QUANDO I MIGRANTI SONO GLI SHITALIAN DEL SUD ITALIA💩... Quanti italiani ci sono nel mondo? Quanti ne sono migrati nella storia moderna,quanti ne migrano ora? Come sono accolti? E con quali soprannomi vengono chiamati all'estero?

4 months ago
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io prendo per il culo questa gente,sono ironico..mica gli voglio dare un futuro migliore prrr..non me frega nulla dei terroni per me possono stare nella merda che se lo meritano visto come hanno ridotto il Nord Italia..la feccia d'Europa e la rovina dell'Italia sono i meridionali italiani...i popoli del nord Europa sono razzisti con gli italiani del Sud Italia proprio e gli stanno sul cazzo i meridionali certo come a noi del Nord Italia ovvio sia con i meridionali e gli africani...io sono del Nord Italia mica un terrone di merda come loro..gli dico di andare all'estero nel Nord Europa perchè lo so che lì sono razzisti e li considerano feccia ai terroni e agli africani per non averli più in mezzo alle palle qui nel Nord Italia appunto..mica perchè gli voglio bene ma per farli convivere con quei popoli che non li possono vedere perchè sono razzisti..hanno una nomea all'estero i meridionali che non avete idea su come li vedono lì eh ma mica glielo dicono..così li potranno pigliare per il culo pure loro nel Nord Europa a tutte queste merde del Sud Italia come facciamo noi da sempre al Nord Italia appunto..è comune questa cosa che il meridionale italiano è visto come una merda sia all'estero che nel nord Italia eh ma da sempre è così..in Inghilterra e nei paesi anglosassoni li trattano come gli africani proprio perchè sono scuretti di carnagione i meridionali italiani proprio lo insegnano pure nei documentari che nelle migrazioni in america appunto gli italiani del meridione erano disegnati appunto come negri e con il coltello e chiamati dago proprio in termine dispregiativo..ci hanno fatto un favore a impoverirci al Nord Italia così tutte queste merde meridionali non verranno più qui nel povero Nord Italia ma andranno nel ricco Nord Europa da loro a rompergli i coglioni ai tedeschi e agli anglosassoni di quanto sia bello il Sud Italia e il loro paesello di merda da dove sono emigrati etc etc...
https://it.wikipedia.org/wiki/Antitalianismo
Il fenomeno è attestato soprattutto nel Nordamerica (Stati Uniti d'America, Canada), nell'Europa centro-settentrionale (Germania, Svezia,Austria,Svizzera,Belgio,Olanda,Francia e Regno Unito) e negli stati balcanici (Slovenia e in alcune zone della Croazia), le cui cause possono esser attribuite all'emigrazione italiana di massa nel XIX e XX secolo ad eventi storici, oppure ad ostilità nazionalistiche ed etniche.La maggior parte degli immigrati italiani arrivò a ondate negli Stati Uniti, molti di essi provenivano da ambienti agricoli. Quasi tutti gli immigrati italiani erano di religione cattolica, in opposizione alla maggioranza protestante della nazione. Poiché spesso gli immigrati arrivati dopo non avevano conseguito un'istruzione formale, gareggiavano con quelli arrivati prima per i posti di lavoro e alloggi a basso costo, tutto ciò provocò un'ostilità significativa verso essi.
Con l'ascesa del Fascismo in Italia, entrò in forte contrasto con la mafia siciliana, fino alla distruzione di essa. Tra il 1920 e il 1930, centinaia di mafiosi per evitare il processo, fuggirono negli Stati Uniti.
Dago: negli USA è usato per tutti i popoli "latini". Deriva dal nome proprio Diego. "Dago, where's your monkey?" veniva rivolta agli italiani, identificati genericamente come quelli che chiedevano l'elemosina con l'organino e la scimmietta che ballava.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dago_(insulto)
Il termine Dago (pronuncia [dey-goh]), a volte italianizzato in Dègo o Dego, è uno degli epiteti spregiativi tra i più utilizzati negli Stati Uniti d'America e in Canada per indicare una persona di origini latina, soprattutto italiana, spagnola o portoghese.
La maggior parte ritiene che l'epiteto derivi dall'inglese dagger (coltello) sulla scia dello stereotipo dell'italiano come popolo facile all'utilizzo del coltello,
Tipologia di termini dispregiativi
Termini tipici
Breshkagji (Albania) - dalla parola albanese breshka (tartaruga), cioè pigri
Schinkebròtli (Svizzera) - dallo svizzero tedesco panino al prosciutto
Garlics - dall'inglese garlic, cioè aglio
Pepperoni (Stati Uniti d'America) - dall'inglese salsicce piccanti con cui spesso si fa la pepperoni pizza, pizza tipica degli italo-americani
Maccaronì (Belgio, anche Francia) - negli anni cinquanta e sessanta contro i minatori italiani
Spaghettivreter (Belgio, Paesi Bassi) - dall'olandese mangia-spaghetti
Itak (Belgio)
Italiohn (Belgio)
Pizzavreter (Belgio, Paesi Bassi) - dall'olandese mangia-pizza
Pizzaman (Paesi Bassi) - pronunciato pizamann
Italiaantje (Belgio, Paesi Bassi) - piccolo italiano, per via della statura più piccola rispetto alle etnie nordiche
Los Polpettoes, Pizzagang, Spaghetti, Espaguetis (Spagna)
Spaghettifresser - mangiaspaghetti, divoraspaghetti; nei Paesi di lingua tedesca il verbo fressen si usa per gli animali
Paštar (Croazia) - da pronunciare "pashtar", parola croata che significa colui che mangia la pasta
Makaroniarz (Polonia) - parola polacca per un appassionato della pasta; makaron è la pasta
Makaronarji/Makaroni (Slovenia) - dallo sloveno maccheroni
Broccoli (Stati Uniti) - storpiatura di Brooklyn, così pronunciato dagli emigranti italiani che arrivavano nel porto di New York tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX)
Broscar (Romania) - mangia-rane
Termini riferiti all'onomastica
Pepino: in Albania
Dago: negli USA è usato per tutti i popoli "latini". Deriva dal nome proprio Diego. "Dago, where's your monkey?" veniva rivolta agli italiani, identificati genericamente come quelli che chiedevano l'elemosina con l'organino e la scimmietta che ballava.
Gino/Gina (Canada);
Guido/Guidette (USA);
Tony (negli USA con l'intento di evidenziare il comunissimo nome italiano e fare allo stesso tempo un gioco di parole, Antonio = Tony = To NY ovvero tradotto A NY = colui che viene - sbarca - a New York);
Alfonso (Lituania, sinonimo di racconta bugie. Raccontare frottole può essere espresso con "makaronų kabinti");
Tano (da "napolitano", in Argentina e Uruguay);
Tulio/Tulia (Slovenia);
Termini riferiti alle abitudini linguistiche
Digic (croato, derivato dall'italiano dire attraverso il giuliano-veneto digo);
Digó (gergo ungherese, derivato dall'italiano dico attraverso la pronuncia, anche meridionale, digo);
Goombah (area di New York, dall'italiano compare, attraverso il dialettale cumpà);
Minghiaweisch (dal siciliano minchia e dallo svizzero tedesco weisch? (capisci?), usata in Ticino per definire gli italiani di seconda generazione presenti in Svizzera tedesca, evidenziandone la difficoltà a parlare in italiano senza influenze dialettali e senza influenze tedesche);
Paisà (area di New York, derivato dall'italiano paesano, attraverso il dialettale paisà);
Rital (francese, da "ressortissant italien" abbreviato in "r.ital" sui passaporti degli immigranti italiani in Francia).
Walsche e Sentas (Alto Adige, derivato dalla diffusa abitudine degli italiani di rivolgersi all'interlocutore con l'espressione "senta", percepita come uno sgradevole imperativo);
Wop (tra i più usati negli USA, è la storpiatura anglosassone del napoletano guappo; per altri è acronimo di without papers/passport, senza documenti);
Zabar (dal croato zaba, rana: fa riferimento alla pronuncia degli abitanti del nord Italia, che viene accostata ai suoni emessi dalle rane).
Termini riferiti a pregiudizi etnici
Greaseball (Stati Uniti, Regno Unito, Australia) - letteralmente palla di unto: deriva dall'abitudine degli abitanti del sud Europa di usare brillantina per capelli e da un pregiudizio sulle condizioni poco igieniche;
Guinea (Stati Uniti) - dalla falsa credenza che gli italiani siano in parte centro-africani, per la fisionomia di alcuni abitanti e per il presunto minore sviluppo economico se paragonato a quello dei paesi di lingua inglese. È diminutivo di Guinea Negro, usato negli anni '50/'60 negli Stati Uniti;
Mozzarellanigger - molto spregiativo, riferimento al colore bianco/olivastro della pelle, ed al colore nero dei capelli;
Wog (utilizzato soprattutto in Australia) - contro le popolazioni dell'Europa meridionale e del Mediterraneo;
Blatte - molto spregiativo, usato per diminuire la persona italiana, abbassandolo al livello di un insetto. Letteralmente tradotto come scarafaggio.
