Non solo Roma – Puntata di Venerdì 15 Marzo 2024

1 month ago
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Non solo Roma con Elisa Mariani – Puntata di Venerdì 15 Marzo 2024
Allarme accampamenti abusivi nella Capitale, il Comune sgombera ma il problema resta
Ospite in collegamento Ilaria Manti, “Nonna Roma – banco del mutuo soccorso”
Da viale Pretoriano a San Pietro, 9 mila persone vivono per strada nella Capitale. È dunque emergenza a tutti gli effetti.

Dobbiamo tornare al 2018, quando un censimento dei vigili urbani rivelò la presenza a Roma di 218 bidonville grandi e piccole, molte composte da poche tende e qualche baracca, fra le quali c’erano 28 situazioni di degrado preoccupante. A distanza di sei anni, e nonostante le operazioni di bonifica si siano susseguite anche con regolarità, ci sono zone della Capitale, compreso il Centro, dove i disperati continuano ad accamparsi.

Sempre secondo i vigili urbani, ogni mese si oscilla fra i 200 e i 300 accampamenti molti dei quali dopo qualche giorno scompaiono. È vero anche che molte persone senza fissa dimora rifiutano l’assistenza della Sala operativa sociale spostandosi altrove, motivo per cui parliamo di numeri in costante cambiamento.

Vedi anche: 300 accampamenti abusivi nella Capitale, è emergenza

Molte le realtà che cercano di fornire assistenza collaterale a quella delle istituzioni, come per esempio Nonna Roma, che appare categorica sulla questione: “Non solo un atto di forza, ma anche un impedimento” dichiarano dall’associazione “questi sgomberi infatti complicano ulteriormente il già complesso lavoro delle associazioni e delle unità di strada che si adoperano per costruire percorsi di inclusione sociale per le persone senza dimora. Questi atti di forza, infatti, non fanno altro che allontanare le persone, disperdendole e costringendo gli operatori e le operatrici a ricominciare il loro paziente lavoro da capo.”

Termovalorizzatore S. Palomba, dibattito pubblico “negato”: insorgono associazioni e frange politiche
Ospite in collegamento Alessandra Zeppieri, Consiglio regionale del Lazio – “Polo Progressista”
A poche ore dal convegno organizzato da tempo in Campidoglio per fare fact checking sul termovalorizzatore di Santa Palomba, alle associazioni della Rete Tutela Roma Sud (organizzatori del dibattito pubblico) è stato comunicato che la sala del Carroccio – regolarmente prenotata in collaborazione con alcuni consiglieri capitolini – non era più disponibile.

“È inaccettabile in un Paese democratico una simile limitazione che impedisce di esprimere il pensiero in una sede istituzionale, diritto costituzionalmente garantito, a decine di associazioni romane, ai Sindaci dei Comuni limitrofi alla zona dove dovrebbe sorgere l’impianto” scrive su Facebook l’associazione.

All’incontro avrebbero partecipato i Sindaci di Albano Laziale, Aprilia, Ardea, Ariccia, Castelgandolfo, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Pomezia, Rocca di Papa, Velletri, oltre che i parlamentari De Priamo, Fontana e Zaratti e i consiglieri regionali Marotta, Rotondi, Zeppieri e Zuccalà.

“Ci sembra un vero e proprio oltraggio alla democrazia – ha sottolineato Alessandra Zeppieri – il Sindaco continua a negare dibattiti e confronti. Sia i cittadini che associazioni hanno chiesto un confronto da molto tempo, confronto che non c’è mai stato. Tra le altre cose, torniamo a sottolineare che nel programma elettorale di Gualtieri non c’era, ora questo suo tirare dritto verso il progetto e il suo continuo diniego a confrontarsi la dice lunga. Forse ci deve delle risposte”.

“Rischio piena del fiume Tevere”: l’esercitazione per testare le barriere antiesondazione
Ospite in collegamento Clarissa Montagna, redazione “Il Faro Online“
Si è svolta il 13 marzo scorso l’esercitazione per il montaggio delle barriere antiesondazione, nel tratto di banchina compreso tra il Ponte 2 giugno e la passerella pedonale, ambo i lati. Presenti sul Posto il sindaco Mario Baccini, la Comandante di Polizia Locale, Daniela Carola, Elisabetta Cortani Responsabile dell’Associazione Misericordia di Fiumicino e rappresentanti della Capitaneria di Porto di Roma e dell’Autorità Portuale.

