Obbedienti e Schiavi del Sistema

3 months ago
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Obbedienti e Schiavi del Sistema
Hanno bisogno del tuo corpo, della tua sofferenza e della tua scomparsa per sostenere il loro impero di avidità.
Quasi ogni pensiero e azione che compite è diametralmente opposto ai vostri interessi, eppure molti ne sono beatamente inconsapevoli. Non si tratta di un caso, ma di un piano accuratamente orchestrato per mantenervi in uno stato di servitù perpetua.

L’inestinguibile sete di controllo dello Stato non conosce limiti. Cerca di dominare ogni aspetto della vostra esistenza: la vostra mente, il vostro corpo e il vostro spirito. E per quanto possa essere scomodo ammetterlo, la verità è che lo Stato ha avuto molto successo in questo senso. Solo pochi eletti sono riusciti a sbirciare dietro la tenda e a capire la vera portata della loro schiavitù mentale e spirituale.
I vostri pensieri, quei sussurri intimi che pensate siano vostri, non sono altro che un’illusione accuratamente realizzata. Quasi ogni idea che vi passa per la testa è stata meticolosamente progettata per guidarvi verso i risultati desiderati dallo Stato. Siete una pedina di un gioco che non vi rendete nemmeno conto di giocare.
Il sistema di istruzione pubblica, un termine improprio come nessun altro, è poco più di una fabbrica di indottrinamento progettata per spogliare i bambini della loro individualità e plasmarli in ingranaggi obbedienti della macchina dello Stato. Quando un giovane adulto esce da questa prigione intellettuale, la sua capacità di pensiero indipendente è praticamente estinta.
L’istruzione superiore serve solo a rafforzare questo condizionamento, chiudendo ogni via alla messa in discussione critica. L’idea stessa di mettere in discussione le narrazioni fornite dai media di propaganda e dall’élite al potere diventa un anatema.
Siamo diventati una società di automi compiacenti, che inciampano in un paesaggio di confusione organizzata. Il nostro ego, un tempo essenza stessa della nostra individualità, è stato rimosso chirurgicamente, lasciandoci poco più che componenti intercambiabili della grande macchina dello Stato. Siamo stati risucchiati nella mente alveare del pensiero di gruppo, ogni pensiero e azione dettati dai capricci della collettività.
E guai a chi osa deviare da questa norma accuratamente costruita. Qualsiasi tentativo di affermare la propria individualità o di sfidare lo status quo viene punito in modo rapido e spietato. Anche le persone più vicine a noi – amici, familiari, vicini di casa – diventano inconsapevoli esecutori del conformismo e la loro ostilità verso il dissenso serve a ricordare il prezzo della disobbedienza.
In questo sistema oppressivo, ci troviamo intrappolati nelle catene della saggezza convenzionale, un insieme di storie false e mezze verità accuratamente selezionate che ci vengono trasmesse con la forza attraverso i campi di indottrinamento che chiamiamo scuole e la macchina della propaganda nota come media. Questa cosiddetta saggezza non è altro che un cocktail tossico di confusione e disinformazione, progettato per soffocare qualsiasi accenno di pensiero indipendente o di domanda critica.
La saggezza convenzionale agisce come una camicia di forza mentale, limitando i nostri processi di pensiero e programmandoci a rifiutare di riflesso qualsiasi informazione che osi mettere in discussione i nostri presupposti. Questa dissonanza cognitiva è un’arma potente nell’arsenale dello Stato, che ci assicura di rimanere docili e obbedienti anche di fronte a evidenti contraddizioni e ingiustizie.

