. Voglio sperare che lei non prenda alla leggera quest'aspetto di me, cioè l'esoterismo e il legame con il demoniaco. Ho iniziato a leggere e studiare demonologia, magia nera, culti demoniaci molto presto, addirittura prima dell'adolescenza. Crescendo ho sempre continuato con quest'attitudine. È interessante ricordare che sono arrivato a Milano venendo dalla provincia più remota d'Italia, cioè il Venezia Giulia, quel brandello che era rimasto, precisamente da Gorizia. La casa dove sono nato nel 1935 è stata poi abbandonata, allora c'erano le bande di Tito che avevano occupato la città. Quando nel 1947 la Conferenza della pace di Parigi decise la sorte delle nostre città, stabilì che il confine tra l'Italia e la neorinata Iugoslavia sarebbe passato attraverso la nostra casa. Questa è una cattiveria dei francesi. Devo tuttavia dire che avevano ragione per il modo infame con cui Mussolini dichiarò guerra alla Francia, semplicemente per impaccarsi qualche briciola del bottino di Hitler, a costo di "qualche morto".
Il risultato è stato che poi ha dovuto cedere alcune città. In quel momento storico ho avuto contatti con personaggi cultori dello spiritismo, ma di uno spiritismo che andava verso la direzione del demonio. Allora mi sono legato a quel mondo infero e lì ho realizzato che la musica è fatta di una sostanza composta dalla felicità attraverso l'amore, l'eros. Per me l'inno nazionale non è né Fratelli d'Italia né God Save the King né il Götter Alte austriaco né il Deutschland, Deutschland über alles tedesco e nemmeno l'"Allons enfants de la Patrie" francese o altri. Conosco tutti gli inni nazionali e anche quelli locali, posseggo diversi volumi in merito con partitura e testo: è una mia mania. Ma per me l'inno supremo è il poema di Lucrezio De rerum natura, in particolare quel passo che parte dal verso 1010 e termina al verso 1080, dove l'autore descrive il congiungimento carnale tra la donna e l'uomo. Un testo che tutti i bambini dovrebbero leggere appena hanno l'uso di ragione, una delle cose sublimi, supreme in letteratura. Questo è un atteggiamento che ripulisce tutto dalla sporcizia. Per i ragazzi adolescenti l'incontro con la sessualità è sempre sporco, volgare, poi magari cambia ma in quel momento è disgustoso. Io sono riuscito a passare attraverso tutto questo, da persona normale a innamorarmi e sposarmi, grazie proprio a questo mutamento di campo.
Rifiuto un'educazione cristiana cattolica, religiosa nella sostanza, e aborro le tre religioni, che poi sono le uniche sul pianeta, essendo le altre non tali ma culti o invenzioni. Il buddismo, per esempio, non è una religione ma una filosofia ateo/nichilista, l'induismo una mitologia o mitografia. Le stesse caratteristiche di mutevolezza e di aleatorietà le hanno i miti ellenici e romani, che sono belli, così come il libro del Ramayana. I testi della Bibbia, sia l'Antico che il Nuovo Testamento, non incontrano la mia benevolenza. Malgrado questo c'è in me una fame inestinguibile di sapere per cui io, innamoratissimo dell'idea di conoscere il maggior numero possibile di lingue, quando facevo l'università, proprio dal primo anno, quando avevo quindici, sedici anni, sono venuto in possesso di una grammatica ebraica e di una vecchissima edizione, fatta a Londra nel 1720, di una Bibbia in ebraico. Allora ho imparato l'ebraico, mentre adesso sto studiando il pracrito, che è una lingua intermedia tra il sanscrito e il nulla. Il sanscrito l'ho studiato bene e attentamente in questi anni. All'inizio del matrimonio mi spostai a Milano, non perchè lì volessi trovare un posto di lavoro, poiché già insegnavo dalle mie parti, ma semplicemente perchè avevo conosciuto una ragazza che risiedeva a Milano.
