ROBERTO MAZZONI: “LA VERITÀ SUL 6 DI GENNAIO” – PARTE 3 – MazzoniNews #212

1 year ago
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Come già visto nei video #203 e #211, il 6 di gennaio 2021 ha visto l’occupazione del Campidoglio degli Stati Uniti da parte di un nutrito gruppo di manifestanti che si erano riuniti a Washington per partecipare a un comizio indetto dall’allora presidente uscente Donald Trump.
Lo scopo dichiarato del comizio era di sostenere moralmente i parlamentari del Partito Repubblicano che quello stesso giorno avrebbero messo in discussione i risultati dell’elezione presidenziale del 2020, chiedendone una revisione da parte dei singoli stati, in particolare i sei stati i cui risultati erano stranamen te cambiati di colpo nelle ore e nei giorni seguenti la chiusura dei seggi e che avevano determinato l’elezione di Joe Biden come 46mo presidente degli Stati Uniti e la mancata rielezione di Donald Trump, nonostante quest’ultimo avesse ottenuto molti più voti nell’elezione del 2020, 73,6 milioni, rispetto a quelli ottenuti nell’elezione del 2016, 61,2 milioni.
Il risultato appariva estremamente sospetto considerando le numerose testimonianze di irregolarità emerse dagli scrutatori dopo la chiusura dei seggi e la sostanziale assenza di Joe Biden dalla campagna elettorale, che tutavia era risultata in una mole di voti senza precedenti.
I disordini organizzati da alcuni facinorosi mescolati tra la folla hanno portato alla più grande operazione di repressione politica mai vista nella storia degli Stati Uniti e alla creazione di un comitatto speciale all’interno della Camera dei Deputati statunitensi il cui unico scopo era quello d’impedire che Donald Trump si candidasse nuovamente.
Il comitato, l’FBI ed entrambi i partiti al potere hanno m,entito ampiamente sui fatti avvenuti durante il 6 di gennaio all’interno del Campidoglio e sollo grazie all’azione del giornalista Tucker Carlson e alla collaborazione dell’attuale Presidente della Camera, Kevin McCarthy, è stato possibile pubblicare, dopo anni, il contenuto di alcuni dei video registrati dalle telecamere di sorveglianza del Campidoglio quel giorno.
Ne abbiamo già visto alcuni nel video scorso e in questa terza puntata ne vedremo altri.
Molti americani, compreso Tucker Carlson, ritengono che le violenze all’esterno del Campidoglio e l’invasione pacifica dell’edificio non siano state manifestazioni spontanee, ma che siano state sobillate da agenti provocatori mescolati tra la folla, alcuni dei quali potrebbero anche essere agenti del governo federale inviati allo scopo.
Il fatto che si tratti di una crisi creata artificialmente è in qualche modo confermato dal fatto che la stessa Kamala Harris, il vicepresidente in carica, la mette a paragone con l’11 settembre 2001, il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, e il 7 dicembre 1941, il giorno dell’attacco giapponese al porto militare di Pearl Harbor, entrambi eventi dove il governo statunitense aveva precise responsabilità.
I morti che camminano
[Tucker Carlson]
Dal 6 gennaio 2021 fino ad oggi, avrete sentito la gente dire, incluso il Presidente degli Stati Uniti, che la folla ha ucciso alcuni agenti di polizia. Questa è una menzogna. E come pretesto per dirla, usano la morte dell’agente Brian Sicknick. Allora, cosa è successo veramente all’agente Brian Sicknick? Bene, abbiamo trovato filmati che lo riprendono all’interno del Campidoglio e che dimostrano che queste persone stanno mentendo. Ecco di cosa parleremo nel prossimo segmento.
Nel giro di poche ore dallo svilupparsi degli eventi del 6 gennaio, letteralmente poche ore, avete iniziato a sentire quel giorno descritto come un’insurrezione letale, e questo non da parte di un singolo organo di stampa o politico, bensì all’unisono da tutti loro, quasi come se fosse coordinato. Un’insurrezione letale. Ed è così che la storia potrebbe ricordare gli eventi del 6 di gennaio. Ma i nastri che abbiamo esaminato, e che contengono le riprese all’interno dell’edificio di quel giorno, dimostrano che non era né un’insurrezione, né tantomeno letale. Guardate.
