Bologna - UN MONUMENTO PER GRAZIELLA FAVA, UCCISA SENZA COLPEVOLI (13.03.25)

Bologna - UN MONUMENTO PER GRAZIELLA FAVA, UCCISA SENZA COLPEVOLI
Bologna, 13 mar. - Un monumento che vuole essere anche una "pietra d'inciampo", per tenere viva la memoria di Graziella Fava e allo stesso tempo interrogare il cittadino sui fatti che hanno portato alla sua tragica e assurda morte, il 13 marzo del 1979. È quello inaugurato questo pomeriggio a Bologna nello stesso giardino che porta il suo nome. Morta per le conseguenze di un attentato incendiario all'interno della sede del sindacato dei giornalisti di Bologna, Graziella Fava era una collaboratrice domestica che si stava prendendo cura di una signora anziana all'interno di un palazzo di via San Giorgio. La sua unica colpa è stata quella di trovarsi nello stesso palazzo della sede dell'Associazione stampa dell'Emilia-Romagna, presa di mira dal cosiddetto gruppo dei Gatti selvaggi. Qui, quel giorno di 46 anni fa, un commando di tre persone mascherate entrò e ne incendiò la sede utilizzando una bomba al fosforo, motivando l'attentato come rappresaglia a una serie di articoli sgraditi sulla morte di due terroristi di Prima linea. Lei morì a causa delle esalazioni del fumo, mentre la signora che assistiva si salvò, insieme a sua figlia. Una morte rimasta ad oggi senza colpevoli e che la città ricorda oggi anche con questo monumento, inaugurato alla presenza delle istituzioni, dei sindacati, della stampa e dell'Ordine dei giornalisti. C'erano il presidente dell'Assemblea legislativa Maurizio Fabbri, quello del Quartiere Porto-Saragozza Lorenzo Cipriani, Paolo Maria Amadei, presidente di Aser Emilia-Romagna, Erika Capasso, delegata al Bilancio partecipativo del Comune, Silvestro Ramunno presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, e Andrea Cippitelli che ha realizzato l'opera vincendo un contest nell'ambito di un bando dedicato alla memoria di Graziella Fava promosso da Dry-Art, con la collaborazione dell'artista Simone Bellotti. "Questo monumento credo che debba essere anche una sorta di pietra d'inciampo, un luogo in cui chiedersi perché, cosa è successo a questa donna che era una lavoratrice come le tantissime lavoratrici che curano le nostre famiglie i nostri anziani- spiega Serena Bersani, consigliera dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna- credo che si debba, attorno a questo monumento, cercare di soffermarsi per capire che cosa è successo e anche perché non sono mai stati scoperti i colpevoli e se è possibile, magari riaprire una finestra sulle indagini e vedere di capire che cosa può essere successo 46 anni fa". La cerimonia si è svolta sotto gli occhi del figlio di Graziella, Emilio Baravelli, che con grande commozione ha commentato: "Sicuramente fa molto piacere sapere che la mamma viene ricordata sia qua che in via San Giorgio dove è stata affissa l'anno scorso una lapide. Serve per ricordare alle persone che non è morta invano". E aggiunge "speriamo che possano venire trovati colpevoli. Lo speriamo tutti, dai giornalisti che sono stati colpiti a noi in prima persona. Il problema grande è se venissero riconosciuti colpevoli e come succede tante volte, li si vedesse uscire... sarebbe come se morisse un'altra volta". (13.03.25)