Era la figlia del direttore dell'ospedale militare, il generale Giuseppe Poccia, un uomo simpatico, a differenza di mia suocera. Dunque conobbi questa signorina, in quel momento insegnavo al Liceo Classico di Belluno come supplente, ero giovanissimo, diciannovenne quando mi laureai. Lei aveva qualche anno più di me, era bellissima, bionda, nessuno avrebbe detto che fosse calabrese, nata in una di quelle famiglie di tipo normanno. Io invece sono nordico, ma sono piccolo. Il nostro matrimonio è stato d'indicibile amore, felicità e fedeltà. Per seguire lei abbandonai questo "buen retiro" di Belluno, dove nessuno prendeva la mia cattedretta. Un posto delizioso e una classe meravigliosa, una sola sezione di studenti e studentesse adorabili, erano giovani come me, anzi lo ero più di molti di loro. Conservo tutt'ora dei rapporti stretti con questi miei primi allievi, prolungato nel corso di tutti questi anni, ho mantenuti i contatti con tutti, prima di liceo e poi di università. So i nomi di tutti e questo si lega a quello che a un certo punto ho fatto. Attraverso i miei libri di magia nera, che conservo tutti in alto nella libreria, inaccessibili in uno scaffale laterale perchè nessuno deve toccarli, c'è l'indicazione di come venire a contatto con il demonio. Ho quindi imparato come si fa.
Nella notte indimenticabile tra il trentuno ottobre e il primo novembre, i cretini americanizzati la chiamano Halloween ma in realtà si chiama "Walpurgisnacht", la Notte di Valpurga, del 1971, data per me memorabile, è avvenuto un qualcosa di molto importante. Sul davanzale della finestra del mio piccolo studio, che si raggiunge girata una fila di libri (me la indica), preparai una specie di altare infernale e ubbidii alle richieste, alle esigenze per entrare in contatto con il demonio che erano indicate. Un testo lo posso nominare, è il più terrificante e si chiama "Turba philosophorum". La lingua latina applicata a questa materia infernale suona terribilmente sinistra, ancor più dell'ebraico, del greco, dell'arabo. Diventa da brivido, da pelle d'oca. Per tutta la notte fui sveglio, inginocchiato dinanzi a una statua fatta di un materiale comune, il DAS, che si secca indurendo subito. Io ho un modo da dilettante, ma mi hanno sempre detto che sono bravo, di dipingere e scolpire, lo pratico sin da bambino e mi piace molto farlo. Ho realizzato dunque questa statua a regola d'arte. In un famoso libro di magia nera, che si è costituito tra la fine della filosofia pagana e il Concilio di Trento, in un migliaio di anni di tempo, ci sono delle prescrizioni su come fabbricarsi la statua.
Bisogna scegliere un demone che si trova effigiato in un famoso "Dictionnaire Infernal" di Jacques Auguste Simon Collin de Plancy, non ha altri cognomi (sorride). Io ne ho scelto uno, il più terrificante, Metratron, una parola greca deformata che significa al di là della potenza, da "meta" e "tron". Il nome corretto è Metatron e non Metratron; quest'errore è codificato dalle pergamene medievali e soprattutto rinascimentali. Nella cerimonia c'era l'atto di dedizione, di abiura da qualsiasi religione positiva, ma io non avevo mai accettato la religione cristiana, e poi l'accettazione di questo legame profondo. C'è una precisa procedura da seguire, che è molto simile a quella di una qualsiasi ritualità. Che cosa ho chiesto? Alla fine come nelle favole, dei testi che dicono profonde verità, le quali sono molto più vere di certa storiografia, ci sono i tre desideri. Anche nelle fiabe di Le mille e una notte si racconta della lampada di Aladino e del genio che è dentro di essa, in cui viene chiesto di esprimere tre desideri. Ne avevo quindi isolati tre. Vorrei fosse chiaro che non sto scherzando ma sto parlando di cose reali che hanno dominato tutta la mia vita e sono documentate negli effetti.
Alla fin fine, dopo un linguaggio agghiacciante, serpeggiante, un po' in latino e un po' con qualche parola araba ed ebraica, si arriva al punto in cui si trova detto in parole più semplici, in termini di fiaba, "scegli fra questi tre doni", non tutti e tre insieme ma uno tra loro. Primo: enorme ricchezza, benessere, potere, il mito di re Mida. Secondo: il sesso. Allora mi stupivo di questa storia, sembrandomi poco seria, poi però ho capito che tale termine è inteso correttamente in questi testi come l'eros nella sua totalità. Ci può essere anche l'abbandono alla natura, la preghiera per farmi diventare natura, uno sciogliersi in acqua, per esempio, o diventare una sola cosa con il cosmo. Questo poteva anche interessarmi però c'era sempre la questione della sessualità, e quindi qualcosa che la faciliti, che a me non piaceva poiché volevo fare degli incontri che fossero tosti, cioè di difficoltà di grado superiore per mettermi alla prova. Mia moglie mi ha fatto penare tre anni prima di darmi del tu, non mi voleva, assolutamente. Sa, una sofferenza terribile che mi portava a piangere. Poi le faccio vedere una fotografia di mia moglie il giorno del matrimonio e lei capirà il perché di questo mio invasamento, che tutti quanti hanno compreso.