[Lindsey Graham – senatore del Partito Repubblicano]
Il 6 di gennaio Il giorno in cui circa 2000 rivoltosi hanno fatto irruzione nel Campidoglio, causando la morte di cinque agenti di polizia.
[Kamala Harris]
Alcune date riecheggiano nel corso della storia. Il 7 dicembre 1941 L’11 settembre 2001 e il 6 di gennaio.
[giornalista CNN]
La folla picchiava gli agenti con tutto ciò che aveva a portata di mano: mazze da hockey, pennoni, estintori. Alcuni agenti di polizia sono morti.
[giornalista MSNBC]
I sostenitori di Donald Trump, che, ovviamente, si sono ribellati e hanno ucciso agenti di polizia.
[Tucker Carlson]
Già dalla sera del 6 di gennaio, il Partito Democratico e i suoi tirapiedi nei media nazionali, avevano concordato una descrizione di ciò che era accaduto quel giorno. Hanno distillato un numero enorme di eventi altamente complessi, eventi che ancora oggi non comprendiamo appieno, riunendoli in un singolo slogan politico emotivamente carico, che hanno ripetuto per anni con notevole disciplina. Il 6 di gennaio, ci hanno detto, è stata un’insurrezione letale.
[Brian Stelter – ex-giornalista CNN – World Economic Forum]
C’è stata un’insurrezione letale che la destra cerca di coprire.
[Don Lemon – ex-giornalista CNN]
Ha incitato un’insurrezione letale.
[Nancy Pelosi – ex-Presidente della Camera – Partito Democratico]
Ha incitato un’insurrezione letale.
[Joe Biden]
A mio avviso, la violenta insurrezione letale al Campidoglio, di nove mesi fa, riguardava la supremazia bianca,
[Tucker Carlson]
Un’insurrezione letale. Tutto ciò che riguarda questa frase è una menzogna. Molto poco di quanto accaduto il 6 di gennaio è stato organizzato o violento. I video di sorveglianza dall’interno del Campidoglio mostrano per lo più un caos pacifico, ma lo slogan ha funzionato. Il termine letale ha un enorme potere emotivo, ecco la ragione per cui lo hanno usato al fine di dimostrare che l’insurrezione era stata letale. I propagandisti hanno messo in evidenza la morte di un poliziotto chiamato Brian Sicknick. La folla aveva ucciso l’agente Brian Sicknick. Ecco cosa ci hanno detto. È stata la loro accusa più potente contro i manifestanti del 6 di gennaio, contro Donald Trump, e contro gli elettori repubblicani a livello nazionale. Hanno ripetuto questa affermazione per anni. La stanno ancora ripetendo. All’inizio, hanno detto alla nazione che l’agente Sicknick era stato assassinato con un estintore.
[giornalista CNN]
L’agente Brian Sicknick è morto dopo essere stato colpito alla testa con un estintore durante la rissa.
[Tucker Carlson]
Questa storia è partita dal New York Times, che funge effettivamente da direttore d’orchestra per la maggior parte del resto dei media americani. Ma era una falsità da qualsiasi punto di vista. Ma il giornale si è preoccupato di ritrattarla solo dopo che la menzogna si era ormai consolidata nella coscienza comune.
[giornalista Fox News]
Il New York Times ha ritrattato in sordina il suo articolo sulla morte dell’agente di polizia del Campidoglio Brian Sicknick.
[Tucker Carlson]
Ma il danno ormai era stato fatto. Brian Sicknick, lui stesso un elettore di Trump, era stato trasformato, senza il suo consenso, in un martire politico della sinistra. La sua memoria è stata spudoratamente sfruttata dall’amministrazione Biden che si era appena insediata. Nel febbraio del 2021, il corpo di Sicknick giaceva esposto pubblicamente della Rotunda del Campidoglio, dove una parata di politici senza scrupoli ne ha fatto uso. Ecco Joe Biden.
