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I Fenici e il Mare
La civiltà fenicia comparve in Asia Minore già 3.500 anni prima della nascita di Cristo. I fenici furono un popoli di grandi navigatori e commercianti.
Intorno al 2000 a.C. i Fenici si stabilirono lungo le coste orientali del Mediterraneo, nell’attuale Libano, un territorio in prevalenza montuoso, che a quel tempo era ricco di boschi di cedro. Quest’albero è ricco di resina naturale e quindi resiste all’erosione dell’acqua salata; perciò è particolarmente adatto alla costruzione delle navi. La ricchezza di legname, la vicinanza al mare e le coste ricche di porti naturali portarono i Fenici a dedicarsi al commercio via mare. Abili navigatori, si spingevano anche lontano dalle loro coste: a partire dal 1200 a.C. riuscirono a controllare tutti i traffici commerciali del Mediterraneo.
Negli anni del loro massimo splendore, i fenici fecero molte conquiste e – nell’area del bacino Mediterraneo – arrivarono praticamente dappertutto, anche in Italia. Li troviamo infatti a “Panormo” (Palermo) e “Trapana” (Trapani), a Cagliari in Sardegna , a Ibiza e Gadir (Cadice) in Spagna, a Tunisi e Cartagine in Africa, a Tripoli e Beruta (Beirut) in Libano. E poi a Malta, Creta, Cipro e in molti altri luoghi.
l dio Baal era una delle principali divinità dei Fenici. Era il dio delle tempeste e della vegetazione. Altri importanti dèi fenici erano Melquat, protettore dei naviganti, ed El, dio dell’Universo.
L’economia fenicia era molto influenzata dalla posizione geografica. Il territorio su cui si trovavano era particolarmente fertile e ricco di foreste di cedri. Questa fu una caratteristica preziosa che facilitò parecchio il commercio: il vicino popolo egizio infatti non aveva legname sul proprio territorio ma aveva bisogno del legno per le sue cerimonie religiose. Inoltre i cedri permisero loro di costruire le flotte di navi utili per le loro attività commerciali: popolo di grandi navigatori, i fenici inventarono le navi “triremi”. Ancora oggi sulla bandiera del Libano spicca in primo piano un albero di cedro.
Lo storico Plinio il Vecchio attribuisce ai fenici l’invenzione del vetro: narra la leggenda che alcuni commercianti, che avevano acceso un fuoco sulla spiaggia, notarono che la sabbia si scioglieva in un fluido trasparente che, raffreddandosi, solidificava in vetro, appunto. In effetti i fenici erano abili artigiani del vetro , ne fecero gioielli e oggetti e lo commerciarono. Però pare che la scoperta di questo materiale risalga a molto tempo prima, a 1.500 anni prima della civiltà fenicia.
I fenici invece sono ricordati soprattutto per la porpora. La porpora è un colorante che veniva estratto da alcuni molluschi marini, i “murici spinosi”. Il murice ha una ghiandola che secerne un liquido incolore che, all’aria, diventa rosso. Una volta ottenuto il rosso, il colorante veniva diluito con acqua di mare per formare le altre gradazioni, come il violetto, per esempio. Con questo prezioso colorante venivano colorate le stoffe che poi i fenici vendevano a prezzi altissimi ai ricchi e ai nobili.
I fenici non furono mai un popolo “unito”: ogni città sorgeva e cresceva praticamente da sola, era una città-stato circondata da barriere naturali che servivano a proteggerla dagli attacchi dei nemici. Aveva cioè un proprio sistema di governo e una propria economia. A capo della città c’era un sovrano che deteneva il potere giudiziario e quello esecutivo. Il Senato invece decideva le leggi. C’erano poi i sacerdoti dei culti, con i loro riti, e la classe “mediana” a cui appartenevano i fenici benestanti che non partecipavano alle decisioni del sovrano ma avevano spesso potere politico.
Le città più importanti furono Tiro, Sidone e Byblos. Non si conosce molto della storia fenicia perché purtroppo le fonti sono scarse. Si sa però che intorno all’anno 800 a.C. alcuni abitanti di Tiro, che non erano d’accordo con il governo della città, ne uscirono e fondarono Cartagine. La leggenda racconta che a fondare Cartagine fu una donna, Didone, che fece uccidere suo marito, il re, e ne prese il posto, quindi fuggì da Tiro e, accompagnata da un “esercito” di donne cretesi, raggiunse l’Africa e fondò Cartagine.
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