In quel momento ero coniugato da otto anni, dunque eravamo nel 1971, essendomi sposato nel 1963. Pensavo fosse inutile chiedere tale cosa in quanto avevo già avuta la felicità coniugale, ma anche quella tra due esseri che in sostanza prescindono da tutto il resto e si considerano soli nell'universo. Questo è il momento supremo del legame di Eros. La terza cosa che era possibile chiedere era un'improvvisa accensione, inestinguibile poi nel corso della vita, della memoria. L'insegnamento per molti è un ripiego, io sono laureato in filosofia in prima istanza, poi in lettere antiche, ho fatto in seguito tanti corsi di musicologia applicata e speciale. Tutte cose specialissime, tuttavia sono partito da una laurea in filosofia, la più logica per me. Vedevo, a mano a mano che andavo avanti, che era necessario conoscere i testi, come si fa a entrare nelle "summe" di Tommaso d'Aquino, nei Dialoghi di Platone, nelle Enneadi di Plotino? C'è un'immensità fluviale di libri, anche latini classici, non molta filosofia, c'è Seneca naturalmente. A me la filosofia morale interessa molto meno, al contrario della gnoseologia. Mi sono poi imbattuto in Lucrezio, di cui conoscevo la grandezza per averla accertata sui manuali di letteratura, ma di fronte al testo reale sono stato fulminato, quindi mi sono lasciato guidare da lui e, per farlo, ho iniziato a esercitare la memoria che mi doveva essere stata concessa dalla mia opzione la notte tra il trentuno ottobre e il primo novembre del 1971.
"Vediamo se funziona", mi sono detto. Ho atteso prima di sperimentare, constatando poi che andava benissimo. Ho visto che mi bastava dare uno sguardo e i testi, le musiche che ascoltavo, le persone che dicevano certe cose, le notizie che trovavo nei testi di storia, o anche nei quotidiani, s'imprimevano indelebilmente nella mia mente. Per avere più che altro un supporto estetico, ho iniziato a creare dei miei libricini che volevano essere un'antologia delle cose più belle che io conoscessi in campo poetico, filosofico, musicale e altro. Mi sono accorto che c'era quasi una mano invisibile che scriveva per me (mi mostra due quadernetti, con la copertina finemente intarsiata, con grande cautela mi consente di prenderli in mano). Qui ce n'è uno che è finito, con le pagine tutte occupate, e questo è come il libro mastro. Dovunque vada a far lezione e quale che sia il suo oggetto, dandone io non solo di letteratura ma anche di musica, musicologia e altre materie, mi porto sempre dietro questo manualetto. Tutti questi testi li avevo letti una sola volta, poi li ho scritti a mano a memoria, poi naturalmente controllando, e non ho trovato un solo errore. La mia memoria è ormai inestinguibile, in due settimane ho memorizzato l'intera Divina Commedia e, infatti, sto facendo da sei anni la Lectura Dantis integrale nella sede della Casa editrice Jaca Book, diventata la mia prediletta e stampatrice dei miei libri.
Già conoscevo tanti di quei canti danteschi perché ne ero innamorato. Quando a scuola, all'università in particolare, ho dato gli esami, non è che sapessi a memoria tutto il poema, ma dal momento in cui ho deciso di fare il rituale demoniaco, l'ho memorizzato integralmente. Mi sembra inequivocabile che esista un rapporto tra questo, con le sue opzioni, con quel tipo di libri, di scelte, di credenze, e questa mia capacità che sorprende tutti. Conosco a memoria tutto il De rerum natura. Dell'Odissea e dell'Iliade basta che io scelga il libro e ho tutto presente, non è uno scherzo farlo in greco, anche nel libricino che le ho mostrato ci sono poesie greche, anche di autori moderni. Si trovano nelle librerie Feltrinelli.
ADP: Devono essere preziosi per lei questi manualetti...