[Joe Biden]
Hanno abbattuto le porte, cercando di ribaltare un risultato elettorale, e uccidendo, nel frattempo, diversi agenti di polizia.
[Tucker Carlson]
Ma Brian Sicknick non dovrebbe essere ridotto a un puntello per le ambizioni politiche del Partito Democratico. Era un essere umano. I fatti della sua vita contano, incluse le circostanze della sua morte. Fino ad oggi, i resoconti dei media descrivono Sicknick come qualcuno che è stato, riporto le esatte parole, ucciso il 6 di gennaio. I video che abbiamo esaminato dimostrano che è una menzogna. Ecco il filmato di sorveglianza che ci mostra Sicknick nell’atto di camminare nel Campidoglio dopo essere stato presumibilmente assassinato dalla folla, all’esterno. A quanto pare, Sicknik è sano e nel pieno delle sue forze. Indossa un casco, quindi è difficile immaginare che sia stato ucciso da una ferita alla testa. Qualunque cosa sia successa a Brian Sicknick, non è stata ovviamente il risultato della violenza che ha subìto all’ingresso del Campidoglio.
Questi nastri ribaltano la singola bugia più potente e politicamente utile, che i democratici ci hanno raccontato sul 6 di gennaio, e dimostra che era davvero una menzogna. Il Comitato del 6 di gennaio sapeva perfettamente che Brian Sicknick stava camminando normalmente attraverso il Campidoglio dopo essere stato presumibilmente assassinato dai sostenitori di Trump. E lo sanno perché hanno visto questi nastri. Possiamo esserne sicuri perché il filmato contiene un segnalibro elettronico che è ancora archiviato nel sistema informatico del Campidoglio. Ciò significa che gli inquirenti che lavoravano per il Partito Democratico lo hanno esaminato. Lo hanno visto, ma si sono rifiutati di rilasciarlo al pubblico. Perché?
Perché questo nastro avrebbe mandato in frantumi la frode che stavano perpetrando sul paese. Perché nascondere la verità, serviva ai loro interessi politici. Hanno mentito riguardo all’ufficiale di polizia che invece sostenevano di venerare. Ma se erano disposti a farlo, allora la loro disonestà non conosce limiti. E come vedrete tra un attimo, la loro disonestà non conosce davvero limiti. Tra poco vedremo un nuovo video di sorveglianza, compresi nuovi rapporti su Ray Epps, e su cosa ha fatto al Campidoglio, e infine su ciò che invece ha raccontato agli inquirenti e come il suo racconto è contraddetto dalle prove video. Ma prima, per valutare ciò che abbiamo appena visto, Charlie Hurt del Washington Times si unisce a noi ora.
Charlie, grazie mille per essere qui. Quindi, se si sente davvero qualcosa nei confronti di Brian Sicknick, che è scomparso, bisogna chiedersi che tipo di persone siano coloro che sapevano che non era stato ucciso dalla folla, ma hanno sostenuto la menzogna in ogni caso per due anni. E ci vuole un tipo di persona che è caduta davvero molto in basso per farlo, per mentire sulla morte di un uomo, in quel modo, unicamente per vantaggi politici. E questo nastro dimostra che è esattamente quello che hanno fatto.
[Charlie Hurt – Washington Times]
Queste persone sono veramente malate.
Credi di sapere fino a che punto siano malati, ma poi vedi qualcosa del genere e ti rendi conto che non c’è davvero nulla e nessuno, nessun evento, niente che non sfrutteranno a proprio beneficio. Come ha detto Joe Biden, la questione riguarda anche la supremazia bianca.
Nessuno si è comportato peggio della stampa in questo giorno e, naturalmente, negli anni successivi. E il miglior esempio è guardare al grado in cui così tante persone nella stampa sono così sconvolte dal fatto che hai ottenuto i nastri e che li stai per pubblicare. In tutta la mia vita, non ho mai visto una cosa del genere. Non ho mai conosciuto un giornalista oppure un editore che non volesse che le informazioni venissero rilasciate. Questo è ciò per cui abbiamo combattuto sin dall’invenzione della macchina da stampa.
