Il discorso di fine anno 2023 del capo dello Stato della REPUBBLICA DELLE BANANE di MERDALIA💩Sergio Mattarella il video integrale con testo in descrizione MERDALIA💩UN PAESE DI MERDA COMPOSTO DA IDIOTI

11 months ago
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https://qds.it/discorso-fine-anno-presidente-mattarella-testo-2023/
Il testo del discorso di fine anno del presidente Mattarella
“Care concittadine e cari concittadini,

questa sera ci stiamo preparando a festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Nella consueta speranza che si aprano giorni positivi e rassicuranti.

Naturalmente, non possiamo distogliere il pensiero da quanto avviene intorno a noi. Nella nostra Italia, nel mondo.

Sappiamo di trovarci in una stagione che presenta tanti motivi di allarme. E, insieme, nuove opportunità.

Avvertiamo angoscia per la violenza cui, sovente, assistiamo: tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana.

La violenza.

Anzitutto, la violenza delle guerre. Di quelle in corso; e di quelle evocate e minacciate.

Le devastazioni che vediamo nell’Ucraina, invasa dalla Russia, per sottometterla e annetterla.
(quali queste??prrrrr https://rumble.com/v45sz68-pastpresent-and-future-of-mariupol-documentario-gennaio-2024 ma vi rendete conto che cazzo ha detto)
L’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani d’Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità.

La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti.

La guerra – ogni guerra – genera odio.

E l’odio durerà, moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti.

La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza.

E si pretende di asservire, di sfruttare. Si cerca di giustificare questi comportamenti perché sempre avvenuti nella storia. Rifiutando il progresso della civiltà umana.

Il rischio, concreto, è di abituarsi a questo orrore. Alle morti di civili, donne, bambini. Come – sempre più spesso – accade nelle guerre.

Alla tragica contabilità dei soldati uccisi. Reciprocamente presentata; menandone vanto.

Vite spezzate, famiglie distrutte. Una generazione perduta.

E tutto questo accade vicino a noi. Nel cuore dell’Europa. Sulle rive del Mediterraneo.

Macerie, non solo fisiche. Che pesano sul nostro presente. E graveranno sul futuro delle nuove generazioni.

Di fronte alle quali si presentano oggi, e nel loro possibile avvenire, brutalità che pensavamo, ormai, scomparse; oltre che condannate dalla storia.

La guerra non nasce da sola. Non basterebbe neppure la spinta di tante armi, che ne sono lo strumento di morte. Così diffuse. Sempre più letali. Fonte di enormi guadagni.

Nasce da quel che c’è nell’animo degli uomini. Dalla mentalità che si coltiva. Dagli atteggiamenti di violenza, di sopraffazione, che si manifestano.

È indispensabile fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità della pace.

Parlare di pace, oggi, non è astratto buonismo. Al contrario, è il più urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d’uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell’umanità.

Sappiamo che, per porre fine alle guerre in corso, non basta invocare la pace.

Occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi. Anzitutto, di quelli che hanno scatenato i conflitti.

Ma impegnarsi per la pace significa considerare queste guerre una eccezione da rimuovere; e non la regola per il prossimo futuro.

Volere la pace non è neutralità; o, peggio, indifferenza, rispetto a ciò che accade: sarebbe ingiusto, e anche piuttosto spregevole.

Perseguire la pace vuol dire respingere la logica di una competizione permanente tra gli Stati. Che mette a rischio le sorti dei rispettivi popoli. E mina alle basi una società fondata sul rispetto delle persone.

Per conseguire pace non è sufficiente far tacere le armi.

Costruirla significa, prima di tutto, educare alla pace. Coltivarne la cultura nel sentimento delle nuove generazioni. Nei gesti della vita di ogni giorno. Nel linguaggio che si adopera.

Dipende, anche, da ciascuno di noi.

Pace, nel senso di vivere bene insieme. Rispettandosi, riconoscendo le ragioni dell’altro. Consapevoli che la libertà degli altri completa la nostra libertà.

Vediamo, e incontriamo, la violenza anche nella vita quotidiana. Anche nel nostro Paese.

Quando prevale la ricerca, il culto della conflittualità. Piuttosto che il valore di quanto vi è in comune; sviluppando confronto e dialogo.

La violenza.

Penso a quella più odiosa sulle donne.

Vorrei rivolgermi ai più giovani.

Cari ragazzi, ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, dominio, malinteso orgoglio. L’amore – quello vero – è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità.

Penso anche alla violenza verbale e alle espressioni di denigrazione e di odio che si presentano, sovente, nella rete.

Penso alla violenza che qualche gruppo di giovani sembra coltivare, talvolta come espressione di rabbia.

Penso al risentimento che cresce nelle periferie. Frutto, spesso, dell’indifferenza; e del senso di abbandono.

Penso alla pessima tendenza di identificare avversari o addirittura nemici. Verso i quali praticare forme di aggressività. Anche attraverso le accuse più gravi e infondate. Spesso, travolgendo il confine che separa il vero dal falso.

Queste modalità aggravano la difficoltà di occuparsi efficacemente dei problemi e delle emergenze che, cittadini e famiglie, devono affrontare, giorno per giorno.

Il lavoro che manca. Pur in presenza di un significativo aumento dell’occupazione.

Quello sottopagato. Quello, sovente, non in linea con le proprie aspettative e con gli studi seguiti.

Il lavoro, a condizioni inique, e di scarsa sicurezza. Con tante, inammissibili, vittime.

Le immani differenze di retribuzione tra pochi superprivilegiati e tanti che vivono nel disagio.

Le difficoltà che si incontrano nel diritto alle cure sanitarie per tutti. Con liste d’attesa per visite ed esami, in tempi inaccettabilmente lunghi.

La sicurezza della convivenza. Che lo Stato deve garantire. Anche contro il rischio di diffusione delle armi.

Rispetto allo scenario in cui ci muoviamo, i giovani si sentono fuori posto. Disorientati, se non estranei a un mondo che non possono comprendere; e di cui non condividono andamento e comportamenti.

Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese. Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa. Incapace di unirsi nel nome di uno sviluppo globale.

In una società così dinamica, come quella di oggi, vi è ancor più bisogno dei giovani. Delle speranze che coltivano. Della loro capacità di cogliere il nuovo.

Dipende da tutti noi far prevalere, sui motivi di allarme, le opportunità di progresso scientifico, di conoscenza, di dimensione umana.

Quando la nostra Costituzione parla di diritti, usa il verbo “riconoscere”.

Significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato. Ma, anche, che una democrazia si nutre, prima di tutto, della capacità di ascoltare.

Occorre coraggio per ascoltare. E vedere – senza filtri – situazioni spesso ignorate; che ci pongono di fronte a una realtà a volte difficile da accettare e affrontare.

Come quella di tante persone che vivono una condizione di estrema vulnerabilità e fragilità; rimasti isolati. In una società pervasa da quella “cultura dello scarto”, così efficacemente definita da Papa Francesco.