Katzelmacher, Katzener: deriva dall'accusa di tradimento lanciata dall'Impero austro-ungarico al Regno d'Italia in occasione della prima guerra mondiale. L'Italia nel 1914 non entrò in guerra al fianco dell'Austria, a cui era legata dalla Triplice Alleanza motivando che questa prevedeva interventi in caso di attacco ad uno dei firmatari; poi nel 1915 le dichiarò guerra, schierandosi dalla parte dei suoi avversari della Triplice Intesa. Dopo la guerra il Regno d'Italia incorporò terre abitate prevalentemente da popolazioni di lingua tedesca, come l'Alto Adige. Katzelmacher deriva da "fattori di gattini", nel senso della prolificità familiare, oppure da "venditori di cucchiai", per le attività dei commercianti ambulanti transfrontalieri. I due termini sono diffusi in tutti i paesi di lingua tedesca e nelle aree della Repubblica italiana che in passato erano austriache. Il termine si diffuse rapidamente nell'Impero austro-ungarico grazie all'opera satirica del disegnatore Arpad Schmidhammer al suo libello "Maledetto Katzelmacher", che raffigura la caricatura di un bandito meridionale;
Verräter (dal tedesco traditori), generalizzazione attribuita agli italiani già nella prima guerra mondiale e ancora di più dopo l'Armistizio di Cassibile (8 settembre 1943). Diffusa in Germania e in alcune zone dell'Austria;
Taliani, talijans, 'talianat, tajam, tainel: diffusi nelle "province irredente", in particolare nel litorale adriatico del Friuli e dell'area slovena, e nel Trentino;
Talianots: termine di lingua friulana traducibile con italianotto, chiara definizione di scherno per definire il classico stereotipo italiano;
Taliani de legno (diffuso nel litorale adriatico e in particolare a Trieste, ma anche in Istria e nell'ex Friuli austriaco. L'origine è attribuita a Wilhelm von Tegetthoff, ammiraglio austriaco vincitore della battaglia di Lissa, che avrebbe commentato: «Omini de fero su barche de legno ga batù omini de legno su barche de fero». Tuttavia il motto fa parte della tradizione orale del nordest adriatico, ma la sua origine è tutt'altro che certa.
Lianta de gnole: espressione usata a Trieste in particolare, che deriva da un gergo locale che inverte le sillabe per rendersi poco comprensibile, ed in questo caso ha invertito il termine del capitolo precedente, si usa in genere nei confronti degli italiani che accentuano caratteristiche a loro attribuite dall'immaginario collettivo, come pretendere spaghetti in Scandinavia, invocare la mamma, dire «lei non sa chi sono io», ecc.;
Regnicoli: diffuso in tutte le "terre irredente", designava gli immigrati provenienti dal Regno d'Italia, con residenza in Austria, ma senza cittadinanza. Il termine veniva usato anche sulla stampa italiana, non era spregiativo ma lo divenne dopo il 1918. Ampiamente citato da molte fonti, compreso L'Italia dei cent'anni di Comandini;
Cabibi: usato nel litorale adriatico. Indica gli italiani meridionali ed alcune volte, per estensione, tutti gli italiani. Citato nei dizionari vernacolari; si fa anche derivare dall'arabo habib, vale a dire amico: Cortelazzo scrive:
gabìbu: (ligure), 'uomo scaltro, ed anche malfido', 'sciocco', 'meridionale, terrone'; (veneto e veneto giuliano: cabibo) 'meridionale'. E anche: Ferrero alla voce gabibbo: Individuo nato nell'Italia del Sud, meridionale; per estensione, primitivo, selvaggio (Genova); probabilmente dall'arabo habib, felice, amico, caro (M. Dolcino - E parolle do gatto, Genova 1977).
Cifarielli, abbreviato CIF: usato a Trieste, era un sinonimo di cabibo e rivolto ai regnicoli. Deriva da un fatto di cronaca nera che fece scalpore avvenuto nel 1905 a Napoli: l'omicidio d'onore commesso dallo scultore Cifariello a Napoli. I delitti d'onore erano sconosciuti ai codici penali mitteleuropei. Il termine fu usato anche dall'irredentista Attilio Tamaro nel 1919 e dalla polizia in un rapporto prefettizio, per manifestare quanto fosse diffuso in città e di come alcuni loro costumi fossero poco accetti dalla popolazione. Citato anche in Filosofia Quotidiana di Manlio Cecovini e in alcuni dizionari vernacolari.
Marinielli: usato a Trieste, e in particolar modo sul Carso e nella comunità slovena, deriva dal cognome di un soldato italiano che per primo, si dice, impalmò una donna di lingua madre slovena. Si riferisce al fascino mediterraneo che farebbe presa sulle donne nordiche, poco abituate dai loro uomini alle attenzioni e alle galanterie meridionali. Il termine nasconde un doppio senso, "el mariniel ve frega", riferito alla presunta attitudine all'abbandono dei seduttori mediterranei, una volta raggiunto il loro scopo;
Pigne, per estensione pignate (pentole): usato a Trieste, era un riferimento allo stemma d'Italia che assomigliava ad una pigna[non chiaro];
Scafuri: usato a Trieste e in Istria, deriva dallo sloveno cefurj, termine spregiativo con il quale si indicano i popoli del meridione della ex Jugoslavia, per estensione applicato anche agli italiani.[senza fonte]
Altri termini
Mafiamann e Mafiosi (singolare) o Mafioso (Germania).
Itaka (Germania da Italienischer Kamerad): ironico ricordo della Seconda guerra mondiale;
Carcamano (Brasile, significa furbone, truffatore): deriva dall'atto di calcare la mano sul piatto della bilancia barando sul peso, ma può indicare una persona morta di fame;
mão de vaca: mano di vacca nel senso di persona tirchia, che resta con le mani chiuse e non spende (lo zoccolo della vacca non permette di separare e stringere fra le dita le banconote o le monete);
Tschinggali (Svizzera, fine Ottocento): deriva dalla trascrizione del suono cinq!, usato nel gioco della morra, diffusissima tra gli italiani. Nello spettacolo teatrale Italiani Cìncali si specula sul fatto che Tschinggali possa essere una storpiatura di Zingari, cioè vagabondi. In Svizzera erano così definiti gli italiani lavoratori, con intento chiaramente dispregiativo e allusivo alla loro condizione di "vagabondi, ladri e poco igienici". La popolazione Romanì è vittima dello stesso pregiudizio;
Magnaramina (in Ticino, significa rosicchia-reticolato; ma ramina è anche pentola in veneto): usato in particolare nei confronti dei lavoratori frontalieri;
Shitalian: parola che fonde le parole inglesi Italian, italiano, e shit, merda;
Italiot: vocabolo dispregiativo nell'uso parlato, similmente al caso precedente, accosta i termini inglesi Italian e idiot;
Italiashka (russo, significa "italianaccio");
Vallish: termine dispregiativo utilizzato nelle regioni settentrionali dell'Alto Adige;
Tanos (Argentina): detto per le navi che arrivavano nel porto di Buenos Aires in maggioranza da Napoli e quindi abbreviativo di napolitanos;
Babi (molto spregiativo, usato nella regione di Marsiglia e in generale nelle Bouches-du-Rhône): deriva dall'occitano e significa, in prima istanza, rospo.
Mozarellanigger (molto spregiativo): si riferisce alla pelle bianca come la mozzarella, e i capelli neri come la pelle nera della maggioranza africana.
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La guida al migrante scaricabile:https://w2eu.info/en
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L'emigrazione italiana è un fenomeno emigratorio su larga scala finalizzato all'espatrio che interessa la popolazione italiana, che ha riguardato dapprima l'Italia settentrionale e poi, dopo il 1880, anche il Mezzogiorno d'Italia[1], conoscendo peraltro anche consistenti movimenti interni, compresi cioè all'interno dei confini geografici del Paese.
https://www.skuola.net/storia-contemporanea/emigrazione-interna-italia.html
Sono stati tre i periodi durante i quali l'Italia ha conosciuto un cospicuo fenomeno emigratorio destinato all'espatrio. Il primo periodo, conosciuto come grande emigrazione, ha avuto inizio nel 1861 dopo l'Unità d'Italia ed è terminato negli anni venti del XX secolo con l'ascesa del fascismo. Il secondo periodo di forte emigrazione all'estero, conosciuto come migrazione europea, è avvenuto tra la fine della seconda guerra mondiale (1945) e gli anni settanta del XX secolo. Tra il 1861 e il 1985 hanno lasciato il Paese, senza farvi più ritorno, circa 18 725 000 italiani[2]. I loro discendenti, che sono chiamati "oriundi italiani", possono essere in possesso, oltre che della cittadinanza del Paese di nascita, anche della cittadinanza italiana dopo averne fatto richiesta, ma sono pochi i richiedenti che risiedono fuori Italia. Gli oriundi italiani ammontano nel mondo a un numero compreso tra i 60 e gli 80 milioni.

