Il frutto del Vaticano II dopo 60 anni – la trasformazione della Chiesa cattolica in una pseudo-chiesa New Age /Parte ottava/

6 months ago

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Nella parte precedente abbiamo affrontato la teologia storico-critica (in seguito la TSC) che fa parte del modernismo e la sua condanna da parte della professoressa Linnemann. Allo stesso tempo, abbiamo attirato l’attenzione su alcune delle eresie moderniste condannate da Papa San Pio X.
Su dogmi ed eresie, il cardinale Ratzinger ha scritto: “In questa visione soggettiva della teologia, il dogma è spesso considerato come una gabbia intollerabile. Si è perso di vista il fatto che la definizione dogmatica è, invece, un servizio alla verità, un dono offerto ai credenti dall’autorità voluta da Dio. I dogmi – i muri che proteggono le pecore dai lupi – non sono muraglie che ci impediscano di vedere; ma, al contrario, sono finestre aperte sull’infinito.
Al canone 751 si dice: ‘Viene detta eresia l’ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa’. Il canone 1364 stabilisce che l’eretico – al pari dell’apostata – incorre nella scomunica latae sententiae. … Quella “negazione”, e quel “dubbio ostinato” di cui si parla, oggi non li incontriamo quasi mai in forma palese…”
Nella sua enciclica Pascendi Dominici Gregis, San Pio X scrive: “I modernisti (attualmente la TSC) non esitano punto nell’affermare che debba ammettersi la evoluzione vitale dei Libri sacri, nata dalla evoluzione della fede e ad essa corrispondente.
Aggiungono di più, che le tracce di cotale evoluzione sono tanto manifeste, da potersene quasi scrivere una storia. La scrivono anzi questa storia, e con tanta sicurezza che si sarebbe tentati a creder aver essi visto coi propri occhi i singoli scrittori.
A conferma di che, chiamano in aiuto la critica che dicono testuale; e si adoprano di persuadere che questo o quel fatto, questo o quel discorso non si trovi al suo posto e recano altre ragioni del medesimo stampo. Direbbesi per verità che si sieno prestabiliti certi quasi-tipi di narrazioni o parlate, che servano di criterio certissimo per giudicare ciò che stia al suo posto e ciò che sia fuor di luogo…
Chi li ascolti ad oracolare dei loro studi sulle Scritture, pei quali han potuto scoprirvi si gran numero di incongruenze, è spinto a credere che niun uomo prima di loro abbia sfogliato quei libri, né che li abbia ricercati per ogni verso una quasi infinita schiera di Dottori, per ingegno, per scienza, per santità di vita più di loro. I quali Dottori sapientissimi, tanto fu lungi che trovasser nulla da riprendere nei Libri santi, che anzi quanto più ringraziavano Iddio, che si fosse così degnato di parlare cogli uomini. Ma i Dottori nostri non attesero allo studio delle Scritture con quei mezzi, onde son forniti i modernisti (attualmente la TSC)! Cioè non ebbero a maestra e condottiera una filosofia che trae principio dalla negazione di Dio, né fecero a se stessi norma di giudicare.
Crediamo adunque che sia ormai posto in luce il metodo storico dei modernisti (attualmente la TSC). Precede il filosofo (ateo); segue lo storico (ateo); tengon dietro per ordine la critica (atea) interna e la testuale. È evidente che siffatta critica non è una critica qualsiasi, ma una critica agnostica, immanentista, evoluzionista; e perciò chi la professa o ne fa uso, professa gli errori in essa racchiusi e si pone in contraddizione colla dottrina cattolica.
Per la quale cosa non può finirsi di stupire come una critica (filosofico-storica) di tal genere possa oggidì aver tanta voga presso cattolici. Di ciò può assegnarsi una doppia causa:
1) Il potere dell’unità – è l’alleanza onde gli storici ed i critici di questa specie sono legati fra loro senza riguardi a diversità di credenze;
2) Il potere della demagogia – è l’audacia indicibile, con cui ogni stranezza che uno di loro proferisca, dagli altri è levata al cielo e decantata qual progresso della scienza.
Se taluno voglia da se stesso verificare il nuovo ritrovato, serratisi insieme lo assalgono, se talun lo neghi lo trattano da ignorante, se lo accolga e lo difenda lo ricoprono di encomi. Così non pochi restano ingannati che forse, se meglio vedessero le cose, ne sarebbero inorriditi.
Da questo prepotente imporsi dei fuorviati, da questo incauto assentimento di animi leggeri nasce poi un quasi corrompimento di atmosfera che tutto penetra e diffonde per tutto il contagio.
È parimente officio dei Vescovi impedire che gli scritti infetti di modernismo (attualmente la TSC) o ad esso favorevoli si leggano. Qualsivoglia libro o giornale o periodico di tal genere non si dovrà mai permettere agli alunni dei Seminari… Il danno che ne proverrebbe non sarebbe minore di quello delle letture immorali; sarebbe anzi peggiore, perché ne andrebbe viziata la radice stessa del vivere cristiano. …
Vogliamo adunque che i Vescovi, deposto ogni timore, messa da parte la prudenza della carne, disprezzando il gridio dei malvagi, soavemente, sì, ma con costanza, adempiano ciascuno le sue parti. Gli Ordinari si adoperino di togliere dalle mani dei fedeli i libri o altri scritti nocivi stampati o diffusi nelle proprie diocesi.
Che non tentano i modernisti (attualmente i teologi storico-critici) mai per moltiplicare gli adepti? Nei Seminari e nelle Università cercano di ottenere cattedre da mutare insensibilmente in cattedre di pestilenza.
Ma qui già siamo agli artifici con che i modernisti spacciano la loro merce. Da tutto questo strepito di lodi e d’improperi colpiti e turbati gli animi giovanili, da una parte per non passare per ignoranti, dall’altra per parere sapienti spinti internamente dalla curiosità e dalla superbia, si dànno per vinti e passano al modernismo (attualmente la TSC).
… oggi i fautori dell’errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista. … i lor consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; ond’è che il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro. Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l’albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare”.