Cui rivolgo un saluto e gli auguri più grandi. E che ringrazio per il suo instancabile Magistero.

Affermare i diritti significa ascoltare gli anziani, preoccupati di pesare sulle loro famiglie,mentre il sistema assistenziale fatica a dar loro aiuto.

Si ha sempre bisogno della saggezza e dell’esperienza. E di manifestare rispetto e riconoscenza per le generazioni precedenti. Che, con il lavoro e l’impegno, hanno contribuito alla crescita dell’Italia.

Affermare i diritti significa prestare attenzione alle esigenze degli studenti, che vanno aiutati a realizzarsi. Il cui diritto allo studio incontra, nei fatti, ostacoli. A cominciare dai costi di alloggio nelle grandi città universitarie; improponibili per la maggior parte delle famiglie.

Significa rendere effettiva la parità tra donne e uomini: nella società, nel lavoro, nel carico delle responsabilità familiari.

Significa non volgere lo sguardo altrove di fronte ai migranti.

Ma ascoltare significa, anche, saper leggere la direzione e la rapidità dei mutamenti che stiamo vivendo. Mutamenti che possono recare effetti positivi sulle nostre vite.

La tecnologia ha sempre cambiato gli assetti economici e sociali.

Adesso, con l’intelligenza artificiale che si autoalimenta, sta generando un progresso inarrestabile. Destinato a modificare profondamente le nostre abitudini professionali, sociali, relazionali.

Ci troviamo nel mezzo di quello che verrà ricordato come il grande balzo storico dell’inizio del terzo millennio. Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana. Cioè, iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona – e nella sua dignità – il pilastro irrinunziabile.

Viviamo, quindi, un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci.

Con la partecipazione attiva alla vita civile.

A partire dall’esercizio del diritto di voto.

Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social.

Perché la democrazia è fatta di esercizio di libertà.

Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni – a tutti i livelli -, sono chiamati a garantire.

Libertà indipendente da abusivi controlli di chi, gestori di intelligenza artificiale o di potere, possa pretendere di orientare il pubblico sentimento.

Non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione. O dall’indifferenza. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi per timore che le impetuose novità che abbiamo davanti portino soltanto pericoli.

Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro.

Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte.

Significa contribuire, anche fiscalmente. L’evasione riduce, in grande misura, le risorse per la comune sicurezza sociale. E ritarda la rimozione del debito pubblico; che ostacola il nostro sviluppo.

Contribuire alla vita e al progresso della Repubblica, della Patria, non può che suscitare orgoglio negli italiani.

Ascoltare, quindi; partecipare; cercare, con determinazione e pazienza, quel che unisce.

Perché la forza della Repubblica è la sua unità.

Unità non come risultato di un potere che si impone.

L’unità della Repubblica è un modo di essere. Di intendere la comunità nazionale. Uno stato d’animo; un atteggiamento che accomuna; perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace.

I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia.

Questi valori – nel corso dell’anno che si conclude – li ho visti testimoniati da tanti nostri concittadini.

Li ho incontrati nella composta pietà della gente di Cutro.

Li ho riconosciuti nella operosa solidarietà dei ragazzi di tutta Italia che, sui luoghi devastati dall’alluvione, spalavano il fango; e cantavano ‘Romagna mia’.

Li ho letti negli occhi e nei sorrisi dei ragazzi con autismo che lavorano con entusiasmo a Pizza aut. Promossa da un gruppo di sognatori. Che cambiano la realtà.

O di quelli che lo fanno a Casal di Principe. Laddove i beni confiscati alla camorra sono diventati strumenti di riscatto civile, di impresa sociale, di diffusione della cultura. Tenendo viva la lezione di legalità di don Diana.

L’ho visto nel radunarsi spontaneo di tante ragazze, dopo i terribili episodi di brutalità sulle donne. Con l’intento di dire basta alla violenza. E di ribellarsi a una mentalità di sopraffazione.

Li vedo nell’impegno e nella determinazione di donne e uomini in divisa. Che operano per la nostra sicurezza. In Italia, e all’estero.

Nella passione civile di persone che, lontano dai riflettori della notorietà, lavorano per dare speranza e dignità a chi è in carcere.

O di chi ha lasciato il proprio lavoro – come è avvenuto – per dedicarsi a bambini, ragazzi e mamme in gravi difficoltà.

A tutti loro esprimo la riconoscenza della Repubblica.

Perché le loro storie raccontano già il nostro futuro.

Ci dicono che uniti siamo forti.

Buon anno a tutti”.

I temi sociali affrontati
La prima parte del discorso di fine anno del presidente Mattarella è stata dedicata all’emergenza violenza. Femminicidi, assassini per i motivi più assurdi, risse che spesso e volentieri trasformano i luoghi della movida in zone di morte, violenza negli stadi, guerre (prima quella in Ucraina, ora anche quella di Israele, per citare le più note). L’Italia non può e non deve ignorare i segnali di una società sempre più brutale e assuefatta alla violenza e l’invito del presidente Mattarella è proprio quello di rispondere agli eventi della cronaca locale e internazionale non con l’indifferenza, ma con l’azione per la pace.

Il capo dello Stato ha poi toccato il dolente tasto del lavoro. Quello che non c’è, quello che non permette di arrivare a fine mese, quello che – purtroppo – porta alla morte per mancanza di sicurezza. Nel discorso di fine anno trovano spazio anche i dibattiti sulla sanità – e l’eterno problema delle liste d’attesa -, sulla povertà e le diseguaglianze sociali, su una crisi ambientale sempre più evidente e destinata a intaccare la crescita globale.