Una terza ondata emigratoria destinata all'espatrio, che è cominciata all'inizio del XXI secolo e che è conosciuta come nuova emigrazione, è causata dalle difficoltà che hanno avuto origine nella grande recessione, crisi economica mondiale che è iniziata nel 2007. Questo terzo fenomeno emigratorio, che ha una consistenza numerica inferiore rispetto ai due precedenti, interessa principalmente i giovani, spesso laureati, tant'è che viene definito come una "fuga di cervelli". Secondo l'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), il numero di cittadini italiani che risiedono fuori dall'Italia è passato dai 3 106 251 del 2006 ai 5 806 068 del 2021, con un incremento pari all'87%
https://it.wikipedia.org/wiki/Emigrazione_italiana
Tra il 1861 e la prima guerra mondiale, durante la grande migrazione, lasciarono l'Italia circa 9 milioni di abitanti, che si diressero principalmente in America meridionale e settentrionale (in particolare Argentina, Stati Uniti e Brasile, tutti Paesi con grandi estensioni di terre non sfruttate e quindi con necessità di manodopera) e in Europa, in particolare in Francia. Nel 1876 venne effettuata la prima statistica sull'emigrazione a cura della Direzione Generale di Statistica.
Nave carica di emigranti italiani giunta in Brasile (1907)
A partire dalla fine del XIX secolo vi fu anche una consistente emigrazione verso l'Africa, che riguardò principalmente l'Egitto, la Tunisia e il Marocco, ma che nel secolo XX interessò pure l'Unione Sudafricana e le colonie italiane della Libia e dell'Eritrea. Negli Stati Uniti si caratterizzò prevalentemente come un'emigrazione di lungo periodo, spesso priva di progetti concreti di ritorno in Italia, mentre in Brasile, Argentina e Uruguay fu sia stabile che temporanea (la cosiddetta emigración golondrina)
Due terzi dei migranti che lasciarono l'Italia tra il 1870 e il 1914 erano uomini senza una specializzazione lavorativa precisa. Prima del 1896, la metà dei migranti era costituita da contadini. Con l'incremento del numero di emigranti italiani all'estero, aumentarono anche le loro rimesse, che incoraggiarono un'ulteriore emigrazione, anche a fronte di fattori che avrebbero dovuto far diminuire la necessità di lasciare il Paese, come ad esempio l'aumento dei salari in Italia. I primi emigranti che lasciarono l'Italia rimandavano in patria parte del denaro guadagnato, che veniva poi utilizzato dai parenti e dagli amici per i biglietti necessari per emigrare. Questo fece nascere un flusso migratorio costante, dal momento che il miglioramento delle condizioni di vita in Italia richiese decenni prima di avere i suoi effetti, ovvero convincere chi era nel dubbio a non lasciare il Paese. Il flusso di emigranti italiani fu anche causato da eventi drammatici, come le conseguenze della prima guerra mondiale, che sconvolsero il Paese anche a conflitto terminato, soprattutto la sua economia.
L'emigrazione non ha influenzato nello stesso modo tutte le regioni italiane. Nella seconda fase dell'emigrazione (quella dal 1900 alla prima guerra mondiale), poco meno della metà degli emigranti proveniva dal sud e la maggior parte di essi veniva dalle zone rurali, da dove venivano allontanati dall'inefficiente gestione della terra, dall'insicurezza dovuta al crimine organizzato e dalle malattie (soprattutto pellagra e colera). La mezzadria, forma di contratto agricolo che prevedeva la compartecipazione delle famiglie di contadini alle rendite grazie all'ottenimento di una quota ragionevole dei profitti, era più diffusa nell'Italia centrale: questo è uno dei motivi per cui tale area della penisola italiana fu quella che meno conobbe il fenomeno emigratorio.
'emigrazione in Brasile, dove molti emigranti erano diventati dei veri e propri schiavi nelle grandi piantagioni di caffè (come già accennato, era recente l'abolizione della schiavitù in questo Paese sudamericano). In questo contesto venne emanato il decreto Prinetti, che impediva la "schiavizzazione", nella sostanza, dell'emigrato italiano
Come conseguenza della massiccia emigrazione dalla penisola, iniziarono a nascere molti pregiudizi contro gli italiani (fenomeno che è all'antitesi dell'italofilia, che invece è l'ammirazione, la stima e l'amore verso gli italiani e l'Italia). Questo fenomeno di discriminazione etnica contro gli italiani e l'Italia è attestato ancora oggi soprattutto nei Paesi del Nordamerica (Stati Uniti e Canada), dell'Europa centro-settentrionale (Germania, Svezia, Austria, Svizzera, Belgio, Francia e Regno Unito) e nei Balcani (Slovenia e una parte della Croazia). Altre cause di questa avversione nei confronti degli italiani sono stati eventi storici, soprattutto di natura bellica, oppure l'ostilità nazionalistica ed etnica, come nel caso di Slovenia e Croazia, che è legata all'irredentismo italiano in quelle terre, ovvero l'irredentismo italiano in Istria e l'irredentismo italiano in Dalmazia.

Degni di nota, tra gli episodi di violenza contro gli italiani perpetrati nel mondo, sono il linciaggio di New Orleans (1891), durante il quale vennero linciati undici italiani, quasi tutti siciliani, accusati di aver ucciso il capo della polizia urbana della città statunitense, e il massacro di Aigues-Mortes, avvenuto nell'agosto del 1893, che fu scatenato da un conflitto tra operai francesi e italiani (soprattutto piemontesi, ma anche lombardi, liguri, toscani) impiegati nelle saline di Peccais, e che si trasformò in un vero e proprio eccidio, con un numero di morti ancora non accertato e un centinaio di feriti tra i lavoratori italiani. La tensione che ne seguì fece sfiorare la guerra tra i due Paesi[
La "migrazione europea"

Pubblicità di un'agenzia che eseguiva pratiche di emigrazione, 1962
L'emigrazione italiana della seconda metà del XX secolo ebbe invece come destinazione soprattutto le nazioni europee in crescita economica. A partire dagli anni quaranta il flusso emigratorio italiano si diresse principalmente in Svizzera e in Belgio, mentre dal decennio successivo, tra le mete predilette, si aggiunsero la Francia e la Germania. Questi Paesi erano considerati da molti, al momento della partenza, come una meta temporanea – spesso solo per alcuni mesi – nella quale lavorare e guadagnare per costruire poi un futuro migliore in Italia. Questo fenomeno si verificò soprattutto a partire dagli anni settanta del Novecento, periodo che fu contraddistinto dal ritorno in patria di molti emigrati italiani.