Il cosiddetto metodo storico-critico ha già contaminato ogni dottrina e ogni morale. I teologi modernisti sono soggetti alla pena più severa della scomunica dalla Chiesa, secondo il canone 1364: “L’apostata dalla fede o l’eretico, incorre nella scomunica latae sententiae...” Nel canone 751 leggiamo: “Viene detta eresia l’ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa”.
L’attuale sistema apostata sfrutta la struttura ecclesiastica, poiché detiene il potere esecutivo. I difensori della fede vengono rimossi dai loro incarichi ed espulsi dalla Chiesa, mentre gli eretici restano impuniti. Il pubblico cattolico è disorientato e considera gli ingiustamente puniti come i veri colpevoli e li tratta come tali. Gli eretici, invece, sono venerati e rispettati come legittimi pastori.
L’arcieretico Bergoglio ha abusato della sua autorità fino all’estremo. Ha usurpato il potere supremo nella Chiesa e l’ha usato per distruggere le radici stesse della Chiesa. In particolare, ha dichiarato una ribellione contro Dio pubblicando la cosiddetta dichiarazione dottrinale Fiducia supplicans. In questo modo ha trasformato la Chiesa nella sinagoga di Satana che professa un anti-vangelo sodomitico. La cosa scandalosa è che vescovi, sacerdoti e fedeli lo tollerino. Con la loro codarda sottomissione all’apostata, attirano anche su di sé l’anatema di Dio e la pena della scomunica. Lo pseudo papa nella sua anti-Chiesa li sta trascinando alla perdizione eterna. Per distogliere l’attenzione dal suo crimine, ha proclamato un circo giubilare con pellegrinaggi e indulgenze. Culminerà il 5 settembre. Quel giorno, una marcia del gay pride passerà attraverso la Porta del Giubileo e otterrà indulgenze del Giubileo arcobaleno. Bergoglio prende spudoratamente in giro i vescovi e i sacerdoti cattolici e sta già pianificando altro caos abolendo il celibato, ordinando diaconesse e sacerdotesse, e degradando la Santa Messa introducendo pratiche pagane.
È ancora possibile un salvataggio adesso, nel 2025? Sì, lo è, ma solo attraverso il vero pentimento! In cosa consiste? In tre punti:
1. Ogni vescovo con la sua diocesi deve rinunciare pubblicamente alla suicida Fiducia supplicans.
2. Ogni vescovo con la sua diocesi deve separarsi dall’illegittimo papa Bergoglio.
3. Ogni vescovo deve rompere con l’eretico Vaticano II e con le sue eresie moderniste della TSC e con il sincretismo con il paganesimo.
I fedeli e i sacerdoti devono fare pressione sul loro vescovo attraverso preghiere persistenti e lettere personali o visite di gruppo. Senza esercitare questa pressione, i vescovi non resisteranno al sistema apostata.

+ Elia
Patriarca del Patriarcato Cattolico Bizantino

+ Metodio OSBMr + Timoteo OSBMr
Vescovi Segretari

2 marzo 2025

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