E ora abbiamo tutte queste persone che sono impegnate così a fondo in questa grande menzogna che il governo sta raccontando, al punto che faranno qualsiasi cosa, incluso denigrare il nome di un buon poliziotto, per cercare di nascondere la verità e sostenere la propaganda. L’insurrezione letale è una di queste forme di propaganda. L’altra propaganda che amano ripetere è il concetto che ci fossero insorti armati. E ricordo che all’epoca chiesi ai giornalisti, perché continuate a chiamare queste persone insorti armati quando non ci sono prove che qualcuno abbia usato le armi. E mi hanno risposto che avevano le aste per sostenere le bandiere, di conseguenza stavano andando in giro armati di bandiere americane, il che li rendeva insorti armati,
[Tucker Carlson]
Per gli spettatori che non ti conoscono, voglio dire che sei stato nel giornalismo per tutta la vita. Tuo padre era un giornalista, e sei cresciuto in questo settore. E sono d’accordo con te. È scioccante vedere come il mestiere sia stato completamente pervertito.
[Charlie Hurt]
Ora i giornalisti sostengono il governo
[Tucker Carlson]
Corretto. Forniscono una difesa attiva delle persone in carica. È scioccante. Grazie. 
[Charlie Hurt]
Piacere di rivederti.
[Tucker Carlson]
Quindi se c’è una cosa che emerge dalle migliaia di ore di filmati che abbiamo esaminato nelle ultime tre settimane, è che il Comitato del 6 di gennaio ha mentito, che la stampa ha preso per buone e ripetuto le loro bugie, e che quelle bugie sono state usate per togliere le libertà civili, e in alcuni casi, le libertà fisiche degli elettori in tutto il paese. L’obiettivo reale è stato di eliminare completamente alcuni dei diritti umani fondamentali nella nostra nazione. Quindi, tra un momento, vi mostreremo nuove prove, che provengono dai video che hanno nascosto, incluso il video di Ray Epps. Sarà il nostro prossimo segmento.
Se c’è un concetto chiave da ricavare dall’insieme di filmati che abbiamo esaminato per tre settimane, è che il Comitato del 6 di gennaio ha mentito e che i suoi membri sono dei bugiardi. E come risultato di tali bugie, il corso delle libertà in questo paese è stato eroso. C’è gente che è andata in prigione e che si trova ancora in prigione, in questo momento, e ingiustamente. Quindi tali bugie hanno avuto conseguenze serie. Di conseguenza, dovete chiedervi, che cosa è successo ai membri del Comitato del 6 di gennaio, questi bugiardi che hanno danneggiato gli individui e il paese. Beh, vediamo. Adam Schiff è in corsa per il Senato. Adam Kinzinger ha ottenuto un impiego presso CNN.
Liz Cheney in qualche modo ha ottenuto una cattedra all’Università della Virginia, l’augusta Università della Virginia. Sono ancora tutti in circolazione. Persino Benny Thompson, dovreste proprio ascoltare le sue parole di saggezza. Ma sono bugiardi. E questo video in particolare lo dimostra. Ecco un’altra puntata. Uno dei misteri senza fine del 6 di gennaio è il ruolo svolto dalle agenzie di intelligence e dalle forze dell’ordine negli eventi di quel giorno. Sappiamo che c’era un certo numero di agenti federali sotto copertura mescolati tra la folla al Campidoglio.
Ci sono testimonianze rilasciate sotto giuramento da funzionari pubblici che lo hanno ammesso. Ma cosa stavano facendo esattamente? Il Comitato del 6 di gennaio ha lavorato duramente per nascondere la risposta a questa domanda. Sappiamo da un video registrato in diretta che una figura misteriosa chiamata Ray Epps ha incoraggiato la folla ad entrare nel Campidoglio. Per qualche ragione, Epps non è mai stato incriminato per averlo fatto. Tuttavia non c’è alcun dubbio che l’abbia fatto.