“Un’ esercitazione di emergenza estremamente importante e che da molto tempo non veniva svolta. Stiamo riattivando e collaudando tutte le strutture di Protezione civile per essere pronti ad affrontare eventuali emergenze.- ha sottolineato il sindaco Mario Baccini, intervenuto sul posto durante la simulazione.

“Ringrazio tutti gli operatori della Polizia Locale, l’Associazione di Protezione Civile Misericordia di Fiumicino ed i dipendenti comunali impegnati in questa missione. Stiamo, inoltre, lavorando per restituire il giusto decoro in questa area; proprio qualche giorno fa ho posto la questione al comando della Capitaneria di porto per intervenire e stiamo operando affinché la banchina venga sgomberata, per non impedire la libera circolazione dei cittadini ed eventuali operazioni di sicurezza necessarie in caso di emergenza”, ha concluso il Primo Cittadino.

“Abbiamo ricevuto l’allerta per un innalzamento del livello del fiume Tevere e conseguentemente verrà aperta la diga di Castel giubileo, come riportato da simulazione. – ha dichiarato Massimiliano D’Alessandri, responsabile dell’area emergenze Misericordia operativo sul posto durante l’esercitazione che ha evidenziatogli aspetti tecnici della simulazione.

“L’operatività coinvolge 45 operatori, suddivisi tra il lato sud e il lato nord. 460 mt le paratie d’innesto attivate su viale Traiano (lato sud)e 150 mt dal Ponte 2 giugno a Palazzo Noccioli. Sul lato nord sono state posizionate invece paratie scorrevoli.- prosegue – Attrezzati due camion, un bilico lungo 12mt ed un camion tre assi di 10 mt, impegnati a caricare, presso il punto logistico dell’Autorità Portuale a Piazzale Mediterraneo, tutte le strutture che compongono il sistema antiesondazione. Prevista a fine esercitazione una sintesi per pianificare gli eventuali interventi di manutenzione da mettere in atto alla luce di ciò che è emerso durante l’esercitazione”.

Roma-Lido, il Comitato pendolari: “Ok da Cotral per più treni nei giorni feriali”
Una delegazione del Comitato Pendolari Roma-Ostia ha incontrato alcuni rappresentanti della Regione Lazio e di Cotral. L’assessore Ghera ha illustrato il motivo dell’incontro, che sostanzialmente risiede nella presentazione di un programma d’incremento delle corse previste e nell’aggiornamento dei cronoprogrammi per il rientro, dalle varie manutenzioni straordinarie o revisioni generale, del parco rotabili della Roma Lido di proprietà o in disponibilità di Cotral, che pure ammonterebbe sulla carta a 8 treni CAF300 e 7 treni MA200 (a fronte di 4/5 massimi messi in linea) a dar credito ai documenti ufficiali presentati dalla Regione agli organi di controllo nazionali in sede di Relazione d’affidamento diretto dei servizi ferroviario “in house” al gestore di trasporto su gomma Cotral.

Cotral ha reso noto che, a prescindere dai lavori serali previsti sulla linea di alimentazione elettrica, e tenendosi un margine ulteriore di 5 minuti sul giro treno per “assorbire” le mattine eventuali strascichi e malfunzionamenti derivanti dai lavori notturni della linea, verrà aumentato il numero delle corse nei giorni feriali. L’azienda avrebbe chiuso il necessario accordo con le rappresentanze sindacali del personale.

L’ing. Tolomeo ha quindi annunciato che, dal 18 marzo 2024, saranno assicurati da Cotral in linea 5 treni dal lunedì al venerdì, per l’intero orario, con la frequenza che scenderà da 22′ a 20′ (si potrebbe scendere a 18’, ma per i motivi di cautela sopra accennati non si scenderà a tanto).

Se ci sarà disponibilità l’azienda metterà in linea un sesto treno, dei sette concretamente a sua disposizione in quanto omologati e autorizzati da ANSFISA; tale 6° treno servirebbe per fare 10 corse straordinarie aggiuntive nelle ore di punta, 4 corse “spazzola” da Acilia verso PSP (con rientro da PSP a Acilia in “fuori servizio” per accelerare i tempi di rimpiego nella direzione di maggior affollamento, e 3 corse verso Colombo e 3 verso Roma come corse “sottiletta” su intera linea nella fascia di punta del pomeriggio.

L’orario generale quindi vedrà 112 corse giornaliere + le eventuali 10 corse straordinarie.