La parte finale del discorso di Mattarella verte sui giovani e i diritti. Diritto alla libertà, diritto al futuro e, naturalmente, il diritto al voto. Quell’elemento che può cambiare tutto, quel diritto che però è anche un dovere civico e va utilizzato con consapevolezza. Il messaggio del presidente è chiaro: tutti possiamo e dobbiamo contribuire al benessere del Paese, con il lavoro, l’onestà e la solidarietà. Insomma, con i valori fondamenti della Costituzione italiana e dello Stato di diritto fondato dopo la Seconda guerra mondiale.
il commento dagli italiani emigrati all'estero: https://rumble.com/v454how-grazie-a-sergio-mattarella-per-lo-stupendo-discorso-di-fine-anno
Quando la nostra Costituzione all'art.2 parla di diritti, usa il verbo “riconoscere”.
Significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato... lo ha detto Mattarella in diretta nazionale agli italiani proprio a loro che li violano da anni appunto i miei diritti umani INVIOLABILI....quindi vado dritto all'ONU a Ginevra in Svizzera a questo punto a dirglielo ovvio... .. https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/DICHIARAZIONE_diritti_umani_4lingue.pdf presenti pure nella costituzione italiana nell'art.2 appunto su cui tutti i politici hanno giurato e sono INVIOLABILI..quindi stanno violando sia la costituzione italiana sia i diritti umani in Italia e il governo di Giorgia Meloni deve finire ovvio.. https://www.senato.it/sites/default/files/media-documents/Costituzione.pdf
https://rumble.com/v1p85qw-la-costituzione-della-repubblica-italiana-lettura-integrale-del-testo
https://rumble.com/v1p87id-i-principi-fondamentali-della-costituzione-italiana-la-lettura
https://rumble.com/v2fc71i-la-dichiarazione-universale-dei-diritti-umani...i-30-articoli-documentario visto che gli italiani li hanno presi per il culo un'altra volta i loro politici..non vedo perchè non possa prenderli per il culo io appunto a questo popolo d'idioti di MERDALIA💩mica è illegale fare ironia su un popolo e i suoi politici cazzari eh e gli dico da sempre agli italiani infatti di rivotarli sempre tutti e che i politici fanno benissimo a pigliarli per il culo appunto...puoi non essere d'accordo a farti pigliare per il culo ma visto che lo fanno da sempre su di voi i politici che voi votate ma non è illegale farlo però e quindi io continuerò a farlo ovvio...tanto io non voto da anni e per me sono tutti uguali appunto..SCHIAVI SERVI E ZERBINI DEI LORO PADRONI APPUNTO..
https://rumble.com/vs1rjd-lambrenedetto-come-vedo-il-2022 https://rumble.com/v1p96lz--nato-il-nuovo-governo-lopinione-del-videoblogger-lorenzo-lambrughi https://rumble.com/v1mqcx8-elezioni-politiche-2022adesso-cosa-cambia https://rumble.com/v1mqcho-elezioni-politiche-2022-lanalisi-del-voto-degli-italiani-di-lambrenedetto https://rumble.com/v1q97it-il-solito-copione-non-faranno-niente-e-non-cambier-nulla-in-italia https://rumble.com/v1p9f6g-parliamo-del-nuovo-governo-della-repubblica-delle-banane https://rumble.com/v452a28-marco-travaglio-in-tv-ecco-perch-lady-aspen-giorgia-meloni https://rumble.com/v1nynw4-la-recessione-e-il-gran-reset-in-arrivo.adesso-che-fare https://rumble.com/v3vsbag-le-previsioni-della-rivista-the-economistthe-world-ahead-2024
riassunto dichiarazioni ultimi 3 anni in televisione:https://rumble.com/v44v7ex-un-anno-di-travaglioraccontato-da-lui-stesso-in-tv-il-meglio-dellanno-2021
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https://rumble.com/v434bfz-non-dimenticare-cosa-hanno-detto-e-fatto-i-politici-in-questi-ultimi-5-anni https://rumble.com/v42zhlh-quando-il-presidente-mattarella-parla-a-vanvera-di-libert-e-vaccinazioni https://rumble.com/v42yt3f-governati-da-criminali-quando-mattarella-dissenon-si-invochi-la-libert IN ITALIA NON LO METTONO PERCHè SE NO LI POSSONO ARRESTARE AI DATORI DI LAVORO METTENDO LA LEGGE SUL SALARIO MINIMO GARANTITO SEMPLICEMENTE PER QUELLO NON LA FANNO..PRECISO CHE IN AUSTRIA E NEI PAESI NORDICI DELL'UE DOVE NON HANNO IL SALARIO MINIMO GARANTITO PER LEGGE NON C'è SFRUTTAMENTO E HANNO SALARI ALTI Lì, CON ALTRE REGOLE LORO,QUELLO LO FANNO SOLO IN ITALIA..
potete verificarlo poi ovvio c'è il costo della vita che incide sullo stipendio https://www.averagesalarysurvey.com/
https://www.numbeo.com/cost-of-living/
vedendo i dati ufficiali non mi sembra che l'economia stia andando bene e al governo ci siano Lady Aspen Meloni e company..la disoccupazione è aumentata ed è all'7,8% e la crescita del pil annuale è nulla,l'economia è in stagnazione ed il debito pubblico aumenta,si è calata l'inflazione a livelli normali sotto il 2% in Italia ma non aumentano gli stipendi dal 1991 che vuol dire essere sempre più poveri e diminuire il potere d'acquisto appunto in base al costo della vita elevato rapportato allo stipendio..
https://it.tradingeconomics.com/country-list/inflation-rate?continent=europe
https://it.tradingeconomics.com/country-list/gdp-annual-growth-rate?continent=europe
https://it.tradingeconomics.com/country-list/gdp-growth-rate?continent=europe
https://it.tradingeconomics.com/italy/gdp-growth
https://it.tradingeconomics.com/italy/unemployment-rate
https://it.tradingeconomics.com/country-list/minimum-wages?continent=europe
il rapporto tra questi dati mostra il potere d'acquisto che hanno,in Gran Bretagna,Germania e tutti i paesi civili hanno un potere d'acquisto doppio rispetto all'Italia dove sono morti di fame e sfruttati e resteranno così mica faranno le riforme ormai NON LE FARANNO PIù NON POSSONO..hanno votato al governo i politici e i politici prendono 12000 euro al mese più bonus..Via libera dalla Camera alla delega al governo per un provvedimento sull'equa retribuzione, che stoppa di fatto la proposta di legge sul salario minimo presentata mesi fa dalle opposizioni:NEL TESTO NON C'è PIù il riferimento a un salrio minimo di 9 euro all’ora (lordi) per legge..IL TESTO ORA PASSA COSì AL SENATO NON LO VOTERANNO PIù POI FINO ALLA PROSSIMA LEGISLATURA AL MASSIMO CIoè TRA 5 ANNI..
Giorgia Meloni ha detto: "M5s, Pd ci dicono che il salario minimo è l'unica cosa che va fatta in Italia ma in dieci anni al governo non l'hanno fatta".
Non viene indicata una cifra minima di retribuzione
Nella proposta della maggioranza non si utilizza mai il termine salario, né viene indicata una cifra minima di retribuzione
https://www.ilsole24ore.com/art/stop-salario-minimo-9-euro-l-ora-passa-delega-governo-AFFyOypB
QUESTO è IL TESTO CHE VOTERANNO AL SENATO POI BASTA FINO ALLA PROSSIMA LEGISLATURA...NON C'è PIù IL RIFERIMENTO AI 9 EURO LORDI L'ORA..NON CI SARà IL SALARIO MINIMO..
Stop al salario minimo di 9 euro l’ora, passa la delega al governo
Cancellata la proposta delle opposizioni. Il nuovo testo prevede, al suo posto, una delega al governo da esercitare entro sei mesi
Cosa prevede l’emedamento di maggioranza
L’emendamento in due articoli è soppressivo di tutta la proposta unitaria del centrosinistra, a prima firma di Giuseppe Conte, che prevedeva la soglia minima di 9 euro lordi l’ora introdotta per legge. L’emendamento prevede due deleghe al governo: una sull’equa retribuzione e l’altra sui controlli contro i contratti pirata.
Retribuzione equa
La prima parte della delega, che va attuata entro 6 mesi dall’approvazione del testo attraverso decreti legislativi, è volta a “garantire a ogni lavoratore e lavoratrice una retribuzione equa e sufficiente” nel rispetto dell’articolo 36 della Costituzione. Un obiettivo da raggiungere “rafforzando la contrattazione collettiva” e prendendo a riferimento i “trattamenti economici complessivi minimi dei contratti collettivi nazionali maggiormente applicati”.
https://rumble.com/v42jcle-il-salario-minimo-orario-mensile-lordo-garantito-confrontato vanno via pure i pensionati per la tassazione agevolata che hanno in certi paesi appunto oltre gli stranieri emigrati in merdalia e gli italiani stessi eh e prendono la pensione lorda italiana che paga l'Italia ovvio con i contributi che hanno versato giustamente in Italia per prenderla e viene tassata poi con la tassazione dello Stato dove vanno poi,dipende dallo Stato che vanno e dalle leggi che fa ogni singolo Stato ovvio bisogna vedere ogni anno perchè cambiano e dove conviene con un costo della vita più basso di merdalia logico..quindi spiego agli italiani come vivere con la pensione italiana esentasse o quasi all'estero a spese dello Stato di MERDALIA ovvio..
https://rumble.com/vs1rjd-lambrenedetto-come-vedo-il-2022 ricordo ai pensionati che quella che parla in tv sul salario minimo che era da fare è Elsa Fornero quella che vi ha mandato e manderà poi in pensione a 67 anni o a quota 103 con 41 anni di contributi lavorativi o superiori fino ai 70 anni eh con la sua Legge sulle pensioni Fornero che è ancora in vigore oggi nel 2024..ma io li manderei in pensione anche a 80 anni con 50 anni di contributi da lavoro e con pensioni di merda agli italiani che tanto non si lamentano mai appunto per gli stipendi bassi italiani così per ricordarvelo che se avete pensioni di merda la colpa è del governo e di quelli che avete votato..quindi non lamentatevi e non rompete a me i coglioni ma andate dai politici,dai massoni,dai preti etc etc etc https://rumble.com/v44wozu-quando-mario-monti-elogiava-labolizione-dellart.18-e-la-riforma-delle-pensi https://it.wikipedia.org/wiki/Riforma_delle_pensioni_Fornero Elsa Maria Fornero nata il 7 maggio 1948 a San Carlo Canavese del segno zodiacale del toro,Laureata in economia diviene professoressa universitaria ordinaria dal 2000 di Economia politica presso la Scuola di Management ed Economia dell'Università degli Studi di Torino; viene indicata come «allieva di Onorato Castellino». Insegna macroeconomia ed economia del risparmio, della previdenza e dei fondi pensione (in inglese). Le sue ricerche scientifiche riguardano i sistemi previdenziali, pubblici e privati, le riforme previdenziali, l'invecchiamento della popolazione, le scelte di pensionamento.è stata ministro del lavoro e delle politiche sociali, con delega alle pari opportunità, dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013 nel governo di Mario Monti. https://it.wikipedia.org/wiki/Elsa_Fornero
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diritti umani riassunti qui: https://rumble.com/v3y2fpg-la-dichiarazione-universale-dei-diritti-umani-dellonu-diritto-in-breve https://metronews.it/2022/06/07/salario-minimo/ ma l'ha fatto i governo italiano questo?AH NO,NON L'HA FATTO..peccato..quindi in Italia adesso gli italiani sono senza più il reddito di cittadinanza e senza salario minimo eh...un popolo d'idioti che sono felici e contenti di essere schiavi
