A noi, invece, il Classico piace e lo difenderemo sempre!

1 month ago
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Periodicamente, il Liceo classico viene attaccato. Alcuni sostengono sia "inutile", altri inadeguato ai tempi, altri troppo classista.

Ma per chi lo ha frequentato, o semplicemente chi abbia studiato seriamente, il Liceo dei classicisti resta una pietra fondante del nostro sistema dell'istruzione, e come tale va difeso.

Per ricordarne la storia:

Composto in origine da un corso ginnasiale di 5 anni e da uno liceale di 3, l'impianto del ginnasio-liceo ha costituito il fulcro della riforma scolastica (1923) di G. Gentile, il quale ha dato a quel corso di studi umanistici (basato sulle lingue classiche) una impostazione di largo respiro storico-filosofico, che non ha avuto eguali in Europa (neppure nel Gymnasium tedesco o nelle Grammar schools inglesi). Nonostante i ritocchi subiti negli anni successivi, in parte diretti ad attenuarne la severità per compiacere diversi ambienti, quel corso di studi è rimasto inalterato nella sostanza per diverso tempo ed è stato a lungo il principale canale di accesso all'istruzione universitaria. Con l'istituzione della scuola media unica nel 1962, il corso ginnasiale ha perso i primi 3 anni del suo specifico percorso di studi, sostituiti appunto dal più generico corso triennale di scuola media. I successivi adattamenti legislativi (1971), che hanno eliminato anche l'insegnamento opzionale del latino, ne hanno ridotto ulteriormente la portata formativa ai fini della prosecuzione degli studi nel corso liceale classico. Questo è rimasto pertanto composto dalle due classi residuali (iv e v) del ginnasio (con gli insegnamenti di italiano, latino, greco, lingua straniera, storia, geografia, matematica) e dal corso triennale del liceo classico (6 discipline storiche: letteratura italiana, latina e greca, storia, filosofia, storia dell'arte; nonché scienze naturali, matematica e fisica). Aldo Lo Schiavo in Treccani, Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Derivata dalla riforma Casati del 1859, ispirata a sua volta alle regole del trivio, quindi con prevalenti le materie umanistiche, la Riforma Gentile ribadì e rafforzò il concetto di un Liceo dedicato alla formazione della classe dirigente italiana.

Ancora da Treccani, a proposito della riforma Gentile e della sua visione anche sugli insegnanti:

La scuola secondaria veniva ad assumere quel carattere marcatamente classicista che trovava compimento nell’esaltazione storica dell’italianità e nel rigore di studi universitari finalizzati alla formazione di una nuova classe dirigente. Ciò non si tradusse tuttavia in una rinnovata formazione professionale degli insegnanti dei licei, che venivano reclutati per concorso sulla base di prove altamente teoriche dove grande peso era dato alla prova orale e alla capacità retorica di tenere una bella lezione. Anche se non fu d’accordo nell’equiparare gli istituti magistrali ai licei classici – come era stato invece nelle intenzioni di Ernesto Codignola –, Gentile riuscì a far prevalere l’impostazione pedagogica idealista secondo la quale anche la formazione dei maestri elementari era più una questione di cultura e di personale maturazione spirituale che di didattica e di tirocinio. Da Treccani, di Giuseppe Tognon, Croce e Gentile (2016)

Oggi, i dati delle iscrizioni alla scuola secondaria superiore per l’anno scolastico 2024/25 riportano una quota del 5,34% di iscritti, quindi sempre più in diminuzione rispetto alla popolazione scolastica. Buona ragione per eliminare questo Liceo? Diremmo proprio di no, anzi, andrebbe salvaguardato e sostenuto, proprio perché frequentato da studenti interessati alle materie e alla prosecuzione dello studio universitario..

Per questo ne parliamo al Bar, partendo da un video di Forchielli e Boldrin, che ne discutono proponendone la cancellazione.

Buona visione!

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