La domenica e i giorni festivi gireranno 4 treni a 22 minuti fissi di frequenza (come nell’attuale Orario Ufficiale “ultra piatto” – unica ferrovia in tutto lo scenario del trasporto ferroviario metropolitano d’Italia) e le corse giornaliere saranno 102.

Il sabato invece ci saranno 5 treni + un eventuale 6 treno (se possibile) per un totale di 3 corse “spazzola” dalle ore 7,30, con rientro dalle 16 alle 20.

Infine la domenica precedente l’incontro, in cui si è corsa la Mezza maratona Roma Ostia, l’azienda, rispondendo ad alcune osservazioni critiche del Comitato, ha dichiarato a beneficio dell’Assessore di aver messo in linea 6 corse straordinarie, chiarendo, dopo altra domanda del Comitato, di aver fatto partire la prima alle 13.55 (al Comitato risulta partita a tal ora da Roma PSP e disponibile da Colombo solo verso le 14.45) e pertanto il servizio di “rinforzo”, in occasione di tale grande evento di pubblico, è stato impostato, tardi, quando la quasi totalità dei partecipanti era tornato all’EUR con la Lido, affollando all’inverosimile le solite corse a 22 minuti.

Il Comitato Pendolari ha nuovamente contestato la versione di Cotral sulle corse straordinarie in occasione della Mezza maratona, facendo presente che ci sono state code lunghissime a Colombo, come risulta dalle foto pervenute, e in orario di rientro della grande maggioranza dei partecipanti non ci sono state corse straordinarie, ma solo più tardi.

Ulteriori dettagli qui.

“Viaggio del Ricordo” e “Viaggio della Memoria”: da Latina partono 50 studenti
Il Comune di Latina ha organizzato per gli studenti delle scuole secondarie di primo grado il “Viaggio del Ricordo” alla Foiba di Basovizza e il “Viaggio della Memoria” ad Auschwitz. Hanno aderito alla proposta complessivamente 50 studenti e 9 docenti, partiti il 13 marzo per la prima meta. Per i due viaggi l’amministrazione ha stanziato 15.000 euro, 7.500 euro per ognuno, al fine di ridurre le quote di partecipazione. L’indicazione è stata quella di far partecipare ad ognuno dei due viaggi un alunno per ciascuna classe terza ed un docente accompagnatore per ciascun istituto comprensivo.

Hanno raggiunto la città di Trieste, nella giornata di ieri, 24 alunni e 4 docenti degli istituti comprensivi Emma Castelnuovo, Alessandro Volta, Giuseppe Giuliano e Vito Fabiano. Resteranno quattro giorni, fino al 15 marzo.

Il viaggio è iniziato con la visita al cimitero di Redipuglia, il più grande sacrario militare italiano, dove riposano le salme di 100mila caduti della prima guerra mondiale. Nella giornata di oggi visitata la Foiba di Basovizza, monumento nazionale trasformato dai partigiani jugoslavi in luogo di esecuzioni sommarie e in una fossa comune per un numero ancora oggi imprecisato di vittime.

Successivamente verrà visitato il centro di raccolta profughi di Padriciano dove transitarono moltissimi esuli, mentre nel pomeriggio verrà visitata la Risiera di San Sabba dove vennero uccise dai nazi fascisti diverse migliaia di persone.
Nella giornata di domani la delegazione si recherà a Fiume per incontrare la comunità italiana della città e il console italiano di Fiume, previamente contattato, e successivamente a Pola. Il viaggio si concluderà il giorno 15, visitando il Magazzino 18, dove vi sono ancora accatastati dal 1947 i poveri beni degli esuli Giuliano Dalmati.

Durante il soggiorno c’è stata anche l’occasione di visitare l’aula consiliare del Comune di Trieste, grazie all’accoglienza del presidente del Consiglio Francesco Di Paola Panteca, e di riflettere sui 70 anni del ricongiungimento di Trieste all’Italia.

Ad accompagnare gli studenti anche gli assessori all’Istruzione e alle Politiche giovanili, Francesca Tesone e Andrea Chiarato, e i consiglieri Cesare Bruni, Vincenzo Valletta e Mario Faticoni che hanno, anche loro, versato la quota prevista per gli accompagnatori.