[Ray Epps]
Dobbiamo entrare nel Campidoglio!
[Tucker Carlson]
Sotto la pressione dell’opinione pubblica, il comitato del 6 di gennaio ha finalmente intervistato Ray Epps il quale ha detto alla commissione di non essere mai entrato nel Campidoglio e quindi di non aver mai commesso un crimine. I suoi messaggini inviati alle 14:12 mostrano che si vantava con suo nipote di aver orchestrato le proteste al Campidoglio. Ha ammesso di aver aiutato a convogliare le persone sul posto. Eppure, curiosamente, i Democratici del Congresso considerano Ray Epps un loro alleato, non un insorto. Stasera possiamo dirvi che, come minimo, Ray Epps ha mentito. Nella sua testimonianza giurata, davanti al Comitato del 6 di gennaio, Epps ha testimoniato che quando aveva inviato i messaggini a suo nipote, aveva già lasciato il Campidoglio per tornare nella sua stanza d’albergo. Questo non è vero. I filmati di sorveglianza che abbiamo trovato mostrano che, in effetti, Ray Epps è rimasto al Campidoglio per almeno un’altra mezz’ora.
Lo vedete sullo schermo. Ora, cosa ci faceva Epps in quel posto? Non possiamo dirlo. Ma sappiamo che ha mentito agli inquirenti. Probabilmente anche il Comitato del 6 di gennaio lo sapeva. I Democratici hanno avuto accesso agli stessi nastri che abbiamo visto noi, eppure hanno difeso Ray Epps. Nessun inquirente onesto lo avrebbe fatto. Ma lo scopo del Comitato del 6 di gennaio non è mai stato quello di indagare su nulla. L’obiettivo centrale era di mettere in scena un processo televisivo. Fin dai momenti iniziali, il tono delle audizioni è stato surriscaldato e polemico a livello quasi comico. Non c’è tragedia nella storia americana che i Democratici non abbiano paragonato alle proteste del 6 di gennaio.
[Bennie Thompson]
Vengo da una parte del paese in cui la gente ha giustificato le azioni di schiavitù, il Klu Klux Klan e il linciaggio.
[Tucker Carlson]
Fino a che punto il lavoro del Comitato del 6 di gennaio è stata una messa in scena fraudolenta? I democratici hanno assunto un produttore di Good Morning America, chiamato James Goldston, per rendere più drammatico il filmato che hanno rilasciato al pubblico. Hanno anche doppiato l’audio per rendere le immagini più sensazionali, come in un docu-dramma. Le reti trasmettevano tutto in diretta, come se fosse reale. Ma Donald Trump non era affatto l’unico obiettivo.
[Nancy Pelosi]
Il nemico è all’interno della Camera dei Deputati.
[Tucker Carlson]
A poche ore dal 6 di gennaio, i Democratici hanno dichiarato che c’era stata una cospirazione. Hanno sostenuto che i loro colleghi repubblicani avevano contribuito a pianificare l’irruzione nel Campidoglio. Non c’è mai stata alcuna prova che questo fosse vero, nessuna. Eppure è stato ampiamente ripetuto.
[parlamentare Partito Democratico]
I nostri colleghi continuano a lavorare con i gruppi estremisti dei nazionalisti bianchi. L’attacco più violento al Campidoglio dalla guerra del 1812.
[Tucker Carlson]
A un certo punto, il comitato del 6 di gennaio ha accusato pubblicamente il deputato repubblicano Barry Loudermilk, della Georgia, di aver condotto una missione di ricognizione attraverso il Campidoglio il 5 di gennaio. 
[Barry Loudermilk]
Stavano cercando qualche membro del Congresso che fosse coinvolto in tutto questo.
[Tucker Carlson]
I nastri di sorveglianza che abbiamo esaminato mostrano che anche questa è una menzogna, e i democratici della commissione lo sapevano quando l’hanno raccontata. La cosiddetta missione di ricognizione, non era altro che una visita guidata organizzata dall’onorevole Loudermilk per i suoi elettori della Georgia, nessuno dei quali era, virgolette, un insorto. Loudermilk non ha nemmeno portato il gruppo all’interno del Campidoglio. Hanno visitato un edificio usato dai membri del Congresso in fondo alla strada. L’FBI li ha completamente scagionati.
