Gli avvertimenti di Lavrov e Ryabkov | Roberto Buffagni

2 months ago
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Nei giorni scorsi, il celebre giornalista statunitense Tucker Carlson ha condotto una lunga e articolata intervista al ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov. Nella presentazione all’intervista, Carlson ha spiegato che «nella settimana trascorsa da quando abbiamo lasciato la Russia, abbiamo osservato l’amministrazione Biden portare gli Stati Uniti sempre più vicini a un conflitto nucleare con la Russia, la più grande potenza nucleare del mondo. Da allora l’escalation ha accelerato e raggiunto il suo apice nelle settimane successive all’elezione di Trump. In quel periodo, solo poche settimane fa, il personale militare dell’amministrazione Biden ha lanciato missili contro la Russia internazionalmente riconosciuta e ha ucciso almeno una dozzina di soldati russi. Quindi, all’insaputa della maggior parte degli americani, ci troviamo in una guerra calda con la Russia, una guerra non dichiarata, che non avete votato e che la maggior parte degli americani non vuole. Ci troviamo più vicini alla guerra nucleare che in qualsiasi momento della storia, molto più vicini di quanto non lo fossimo durante la crisi dei missili di Cuba. Credevo che ci fosse qualcuno a Washington impegnato ad assicurarci che questo conflitto non diventi un olocausto nucleare, ma abbiamo scoperto che in realtà non c’è nessuno […], non c’è comunicazione da oltre due anni. La maggior parte degli americani non ha accesso a nessuna prospettiva diversa da quella concessa dai grandi media, e non conosce la prospettiva russa sulla situazione». Comprensibilmente, l’intervista ha ricevuto una notevolissima eco mediatica, di gran lunga superiore a quella ottenuta da un’altra intervista, più breve ma maggiormente incisiva e rilevante sotto il profilo dei contenuti, condotta da Fred Pleitgen della «Cnn» al viceministro degli Esteri russo Segeij Ryabkov. Durante la discussione, Ryabkov ha abbandonato piuttosto di frequente il linguaggio tipicamente diplomatico nel visibile tentativo di esprimere con tutta la franchezza necessaria la posta in gioco, gli interessi vitali della Russia e la serietà della situazione in cui ci troviamo. Parliamo di tutto questo assiema a Roberto Buffagni, studioso di questioni strategiche, scrittore e collaboratore del sito «Italia e il Mondo».

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