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Roma - CINEMA. PROFONDO ROSSO FA 50, SIMONETTI: GOBLIN INTUIZIONE ARGENTO (07.03.25)
Roma - CINEMA. PROFONDO ROSSO FA 50, SIMONETTI: GOBLIN INTUIZIONE ARGENTO
Roma, 7 mar. - Un'ombra, un urlo e un'immagine fanciullesca accompagnata da una cantilena, una nenia che "fa paura, perché tutto ciò che è infantile fa sempre paura" ripeteva Bernardino Zapponi, sceneggiatore. Cinque, forse sei minuti iniziali che straziano lo spettatore colpito subito come da un primo pugno al volto. Con la musica dei Goblin che lo accompagna in un viaggio che è un incubo, un dolore ad ogni momento, un misto di inquietudine e paura. Profondo Rosso, uno dei film più famosi e importanti della storia del cinema, a firma di Dario Argento, taglia il prestigioso traguardo dei 50 anni dall'uscita nelle sale italiane: era infatti il 7 marzo 1975. 'Deep Red', questo il titolo (quel Deep nascondeva una motivazione) con cui fu distribuito nei paesi anglosassoni, fu il frutto di una serie di fattori che contribuirono a renderlo una pietra miliare per gli amanti del cinema horror, anche perché quelle caratteristiche che richiamano al giallo e al thriller lo rendono ancor di più unico. Soggetto e sceneggiatura di Profondo Rosso, che uscì nei cinema con il divieto di visione per i minori di 14 anni, portano la firma oltre che di Dario Argento anche di Bernardino Zapponi, autore e sceneggiatore che iniziò la sua carriera nel settimanale umoristico Marc'Aurelio, scrisse testi per Renato Rascel e Gigi Proietti ma che amava horror e thriller ("Un giorno Argento mi disse 'Facciamo un film insieme'? Gli risposi 'Molto volentieri', avevamo gli stessi gusti"). La storia avvincente quanto angosciante, i colpi di scena legati agli omicidi, i silenzi rotti solo dai delitti commessi dalle mani dell'assassino che in realtà sono dello stesso Argento, sono elementi che contribuiscono a rafforzare il magnetismo del film. In un perfetto connubio tra vari elementi si è andata ad inserire la colonna sonora del film, il pezzo del puzzle mancante, l'ingrediente segreto di un piatto inimitabile dello chef pluristellato. Le musiche di Profondo Rosso fanno parte dell'omonimo e primo album dei Goblin, band di rock prog nata a Roma come 'Oliver' ma che poi prese il nome più famoso proprio nel periodo della registrazione della colonna sonora. "Quando abbiamo registrato Profondo Rosso tutto pensavamo meno che potesse avere successo- ha detto Claudio Simonetti, fondatore dei Goblin, all'agenzia Dire- anche perche non è una musica commerciale ma completamente fuori dall'ordinario. Noi l'abbiamo registrata senza nessuna pretesa e siamo stati fortunati perché eravamo giovanissimi. Argento scelse noi perché ha avuto l'intuito di capire che noi avevamo qualcosa di giusto per il suo film, cosa che si è rivelta visto che l'album ha venduto 4 milioni di copie. Addirittura che se ne parlasse 50 anni dopo era fuori da qualsiasi previsione più ottimistica". La scelta della band di Simonetti, paradossalmente, arrivò quasi come un ripiego anche se forse il termine più giusto potrebbe essere 'alternativa'. Il regista romano, infatti, aveva iniziato a far fare le musiche a Giorgio Gaslini con cui aveva già lavorato per il film Le cinque giornate, appartenente al filone storico di revival ottocentesco e per lui unico caso non legato a quello horror/thriller. Non soddisfatto, volò a Londra per rivolgersi, senza esito positivo, a band di altissimo livello: da qui, la scelta per questo gruppo di ragazzi che avevano studiato in conservatoio ma giovanissimi e privi di esperienza. Ma si rivelò comunque la scelta giusta: "Aveva cominciato a far fare le musiche a Gaslini- ricorda Simonetti alla Dire- Ci sono infatti brani orchestrali scritti da lui. Però ad un certo punto sono entrati in disaccordo. Dario andò quindi a Londra per parlare con i Genesis, con i Pink Floyd, con i Deep Purple" ma non se ne fece nulla. Tornato in Italia, prosegue Simonetti, si chiese cosa avrebbe potuto fare: "Ne parlò con il nostro produttore alla Cinevox Record, Carlo Bixio, il quale gli consigliò di venirci a sentire. Venne in studio e ascoltò nostre cose e disse 'proviamo a fargliela fare a loro'" e così "abbiamo fatto i brani principali". Per quanto riguarda il brano più famoso, appunto 'Profondo Rosso', Simonetti ha spiegato che è stato frutto di un lavoro di squadra: "L'arpeggio principale era un'idea di Fabio pignatelli, il bassista. Poi Massimo Morante, il chitarrista, lo aggiustò. Ma mancava l'inciso con l'organo da Chiesa, che ho fatto io". (07.03.25)
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