[Barry Loudermilk]
La commissione lo sapeva prima di formulare le sue accuse contro di me. Volevano costruire una storia che si adattasse a dove avrebbero voluto che le prove conducessero.
[Tucker Carlson]
Nonostante le prove video in loro possesso dimostrassero che non era vero, il comitato ha incluso questa menzogna nel suo rapporto finale. I manifestanti, dice in tono drammatico che riportiamo alla lettera, hanno fatto un tour del Campidoglio con il parlamentare Barry Loudermilk, durante il quale hanno scattato foto di corridoi e scale.
[Barry Loudermilk]
Se leggete il rapporto finale, vedete che è un manifesto contro Donald Trump. Nient’altro.
[Tucker Carlson]
E quando il comitato non era impegnato ad accusare i parlametari repubblicani di pianificare la rivolta del 6 gennaio, li accusava invece di fuggire dalla rivolta come codardi. Nel caso del senatore Josh Hawley del Missouri, la commissione e i loro alleati lo hanno accusato di entrambe le cose.
[Michael Fanone – ex-polizziotto contributore di CNN]
Josh Hawley è una femminuccia.
[Tucker Carlson]
Per dimostrare che Josh Hawley fosse un codardo, il comitato ha pubblicato un video in cui lo si vede uscire dall’edificio nel pomeriggio del 6 di gennaio con una scorta di polizia. Il video è diventato uno dei più condivisi sui social media. I democratici hanno riso deridendolo.
[Elaine Luria – parlamentare Partito Democratico]
Più tardi quel giorno, il senatore Hawly è fuggito dopo che quei manifestanti che lui stesso aveva aizzato, avevano preso d’assalto il Campidoglio. Guardate voi stessi.
[Tucker Carlson]
Ma in realtà, il filmato di sorveglianza che abbiamo esaminato mostra che la famosa clip era una finzione, modificata, ingannevolmente dal comitato del 6 di gennaio. La clip era propaganda, non una prova. La registrazione mostra che Holly era uno dei tanti legislatori che venivano fatti uscire dall’edificio dagli agenti di polizia del Campidoglio. E, di fatto, Hawly è stato uno degli ultimi a uscire. Il video era una bugia, una delle tante vigliaccate commesse dal comitato del 6 di gennaio. E potete star certi che ce ne sono tante altre. Thomas Massey è un parlamentare del Congresso. Era in carica a quell’epoca e lo è ancora oggi. Rappresenta il Commonwealth del Kentucky. Onorevole, grazie per essere qui. Non ho mai visto membri del Congresso accusare ingiustamente altri parlamentari di aver commesso un crimine senza alcuna prova. Voglio dire, di solito c’è una sorta di spirito cameratesco tra i 435 membri del Camera dei Deputati. Qual è la sua risposta a questo, alle menzogne dei suoi colleghi del Congresso?
[Thomas Massey – parlamentare Partito Repubblicano]
Hai smascherato così tante bugie stasera con questi video che hai cambiato la mia percezione di ciò che è successo due anni fa. E io c’ero. I nastri mostrano persone che girovagano pacificamente. E tanto di cappello ai vostri produttori per aver impegnato tante ore di lavoro. Mi piacerebbe liberare l’intraprendenza del pubblico americano nell’esame di questi video. Penso che dovrebbero essere rilasciati al pubblico. Penso che sia una sciocchezza affermare che non possano essere rilasciati a causa di alcuni problemi di sicurezza. Guarda, io sono quello che dovrebbe essere protetto da questi edifici, e non sono preoccupato di rilasciarli. Devono essere rilasciati. In effetti, c’è stato un sondaggio della Rasmussen, appena uscito, che mostra che oltre il 78% dei democratici e l’ottantasei per cento dei repubblicani dicono che tutti i video dovrebbero essere rilasciati.