“Con il primo dei due viaggi organizzati dall’amministrazione, il ‘Viaggio del Ricordo’ – dichiara Francesca Tesone, assessore all’Istruzione – gli studenti avranno la possibilità di riflettere sulla storia e i suoi orrori, visitando i luoghi dove si sono consumate tragedie che hanno segnato la storia del nostro Paese. La conoscenza, consapevole e profonda, è il solo modo che abbiamo per non ripetere gli errori dei nostri predecessori. Come amministrazione comunale sosteniamo con impegno queste opportunità di crescita e partecipazione. I docenti e gli studenti saranno ambasciatori della città e a loro sarà affidato il compito di essere testimoni di pace”.

“L’adesione al progetto del Comune di Latina da parte di studenti e docenti – afferma Andrea Chiarato, assessore alle Politiche giovanili – nasce dalla voglia di approfondire le conoscenze, di conoscere la storia, di curare il ricordo. Un’occasione per rendersi conto di ciò che è stato, uscendo dai libri di storia, e così acquisire piena consapevolezza”.

Agguato a colpi di pistola in via Aldo Moro, arrestato il killer: identificata la vittima
Ospite in collegamento Cristina Lucarelli, redazione “Frosinone news“
“Omicidio” e “triplice tentato omicidio”. Queste le accuse alle quali dovrà rispondere il 23enne albanese – Mikea Zaka. – che, nella serata di ieri, si è presentato in Questura accompagnato dal suo avvocato, vistosi ormai braccato dagli investigatori che erano già sulle sue tracce. Il giovane, già noto alle Forze dell’Ordine, si è sottoposto all’esame dello stub ed è stato a lungo interrogato dagli agenti della Squadra Mobile agli ordini del dirigente Flavio Genovesi che stanno ricostruendo l’agguato avvenuto intorno alle 19:30 di ieri davanti allo Shake bar, su via Aldo Moro. Quattro i corpi a terra dopo gli spari.

Kasmi Kasem, 27 anni di nazionalità albanese ma residente a Frosinone, è morto; feriti gli altri connazionali. Nei primi concitati momenti dopo la sparatoria era trapelata la notizia del decesso anche di un secondo giovane, fonti sanitarie hanno poi smentito in tarda serata: il ragazzo è in prognosi riservata dopo un delicato intervento. Meno gravi gli altri due.

L’avvocato Marco Maietta, difensore di Zaka ha riferito che l’interrogatorio del suo assistito sia andato avanti fino a tarda notte: “Ha deciso di non nascondersi e di collaborare mettendosi a disposizione degli inquirenti e fornendo la sua versione per fare chiarezza sui fatti”.

Ora però, c’è l’allerta per possibili vendette: “Non dimenticate che sono albanesi. Seguono ancora le leggi del Kanun ma adattate ai loro interessi”. A rivelarlo è un giovane albanese nato e cresciuto in Italia. Non appartiene a nessuna delle famiglie coinvolte nella sparatoria di sabato scorso in via Aldo Moro, non fa parte delle due bande rivali ma ne conosce bene le dinamiche e, a domanda diretta sull’ipotesi di imminenti vendette, ha risposto così.
Con il “Kanun”, la famosa “vendetta di sangue” del Paese delle Aquile. Un Codice delle Montagne albanesi che ai più potrebbe sembrare ormai superato e arcaico ma che spesso, anche nel nostro Paese, è tornato in auge a seguito di fatti di sangue che hanno visto coinvolti soggetti albanesi.
L’articolo 125 del “Kanun” recita: “Secondo il Codice antico delle Montagne albanesi, soltanto l’omicida cadeva nella vendetta del sangue, cioè solo quello che con il fucile o con qualunque altra arma uccideva una persona. La famiglia dell’ucciso non poteva inseguire, né uccidere alcun parente o nipote o cugino dell’omicida, ma solo quest’ultimo. Il Codice posteriore abbraccia nella legge della vendetta o del taglione, tutti i maschi della famiglia dell’omicida, anche se sono in fasce, i cugini ed i nipoti più prossimi, ancorché divisi, possono incorrere nella vendetta entro le prime 24 ore dall’avvenuta uccisione“.

Una comunità sconvolta quella di Frosinone che ha deciso di non restare indifferente. “Non restiamo indifferenti”, il titolo della marcia per la legalità dopo la sparatoria di via Aldo Moro. L’appuntamento è per questa sera, venerdì 15 marzo, a partire dalle 19:30. Il corteo silenzioso attraverserà via Aldo Moro.