Italiani all'estero all'inizio degli anni 80 del XX secolo
Lo Stato italiano firmò nel 1955 un patto di emigrazione con la Germania con il quale si garantiva il reciproco impegno in materia di movimenti migratori e che portò quasi tre milioni di italiani a varcare la frontiera in cerca di lavoro. Al 2017 sono presenti in Germania circa 700.000 oriundi italiani, mentre in Svizzera questo numero raggiunge circa i 500.000 cittadini. Sono prevalentemente di origine siciliana, calabrese, abruzzese e pugliese, ma anche veneta ed emiliana, molti dei quali hanno doppio passaporto e quindi la possibilità di voto in entrambe le nazioni. In Belgio e Svizzera le comunità italiane restano le più numerose rappresentanze straniere, e nonostante molti facciano rientro in Italia dopo il pensionamento, spesso i figli e i nipoti rimangono nelle nazioni di nascita, dove hanno ormai messo radici.
Tra la fine del XX secolo e l'inizio del successivo si è molto attenuato il flusso di emigrati italiani nel mondo. Tuttavia, in seguito agli effetti della grave crisi economica che ha avuto inizio nel 2007, dalla fine degli anni duemiladieci è ripartito un flusso continuo di espatrii, numericamente inferiore ai due precedenti, che interessa principalmente i giovani, spesso laureati, tant'è che viene definito come una "fuga di cervelli".

In particolare tale flusso è principalmente diretto verso la Germania, dove sono giunti, solo nel 2012, oltre 35.000 italiani, ma anche verso altri Paesi come il Regno Unito, la Francia, la Svizzera, il Canada, l'Australia, gli Stati Uniti d'America e i Paesi sudamericani. Si tratta di un flusso annuo che, stando ai dati dell'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) del 2012, si aggira intorno alle 78.000 persone con un aumento di circa 20.000 rispetto al 2011, anche se si stima che il numero effettivo delle persone che sono emigrate sia notevolmente superiore (tra il doppio e le tre volte), in quanto molti connazionali cancellano la loro residenza in Italia con molto ritardo rispetto alla loro partenza effettiva.

Il fenomeno della cosiddetta "nuova emigrazione" causata dalla grave crisi economica riguarda peraltro tutti i Paesi del sud Europa come Spagna, Portogallo e Grecia (oltre all'Irlanda e alla Francia) che registrano analoghe, se non maggiori, tendenze emigratorie. È opinione diffusa che i luoghi dove non si registrino mutamenti strutturali nelle politiche economico-sociali siano quelli più soggetti all'aumento di questo flusso emigratorio. Per quanto riguarda l'Italia è anche significativo il fatto che tali flussi non riguardino più soltanto le regioni del meridione italiano, ma anche quelle del nord, come Lombardia ed Emilia-Romagna.