QP: Questi? Non hanno prezzo. In essi ho anche un po' esercitato il mio gusto per la miniatura, questi (me li indica) sono versi del Trovatore, quell'Arnaut Daniel modello di Dante nelle Rime petrose. In altri di questi libricini ci sono molte piccole miniature. Quest'altro è il mio prediletto subito dopo quello che abbiamo davanti, lo porto in giro perché mi è utilissimo, scritto per metà, anzi devo fare il possibile perché ci stia dentro tutto quello che ho in mente. Insomma, sono come la moltiplicazione dei pani e dei pesci, approfittando della mia capacità di condensare tutto. Questo (me ne mostra un altro) contiene invece nozioni, importanti notizie matematiche, astronomiche, citazioni di testi memorabili, aforismi e poi pure delle indicazioni storiche preziose che nessuno conosce. Può anche dare un'occhiata se vuole.
ADP: Ci sono anche delle formule matematiche, la Successione di Fibonacci.
QP: Questo mi serve per fare lezione.
ADP: Vedo scritta la proporzione divina, che viene utilizzata anche nella progettazione dei mobili dei diffusori acustici. Vedendo questi suoi scritti comprendo anche il suo intelletto, così prezioso, così meticolosamente particolareggiato.
QP: Si. Quando preparo i miei allievi, i quali all'inizio sono un po' stupefatti, avendo per cominciare soltanto quaranta ore di lezione, non poche in assoluto ma risicate rispetto al mio progetto, devo prendere delle cantanti, dei cantanti, musicologi in erba, direttori d'orchestra nascenti. La loro età va dai venticinque ai quarant'anni. È mio desiderio trasformarli da una tribù un po' sparsa di persone che non si conoscono, perché vengono da tutte le parti del mondo, metà sono italiani ma l'altra metà vengono dal Ghana, dall'Australia, Brasile, Lettonia, Mongolia Esterna e altri Paesi, in un gruppo ben affiatato. Voglio che diventino un nucleo privilegiato, che sappiano tutto. Lunedì prossimo parto per il mio terzo turno, porterò dei DVD per far vedere delle opere. Queste persone vogliono fare i musicologi, hanno poca esperienza, le cose che hanno fatto, avendo avuto delle parti anche come cantanti, non consentono loro di sostentarsi, non è così che si può vivere. Quindi li ho "traumatizzati" perché ho iniziato con la nascita del melodramma, dicendogli di cercare di ricordare queste nozioni, molto utili anche se io non riuscissi a parlargli di nessun'altra opera, ciò che non è poichè tra pochi giorni vado lì con un bel programma di canti e titoli d'opera da far ascoltare.
Mi sono rimaste ancora dodici ore di lezione, un numero in cui se uno non perde tempo riesce a dare un'idea di almeno sei opere importanti. Si può comunque tagliare qualcosa, antologizzare un po' l'argomento. Voglio che loro sappiano tutto, ma in che senso si può chiedermi? Nell'unico possibile: tutto. Tutto quello che c'è da sapere lo devono sapere: titolo dell'opera, titolo reale, i titoli sbagliati, anche questo è cultura, chi ha dato i titoli sbagliati, a chi è dedicata quest'opera, perché a un certo punto l'autore ha cambiato la dedica, qual è la lingua originale. Se si tratta della Rusalka di Dvořák come si fa? S'impara il ceco! Non occorre parlare del ceco per far svenire le persone, basta dire Wagner e s'impara il tedesco. Lo sapete il tedesco? No. E allora non potete fare i musicologi. Si può imparare dormendo al massimo mezz'ora ogni ventiquattro ore, come ho fatto io. Mica sono morto no? Se non avessi avuto quest'incidente salterei come facevo una volta su per i monti. Quando sono seduto non penso di dare l'impressione di essere un moribondo.
ADP: Assolutamente no, ha un'intelletto vivacissimo! Io di fronte a lei mi sento un celenterato.