Dodicenne picchiato in piazza, la feroce aggressione del branco poteva finire in tragedia
Non solo la sparatoria di via Aldo Moro. Sabato 9 febbraio, in provincia di Frosinone, si è registrato anche un altro gravissimo fatto di violenza. Un episodio che, purtroppo, sulle cronache locali è passato “in secondo piano”. È doveroso, però, tenere i riflettori accesi anche su quanto accaduto ad Anagni. Un ragazzino di appena 12 anni è stato pestato. Accerchiato da un gruppetto di coetanei e poi picchiato a sangue – stando alle ricostruzioni dei Carabinieri – dal fratello più grande di uno di loro chiamato in supporto. Un pestaggio continuato anche quando il dodicenne era ormai a terra quasi privo di sensi.

Il bambino è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasferito dapprima all’ospedale di Colleferro e poi al Bambino Gesù di Roma a causa delle gravi ferite riportate. Necessario intervenire sulle ferite riportate al volto, ai denti e per un probabile trauma cranico. Subito la mente di tutti è tornata indietro nel tempo, all’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane di Paliano massacrato a calci e pugni fuori da un locale di Colleferro. Una morte che è una ferita impossibile da rimarginare e che da sabato ha ripreso a sanguinare.

Quei calci, quei pugni, quella ferocia avrebbero potuto avere un epilogo ben più grave. Un altro ragazzino sarebbe potuto rimanere vittima della dilagante violenza tra i giovani. I suoi amichetti, immobilizzati, nulla hanno potuto fare per aiutarlo. Nel condannare il gesto, Natalia ha evidenziato che: “I responsabili verranno denunciati e assicurati alla giustizia. Interesserò anche i servizi sociali, poiché ritengo che la colpa di atteggiamenti simili, pare non isolati, non sia da attribuire esclusivamente agli interessati: credo che le famiglie dovranno rispondere di quanto accaduto e assumersi le proprie responsabilità genitoriali, affinché non si verifichino mai più situazioni del genere” ha detto il Sindaco.

Sport, tutti gli aggiornamenti sul Frosinone Calcio
I giallazzurri sono tornati da Reggio Emilia con un saporaccio amaro in bocca. Il ko con il Sassuolo ha spedito il Frosinone in zona retrocessione per la prima volta dall’inizio del campionato. Una sensazione bruttissima, un’inquietudine che è difficile scrollarsi di dosso. Lo spettro della delusione è dietro le spalle. È evidente che qualcosa non vada. È evidente che sì, la sfortuna sembra proprio non abbandonare la truppa ciociara.

Ma è altrettanto lampante che a dispetto delle prove precedenti, in cui nonostante il risultato non soddisfacesse per quanto prodotto sul terreno da gioco, stavolta è stato diverso. I DiFra boys non hanno disputato un grande match. In quel dannato scontro salvezza in cui avrebbero dovuto assaltare la porta neroverde, si è vista una performance invece timorosa, senza grandi occasioni per gli ospiti. Thorstvedt firma la prima vittoria dell’era Ballardini e regala una boccata di ossigeno alla sua squadra.

Nonostante le difese certamente non granitiche di entrambe le formazioni, l’unica a colpire è proprio la padrona di casa a cui non resta poi che contenere e gestire. L’occasione d’oro per il Frosinone arriva al 90’: La Penna punisce fin troppo zelantemente una spinta di Ferrari a Cuni.

Dagli 11 metri va Kaio Jorge – il peggiore tra i suoi -, ma il brasiliano fallisce clamorosamente il rigore. La partita si spegne su quel risultato che nessuno avrebbe voluto leggere. E reggere. Perché adesso il peso della classifica e di questa partita lo si sente tutto. Sulle spalle gravano tante responsabilità e soprattutto premono sulla testa, una testa che sembra aver perso irrimediabilmente brillantezza, freschezza ed entusiasmo. Caratteristiche che avevano trascinato i frusinati, autori di un girone di andata sopra le aspettative di chiunque. Se avessero associato a queste qualità anche un po’ più di lucidità e sangue freddo, avrebbero persino raccolto di più. Adesso però sembrano tutti stanchi, indeboliti e fin troppo arrendevoli.

L’ennesimo risultato negativo arriva in un momento cruciale come il penalty calciato malissimo da Kaio Jorge: un episodio che potrebbe rappresentare uno snodo importante per il prosieguo della stagione. Ieri anche il Verona ha vinto a Lecce e ha superato il Frosinone. Ora la zona rossa parla così: ciociari terzultimi a 24 punti, Sassuolo penultimo a 23 e poi il fanalino di coda, quella Salernitana che sembra già condannata con 14 lunghezze.

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