Si tratta di nuovo tipo di emigrazione, molto diversa da quella storica. Non è quindi riconducibile, per tipologia, ai flussi migratori dei secoli scorsi. Secondo le statistiche disponibili, la comunità dei cittadini italiani residenti all'estero ammonta a 4.600.000 persone (dati del 2015). È quindi ridotta di molto, da un punto di vista percentuale, dai 9.200.000 dei primi anni venti (quando era circa un quinto dell'intera popolazione italiana)
Nel 2008 circa 60.000 italiani hanno cambiato cittadinanza; essi provengono per lo più dal Nord Italia (74%) e hanno prediletto, come patria di adozione, la Germania (il 12% del totale degli emigrati). Tra gli anni '10 e gli anni '20 del XXI secolo si è raggiunto un picco di partenze con oltre 120.000 emigranti all'anno
Nello specifico i cittadini italiani iscritti all'AIRE, e quindi residenti all'estero, sono primi posti:
Argentina 691 481
Germania 651 852
Svizzera 558 545
Francia 373 145
Brasile 316 699
Belgio 254 741
Stati Uniti 223 429
Regno Unito 209 720
Canada 137 045
Australia 133 123
Spagna 124 013
Venezuela 116 329
Uruguay 90 603
Cile 52 006
Paesi Bassi 35 715
Sudafrica 31 734
Perù 30 513
Lussemburgo 23 960
Austria 21 581
Ecuador 14 835
Colombia 14 216
Messico 13 409
Croazia 13 019
Nel XIX secolo e nel XX secolo quasi 30 milioni di italiani hanno lasciato l'Italia con destinazioni principali le Americhe, l'Australia e l'Europa occidentale.Si stima che il numero dei loro discendenti, che sono chiamati "oriundi italiani", sia compreso tra i 60 e gli 80 milioni Sono diffusi in differenti nazioni del mondo: le comunità più numerose sono in Brasile, Argentina, e Stati Uniti d'America. Si consideri che un oriundo può avere anche solo un antenato lontano nato in Italia, quindi la maggioranza degli oriundi ha solo il cognome italiano (e spesso neanche quello) ma non la cittadinanza italiana. In molti Paesi, specialmente del Sud America, le stime sono molto approssimative poiché non esiste alcun tipo di censimento sulle proprie origini (come accade invece negli Stati Uniti o in Canada).
https://it.wikipedia.org/wiki/Oriundi_d%27Italia
Gli oriundi d'Italia sono i discendenti degli emigrati italiani che nel corso dei secoli sono espatriati all'estero senza fare più ritorno in Italia.
La comunità italiana durante la festa nazionale dell'immigrante, evento che si celebra nella città di Oberá in Argentina nei primi 15 giorni di settembre, a cui partecipano tutte le comunità argentine che sono discendenti di immigrati
Gli oriundi italiani costituiscono una popolazione di proporzioni assai cospicue. Solo in Argentina, secondo una stima, vi sarebbero decine di milioni di oriundi italiani e non meno nutrite sono le comunità negli Stati Uniti d'America e in Brasile, altre principali destinazioni del citato flusso migratorio a cavallo del Novecento
diritti umani riassunti qui: https://rumble.com/v3y2fpg-la-dichiarazione-universale-dei-diritti-umani-dellonu-diritto-in-breve https://metronews.it/2022/06/07/salario-minimo/ ma l'ha fatto i governo italiano questo?AH NO,NON L'HA FATTO..peccato..quindi in Italia adesso gli italiani sono senza più il reddito di cittadinanza e senza salario minimo eh...un popolo d'idioti che sono felici e contenti di essere schiavi
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/pmi/2023/12/14/salari-italia-al-palo-dal-1991-1-contro-325-ocse-2_f7b246a6-ed27-434b-9741-0f9f1d171d71.html
https://pickline.it/2023/12/08/salario-minimo-non-s-ha-da-fare-scontro-maggioranza-opposizione/
https://www.ticonsiglio.com/salario-minimo-5000-euro-supermercati-aldi-svizzera/
https://www.ticonsiglio.com/stop-salario-minimo-in-italia/
https://www.msn.com/it-it/notizie/politica/salario-minimo-cosa-ha-deciso-il-governo-e-cosa-chiedevano-le-opposizioni-il-confronto/ar-AA1l4MrX
https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/economia/2023/08/15/eurostat-salario-minimo-in-22-dei-27-stati-membri-ue_f2edb438-b0f9-4e41-a1a2-8b58a287df2d.html
https://www.money.it/aumenta-salario-minimo-2000-euro-piu-busta-paga-non-italia
https://www.fanpage.it/politica/a-quanto-ammontano-gli-stipendi-medi-europei-e-che-differenza-ce-con-litalia/
https://rumble.com/v42qkjq-1700-lordi-al-mese-il-salario-minimo-in-francia
https://rumble.com/v42qlke-quanto-guadagna-mediamente-un-cameriere-nei-paesi-bassi
https://rumble.com/v42r20h-quanto-si-guadagna-mediamente-in-irlanda-documentario
https://rumble.com/v42r572-come-sar-il-2024-in-italia-con-il-lavoro-sottopagato
https://rumble.com/v42r3qu-come-prendono-per-il-culo-i-giovani-in-italia
https://rumble.com/v360xha-lopinione-di-lambrenedetto-sul-reddito-di-cittadinanzasbagliato-toglierlo
https://rumble.com/v2uo0nm-lavorare-per-3-euro-allorasenza-dirittiin-nero-senza-pagare-tasse-e-contrib
https://rumble.com/v2un8or-il-salario-minimo-documentario https://rumble.com/v2uloiy-gli-italiani-allestero-iscritti-allaire-sono-a-quota-6-milioni-nel-2023
https://rumble.com/v1joc5z-migrazione-italiana-videolezione-sul-fenomeno-della-migrazione-italiana
https://rumble.com/v1joib0-la-migrazione-degli-italiani-in-america-storico-documentario-rai
https://rumble.com/v32d8y6-economia-mondo-tratta-degli-schiavi
https://rumble.com/v1johxo-la-migrazione-degli-italiani-in-america-documentario
https://rumble.com/v2um7js-1-italiano-su-4-guadagna-meno-di-800-al-mese-e-1-su-3-meno-di-1000-al-mese
https://rumble.com/v2um552-non-si-chiede-mai-lo-stipendio-in-merdalia
quindi spiego agli italiani come vivere con la pensione italiana esentasse o quasi all'estero a spese dello Stato di MERDALIA ovvio..
https://rumble.com/v43v26l-i-pensionati-che-scappano-dal-paese-piu-bello-del-mondo...merdalia https://rumble.com/v4401kh-dove-godersi-la-pensione-italiana-allestero...analisi-dei-paesi-e-degli-inc
https://rumble.com/v43zmgo-i-pensionati-italiani-in-portogallo-documentario-rai-2023
https://rumble.com/v43zpl9-i-pensionati-italiani-in-albania-documentario-rai-2023
https://rumble.com/v43zz7f-la-tassazione-dei-pensionati-italiani-in-portogallo-come-funziona..
https://rumble.com/v1iy6j9-pensioni-non-tassate-o-quasi..-ecco-dove-conviene-vivere-con-la-pensione https://rumble.com/v4402m6-pensionati-italiani-allesterodove-conviene-davvero-documentario-tv2000-2023
https://rumble.com/v441d6l-vivere-con-la-pensione-esentasse-italiana-a-durazzo-in-albania-documentario
https://rumble.com/v4410zw-viaggio-esplorativo-pensione-in-albania-nel-2023-zero-tasse-a-vita-document
https://rumble.com/v4422hx-vivere-in-pensione-in-grecia-de-fiscalizzazione-tasse-al-7-i-requisiti-per
https://rumble.com/v440la3-dove-vivere-in-grecia-con-la-pensione-italiana-tassata-al-7vicino-a-salonic
https://rumble.com/v4422gl-trasferirsi-a-vivere-a-creta-in-pensioneinformazioni-utili-de-fiscalizzazio
https://rumble.com/v1iy4zz-pensioni-dove-si-pagano-meno-tasse-i-10-posti-dove-si-vive-meglio-nel-2022 https://rumble.com/v43s6zl-perfino-gli-immigrati-stranieri-se-ne-vanno-dallitalia-oltre-gli-italiani
https://rumble.com/v140jwh-i-politici-fanno-benissimo-a-prendere-per-il-culo-gli-italiani
https://rumble.com/v3endfz-i-politici-sono-i-camerieri-e-gli-schiavi-dei-banchieri
https://rumble.com/v40v3fe-quando-dissero-al-parlamento-uei-politici-e-i-banchieri-sono-come-i-crimina
https://rumble.com/v40v43k-quando-dissero-al-parlamento-uegli-euroscettici-vi-impiccheranno
https://rumble.com/v41ef24-come-riparano-le-buche-stradali-in-svizzera-italianacopiate-documentario
https://rumble.com/v41ehyp-faccio-la-spesa-in-germania-al-supermercatoguardate-che-prezzi-documentario
https://rumble.com/v41gv8a-come-sono-le-case-popolari-in-germania-documentario-dicembre-2023
https://rumble.com/v2ocvmg-confronto-strade-svizzera-italia-vicino-alla-dogana-svizzera-lombardia
https://rumble.com/v41gxe7-le-autostrade-gratuite-tedesche-e-il-rincaro-dei-pedaggi-delle-autostrade
https://rumble.com/v2c5gja-prezzo-benzina-e-autostradegratis-in-germania
https://rumble.com/v3eccsr-i-poveri-svizzeri-e-i-ricchi-italiani-documentario-2022 https://rumble.com/v3ebehn-lo-stipendio-medio-lordo-in-tutti-i-cantoni-della-svizzera-documentario
https://rumble.com/v3hplrg-italiani-non-venite-a-vivere-a-lugano-in-canton-ticino-in-svizzera-triste
https://rumble.com/v3hpcae-costo-della-vita-a-lugano-in-canton-ticino-in-svizzera-stato-extracomunitar
https://rumble.com/v3e2g9m-italiani-non-venite-in-svizzera-perch-un-paese-tristepovero-dove-si-guadagn
Fai valere i tuoi diritti INVIOLABILI...Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale dell'ONU approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Dopo questa solenne deliberazione,l'Assemblea dell'ONU diede istruzioni al Segretario Generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e,a tal fine,di pubblicarne e distribuirne il testo non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell'Organizzazione internazionale,ma anche in quante altre lingue fosse possibile usando ogni mezzo a sua disposizione..
https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/DICHIARAZIONE_diritti_umani_4lingue.pdf presenti pure nella costituzione italiana nell'art.2 appunto su cui tutti i politici hanno giurato e sono INVIOLABILI..quindi stanno violando sia la costituzione italiana sia i diritti umani in Italia e il governo di Giorgia Meloni deve finire ovvio.. https://www.senato.it/sites/default/files/media-documents/Costituzione.pdf
https://rumble.com/v1p85qw-la-costituzione-della-repubblica-italiana-lettura-integrale-del-testo
https://rumble.com/v1p87id-i-principi-fondamentali-della-costituzione-italiana-la-lettura
https://rumble.com/v2fc71i-la-dichiarazione-universale-dei-diritti-umani...i-30-articoli-documentario
I dati del Viminale al 1°gennaio 2023 fotografano una crescita dell’emigrazione continua, ma in rallentamento. Fughe in aumento dalle province della bassa pianura padana.Mantova,Brescia,Lodi,Cremona,Ferrara,,Reggio Emilia,Rovigo,Bologna.L'Europa in pole tra le destinazioni Germania etc..se gli italiani scappano dal nord ricco e industriale per gli stipendi da vomito e il costo della vita da paese nordico che c'hanno dove non funziona nulla significa che in Italia non si sta bene come dicono in televisione eh...non vedo emigrazioni di massa di spagnoli,greci,tedeschi che vogliono venire a lavorare in Italia eh..ci sarà un motivo e di chi sarà la colpa ovvio..
Inchieste
Italiani all’estero verso quota 6 milioni: la mappa delle partenze provincia per provincia
Il Viminale certifica 127.350 nuove iscrizioni all’Aire nel 2022, anche se la pandemia ha rallentato i progetti migratori definitivi. Sono 10,7 gli iscritti ogni cento residenti under 30, si parte dalle province interne della Bassa Padana
Sono poco meno di sei milioni, pari a circa un decimo della popolazione residente, gli italiani iscritti all’Aire, e quindi stabilmente all’estero da oltre 12 mesi, al 1° gennaio 2023. Un’emorragia che non si arresta (+2,2% l’anno scorso, con 127.350 nuove iscrizioni da gennaio a dicembre), ma che rallenta la sua corsa dopo la pandemia.
A monte, forse, l’incertezza che porta alcuni italiani a temporeggiare sulla richiesta di residenza nel Paese in cui si trovano, e di conseguenza nell’Anagrafe dei residenti all’estero (Aire). A valle il trend in costante aumento dei trasferimenti oltreconfine dalle aree meno attrattive del Paese, da un territorio - quello italiano - su cui già pesa una grave crisi demografica. I dati aggiornati, anticipati in esclusiva al Sole 24 Ore del Lunedì dal ministero dell’Interno, evidenziano come a emigrare sono soprattutto i giovani: ogni 100 residenti in Italia con meno di trent’anni se ne contano 10,7 che hanno scelto di trasferirsi all’estero, per un totale di oltre 1,8 milioni di iscritti under 30. In pratica ogni 10 giovani, ce ne è un altro che se ne è andato. Un’incidenza che scende a 8,6 ogni 100 tra gli over 60.
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Il trend post pandemia
«Ci aspettavamo di superare i 6 milioni quest'anno, ma i dati riflettono ancora l'onda lunga della pandemia: c'è stato un ridimensionamento delle iscrizioni ufficiali anche nel 2022». Sul trend degli iscritti all'Aire pesano gli eventi dell'anno appena passato, secondo Delfina Licata, responsabile del dossier annuale «Italiani nel mondo», esperta di fenomeni migratori. «Lo spettro dell'emergenza sanitaria - spiega la ricercatrice - ancora condiziona le nostre vite e il clima di incertezza ha minato la sicurezza necessaria per avviare un progetto migratorio definitivo. Rallentando le decisioni o aumentando i ripensamenti». Se dunque la pandemia ha in parte frenato i trasferimenti definitivi oltre confine - che comportano, tra le altre cose, la perdita dell’assistenza sanitaria pubblica - resta il fatto che le nuove iscrizioni all’Aire sono salite del 12,2% rispetto a prima della pandemia.
La sociologa, referente dell'area ricerca e documentazione della Fondazione Migrantes, ricorda infatti che con l'iscrizione all'Aire, obbligatoria per legge dopo 12 mesi di residenza continuativa oltreconfine, si perde il diritto al sistema sanitario nazionale. Qualcuno può aver deciso di tardare la l'iscrizione ufficiale, una scelta che prima della pandemia - anche grazie alla digitalizzazione delle pratiche necessarie - era diventata più immediata. Nonostante questo, il trend risulta comunque in crescita.
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La mappa delle province di partenza
Scandagliando le province italiane di origine dei nuovi italiani nel mondo, emergono alcuni picchi di fughe nell’arco del periodo tra il 1°gennaio 2019 e il 1° gennaio 2023. E in territori molto vicini tra loro. È la provincia di Mantova, ad esempio, a segnare il trend di crescita più elevato dal pre al post Covid: gli emigrati oltreconfine provenienti da questo territorio sono passati dai 28.734 del 1° gennaio 2019 ai 40.325 del 1°gennaio 2023 (+40,3%, di cui 2.804 sono le nuove iscrizioni registrate solo nel corso del 2022). Il dato potrebbe fotografare lo spostamento di alcuni membri della comunità italo/brasiliana, storicamente radicata nel mantovano, verso il Brasile oppure verso altri paesi europei come Francia e Germania.
Subito dietro, sempre in termini di crescita, ci sono altre province della Bassa padana: Rovigo (+39,7%), Lodi (+34,5%), Cremona (+32,9%) , Brescia (+32,2%), Reggio Emilia (+31,5%). Unica eccezione, Prato, al terzo posto per crescita: la provincia toscana sconta probabilmente le scelte di alcuni cittadini appartenenti alla comunità cinese (la più numerosa in loco) che dopo i lockdown del 2020 hanno scelto di trasferirsi (o tornare) in Cina o altrove.