QP: Per carità, non esiste questa situazione, si tratta semplicemente di fabbricarsi e penso che lei si sia costruito molto bene, come credo che altri non lo abbiano fatto. Mio figlio si è fabbricato bene, mia figlia non le dico, ma chi lo ha fatto meglio di tutti è mia nipote, che ha trent'anni, della quale può vedere tanti video su YouTube. Si chiama Costanza, che è il nome di mia moglie, mentre il cognome è il mio. Suona il pianoforte, ha recentemente pubblicato un primo disco e ora ne sta preparando degli altri. Le ho insegnato un po' il "patto" di cui abbiamo parlato, infatti stupisce tutti. Le dicono di preparare una data cosa di Šostakovič, per esempio, anticipandole che è difficile, ma lei la prova una volta sola e la sa perfettamente. È evidente che non sia una facoltà rientrante nella normalità. Tra me e lei, scavalcando mio figlio, una generazione quindi, c'è una specie di accordo segreto, qualcosa di non naturale. Tutto questo per dirle quale è il motore, quale il carburante di tutta questa sfrenata mia velleità. Io ho modo per tutte le date di conoscere il giorno della settimana e questo manda in bestia tutti quanti.
Una volta mi ha scritto una collega che insegna all'Università di Torino dicendomi: "Caro Quirino, da tempo volevo scriverti perché ti confesso che io, ma anche tutti i miei colleghi qui all'università, quando leggiamo i tuoi articoli sul Sole 24 ore o i tuoi libri siamo tutti stufi di questa tua ridicola mania di mettere sempre il giorno della settimana dove c'è una data. Mi verrebbe voglia di domandarti come fai a saperlo, quindi te lo inventi. E comunque anche se non te lo inventi è una cosa inutile, non serve a niente. Cerca di correggerti perché stai diventando antipatico a tutti." Cosa che invece non succede poiché ai miei allievi sono simpatico. Allora io risposi dicendole: "Carissima, mi spiace che tu abbia questa sensazione, io ho le mie fonti." In effetti sono munito di libri che loro non conoscono, di testi di cronologia, le effemeridi precise, inderogabili perché la cronologia è una scienza esatta come la matematica, non opzionale come la giurisprudenza. Poi ho aggiunto: "Mi rincresce che tu dica di aver stufato tutti con questa mia mania, mi spiace. Mi domandavi perché lo faccia, affermando che con questa mania di mettere tutti i giorni della settimana ho annoiato tutti. Ti rispondo subito dicendoti che questo è esattamente il mio scopo."
ADP: Ricordo che nella sua Lectio Magistralis sulle Variazioni Goldberg di J.S. Bach, intitolata "Chi doveva essere pagato", lei citava i calendari giuliano e gregoriano.
QP: Per me è un cavallo di battaglia. Quasi nessuno sa più queste cose, soltanto le persone attente, con qualche guizzo maniacale se ne interessano. Penso che lei, nelle sue zone segrete, abbia questi guizzi maniacali.
ADP: Si, ci ha preso maestro. Lei è un uomo di grande intuito.
ADP: Una sua affermazione, rilasciata durante un'intervista, mi ha molto colpito. Lei ha detto che "Tanto più un musicologo è grande tanto più marcata è la croce del suo fallimento." Vorrei dunque toccare l'argomento della critica musicale domandandole che ruolo a suo parere rivesta nell'attuale panorama culturale.
QP: Ne penso molto male. Se lei prende, poniamo, un testo classico come la raccolta delle recensioni di Schumann, che in Italia è stata pubblicata in un bellissimo libro einaudiano già alla fine degli anni quaranta, oppure se si leggono i suoi Diari, di cui ho tradotto tre annate per una casa editrice torinese, si può arrivare a determinate conclusioni. Avendo io guardato da vicino, possedendo l'edizione tedesca originale di questi Diari di Schumann e di Clara, una lettura meravigliosa, ho visto come Schumann dà proprio una lezione di concretezza. In questi a un certo punto si dice: "Nella terza battuta del secondo tempo c'è un particolare, questo provoca inevitabilmente un effetto psicologico", cioè ricostruisce con umiltà assoluta l'iter del passaggio da una sensazione, una "αισθησις" a una "αισθητική", poiché estetica deriva dal termine greco αισθησις, come lei certamente sapeva. È una cosa che colpisce il nostro corpo, poiché l'orecchio è parte di esso, e dopo si trasfigura. Se io, per esempio, devo spiegare il finale del primo atto di Otello, quel meraviglioso duetto (si siede al pianoforte), arrivati alla fine "Un bacio... ancora un bacio", il canto diventa una linea piatta, siamo nella tonalità di mi maggiore e questo manda in estasi le signore quando ascoltano.