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/pmi/2023/12/14/salari-italia-al-palo-dal-1991-1-contro-325-ocse-2_f7b246a6-ed27-434b-9741-0f9f1d171d71.html
https://pickline.it/2023/12/08/salario-minimo-non-s-ha-da-fare-scontro-maggioranza-opposizione/
https://www.ticonsiglio.com/salario-minimo-5000-euro-supermercati-aldi-svizzera/
https://www.ticonsiglio.com/stop-salario-minimo-in-italia/
https://www.msn.com/it-it/notizie/politica/salario-minimo-cosa-ha-deciso-il-governo-e-cosa-chiedevano-le-opposizioni-il-confronto/ar-AA1l4MrX
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Fai valere i tuoi diritti INVIOLABILI...Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale dell'ONU approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Dopo questa solenne deliberazione,l'Assemblea dell'ONU diede istruzioni al Segretario Generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e,a tal fine,di pubblicarne e distribuirne il testo non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell'Organizzazione internazionale,ma anche in quante altre lingue fosse possibile usando ogni mezzo a sua disposizione..
https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/DICHIARAZIONE_diritti_umani_4lingue.pdf presenti pure nella costituzione italiana nell'art.2 appunto su cui tutti i politici hanno giurato e sono INVIOLABILI..quindi stanno violando sia la costituzione italiana sia i diritti umani in Italia e il governo di Giorgia Meloni deve finire ovvio.. https://www.senato.it/sites/default/files/media-documents/Costituzione.pdf
https://rumble.com/v1p85qw-la-costituzione-della-repubblica-italiana-lettura-integrale-del-testo
https://rumble.com/v1p87id-i-principi-fondamentali-della-costituzione-italiana-la-lettura
https://rumble.com/v2fc71i-la-dichiarazione-universale-dei-diritti-umani...i-30-articoli-documentario
I dati del Viminale al 1°gennaio 2023 fotografano una crescita dell’emigrazione continua, ma in rallentamento. Fughe in aumento dalle province della bassa pianura padana.Mantova,Brescia,Lodi,Cremona,Ferrara,,Reggio Emilia,Rovigo,Bologna.L'Europa in pole tra le destinazioni Germania etc..se gli italiani scappano dal nord ricco e industriale per gli stipendi da vomito e il costo della vita da paese nordico che c'hanno dove non funziona nulla significa che in Italia non si sta bene come dicono in televisione eh...non vedo emigrazioni di massa di spagnoli,greci,tedeschi che vogliono venire a lavorare in Italia eh..ci sarà un motivo e di chi sarà la colpa ovvio..
Inchieste
Italiani all’estero verso quota 6 milioni: la mappa delle partenze provincia per provincia
Il Viminale certifica 127.350 nuove iscrizioni all’Aire nel 2022, anche se la pandemia ha rallentato i progetti migratori definitivi. Sono 10,7 gli iscritti ogni cento residenti under 30, si parte dalle province interne della Bassa Padana
Sono poco meno di sei milioni, pari a circa un decimo della popolazione residente, gli italiani iscritti all’Aire, e quindi stabilmente all’estero da oltre 12 mesi, al 1° gennaio 2023. Un’emorragia che non si arresta (+2,2% l’anno scorso, con 127.350 nuove iscrizioni da gennaio a dicembre), ma che rallenta la sua corsa dopo la pandemia.
A monte, forse, l’incertezza che porta alcuni italiani a temporeggiare sulla richiesta di residenza nel Paese in cui si trovano, e di conseguenza nell’Anagrafe dei residenti all’estero (Aire). A valle il trend in costante aumento dei trasferimenti oltreconfine dalle aree meno attrattive del Paese, da un territorio - quello italiano - su cui già pesa una grave crisi demografica. I dati aggiornati, anticipati in esclusiva al Sole 24 Ore del Lunedì dal ministero dell’Interno, evidenziano come a emigrare sono soprattutto i giovani: ogni 100 residenti in Italia con meno di trent’anni se ne contano 10,7 che hanno scelto di trasferirsi all’estero, per un totale di oltre 1,8 milioni di iscritti under 30. In pratica ogni 10 giovani, ce ne è un altro che se ne è andato. Un’incidenza che scende a 8,6 ogni 100 tra gli over 60.
1
Il trend post pandemia
«Ci aspettavamo di superare i 6 milioni quest'anno, ma i dati riflettono ancora l'onda lunga della pandemia: c'è stato un ridimensionamento delle iscrizioni ufficiali anche nel 2022». Sul trend degli iscritti all'Aire pesano gli eventi dell'anno appena passato, secondo Delfina Licata, responsabile del dossier annuale «Italiani nel mondo», esperta di fenomeni migratori. «Lo spettro dell'emergenza sanitaria - spiega la ricercatrice - ancora condiziona le nostre vite e il clima di incertezza ha minato la sicurezza necessaria per avviare un progetto migratorio definitivo. Rallentando le decisioni o aumentando i ripensamenti». Se dunque la pandemia ha in parte frenato i trasferimenti definitivi oltre confine - che comportano, tra le altre cose, la perdita dell’assistenza sanitaria pubblica - resta il fatto che le nuove iscrizioni all’Aire sono salite del 12,2% rispetto a prima della pandemia.
La sociologa, referente dell'area ricerca e documentazione della Fondazione Migrantes, ricorda infatti che con l'iscrizione all'Aire, obbligatoria per legge dopo 12 mesi di residenza continuativa oltreconfine, si perde il diritto al sistema sanitario nazionale. Qualcuno può aver deciso di tardare la l'iscrizione ufficiale, una scelta che prima della pandemia - anche grazie alla digitalizzazione delle pratiche necessarie - era diventata più immediata. Nonostante questo, il trend risulta comunque in crescita.
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La mappa delle province di partenza
Scandagliando le province italiane di origine dei nuovi italiani nel mondo, emergono alcuni picchi di fughe nell’arco del periodo tra il 1°gennaio 2019 e il 1° gennaio 2023. E in territori molto vicini tra loro. È la provincia di Mantova, ad esempio, a segnare il trend di crescita più elevato dal pre al post Covid: gli emigrati oltreconfine provenienti da questo territorio sono passati dai 28.734 del 1° gennaio 2019 ai 40.325 del 1°gennaio 2023 (+40,3%, di cui 2.804 sono le nuove iscrizioni registrate solo nel corso del 2022). Il dato potrebbe fotografare lo spostamento di alcuni membri della comunità italo/brasiliana, storicamente radicata nel mantovano, verso il Brasile oppure verso altri paesi europei come Francia e Germania.
Subito dietro, sempre in termini di crescita, ci sono altre province della Bassa padana: Rovigo (+39,7%), Lodi (+34,5%), Cremona (+32,9%) , Brescia (+32,2%), Reggio Emilia (+31,5%). Unica eccezione, Prato, al terzo posto per crescita: la provincia toscana sconta probabilmente le scelte di alcuni cittadini appartenenti alla comunità cinese (la più numerosa in loco) che dopo i lockdown del 2020 hanno scelto di trasferirsi (o tornare) in Cina o altrove.
Tra le prime venti province più colpite dalle fughe all’estero emergono territori dove già pesa lo spopolamento: la provincia di Rovigo, ad esempio, conta meno di 231mila abitanti, di cui 6,1 ogni 10 in età non attiva, con un’indice di vecchiaia tra i più elevati del Paese (256 over 65 ogni 100 bambini tra gli 0 e i 14 anni). E non stupisce che proprio nel 2022, anno in cui la provincia si è posizionata all’ultimo posto nella categoria «Affari e lavoro» della classifica annuale della Qualità della vita del Sole 24 Ore, sono stati 1.853 i nuovi iscritti all’Aire provenienti dal territorio, segnando il maggior incremento su base annua (+9,9%).
Le città metropolitane
Tra le prime venti province di origine che, rispetto al 2019, registrano gli aumenti più marcati nell’Anagrafe dei residenti all’estero c’è anche la città metropolitana di Bologna (15ª), che a inizio 2023 registra un +26,3% sul 2019, ma mantiene un’incidenza di emigrati nettamente inferiore alla media nazionale (47,6 iscritti all’Anagrafe ogni 1.000 abitanti). Le “partenze” sono in crescita anche da altre aree metropolitane: Venezia (+23,1%), Firenze (+20,4%), Milano (+18%), Torino (+17,8%), con aumenti più marcati rispetto alla media nazionale. L’aumento dalle aree metropolitane va letto come un «rimbalzo dopo due anni di blocco dei movimenti», dice Licata, «da territori dove università cosmopolite formano da sempre studenti più predisposti a un progetto oltreconfine».
Gli incrementi minori sono concentrati al Sud (Reggio Calabria e Messina) e a Trieste. Queste grandi città, tuttavia, registrano un’incidenza elevata degli espatri definitivi sulla popolazione residente, frutto di flussi migratori - iniziati molti anni prima - che pesano maggiormente in termini quantitativi in un territorio che ha già perso molti abitanti: osservando i dati di Reggio Calabria, per esempio, si conta quasi un residente all’estero proveniente dalla provincia ogni cinque residenti.
L’esodo dal Sud
Nonostante negli ultimi anni l’aumento delle fughe all’estero sia concentrato tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, in particolare dalle zone “interne” colpite duramente anche dalla pandemia nel 2020, l’impatto più significativo dell’esodo in rapporto alla popolazione rimane concentrato al Sud. Impressionante il dato di Enna, dove al 1° gennaio 2023 si contano 522,8 persone provenienti dal territorio iscritte all’anagrafe dei residenti all’estero ogni mille abitanti. Un rapporto cinque volte superiore alla media nazionale. La fuga è pressoché indiscriminata: riguarda giovani (477,5 under 30 si sono trasferiti ogni mille ennesi residenti) e anziani (506,2 ogni mille). Incidenze molto elevate si registrano anche ad Agrigento (388,1 iscritti all’estero ogni mille residenti) e Isernia (382,2 ogni mille).
Si parte da tutte le province d’Italia, insomma, ma l’impatto della mobilità diventa «devastante» al Sud, «nelle aree interne e in quelle più ai margini che offrono meno opportunità ai giovani», dice l'esperta. Nel Mezzogiorno rispetto al numero di residenti l’incidenza degli iscritti è più elevata, anche se negli ultimi anni le nuove iscrizioni partono soprattutto dal Nord, da alcune zone di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna più colpite dalla spopolamento.
I profili di chi emigra
In base agli studi della Fondazione Migrantes, aumentano le partenze di uomini, diminuiscono quelle di donne, quasi azzerate quelle dei minori. «Partono soprattutto lavoratori, da soli e senza la famiglia», dice Licata. Crescono le iscrizioni dei giovani e, in particolare dopo la pandemia, quelle di italiani tra i 30 e i 40 anni, con un'identità professionale già ben definita.

