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Rivolte in Francia: guerra alla libera informazione
Quello che sta succedendo in Francia viene visto come uno scontro tra migranti delle periferie in rivolta e lo stato francese, ma in realtà la battaglia è per la libertà di stampa nell'agenda politica europea. Il tema dell'immigrazione incontrollata è al centro delle discussioni, con il sarcasmo del presidente francese Macron verso la gestione italiana degli sbarchi e l'avversità verso le richieste del governo italiano in fatto di ridistribuzione dei flussi. È quasi naturale che i disordini di questi giorni offrano alla destra di governo l'opportunità di puntare il dito sul problema dell'integrazione. Tuttavia, quello che sta passando sottotraccia è che le rivolte delle periferie francesi saranno il pretesto per limitare ancora di più la libertà di informazione.
La scintilla che ha scatenato le proteste è stata un reato commesso da un poliziotto francese, ma la rivolta non si sarebbe innescata senza quelle immagini. Grazie ai social media, quelle incredibili sequenze sono state diffuse e i media hanno completato l'opera, trasformandola in notizia. Questa situazione è intollerabile per il potere che sta promuovendo la società del controllo. Il video rappresenta un bug del sistema, una distorsione intollerabile perché il controllore diventa il controllato.
La Francia di Macron sta da tempo cercando di limitare la libertà di informazione anche in sede europea, chiedendo riforme che permetterebbero di spiare i giornalisti anche con software installati a loro insaputa. Questo fatto, unito al giornalismo d'inchiesta, sta creando panico tra le élite al potere. Sorveglianza e propaganda devono restare nelle mani del potere, altrimenti rischiano di essere utilizzate contro di esso. La polizia francese già manifesta una certa intolleranza verso la libertà di informazione, accecando i giornalisti con flash ad alta intensità per rendere inutilizzabili le immagini.
La battaglia che si sta svolgendo per le strade della Francia è più importante di quella per ristabilire l'ordine pubblico. La società del controllo e della sorveglianza vuole imporre definitivamente il suo dominio sulla corretta informazione. Se approvata in sede europea la riforma chiesta da Macron, sarà possibile installare senza il proprio consenso software o applicazioni sui cellulari, come è già avvenuto per i sistemi di allerta terremoti o alluvioni. Chi impedirà che si spengano le telecamere dei cellulari? È questa la battaglia decisiva e fondamentale, la madre di tutte le battaglie che ogniuno di noi è chiamato a sostenere e combattere: quella per la libertà di stampa.
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