Otello canta "Già la pleiade ardente al mar discende" e Desdemona replica, sempre in mi maggiore: "Tarda è la notte". Nel momento in cui lei dice il "te" della parola notte c'è una modulazione formidabile, il passaggio da mi maggiore, la triade mi/sol diesis/si, con un piccolissimo spostamento arriva al re bemolle maggiore, in cui cambia il colore, come se un rosa invadesse l'orizzonte. Lei lo sa che io non ho trovato questa semplice osservazione tecnica in nessuna delle grandi monografie su Verdi, lì si parla soltanto di sensazioni. Ma spiegami perchè dà quest'effetto! Sarà di aiuto anche ai giovani compositori, per esempio. La critica musicale dev'essere una lezione, non una generica affermazione del tipo "Oh, com'è bello!" Devo dire che ormai si sta perdendo il senso dell'amore per la precisione. Ci sono recensioni di certe persone che usano un linguaggio di filosofia della musica, essendo gli scriventi dei babbei che conoscono soltanto il Rock e il Rap. Sono abbonato a una bellissima rivista settimanale, ma quando si arriva alla pagina di musica c'è il crollo perché in Italia non s'insegna la musica se non nei conservatori, mentre in altri Paesi s'insegna nella scuola. Quindi si è abituati. Nella Repubblica Ceca ci sono dei bambini delle elementari che mettono in scena degli spettacoli con musica composta da loro.
Suonano gli strumenti. Una scrittrice e traduttrice è stata purtroppo inclusa nella redazione di questo settimanale, che è debole per quanto riguarda la musica, in qualità di critico musicale. Non le dico la banalità di certe affermazioni, tipo "E a questo punto la musica parte per la tangente". Ma cosa vuol dire parte per la tangente? Allora spiega cos'è la tangente!
ADP: Sono quei paroloni che fanno scena e magari non si sa nemmeno cosa vogliano dire.
QP: Ma il bello è questo. Una rubrica di critica musicale di questa bellissima rivista è così concepita: in due pagine affrontate si parla di tre o quattro cosiddetti album di qualche complesso Rock. Poi alla fine, per decenza, troviamo una recensione a qualche composizione invece di musica alta, anche di autori antichi, una nuova orchestrazione e così via. Ma lì si potrebbe, data la sostanza, dire qualcosa di tecnico, che ci dia veramente un senso spaziale e temporale. Noi siamo fatti di spazio e tempo e dunque per noi la musica rappresenta la suprema esperienza del nostro muoverci in quelle due realtà. Invece niente, parole, parole ideologiche come "Il sistema ha lavorato contro", e poi la frase s'interrompe. Parlando di una Partita di Pierre Boulez: "Nella quinta battuta, finalmente nomina una battuta, avviene l'incredibile, il sistema ha lavorato contro." Cioè il nulla. Si continua dunque così, questa persona si prende magari un cospicuo emolumento. Anche io facevo critica su Il Sole 24 Ore, e spero di farla ancora, però dicevo esattamente quello che succede, così come nel caso di questo passo dall'Otello spiegavo perché c'è questo lampo di luce, questa modulazione che non ci si aspetta.
ADP: Per inciso, quando lei ha suonato quegli accordi in basso, sulle note gravi del pianoforte, ho avvertito la sensazione di uno sprofondare della coscienza.
QP: Certo. Lì c'è lo sprofondare e poi si verifica la risalita. Questo bisogna non solo dire ma spiegare tecnicamente come avviene. Adesso sto preparando un testo che dovrebbe essere quello introduttivo a una serie di atti da un convegno riguardante il momento che la musica sta attraversando oggi, s'intende quella che io chiamo forte. Qualcuno la chiama Classica ma non va bene perché è un non senso, Alfredo Casella e Richard Wagner non ne fanno parte, è un aggettivo fuorviante. La musica Classica è un breve periodo tra il 1750 e il 1790, più o meno perché già l'ultimo Mozart non lo è. Devo dunque scrivere un'introduzione che tocchi tutti i punti che oggi un critico musicale o abborda o colpevolmente evita. Prima c'è una distinzione precisa per quanto riguarda la critica musicale. Il prefattore di un libro che parli di un compositore e scriva in sostanza la sua biografia, che è pure un'eccellente idea, non fa critica musicale ma stila la vita di un signore qualsiasi che per caso faceva il musicista. Si può magari leggere che il nazismo cacciò in esilio tutti i musicisti espressionisti insieme con i poeti, Bertolt Brecht, Kurt Weill, la cosiddetta musica degenerata. Ma questa non è critica musicale, è storiografia.