«Sono anni - racconta la sociologa - che da questi dati emerge la fuga dei giovani come un campanello d'allarme per una società in piena crisi demografica. Di solito partono subito dopo aver ottenuto un titolo di studio, diploma o laurea, in cerca di un percorso professionalizzante da definire oltreconfine. Ma con la pandemia abbiamo visto aumentare il trasferimento all'estero di profili con un'identità già ben definita, che riescono ad ottenere un lavoro grazie a competenze definite». In calo invece i progetti migratori più fragili, quelli che ancora vivono nella precarietà e senza contratto.

«Addirittura - conclude Licata - nel 2020, in seguito ai lockdown per il Covid 19, circa in 20mila sono rientrati in Italia, anche se non si sa ancora se stabilmente».
https://24plus.ilsole24ore.com/art/italiani-all-estero-quota-6-milioni-mappa-partenze-provincia-provincia-AEuHDMfC
https://www.academia.edu/103726678/Italiani_all_estero_verso_quota_6_milioni_la_mappa_delle_partenze_provincia_per_provincia
https://www.academia.edu/103726806/Statistiche_in_formato_excel_delle_partenze_degli_italiani_allestero_al_1_gennaio_2023
Si era soliti affermare che l’Italia da paese di emigrazione si è trasformato negli anni in paese di immigrazione: questa frase non è mai stata vera e, a maggior ragione, non lo è adesso perché smentita dai dati e dai fatti. Dall’Italia non si è mai smesso di partire e negli ultimi difficili anni di limitazione negli spostamenti a causa della pandemia, di recessione economica e sociale, di permanenza di una legge nazionale per l’immigrazione sorda alle necessità del tessuto lavorativo e sociodemografico italiano, la comunità dei cittadini italiani ufficialmente iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) ha superato la popolazione di stranieri regolarmente residenti sul territorio nazionale.