Tra le prime venti province più colpite dalle fughe all’estero emergono territori dove già pesa lo spopolamento: la provincia di Rovigo, ad esempio, conta meno di 231mila abitanti, di cui 6,1 ogni 10 in età non attiva, con un’indice di vecchiaia tra i più elevati del Paese (256 over 65 ogni 100 bambini tra gli 0 e i 14 anni). E non stupisce che proprio nel 2022, anno in cui la provincia si è posizionata all’ultimo posto nella categoria «Affari e lavoro» della classifica annuale della Qualità della vita del Sole 24 Ore, sono stati 1.853 i nuovi iscritti all’Aire provenienti dal territorio, segnando il maggior incremento su base annua (+9,9%).
Le città metropolitane
Tra le prime venti province di origine che, rispetto al 2019, registrano gli aumenti più marcati nell’Anagrafe dei residenti all’estero c’è anche la città metropolitana di Bologna (15ª), che a inizio 2023 registra un +26,3% sul 2019, ma mantiene un’incidenza di emigrati nettamente inferiore alla media nazionale (47,6 iscritti all’Anagrafe ogni 1.000 abitanti). Le “partenze” sono in crescita anche da altre aree metropolitane: Venezia (+23,1%), Firenze (+20,4%), Milano (+18%), Torino (+17,8%), con aumenti più marcati rispetto alla media nazionale. L’aumento dalle aree metropolitane va letto come un «rimbalzo dopo due anni di blocco dei movimenti», dice Licata, «da territori dove università cosmopolite formano da sempre studenti più predisposti a un progetto oltreconfine».

Gli incrementi minori sono concentrati al Sud (Reggio Calabria e Messina) e a Trieste. Queste grandi città, tuttavia, registrano un’incidenza elevata degli espatri definitivi sulla popolazione residente, frutto di flussi migratori - iniziati molti anni prima - che pesano maggiormente in termini quantitativi in un territorio che ha già perso molti abitanti: osservando i dati di Reggio Calabria, per esempio, si conta quasi un residente all’estero proveniente dalla provincia ogni cinque residenti.

L’esodo dal Sud
Nonostante negli ultimi anni l’aumento delle fughe all’estero sia concentrato tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, in particolare dalle zone “interne” colpite duramente anche dalla pandemia nel 2020, l’impatto più significativo dell’esodo in rapporto alla popolazione rimane concentrato al Sud. Impressionante il dato di Enna, dove al 1° gennaio 2023 si contano 522,8 persone provenienti dal territorio iscritte all’anagrafe dei residenti all’estero ogni mille abitanti. Un rapporto cinque volte superiore alla media nazionale. La fuga è pressoché indiscriminata: riguarda giovani (477,5 under 30 si sono trasferiti ogni mille ennesi residenti) e anziani (506,2 ogni mille). Incidenze molto elevate si registrano anche ad Agrigento (388,1 iscritti all’estero ogni mille residenti) e Isernia (382,2 ogni mille).

Si parte da tutte le province d’Italia, insomma, ma l’impatto della mobilità diventa «devastante» al Sud, «nelle aree interne e in quelle più ai margini che offrono meno opportunità ai giovani», dice l'esperta. Nel Mezzogiorno rispetto al numero di residenti l’incidenza degli iscritti è più elevata, anche se negli ultimi anni le nuove iscrizioni partono soprattutto dal Nord, da alcune zone di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna più colpite dalla spopolamento.

I profili di chi emigra
In base agli studi della Fondazione Migrantes, aumentano le partenze di uomini, diminuiscono quelle di donne, quasi azzerate quelle dei minori. «Partono soprattutto lavoratori, da soli e senza la famiglia», dice Licata. Crescono le iscrizioni dei giovani e, in particolare dopo la pandemia, quelle di italiani tra i 30 e i 40 anni, con un'identità professionale già ben definita.

«Sono anni - racconta la sociologa - che da questi dati emerge la fuga dei giovani come un campanello d'allarme per una società in piena crisi demografica. Di solito partono subito dopo aver ottenuto un titolo di studio, diploma o laurea, in cerca di un percorso professionalizzante da definire oltreconfine. Ma con la pandemia abbiamo visto aumentare il trasferimento all'estero di profili con un'identità già ben definita, che riescono ad ottenere un lavoro grazie a competenze definite». In calo invece i progetti migratori più fragili, quelli che ancora vivono nella precarietà e senza contratto.

«Addirittura - conclude Licata - nel 2020, in seguito ai lockdown per il Covid 19, circa in 20mila sono rientrati in Italia, anche se non si sa ancora se stabilmente».
https://24plus.ilsole24ore.com/art/italiani-all-estero-quota-6-milioni-mappa-partenze-provincia-provincia-AEuHDMfC
https://www.academia.edu/103726678/Italiani_all_estero_verso_quota_6_milioni_la_mappa_delle_partenze_provincia_per_provincia
https://www.academia.edu/103726806/Statistiche_in_formato_excel_delle_partenze_degli_italiani_allestero_al_1_gennaio_2023
Si era soliti affermare che l’Italia da paese di emigrazione si è trasformato negli anni in paese di immigrazione: questa frase non è mai stata vera e, a maggior ragione, non lo è adesso perché smentita dai dati e dai fatti. Dall’Italia non si è mai smesso di partire e negli ultimi difficili anni di limitazione negli spostamenti a causa della pandemia, di recessione economica e sociale, di permanenza di una legge nazionale per l’immigrazione sorda alle necessità del tessuto lavorativo e sociodemografico italiano, la comunità dei cittadini italiani ufficialmente iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) ha superato la popolazione di stranieri regolarmente residenti sul territorio nazionale.

Una Italia interculturale in cui l’8,8% dei cittadini regolarmente residenti sono stranieri (in valore assoluto quasi 5,2 milioni), mentre il 9,8% dei cittadini italiani risiedono all’estero (oltre 5,8 milioni) afferma oggi iol Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes presentato a Roma.