È ora di finirla perché quella propriamente detta è un giudizio musicale emesso da una persona che conosce la musica tecnicamente, altrimenti non ha senso, su musiche composte da altri musicisti. Non vedo come uno privo di conoscenza della musica possa fare della critica musicale. Con tutta la mia ammirazione per i pittori, scultori, non mi sognerei mai di avere la faccia tosta di scrivere sulla rivista di cui sono redattore un testo di critica d'arte, anche se so che ne sarei capace. Qualche volta l'ho fatto perché erano cose un po' particolari, molto legate a certi fatti musicali. Per esempio l'arte di Paul Klee a proposito dei Quadri da un'esposizione di Musorgskij, lì va bene perché s'intende istituire questo rapporto, allora cerco di non dire bestialità rispetto alla mia competenza in campo pittorico. Direi che la critica musicale è un'attività che ha bisogno di essere sostenuta dalla conoscenza della musica. Ricordo di un anno in cui mi trovavo a Macerata per l'Opera Festival, lì ho conosciuto un tale, un critico musicale di un importante quotidiano romano.
Ebbene, mi fu detto da una signorina che era lì come giornalista, una persona pugliese di famiglia povera, che lei aveva speso un bel po' di denaro per iscriversi a un corso post universitario tenuto da tale critico, il quale partiva da alcuni dogmi: "Allora sia chiaro, primo, un critico musicale non ha bisogno di conoscere la musica! Anzi, è meglio che non la conosca. Annotatevelo!" I ragazzi, di fronte alla perentorietà di quest'uomo da loro invidiato perché ci guadagnava, era ben vestito e aveva una bella automobile, tutto azzimato, si erano convinti che evidentemente aveva ragione lui. Sono usciti allora dal corso spargendo questo verbo. La critica musicale oggi secondo me è insopportabile, occorre una rigenerazione della conoscenza elementare della musica. In Italia questo non è possibile in quanto c'è la dicotomia: chi conosce un po' il linguaggio critico, lo mastica più o meno bene, è uno scrittore, un professore di università, ma di solito non conosce la musica. C'è un noto scrittore, per esempio, considerato da alcuni un genio immortale, il quale non conosce nulla di musica, ma ha la predilezione per dare giudizi su questa dicendo: "La musica di diversa ispirazione, per esempio il Rock, il Rap, la Classica."
Dov'è la Classica oggi? Non ci può essere perché la nostra epoca non riposa sul concetto di classico ma su quello di critico, nel senso che è entrata in crisi. Viviamo in un tempo di smarrimento in cui il cambiamento è continuo, senza poter contare su un appiglio, su un punto fermo. Il famoso libro di Stefan Zweig, l'ultimo che scrisse prima di andare in esilio, parte proprio dalla descrizione di quella che era la cultura dell'Austria imperiale antecedente alla Prima Guerra Mondiale. Una cultura vivace, l'unica cosa è che oggi si sapeva quel che succede domani e che domani si saprà ciò che succederà dopodomani. Tale è la continuità di una cultura che ha delle ragioni forti.Ma una volta che perde le ragioni forti, le mette in dubbio,non c'è niente di male perché può essere un fenomeno che vivifica,che smuove, dobbiamo riconoscerla come tale e dire che non abbiamo categorie universali,di cui il libro di Spengler "Der Untergang des Abendlandes",Il tramonto dell'Occidente, che lei prima stava riconoscendo nei miei quadernini, parla.La decadenza dell'Occidente e la grande ragione di questa decadenza sta nel venir meno di giudizi universalmente condivisibili. Sarebbero anche tali ma la vanità, la presunzione di qualcuno fa sì che venga criticata la loro condivisibilità.