Una Italia interculturale in cui l’8,8% dei cittadini regolarmente residenti sono stranieri (in valore assoluto quasi 5,2 milioni), mentre il 9,8% dei cittadini italiani risiedono all’estero (oltre 5,8 milioni) afferma oggi iol Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes presentato a Roma.

In generale, la popolazione straniera in Italia è più giovane di quella italiana. I ragazzi nati in Italia da genitori stranieri (“seconde generazioni” in senso stretto) sono oltre 1 milione: di questi, il 22,7% (oltre 228 mila) ha acquisito la cittadinanza italiana. Se ad essi si aggiungono i nati all’estero (245 mila circa) e i naturalizzati (quasi 62 mila), la compagine dei ragazzi con background migratorio supera 1,3 milioni e rappresenta il 13,0% del totale della popolazione residente in Italia con meno di 18 anni. Una popolazione “preziosa” vista la situazione demografica ogni anno più critica vissuta dall’Italia, caratterizzata da inesorabile denatalità e accanito invecchiamento e considerando il fatto che tra i sogni di queste nuove generazioni vi è sempre più presente quello di vivere in altri paesi del mondo: il 59% degli alunni stranieri delle scuole secondarie, infatti, vorrebbe da grande spostarsi all’estero, un dato molto più alto rispetto ai loro compagni italiani (42%). Per gli stranieri assume rilevanza anche il paese di nascita (proprio o dei propri genitori), che verrebbe scelto come destinazione di vita una volta adulti dall’11,6%. Il 47,7%, però, sceglierebbe un paese diverso sia dall’Italia sia dal paese di origine e gli Stati Uniti sono la meta più desiderata in assoluto.

Fino a quando l’estero rimane per i giovani e i giovanissimi attualmente residenti in Italia un desiderio, il problema, per il nostro Paese, resta poco grave e circoscritto; la storia nazionale, però, insegna che la mobilità è qualcosa di strutturale per l’Italia e il passato più recente ha visto e vede proprio le nuove generazioni sempre più protagoniste delle ultime partenze. D’altronde non potrebbe essere altrimenti

considerando quanto la mobilità sia entrata a far parte pienamente dello stile di vita, tanto nel contesto formativo e lavorativo quanto in quello esperienziale e identitario.

L’Italia sempre più transnazionale

L’attuale comunità italiana all’estero è costituita da oltre 841 mila minori (il 14,5% dei connazionali complessivamente iscritti all’AIRE) moltissimi di questi nati all’estero, ma tanti altri partiti al seguito delle proprie famiglie in questi ultimi anni. Ai minori occorre aggiungere gli oltre 1,2 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni (il 21,8% della popolazione complessiva AIRE, che arriva a incidere per il 42% circa sul totale delle partenze annuali per solo espatrio).

Non bisogna dimenticare, infine, tutti quelli che partono per progetti di mobilità di studio e formazione – che non hanno obbligo di registrazione all’AIRE e chi è in situazione di irregolarità perché non ha ottemperato all’obbligo di legge di iscriversi in questo Anagrafe.

Una popolazione giovane, dunque, che parte e non ritorna, spinta da un tasso di occupazione dei giovani in Italia tra i 15 e i 29 anni pari, nel 2020, al 29,8% e quindi molto lontano dai livelli degli altri paesi europei (46,1% nel 2020 per l’UE-27) e con un divario, rispetto agli adulti di 45-54 anni, di 43 punti percentuali. I giovani occupati al Nord, peraltro, sono il 37,8% rispetto al 30,6% del Centro e al 20,1% del Mezzogiorno. Al divario territoriale si aggiunge quello di genere: se i ragazzi residenti al Nord risultano i più occupati con il 42,2%, le ragazze della stessa fascia di età ma residenti nel Mezzogiorno non superano il 14,7%.

Il triplice rifiuto percepito dai giovani italiani – anagrafico, territoriale e di genere – incentiva il desiderio di estero e soprattutto lo fa mettere in pratica. Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione “espatrio”.

Una mobilità giovanile che cresce sempre più perché l’Italia ristagna nelle sue fragilità; ha definitivamente messo da parte la possibilità per un individuo di migliorare il proprio status durante il corso della propria vita accedendo a un lavoro certo, qualificato e abilitante (ascensore sociale); continua a mantenere i giovani confinati per anni in “riserve di qualità e competenza” a cui poter attingere, ma il momento non arriva mai. Il tempo scorre, le nuove generazioni diventano mature e vengono sostituite da nuove e poi nuovissime altre generazioni, in un circolo vizioso che dura da ormai troppo tempo.

