Bologna - CARCERE. ACCELERA INGRESSO 50 GIOVANI DETENUTI ALLA DOZZA: SARÀ IL 15 MARZO (25.02.25)

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Bologna - CARCERE. ACCELERA INGRESSO 50 GIOVANI DETENUTI ALLA DOZZA: SARÀ IL 15 MARZO Bologna, 25 feb. - Dovevano arrivare l'1 aprile, invece anticipano: il 15 marzo, 50 giovani detenuti entreranno nel carcere bolognese della Dozza. Lo annuncia l'assessora regionale Isabella Conti nel corso del sit-in di protesta contro la decisione del Governo di trasferirli temporaneamente nella casa circondariale bolognese. Una mossa che i sindacati hanno appreso "quasi per caso" e che ha spinto Volt a promuovere un presidio proprio davanti alla struttura questo pomeriggio, con la partecipazione della maggioranza del Consiglio comunale, dei sindacati e delle associazioni che operano in carcere. "No al trasferimento dei giovani detenuti" si legge nello striscione principale, e i manifestanti portano cartelli con frasi di De André e Beccaria, anche contro il decreto Caivano, primo responsabile -secondo Conti- del sovraffollamento carcerario. "L'hanno creato loro", attacca l'assessora regionale. E i ragazzi "per forza sentiranno su di loro un senso di ingiustizia e una volontà di trasgredire le regole. E non ci ricordiamo che eccetto in rari casi, usciranno tutti". Il punto è come: questa commistione di giovani e adulti detenuti rischia di far esplodere una situazione già delicata come quella del sistema penitenziario italiano, e dove i giovani "dormono per terra e vengono imbottiti di psicofarmaci". Intervengono anche i consiglieri comunali Mery De Martino (Pd) e Giacomo Tarsitano (lista Lepore), più che dubbiosi sulla promessa di un provvedimento temporaneo. "Ci hanno detto che sarà solo per tre mesi, saremo qui a contare i giorni e vedremo se sarà cosi". Prosegue il consigliere di Coalizione civica Detjon Begaj, secondo il quale dietro al provvedimento "c'è un disegno, una visione dove il pugno del più forte cade sempre sul più e debole. Ma nessuno avrà scampo. C'è sempre un capro espiatorio fino a che non lo saremo noi stessi". Interviene anche la vicesindaca emily Clancy. "Spesso i giovani detenuti vengono da contesti di marginalità, come società non possiamo decidere che quella è la loro condanna. Abbiamo un dovere come comunità educante come istituzioni per dare possibilità di riscatto. Siamo qui per ricordare che vogliamo dargli una seconda possibilità, come prevede la costituzione". Partecipa al presidio anche l'artista Alessandro Bergonzoni, che lancia la sua consueta provocazione dialettica. "Porto gli abiti al contrario, li rivolto, mi rivolto contro le condizioni rivoltanti delle carceri. In quelle condizioni io mi rivolterei quotidianamente", e attacca il Governo. "Ma come sei messo quando legiferi? Non hai visione, non hai cultura.... Il progetto è molto evidente, punire". All'arrivo dei giovani detenuti, 15 marzo, "porteremo educatori, psicologi, terapeuti, perché questi ragazzi non siano perduti per sempre", anticipa Conti. Il Pd si batterà "fino all'ultimo perché il ministero della Giustizia abbandoni un progetto scellerato", promette Federica Mazzoni, segretaria dem di Bologna. Giovani detenuti in una "situazione esplosiva, a causa di un sovraffollamento al 175%", sarebbero condannati "a vivere in un ambiente in cui verrebbe precluso, per sempre, di cambiare vita e ambire a un futuro di riscatto. Questi ragazzi possono e devono essere riabilitati e non costretti a entrare in un carcere per adulti dove, gioco forza, frequenterebbero un master del crimine", avvisa Mazzoni. Si sta mettendo in atto "una misura che, oltre a violare il principio costituzionale di far scontare la pena vicino al luogo di residenza, mina irrimediabilmente il loro recupero, reinserimento sociale e il rispetto della funzione rieducativa della pena", afferma Alessio Zini, portavoce di +Europa Bologna.(25.02.25)

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