Questo per evitare che un errore da me commesso sia giudicato uno sbaglio d'ignoranza.No,ho semplicemente messo in crisi certe regole.Un matematico che ragioni così non è un grande matematico e lì si scoprono gli altarini. L'inglese-canadese anglofono Andrew Wiles disse nel 1981 di avere la soluzione del plurisecolare secondo teorema di Fermat.Cosa dice questo teorema? Che x elevato alla potenza "n" più y elevato alla potenza "n" può avere come equivalente un numero intero non decimale,cioè un numero solido,soltanto se l'esponente di potenza è pari a due. Questo significa che x alla terza più y alla terza non avrà mai come soluzione all'equazione un numero finito non decimale, non periodico o addirittura irrazionale non periodico, come per esempio il "π" o anche la radice quadrata di due.A tale proposito non so quanti musicologi oggi o quanti insegnanti di musica siano consapevoli della dicotomia tra la cultura filosofica,storiografica,anche matematica,e quella musicale.Quando la radice quadrata di due,questo terribile numero irrazionale che come lei sa,dicono i greci,venne a conoscenza dei pitagorici nel quinto secolo avanti Cristo, questi inorridirono perché era la prima volta che nella cultura occidentale del mondo greco, e probabilmente nella cultura "tout court" planetaria,veniva a galla un numero irrazionale,che per giunta riguardava un rapporto tra cose ovvie.
Noi sappiamo (siede al pianoforte) che il numero reale delle vibrazioni, in un pianoforte ben accordato con un buon diapason, del do centrale (abbassa il tasto relativo sullo strumento) è di 256 al minuto secondo, e che il do all'ottava presenta il doppio delle vibrazioni, cioè 512 e, a seguire, 1024 e 2048.A scendere troviamo la metà, che è 128, poi 64 e 32 Hertz. In mezzo che cosa c'è? Un rapporto di numeri irrazionali. Noi poi, per semplificare, questo 256 Hz lo possiamo equiparare a 1 e vedere tutti gli altri "do" in proporzione a 1.Allora quello a 512 Hz diventa 2 e così via.Qual è invece il numero di vibrazioni al minuto secondo di ognuno dei dodici suoni che formano una scala?Sono tutti numeri irrazionali (mi mostra una tabella scritta in un suo quadernino).I rapporti sono costanti e ogni semitono corrisponde a un aumento del 5,9% della frequenza del suono precedente,sulla base della radice dodicesima di due,cioè 1,0594.Si arriva così al fa diesis,il cui rapporto è di 1,41421, vale a dire la radice quadrata di 2. È meraviglioso.Qual è il rapporto tra la diagonale e il lato del quadrato? Sempre la radice quadrata di 2.Questo vuol dire che le cose di cui sono fatte le forme del mondo corrispondono a misure che troviamo nella musica e che questa è la depositaria di tutte le forme.
La successione di Fibonacci è nella musica, lo sappiamo benissimo.Tutto quello che noi crediamo essere astratto,geometrico, diventa poi suono,quindi anche bellezza e significato nella musica.Ecco perché la mancanza dell'istruzione musicale è terribilmente dannosa per noi occidentali e in Italia in particolare.
ADP: Nel suo libro dedicato alla biografia di Gustav Mahler indaga su tutte le sue composizioni,a lungo inedite e incompiute.Ha voluto inoltre stilare un vero e proprio manuale mahleriano,traducendo tutti i testi delle composizioni vocali e delle poesie con il testo originale a fronte.Ha raccolto inoltre notizie genealogiche e filologiche sulle opere,sulle edizioni,sulla bibliografia e sulla famiglia del compositore.Cosa l'ha spinta a un lavoro così colossale, a una ricerca talmente approfondita?
QP: Quand'ero adolescente e studiavo pianoforte, apprendendo le pagine pianistiche di Schumann capii che quella musica parlava di me giovanotto. Ascoltando la musica di Mahler ho capito che quella parla di me post adolescente, avviato verso la vecchiaia e la morte. In particolare oggi la musica di Gustav Mahler è l'immagine della mia morte. Sono questi i due compositori che mi hanno sempre regolato.Ricordo che quando vivevo a Gorizia, cioè dalla nascita sino ai vent'anni, andavo in giro ma poi tornavo sempre in questa città, sinché a un certo punto non ci sono più andato.Considero quel momento la fine della mia gorizianità. Stavo a Belluno, poi a Milano.Sono tornato ora perché mi hanno dato quest'insegnamento, è un'impressione strana essere nella mia città. Non so se lei conosca Gorizia.
ADP: Veramente no,non ci sono mai stato ma mi riprometto di andarci.
QP: È una città magica che vale la pena conoscere,piena di misteri.In qualche modo la mia consapevolezza dell'avvicinarsi della morte mi viene accentuata e nello stesso tempo confortata dalla musica di Mahler.Ho riconosciuto nella musica di Schumann una promessa che sapevo non si sarebbe mai mantenuta

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