In questa situazione, già fortemente compromessa, la pandemia di Covid-19 si è abbattuta con tutta la sua gravità rendendo i giovani italiani una delle categorie più colpite dalle ricadute sociali ed economiche.

La presa di coscienza di quanto forte sia stato il contraccolpo subito dai giovani e dai giovanissimi, già in condizioni di precarietà e fragilità, in seguito all’esplosione dell’epidemia mondiale, è stata al centro della creazione e formalizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e di diverse politiche adottate a livello europeo. Le azioni del PNRR sono volte a recuperare il potenziale delle nuove generazioni e a costruire un ambiente istituzionale e di impresa in grado di favorire il loro sviluppo e il loro protagonismo all’interno della società. Il PNRR è, detto in altri termini, un punto da cui ricominciare per pensare e programmare un futuro diverso, che risponda e valorizzi i giovani, le loro capacità e le loro competenze rispondendo anche ai loro desideri e alle loro attese.

L’Italia fuori dall’Italia

È da tempo che i giovani italiani non si sentono ben voluti dal proprio Paese e dai propri territori di origine, sempre più spinti a cercar fortuna altrove. La via per l’estero si presenta loro quale unica scelta da adottare per la risoluzione di tutti i problemi esistenziali (autonomia, serenità, lavoro, genitorialità, ecc.). E così ci si trova di fronte a una Italia demograficamente in caduta libera se risiede e opera all’interno dei confini nazionali e un’altra Italia, sempre più attiva e dinamica, che però guarda quegli stessi confini da lontano.

Al 1° gennaio 2022 i cittadini italiani iscritti all’AIRE sono 5.806.068, il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l’Italia ha perso in un anno lo 0,5% di popolazione residente (-1,1% dal 2020), all’estero è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 2,7% che diventa il 5,8% dal 2020. In valore assoluto si tratta di quasi 154 Non c’è nessuna eccezione: tutte le regioni italiane perdono residenti aumentando, però, la loro presenza all’estero. La crescita, in generale, dell’Italia residente nel mondo è stata, nell’ultimo anno, più contenuta, sia in valore assoluto che in termini percentuali, rispetto agli anni precedenti.

Il 48,2% degli oltre 5,8 milioni di cittadini italiani residenti all’estero è donna (2,8 milioni circa in valore assoluto). Si tratta, soprattutto, di celibi/nubili (57,9%) o coniugati/e (35,6%). I/le divorziati/e (2,7%) hanno superato i/le vedovi/e (2,2%). Da qualche anno si registrano anche le unioni civili (circa 3 mila).

I dati sul tempo di residenza all’estero indicano che il revival delle partenze degli italiani non è recentissimo, ma risale alla profonda crisi vissuta nel 2008-2009 dal nostro Paese. Infatti, il 50,3% dei cittadini oggi iscritti all’AIRE lo è da oltre 15 anni e “solo” il 19,7% è iscritto da meno di 5 anni. Il resto si divide tra chi è all’estero da più di 5 anni ma meno di 10 (16,1%), e chi lo è da più di 10 anni ma meno di 15 (14,3%).

La presenza italiana nel mondo cresce, lo si è detto, ma la crescita avviene attraverso elementi esogeni ed endogeni. Tra gli elementi esogeni il più importante e più discusso, a seguito dei profondi cambiamenti del nostro Paese, dovuti a quasi 50 anni di immigrazione e a causa della legge n. 91 del 1992 oggi distante dalla realtà interculturale del Belpaese, è l’acquisizione di cittadinanza: i cittadini italiani iscritti all’AIRE per acquisizione della cittadinanza dal 2006 al 2022 sono aumentati del 134,8% (in valore assoluto si tratta di poco più di 190 mila italiani; erano quasi 81 mila nel 2006). L’elemento endogeno per eccellenza è, invece, la nascita all’estero dei cittadini italiani, ovvero figlie e figli che si ritrovano a venire al mondo da cittadini italiani che risiedono già oltreconfine e che, sempre da italiani, crescono e si formano lontano dall’Italia ma con un occhio rivolto allo Stivale. Gli italiani nati all’estero sono aumentati dal 2006 del 167,0% (in valore assoluto sono, oggi, 2.321.402; erano 869 mila nel 2006). Si tratta di italiani che restituiscono un volto ancora più composito del nostro Paese rendendolo interculturale e sempre più transnazionale, composto cioè da italiani che hanno origini diverse (nati e/o cresciuti in paesi lontani dall’Italia o nati in Italia in famiglie arrivate da luoghi lontani) e che si muovono con agilità tra (almeno) due paesi, parlando più lingue, abitando più culture.

Gli oltre 5,8 milioni di italiani iscritti all’AIRE hanno, quindi, un profilo complesso: sono giovani (il 21,8% ha tra i 18 e i 34 anni), giovani adulti (il 23,2% ha tra i 35 e i 49 anni), adulti maturi (il 19,4% ha tra i 50 e i 64 anni), anziani (il 21% ha più di 65 anni, ma di questi l’11,4% ha più di 75 anni) o minori (il 14,5% ha meno di 18 anni).

Oltre 2,7 milioni (il 47,0%) sono partiti dal Meridione (di questi, 936 mila circa, il 16%, dalla Sicilia o dalla Sardegna); più di 2,1 milioni (il 37,2%) sono partiti dal Nord Italia e il 15,7% è, invece, originario del Centro Italia.

Il 54,9% degli italiani (quasi 3,2 milioni) sono in Europa, il 39,8% (oltre 2,3 milioni) in America, centro-meridionale soprattutto (32,2%, più di 1,8 milioni).

Gli italiani sono presenti in tutti i paesi del mondo. Le comunità più numerose sono, ad oggi, quella argentina (903.081), la tedesca (813.650), la svizzera (648.320), la brasiliana (527.901) e la francese (457.138).
https://www.migrantes.it/rapporto-italiani-nel-mondo-migrantes-mobilita-italiana-convivere-e-resistere-nellepoca-delle-emergenze-globali/
https://www.migrantes.it/wp-content/uploads/sites/50/2022/11/Sintesi_RIM2022.pdf
https://www.migrantes.it/wp-content/uploads/sites/50/2022/11/RIM-2022_Allegati_Statistici.pdf
Bresciani all’estero: sono aumentati del 32% in quattro anni
E' questo il quadro tracciato da Aire, da l’Anagrafe degli italiani residenti all’Estero, attraverso una comparazione de Il Sole 24 Ore, come gli italiani che hanno deciso di stabilirsi fuori dal Paese siano complessivamente 6 milioni.
https://www.quibrescia.it/societa/2023/02/09/bresciani-allestero-sono-aumentati-del-32-in-quattro-anni/638306/
Brescia. In fuga da Brescia. E’ questo il quadro tracciato da Aire, da l’Anagrafe degli italiani residenti all’Estero nella quale si devono iscrivere i cittadini italiani che risiedono all’estero stabilmente per periodi superiori ai 12 mesi e quelli che, pr essendo nati fuori dall’Italia acquisiscono la cittadinanza a qualsivoglia titolo.
In quattro anni i bresciani che hanno deciso di abbandonare la Leonessa e la sua provincia sono aumentati del 32%: i dati registrano, al 1 gennaio 2023, 64.821 che si sono trasferite fuori dal Paese stabilmente, mentre erano state 49.015 nel 2019.
Come riporta Il Sole 24 Ore, Il Viminale certifica 127.350 nuove iscrizioni all’Aire nel 2022, anche se la pandemia ha rallentato i progetti migratori definitivi. Sono 10,7 gli iscritti ogni cento residenti under 30, in particolare dalle province interne della Bassa Padana.
Complessivamente sono 6 i milioni di italiani che hanno lasciato il suolo natio, la maggior parte dei quali under 30 (compresi i minorenni).

