Che fare dell’Ucraina? | Roberto Buffagni

4 months ago
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Lo scorso 3 ottobre il nuovo segretario generale della Nato, l’olandese Mark Rutte, ha dichiarato che «il percorso dell’Ucraina verso la Nato è irreversibile», e che l’Ucraina «non è mai stata così vicina alla Nato». Rutte, in conferenza stampa a Kiev con il presidente Zelen’skyj, ha aggiunto che «arriverà il giorno in cui l’Ucraina sarà membro a pieno titolo della Nato e la Russia non ha diritto di voto né di veto in merito». Si tratta di esternazioni dissonanti non soltanto con l’andamento delle operazioni sul campo di battaglia, ma anche rispetto alla mancanza a tutt’oggi di consenso unanime circa la prospettiva di un’integrazione del Paese nell’Alleanza Atlantica. Per il politologo russo Rotislav Iščenko, «ogni frammento dell’Ucraina non sottoposto al diretto controllo russo rappresenterà una minaccia costante in futuro. L’Occidente prima o poi ripristinerebbe il potere militare di quel che rimane dell’Ucraina e la utilizzerebbe di nuovo per una guerra contro il nostro Paese». Secondo il deputato della Duma di Stato della Federazione Russa Oleg Matveyčev, invece, Mosca dovrebbe abbandonare l’Ucraina con i suoi problemi agli occidentali. A suo avviso, il sostentamento di questo Paese distrutto e profondamente ostile rappresenterebbe un pesante fardello per l’economia russa della Russia. Meglio quindi trasferire questo onere sugli Stati uniti e i loro alleati europei. In ogni caso, evidenzia Alfred de Zayas, avvocato di fama mondiale specializzato in questioni inerenti il diritto internazionale con incarichi presso le Nazioni Unite, «l’unica soluzione alla guerra in Ucraina è la cessazione delle provocazioni della Nato e l’accettazione da parte dell’Occidente che la Russia esiste e non intende essere costantemente minacciata. La pace giungerà in Ucraina nel momento in cui noi in Occidente riconosceremo di aver causato il conflitto, espandendo la Nato e rovesciando Viktor Janukovyč. Se l’Occidente avesse abbandonato le fantasie dei think-tank miranti a dividere la Russia e banchettare con le sue risorse naturali, il mondo sarebbe stato risparmiato da questa tragedia». Verso quale scenario ci stiamo orientando? Proviamo a comprenderlo assieme a Roberto Buffagni, studioso di questioni strategiche e collaboratore del sito «Italia e il Mondo».

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