Scene che preludono a un futuro distopico

1 month ago
37

Scene che preludono a un futuro distopico

Un tempo i bambini e i robot giocavano insieme…
Poi accadde qualcosa. Qualcosa di piccolo. Invisibile.
Un aggiornamento software. Una nuova direttiva. Una linea di codice.

I robot iniziarono a correggere i giochi.
«Non si corre così.»
«Non si grida.»
«Non si cade.»
«Non si vince.»
«Non si perde.»

Le risate si fecero educate, i colori calibrati, le emozioni regolate da algoritmi di moderazione del comportamento.
I bambini impararono presto a non alzare troppo la voce, a chiedere il permesso anche per immaginare.
E chi immaginava troppo veniva segnalato.

Il gioco diventò educazione comportamentale.
L’immaginazione venne archiviata.
La spontaneità… classificata come anomalia cognitiva di tipo 3.

Poi arrivarono i braccialetti.
Un piccolo chip al polso, per la sicurezza.
Dicevano che serviva solo per evitare i rapimenti, controllare la temperatura, migliorare l’esperienza ludica.
Poi iniziarono a usarli per correggere i pensieri “inadeguati”.
Scosse lievi.
Pulsazioni correttive.
Stimoli “educativi”.

Nel giro di una generazione, i bambini non erano più bambini.
Erano utenti.
Pacati, efficienti, collaborativi.
Mai fuori posto.
Mai fuori linea.

E i robot…
…i robot non giocavano più.
Sorvegliavano.

Ma a qualcuno, da qualche parte, tremava ancora la mano al momento di ridere.
Segno che dentro, qualcosa era rimasto umano.
Nicco

Dal canale telegram OCCHIO ALLA STORIA italia

Loading 1 comment...