La fabbrica dell'ignoranza (la scuola)

5 days ago
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La fabbrica dell'ignoranza (la scuola)
Penso che anche a voi sia capitato di dover risolvere una situazione complicata, apparentemente senza vie di uscite, e per giorni non riuscite a trovare soluzioni, poi, all’improvviso, una mattina, la strada si presenta sgombra, percorribile in tutta sicurezza.
Abbiamo ricevuto una folgorazione mentale, si è concretizzata in un attimo la soluzione, e non riusciamo a capire se sia stata generata da un ragionamento oppure sia apparsa spontaneamente.
A me capita così, specialmente dopo il dono che ho ricevuto il 22 dicembre 2010, ragiono meglio appena alzato, la mente è predisposta a fornire sia soluzioni che intuizioni.
Un motivo a tutto questo deve pur esistere, il sonno ci ha liberato dalle scorie della giornata precedente, ha reso la nostra mente più reattiva ai messaggi che vagano nell'etere, ci ha sciolto da una parte delle convenzioni sociali, pronte però, purtroppo, a materializzarsi di nuovo nel corso della giornata.
Così è un bimbo, equiparabile ad un adulto appena alzato, riposato nello spirito e nel fisico, e pronto ad affrontare una nuova giornata, un bimbo al quale non sono state fornite ancora istruzioni, codici o imposizioni, egli ragiona in maniera autonoma, secondo la sua personalità.
La attuale scuola italica, e la scuola in generale, ha una sola funzione, e non è quella di insegnare la storia o la geografia, la sua funzione è quella di conformare le persone, in modo da creare una popolazione che si inserisca senza problemi nel circuito produttivo e sociale che i fetenti hanno pianificato.
Loro non vogliono problemi, vorrebbero un esercito di individui spersonalizzati, intruppati e obbedienti.
E così, fin dai primissimi anni di vita scolastica di un bimbo, è tutto un continuo livellare personalità, conformare, fornire soluzioni e concetti, inculcare nozioni e comportamenti che non disturbino il normale scorrere della prossima appartenenza alla vita sociale e lavorativa.
Un fornire codici, paletti, indirizzare, formare recinti mentali duraturi.
Dal punto di vista dell’organizzazione lavorativa, ciò è un bene, è come formare un esercito di laboriose formichine che non hanno altro scopo nella vita che costruire e realizzare.
Ma l’essere umano non è una formica, e lo scopo della sua vita non è il lavoro, lo scopo della sua vita non è lo stipendio, o il profitto, essi sono dei mezzi, ma non sono il fine ultimo della nostra esistenza.
Ci hanno fatto credere che siamo al mondo per costruire, ma non è vero, siamo al mondo semplicemente per spendere la nostra esistenza alla ricerca della felicità, della gioia, per il piacere di mettere al mondo la continuazione di noi stessi.
Mettere al mondo non vuol dire indirizzare, non vuol dire educare, non vuol dire istruire, e nemmeno insegnare o formare, mettere al mondo vuol dire trasmettere al proprio figlio, tramite l'esempio, la consapeolezza che la vita va vissuta con onore.
Mettere al mondo significa lasciar libero nostro figlio di esprimere la sua personalità, nostro figlio non è né di noi genitori, né tanto meno della nazione di cui fa parte, è se stesso e basta.
Non è l’emanazione di niente e di nessuno.

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