In generale, la popolazione straniera in Italia è più giovane di quella italiana. I ragazzi nati in Italia da genitori stranieri (“seconde generazioni” in senso stretto) sono oltre 1 milione: di questi, il 22,7% (oltre 228 mila) ha acquisito la cittadinanza italiana. Se ad essi si aggiungono i nati all’estero (245 mila circa) e i naturalizzati (quasi 62 mila), la compagine dei ragazzi con background migratorio supera 1,3 milioni e rappresenta il 13,0% del totale della popolazione residente in Italia con meno di 18 anni. Una popolazione “preziosa” vista la situazione demografica ogni anno più critica vissuta dall’Italia, caratterizzata da inesorabile denatalità e accanito invecchiamento e considerando il fatto che tra i sogni di queste nuove generazioni vi è sempre più presente quello di vivere in altri paesi del mondo: il 59% degli alunni stranieri delle scuole secondarie, infatti, vorrebbe da grande spostarsi all’estero, un dato molto più alto rispetto ai loro compagni italiani (42%). Per gli stranieri assume rilevanza anche il paese di nascita (proprio o dei propri genitori), che verrebbe scelto come destinazione di vita una volta adulti dall’11,6%. Il 47,7%, però, sceglierebbe un paese diverso sia dall’Italia sia dal paese di origine e gli Stati Uniti sono la meta più desiderata in assoluto.

Fino a quando l’estero rimane per i giovani e i giovanissimi attualmente residenti in Italia un desiderio, il problema, per il nostro Paese, resta poco grave e circoscritto; la storia nazionale, però, insegna che la mobilità è qualcosa di strutturale per l’Italia e il passato più recente ha visto e vede proprio le nuove generazioni sempre più protagoniste delle ultime partenze. D’altronde non potrebbe essere altrimenti

considerando quanto la mobilità sia entrata a far parte pienamente dello stile di vita, tanto nel contesto formativo e lavorativo quanto in quello esperienziale e identitario.

L’Italia sempre più transnazionale

L’attuale comunità italiana all’estero è costituita da oltre 841 mila minori (il 14,5% dei connazionali complessivamente iscritti all’AIRE) moltissimi di questi nati all’estero, ma tanti altri partiti al seguito delle proprie famiglie in questi ultimi anni. Ai minori occorre aggiungere gli oltre 1,2 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni (il 21,8% della popolazione complessiva AIRE, che arriva a incidere per il 42% circa sul totale delle partenze annuali per solo espatrio).

Non bisogna dimenticare, infine, tutti quelli che partono per progetti di mobilità di studio e formazione – che non hanno obbligo di registrazione all’AIRE e chi è in situazione di irregolarità perché non ha ottemperato all’obbligo di legge di iscriversi in questo Anagrafe.

Una popolazione giovane, dunque, che parte e non ritorna, spinta da un tasso di occupazione dei giovani in Italia tra i 15 e i 29 anni pari, nel 2020, al 29,8% e quindi molto lontano dai livelli degli altri paesi europei (46,1% nel 2020 per l’UE-27) e con un divario, rispetto agli adulti di 45-54 anni, di 43 punti percentuali. I giovani occupati al Nord, peraltro, sono il 37,8% rispetto al 30,6% del Centro e al 20,1% del Mezzogiorno. Al divario territoriale si aggiunge quello di genere: se i ragazzi residenti al Nord risultano i più occupati con il 42,2%, le ragazze della stessa fascia di età ma residenti nel Mezzogiorno non superano il 14,7%.

Il triplice rifiuto percepito dai giovani italiani – anagrafico, territoriale e di genere – incentiva il desiderio di estero e soprattutto lo fa mettere in pratica. Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione “espatrio”.

Una mobilità giovanile che cresce sempre più perché l’Italia ristagna nelle sue fragilità; ha definitivamente messo da parte la possibilità per un individuo di migliorare il proprio status durante il corso della propria vita accedendo a un lavoro certo, qualificato e abilitante (ascensore sociale); continua a mantenere i giovani confinati per anni in “riserve di qualità e competenza” a cui poter attingere, ma il momento non arriva mai. Il tempo scorre, le nuove generazioni diventano mature e vengono sostituite da nuove e poi nuovissime altre generazioni, in un circolo vizioso che dura da ormai troppo tempo.

In questa situazione, già fortemente compromessa, la pandemia di Covid-19 si è abbattuta con tutta la sua gravità rendendo i giovani italiani una delle categorie più colpite dalle ricadute sociali ed economiche.

La presa di coscienza di quanto forte sia stato il contraccolpo subito dai giovani e dai giovanissimi, già in condizioni di precarietà e fragilità, in seguito all’esplosione dell’epidemia mondiale, è stata al centro della creazione e formalizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e di diverse politiche adottate a livello europeo. Le azioni del PNRR sono volte a recuperare il potenziale delle nuove generazioni e a costruire un ambiente istituzionale e di impresa in grado di favorire il loro sviluppo e il loro protagonismo all’interno della società. Il PNRR è, detto in altri termini, un punto da cui ricominciare per pensare e programmare un futuro diverso, che risponda e valorizzi i giovani, le loro capacità e le loro competenze rispondendo anche ai loro desideri e alle loro attese.

L’Italia fuori dall’Italia

È da tempo che i giovani italiani non si sentono ben voluti dal proprio Paese e dai propri territori di origine, sempre più spinti a cercar fortuna altrove. La via per l’estero si presenta loro quale unica scelta da adottare per la risoluzione di tutti i problemi esistenziali (autonomia, serenità, lavoro, genitorialità, ecc.). E così ci si trova di fronte a una Italia demograficamente in caduta libera se risiede e opera all’interno dei confini nazionali e un’altra Italia, sempre più attiva e dinamica, che però guarda quegli stessi confini da lontano.

Al 1° gennaio 2022 i cittadini italiani iscritti all’AIRE sono 5.806.068, il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l’Italia ha perso in un anno lo 0,5% di popolazione residente (-1,1% dal 2020), all’estero è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 2,7% che diventa il 5,8% dal 2020. In valore assoluto si tratta di quasi 154 Non c’è nessuna eccezione: tutte le regioni italiane perdono residenti aumentando, però, la loro presenza all’estero. La crescita, in generale, dell’Italia residente nel mondo è stata, nell’ultimo anno, più contenuta, sia in valore assoluto che in termini percentuali, rispetto agli anni precedenti.

Il 48,2% degli oltre 5,8 milioni di cittadini italiani residenti all’estero è donna (2,8 milioni circa in valore assoluto). Si tratta, soprattutto, di celibi/nubili (57,9%) o coniugati/e (35,6%). I/le divorziati/e (2,7%) hanno superato i/le vedovi/e (2,2%). Da qualche anno si registrano anche le unioni civili (circa 3 mila).

I dati sul tempo di residenza all’estero indicano che il revival delle partenze degli italiani non è recentissimo, ma risale alla profonda crisi vissuta nel 2008-2009 dal nostro Paese. Infatti, il 50,3% dei cittadini oggi iscritti all’AIRE lo è da oltre 15 anni e “solo” il 19,7% è iscritto da meno di 5 anni. Il resto si divide tra chi è all’estero da più di 5 anni ma meno di 10 (16,1%), e chi lo è da più di 10 anni ma meno di 15 (14,3%).

La presenza italiana nel mondo cresce, lo si è detto, ma la crescita avviene attraverso elementi esogeni ed endogeni. Tra gli elementi esogeni il più importante e più discusso, a seguito dei profondi cambiamenti del nostro Paese, dovuti a quasi 50 anni di immigrazione e a causa della legge n. 91 del 1992 oggi distante dalla realtà interculturale del Belpaese, è l’acquisizione di cittadinanza: i cittadini italiani iscritti all’AIRE per acquisizione della cittadinanza dal 2006 al 2022 sono aumentati del 134,8% (in valore assoluto si tratta di poco più di 190 mila italiani; erano quasi 81 mila nel 2006). L’elemento endogeno per eccellenza è, invece, la nascita all’estero dei cittadini italiani, ovvero figlie e figli che si ritrovano a venire al mondo da cittadini italiani che risiedono già oltreconfine e che, sempre da italiani, crescono e si formano lontano dall’Italia ma con un occhio rivolto allo Stivale. Gli italiani nati all’estero sono aumentati dal 2006 del 167,0% (in valore assoluto sono, oggi, 2.321.402; erano 869 mila nel 2006). Si tratta di italiani che restituiscono un volto ancora più composito del nostro Paese rendendolo interculturale e sempre più transnazionale, composto cioè da italiani che hanno origini diverse (nati e/o cresciuti in paesi lontani dall’Italia o nati in Italia in famiglie arrivate da luoghi lontani) e che si muovono con agilità tra (almeno) due paesi, parlando più lingue, abitando più culture.

