🔴 Riforma dei trattati Ue: la commissione vuole sempre più poteri.

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#21Novembre2023 #Rinaldi #riforma #trattati #UE
Fonte ► https://www.byoblu.com/2023/11/21/riforma-dei-trattati-ue-la-commissione-vuole-sempre-piu-poteri/
"X" ► https://x.com/Rinaldi_euro/status/1727037509475938588

In questi giorni si terrà, presso il Parlamento europeo, una votazione decisiva per il destino dei cittadini del vecchio Continente. In ballo c’è infatti la modifica dei trattati istitutivi dell’Unione. Tuttavia, come spesso accade, si tratta di una riforma che invece di risolvere i molteplici difetti di questa organizzazione, rischia di peggiorare il futuro assetto dei 27 Stati.

L’Ue vuole eliminare il principio di unanimità.
Tutto è iniziato nel giugno 2022, quando la maggioranza del Parlamento europeo aveva approvato una risoluzione con cui si invitava il Consiglio europeo ad avviare il processo di revisione dei Trattati. Quali modifiche prevede questa riforma? Vediamo i punti principali.

In cima alla lista dei desideri c’è il cambio della modalità di voto all’interno del Consiglio europeo, passando dall’unanimità alla maggioranza qualificata, in particolare sulla questione delle sanzioni e delle situazioni di emergenza. Finora, infatti, tutte le decisioni prese dal Consiglio europeo dovevano passare attraverso il voto favorevole di tutti e 27 gli Stati membri: una procedura che rallentava sicuramente il processo decisionale, ma che garantiva ad ogni Stato la possibilità di far valere la propria posizione all’interno del Consiglio.

Alcuni Paesi europei, su tutti Francia e Germania, vorrebbero così mettere definitivamente all’angolo Ungheria e Polonia, che hanno spesso fatto uso del loro potere di veto, bloccando così le decisioni del Consiglio.

Come funziona la maggioranza qualificata?
Per far passare una decisione è sufficiente il voto favorevole del 55% degli Stati membri oppure i Paesi favorevoli devono rappresentare almeno il 65% della popolazione dell’Unione. Si tratta quindi di una modifica che favorisce i Paesi più grandi, ma soprattutto i Paesi che condividono la stessa agenda politica. Non finisce qui.

Una Commissione con sempre più potere.
Perché la modifica dei trattati istitutivi prevede la facoltà per il Presidente della Commissione di scegliere gli altri membri dell’esecutivo secondo la preferenza politica. Finora invece i commissari venivano scelti sempre dal Presidente, però in accordo con il Consiglio, ma soprattutto sulla base delle nomine proposte da ognuno degli Stati membri, senza coinvolgere preferenze politiche.

Nella riforma si fa poi riferimento alla possibilità di rafforzare l’unione di difesa con capacità militari. Niente esercito europeo in vista, ma solo il rafforzamento della cosiddetta Politica di Sicurezza e Difesa comune. E poi dulcis in fundo un altro aspetto controverso di questa riforma: l’Unione europea avrebbe esclusiva competenza su materie come l’ambiente e la biodiversità, mentre otterrebbe competenza condivise con gli Stati sulla sanità pubblica, protezione civile, industria e istruzione.

Si tratta quindi di modifiche che tendono a dare ulteriore potere alla Commissione europea, trasformandola di fatto in un organo esecutivo a tutti gli effetti.

La palla passa al Parlamento UE.
Prima di passare definitivamente, la proposta di riforma dei trattati ha subito un’ulteriore approvazione lo scorso ottobre, all’interno della Commissione Affari Costituzionali con 19 voti favorevoli, tra cui gli italiani Mercedes Bresso, Giuliano Pisapia e Sandro Gozi, italiano solo di fatto perché quest’ultimo è sbarcato a Bruxelles come rappresentante francese. Sei invece i voti contrari, tra cui l’italiano esponente della Lega On. Antonio Maria Rinaldi.

E proprio nei prossimi giorni la proposta arriverà di fronte all’Assemblea plenaria del Parlamento europeo dove, con ogni probabilità, verrà valutata positivamente per poi sbarcare così di fronte al Consiglio.

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