Brescia risulta sesta tra le province italiane in cui si è verificato il maggior “esodo” (le altre sono, rispettivamente: Mantova, con il 40,3%, Rovigo con il 39,7%, Lodi, Cremona, Brescia, con il 32% e Reggio Emilia). L’identikit di chi parte: per la maggior parte si tratta di giovani ad alta scolarizzazione, formazione, specializzazione e single. Tra le prime province da cui ci si allontana per trovare maggiore fortuna ci sono Enna ed Agrigento dove le partenze non riguardano solo i giovani, ma anche i pensionati. Che l’Italia non sia più nemmeno “un paese per vecchi?”.

https://it.wikipedia.org/wiki/Anagrafe_degli_italiani_residenti_all%27estero
L'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, meglio nota con l'acronimo AIRE, è il registro dei cittadini italiani che risiedono all'estero. È stata istituita con la legge 470 del 27 ottobre 1988.[1] L'AIRE è confluita, insieme a tutti i dati presenti nelle Anagrafi comunali d'Italia, nell'Anagrafe nazionale della popolazione residente, gestita in modo centralizzato dal Ministero dell'interno.

L'iscrizione all'AIRE permette ai cittadini italiani di esercitare alcuni diritti di cittadinanza al di fuori dell'Italia, ed usufruire di una serie di servizi forniti dai diversi Consolati Generali presenti negli stati esteri[2], fra cui:

Votare per le elezioni politiche e referendum per corrispondenza nel Paese di residenza straniero, e per l'elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo nei seggi istituiti dalla rete diplomatico-consolare nei Paesi appartenenti all'Unione Europea
Beneficiare di Servizi anagrafici di Stato Civile (rilascio o rinnovo di documenti di identità e di viaggio, nonché altre certificazioni)
Ultimo rilevamento
Secondo le statistiche ufficiali[3], al 31 dicembre 2021 c'erano 5.806.068 italiani residenti all'estero (in 3.423.087 famiglie). La popolazione residente all'estero, alla stessa data, è così ripartita:

Spaccato continentale
Continente di residenza Iscritti
Europa 3.187.011
Africa 70.171
Asia 73.887
America 2.311.871
Oceania 163.054
Antartide 74
Spaccato classe d'età
Classe d'età Percentuale
Fino a 20 anni 18,21%
da 21 a 40 anni 28,26%
da 41 a 60 anni 28,48%
Oltre 60 anni 25,04%
Secondo l'Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), al 19 maggio 2023[4], 65.690.115 persone sono registrate in anagrafica nazionale, di cui 6.026.112 residenti all'estero (AIRE). Di conseguenza l'ultimo dato disponibile è che il 9,17% dell'intera popolazione italiana è iscritta all'AIRE, ed ha residenza all'estero.
https://www.anagrafenazionale.interno.it/anpr/numeri/
https://rumble.com/v2uloiy-gli-italiani-allestero-iscritti-allaire-sono-a-quota-6-milioni-nel-2023
https://rumble.com/v2um7js-1-italiano-su-4-guadagna-meno-di-800-al-mese-e-1-su-3-meno-di-1000-al-mese
https://rumble.com/v2um552-non-si-chiede-mai-lo-stipendio-in-merdalia
https://rumble.com/v2um6vo-testimonianza-da-amsterdamin-olanda-lavoro-di-meno-e-guadagno-di-piu
https://rumble.com/v2umfpe-quanto-si-guadagna-in-olanda-il-salario-minimo-nei-paesi-bassi
https://rumble.com/v2umys5-quanto-costano-gli-affitti-in-olanda
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https://rumble.com/v2ut6rd-c-lavoro-in-olanda-il-lavoro-c-ma-non-ci-sono-le-case-sostanzialmente
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https://rumble.com/vy3k01-amsterdam-coffeeshop-tour-visits
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https://rumble.com/vy3ktr-amsterdam-coffeeshop-menus-prices
https://rumble.com/v1hqu9s-public-transport-in-the-netherlands-ov-chipkaart-and-ns-flex-explained
https://rumble.com/v12x4hl-koningsdag-amsterdam-2022-aftermovie-festa-del-re-amsterdam
playlist su eventi musicali olandesi e altri: https://www.youtube.com/playlist?list=PLuNGnkcXvyh8CjOBOBqpE48CzGXAhrVk4
https://rumble.com/v2utwop-quanto-si-guadagna-in-olanda-lavorando-per-mcdonalds
https://rumble.com/v2urr5o-non-siete-voi-cittadini-il-problema-ma-lo-stato-italiano-ad-avere-fallito-m.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v2uo0nm-lavorare-per-3-euro-allorasenza-dirittiin-nero-senza-pagare-tasse-e-contrib
https://rumble.com/v2un8or-il-salario-minimo-documentario

https://rumble.com/v2ogd2m-ecco-spiegato-come-e-perch-di-formano-e-si-continuano-a-formare-le-buche-st
ho spegato appunto sia come si formano ma anche come si riparano eh..ripeto che sono un perito meccanico cioè un tecnico specializzato e l'analisi dei carichi e dei materiali è proprio il mio lavoro quindi non parlo a caso ma perchè ho studiato e lo so e parlo da tecnico appunto ma perchè posso parlare ed ho i titoli di studio per farlo..ora i politici dovranno rifare tutte le strade con 25 cm di asfalto etc ovvio ..https://rumble.com/v2o3a84-come-si-formano-le-buche-stradali-e-perch-ricompaiono-sempre-documentario
https://rumble.com/v2o4hws-come-riparano-le-buche-stradali-in-svizzerain-germania-e-nei-paesi-civili https://rumble.com/v17c19d-confronto-italia-svizzera https://rumble.com/v2nzn9o-dogana-di-brogedasvizzera-italia-confine-switzerland-italy-border-confronto
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https://rumble.com/v2ocvmg-confronto-strade-svizzera-italia-vicino-alla-dogana-svizzera-lombardia
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