Gli oltre 5,8 milioni di italiani iscritti all’AIRE hanno, quindi, un profilo complesso: sono giovani (il 21,8% ha tra i 18 e i 34 anni), giovani adulti (il 23,2% ha tra i 35 e i 49 anni), adulti maturi (il 19,4% ha tra i 50 e i 64 anni), anziani (il 21% ha più di 65 anni, ma di questi l’11,4% ha più di 75 anni) o minori (il 14,5% ha meno di 18 anni).

Oltre 2,7 milioni (il 47,0%) sono partiti dal Meridione (di questi, 936 mila circa, il 16%, dalla Sicilia o dalla Sardegna); più di 2,1 milioni (il 37,2%) sono partiti dal Nord Italia e il 15,7% è, invece, originario del Centro Italia.

Il 54,9% degli italiani (quasi 3,2 milioni) sono in Europa, il 39,8% (oltre 2,3 milioni) in America, centro-meridionale soprattutto (32,2%, più di 1,8 milioni).

Gli italiani sono presenti in tutti i paesi del mondo. Le comunità più numerose sono, ad oggi, quella argentina (903.081), la tedesca (813.650), la svizzera (648.320), la brasiliana (527.901) e la francese (457.138).
https://www.migrantes.it/rapporto-italiani-nel-mondo-migrantes-mobilita-italiana-convivere-e-resistere-nellepoca-delle-emergenze-globali/
https://www.migrantes.it/wp-content/uploads/sites/50/2022/11/Sintesi_RIM2022.pdf
https://www.migrantes.it/wp-content/uploads/sites/50/2022/11/RIM-2022_Allegati_Statistici.pdf
Bresciani all’estero: sono aumentati del 32% in quattro anni
E' questo il quadro tracciato da Aire, da l’Anagrafe degli italiani residenti all’Estero, attraverso una comparazione de Il Sole 24 Ore, come gli italiani che hanno deciso di stabilirsi fuori dal Paese siano complessivamente 6 milioni.
https://www.quibrescia.it/societa/2023/02/09/bresciani-allestero-sono-aumentati-del-32-in-quattro-anni/638306/
Brescia. In fuga da Brescia. E’ questo il quadro tracciato da Aire, da l’Anagrafe degli italiani residenti all’Estero nella quale si devono iscrivere i cittadini italiani che risiedono all’estero stabilmente per periodi superiori ai 12 mesi e quelli che, pr essendo nati fuori dall’Italia acquisiscono la cittadinanza a qualsivoglia titolo.
In quattro anni i bresciani che hanno deciso di abbandonare la Leonessa e la sua provincia sono aumentati del 32%: i dati registrano, al 1 gennaio 2023, 64.821 che si sono trasferite fuori dal Paese stabilmente, mentre erano state 49.015 nel 2019.
Come riporta Il Sole 24 Ore, Il Viminale certifica 127.350 nuove iscrizioni all’Aire nel 2022, anche se la pandemia ha rallentato i progetti migratori definitivi. Sono 10,7 gli iscritti ogni cento residenti under 30, in particolare dalle province interne della Bassa Padana.
Complessivamente sono 6 i milioni di italiani che hanno lasciato il suolo natio, la maggior parte dei quali under 30 (compresi i minorenni).

Brescia risulta sesta tra le province italiane in cui si è verificato il maggior “esodo” (le altre sono, rispettivamente: Mantova, con il 40,3%, Rovigo con il 39,7%, Lodi, Cremona, Brescia, con il 32% e Reggio Emilia). L’identikit di chi parte: per la maggior parte si tratta di giovani ad alta scolarizzazione, formazione, specializzazione e single. Tra le prime province da cui ci si allontana per trovare maggiore fortuna ci sono Enna ed Agrigento dove le partenze non riguardano solo i giovani, ma anche i pensionati. Che l’Italia non sia più nemmeno “un paese per vecchi?”.

https://it.wikipedia.org/wiki/Anagrafe_degli_italiani_residenti_all%27estero
L'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, meglio nota con l'acronimo AIRE, è il registro dei cittadini italiani che risiedono all'estero. È stata istituita con la legge 470 del 27 ottobre 1988.[1] L'AIRE è confluita, insieme a tutti i dati presenti nelle Anagrafi comunali d'Italia, nell'Anagrafe nazionale della popolazione residente, gestita in modo centralizzato dal Ministero dell'interno.

L'iscrizione all'AIRE permette ai cittadini italiani di esercitare alcuni diritti di cittadinanza al di fuori dell'Italia, ed usufruire di una serie di servizi forniti dai diversi Consolati Generali presenti negli stati esteri[2], fra cui:

Votare per le elezioni politiche e referendum per corrispondenza nel Paese di residenza straniero, e per l'elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo nei seggi istituiti dalla rete diplomatico-consolare nei Paesi appartenenti all'Unione Europea
Beneficiare di Servizi anagrafici di Stato Civile (rilascio o rinnovo di documenti di identità e di viaggio, nonché altre certificazioni)
Ultimo rilevamento
Secondo le statistiche ufficiali[3], al 31 dicembre 2021 c'erano 5.806.068 italiani residenti all'estero (in 3.423.087 famiglie). La popolazione residente all'estero, alla stessa data, è così ripartita:

Spaccato continentale
Continente di residenza Iscritti
Europa 3.187.011
Africa 70.171
Asia 73.887
America 2.311.871
Oceania 163.054
Antartide 74
Spaccato classe d'età
Classe d'età Percentuale
Fino a 20 anni 18,21%
da 21 a 40 anni 28,26%
da 41 a 60 anni 28,48%
Oltre 60 anni 25,04%
Secondo l'Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), al 19 maggio 2023[4], 65.690.115 persone sono registrate in anagrafica nazionale, di cui 6.026.112 residenti all'estero (AIRE). Di conseguenza l'ultimo dato disponibile è che il 9,17% dell'intera popolazione italiana è iscritta all'AIRE, ed ha residenza all'estero.
https://www.anagrafenazionale.interno.it/anpr/numeri/
https://rumble.com/v2uloiy-gli-italiani-allestero-iscritti-allaire-sono-a-quota-6-milioni-nel-2023
https://rumble.com/v2um7js-1-italiano-su-4-guadagna-meno-di-800-al-mese-e-1-su-3-meno-di-1000-al-mese
https://rumble.com/v2um552-non-si-chiede-mai-lo-stipendio-in-merdalia
https://rumble.com/v2um6vo-testimonianza-da-amsterdamin-olanda-lavoro-di-meno-e-guadagno-di-piu
QUINDI DICO AI TURISTI STRANIERI DI NON VENIRE IN ITALIA IN VACANZA questa è una playlist che ho fatto dove parlavo di questa roba qui Plastic garbage in the world :https://www.youtube.com/playlist?list=PLuNGnkcXvyh8hunYFH_T9Xa1ZjznrO914
road maintenance in Italy and comparison with foreign countries:https://www.youtube.com/playlist?list=PLuNGnkcXvyh90Kl18fzlhc9xxO9r_Bb7J
Viaggio in Russia: https://www.youtube.com/playlist?list=PLuNGnkcXvyh8EAMZldpRXFrOHa_xEHxtR
spesa in giro per l'europa e confronto con l'Italia anno 2021:https://www.youtube.com/playlist?list=PLuNGnkcXvyh-52z0i09bb0IDf-70bKUcT
manutenzione stradale,confronto prezzi,costo e qualità della vita,nightlife,la dogana che non c'è...confronto estero con Italia in SPAGNA anno 2021:https://www.youtube.com/playlist?list=PLuNGnkcXvyh_S0TOzF0rUZ3xNHG7UkOID
Viaggio in Germania e confronto con l'Italia sulla manutenzione stradale,confronto prezzi etc 2021:https://www.youtube.com/playlist?list=PLuNGnkcXvyh-4cypt-j8Oe3_29dLoeE2B ... https://rumble.com/v1hha9v-lleuropa-il-terzo-mondo-delle-economie-del-mondo-occidentaleforbes
https://rumble.com/v1hpcr9-terrone-se-non-ti-piace-la-germania-o-il-nord-italia-dove-sei-emigrato-torn

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