DAI VERBALI DELL'ASSEMBLEA COSTITUENTE DEL 5 MARZO 1947

11 months ago
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Prende la parola Ottavio Mastrojanni facente parte della Commissione dei 75: “Le Costituzioni servono per riconsacrare e riaffermare nel tempo e per l'infinito quelle che sono le prerogative fondamentali della personalità umana, le quali preesistendo con l'uomo ad ogni forma statuale, costituiscono, nella loro origine, gli attributi che sono inalienabili imprescrittibili sacri ed inviolabili e che nessun consociato ha il diritto di incrinare, per imporre un determinato orientamento politico. Ma ci siamo domandati: quando il Cittadino leggerà questa Carta Costituzionale e porterà decisamente la sua attenzione nel settore che, più intimamente lo attrae e lo interessa e con speculazione di indagine si soffermerà sui diritti economici e sociali, e specie se ingenuo, specie se non addestrato alle speculazioni ragionative e sofistiche di rettori, di giuristi e di filosofi, egli credesse di aver conquistato finalmente quanto solo nei suoi sogni o nelle sue speranze costituiva possibilità reale, e, se questo Cittadino italiano esasperato da questi diritti in modo tanto solenne qui affermati, domani venisse da noi Costituenti, o andasse da coloro che nell'esercizio dei loro poteri hanno autorità ed ascendente, a domandar conto dell'esecuzione di questi impegni d'onore, che lo Stato ha preso verso i suoi cittadini, e se eccitasse la sua diligenza per l'adempimento almeno parziale di questi impegni contratti solennemente, e si sentisse rispondere che lo Stato è nell'impossibilità di soddisfare queste esigenze, io mi chiedo: quale potrebbe essere la reazione di questo cittadino e più ancora quale potrebbe essere la reazione di una collettività esasperata, la quale, ritenendosi beffata nella santità della sua miseria, eccedesse, e scendesse in piazza, onorevoli colleghi? Mi sovviene in questo momento, quanto Gino Capponi, descrivendo il tumulto dei Ciompi nella rivoluzione di Firenze, disse a proposito di coloro che «assillati dal bisogno scendono in piazza». Disse egli: «Quando tu chiami la forza del popolo a far impeto nelle vie, il vero popolo non risponde, ma vedi uscire una turba, cui si pertiene diverso nome che non puoi né dirigere né contenere, e che travalica ogni tuo disegno». Meditiamo pertanto, onorevoli colleghi”.

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