Più si cede all’istruzione formale, più la morsa del sistema si stringe. I poteri forti sono implacabili nel loro intento di universalizzare l’istruzione universitaria, non perché apprezzino la conoscenza o la crescita personale, ma perché capiscono che l’istruzione superiore è lo strumento definitivo per plasmare soggetti obbedienti. I corridoi delle università sono poco più che fabbriche per la produzione di droni obbedienti, pronti a servire gli interessi dell’élite al potere.
È necessario uno sforzo erculeo per liberarsi dalla prigione mentale in cui siamo entrati volontariamente, per cancellare le bugie e le mezze verità che sono state incise nella nostra psiche. Solo attraverso una ricerca incessante e una lettura vorace possiamo sfuggire al labirinto programmato che ci tiene prigionieri. Ma il viaggio non è privo di costi: il costo emotivo ed economico di affrontare i conflitti e la confusione insiti nel sistema è immenso.
E se pensavate che la vostra mente fosse l’unica cosa sotto attacco, ripensateci. Dal momento in cui un neonato emette il primo respiro, lo Stato rivendica il controllo del suo corpo. I vaccini, le vacche sacre della medicina moderna, vengono somministrati ai bambini prima ancora che lascino l’ospedale, con il consenso zelante dei genitori, senza pensarci un attimo. Che cosa iniettano esattamente ai loro figli? Quali effetti a lungo termine possono avere queste sostanze? Queste domande rimangono senza risposta, sommerse dal coro della saggezza convenzionale che insiste sul fatto che dobbiamo fidarci degli esperti, anche se sperimentano sui più vulnerabili.
Gli insidiosi tentacoli del controllo statale sul nostro corpo iniziano ancor prima che facciamo il primo respiro. La spinta a vaccinare i bambini nel grembo materno è un agghiacciante promemoria del fatto che, fin dal momento del concepimento, siamo considerati poco più che una proprietà da manipolare e sfruttare. Il giorno stesso della nascita di un bambino, lo Stato lancia il suo assalto senza sosta, riempiendo il bambino di sostanze discutibili, con il pretesto della salute e del benessere della società. Quando un bambino raggiunge l’età adulta, può aver ricevuto fino a 50 vaccinazioni, ognuna delle quali rappresenta una scommessa calcolata sulla sua salute e vitalità a lungo termine.
I giganti farmaceutici, in collusione con la classe politica, hanno orchestrato questa sperimentazione di massa sulla popolazione, alimentata da un’insaziabile fame di profitto. I genitori, condizionati da anni di propaganda e allarmismo, offrono volentieri i loro figli come agnelli sacrificali, credendo di agire nel loro interesse. Ma la realtà è molto più sinistra.
Nonostante gli sforzi di persone ben informate che riconoscono l’intrinseca violazione della libertà medica nelle vaccinazioni obbligatorie, il problema è molto più profondo. Colpisce il cuore stesso della sopravvivenza del sistema, un sistema che richiede una fornitura infinita di corpi obbedienti per alimentare il suo vorace appetito.

L’industria sanitaria è una grottesca parodia della compassione e della guarigione che serve solo a incanalare la sofferenza umana e a generare denaro. Innumerevoli test, procedure e interventi vengono imposti al pubblico ignaro, ognuno progettato per riempire le tasche del complesso medico-industriale mentre erode lentamente le difese naturali del corpo. Il risultato finale è una popolazione impantanata nella malattia cronica e nella dipendenza, perennemente asservita allo stesso sistema che l’ha privata della sua vitalità.
In questo scenario distopico, il concetto di responsabilità individuale per la propria salute non è solo scoraggiato, ma attivamente represso. I potenti hanno meticolosamente costruito una società in cui la nozione stessa di autocura e autonomia è considerata radicale e sovversiva. Hanno bisogno del vostro corpo, della vostra sofferenza e della vostra morte per sostenere il loro impero di avidità.
Ma il vero orrore sta nel rendersi conto che non si tratta semplicemente di una questione di profitto, ma di un calcolato controllo della popolazione. La spinta alla vaccinazione universale, lo smantellamento delle esenzioni religiose e filosofiche e l’incessante espansione del sistema sanitario fanno tutti parte di una cospirazione a sangue freddo per manipolare e abbattere il gregge umano.
Per comprendere la profondità di questa depravazione, bisogna prima capire la vera natura del sistema monetario che governa il nostro mondo. È un sistema basato sulla creazione di debito e sulla crescita perpetua dei consumi, un sistema che non può tollerare una popolazione che vive troppo a lungo o consuma troppo poco. Nella logica contorta del sistema, il controllo della popolazione non è più un’urgenza, ma un imperativo.

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