E dovrebbero esserlo, perché, come hai detto, Tucker, non disponevi del software di riconoscimento facciale. Abbiamo bisogno di un catalogo completo di tutti gli agenti federali che erano presenti. Fateci sapere chi erano. Guardiamo i video e vediamo cosa hanno fatto, perché c’è un comportamento davvero strano su quei video da parte di persone che si trovavano in borghese dietro le linee della polizia, che toccavano i poliziotti sulla spalla, gli parlavano all’orecchio, che era liberi di camminaro intorno aòlle linee della polizia come se non fossero nemmeno presenti. È molto strano. Sono io che ho chiesto a Merrick Garland quanti erano gli agenti federali presenti.
E gli ho mostrato il nastro di Ray Epps su un iPad, e i democratici non hanno gradito, e lui si è rifiutato di rispondere. Ma anche questo aspetto era nel sondaggio della Rasmussen. Il 57% dei democratici pensa che sia almeno in qualche modo probabile che gli agenti governativi federali non solo fossero lì, ma stessero anche incoraggiando le persone a ribellarsi oppure ad entrare in Campidoglio.
[Tucker Carlson]
È molto chiaro dai filmati che i nostri produttori hanno coraggiosamente visionato per tre settimane, e Dio li benedica per averlo fatto, che corrisponde esattamente alla verità che gli agenti federali abbiano incoraggiato la violenza quel giorno. Siamo solo uno show televisivo e non possiamo mostrare alle persone, senza prove, chi fossero questi agenti. Ma sono completamente d’accordo con la tua valutazione. Ovviamente è successo. Onorevole Thomas Massey del Kentucky, grazie mille per essere venuto. Lo apprezzo.
[Thomas Massey]
Grazie per averlo fatto conoscere al pubblico.
[Tucker Carlson]
Naturalmente. Questi video non sono nostri. Non li possediamo. C’è un limite alle decisioni che possiamo prendere al riguardo, ma abbiamo altri video e ve li mostreremo domani.
Dopo la pubblicazione di questi video, Tucker Carlson ha ricevuto minacce dirette da parte del leader di maggioarnza del Senato, Chuck Schumer, del Partito Democratico e dal leader di minoranza del Senato, il repubblicano Mitch McConnell, come pura da parte dei senatori repubblicani Thom Tillis e Mitt Romney.
Cacciate Tucker Carlson
Buonasera, e benvenuti a Tucker Carlson. Ieri sera, abbiamo mandato in onda alcuni video ripresi dalle telecamere di sorveglianza del Campidoglio. Si tratta di video registrati esattamente 26 mesi fa, il 6 gennaio 2021. E per 26 mesi, quei filmati sono stati tenuti nascosti al pubblico americano. E il comitato del 6 di gennaio ha fatto tutto il possibile affinché rimanessero segreti. Anche il Dipartimento di Giustizia ha nascosto quei filmati e, in effetti, in alcuni casi, non li ha nemmeno condivisi con gli imputati che erano stati accusati di reati commessi il 6 di gennaio, e questo in violazione dei loro diritti costituzionali. Quindi abbiamo ritenuto che fosse un servizio pubblico mostrarvi tutto ciò che potevamo. Non c’era alcuna giustificazione per mantenere il segreto più a lungo. E c’era invece il potente argomento a favore, che dice che la luce del sole è sempre e ovunque il miglior disinfettante. E infatti, poiché si tratta di prove video, sono, in una certa misura, autoesplicative. Chiunque può guardarle e decidere cosa ne pensa.
Quindi i video che abbiamo mostrato ieri sera indicavano molto chiaramente che la polizia del Campidoglio, in alcuni casi, ha scortato i manifestanti attraverso l’edificio come se stessero facendo un giro turistico. Lo hanno fatto con Jacob Chansley, il cosiddetto sciamano QAnon. A un certo punto, hanno persino cercato di aprire porte chiuse per conto di Chansley. Chansley è stato condannato a quattro anni di carcere per i crimini da lui commessi in Campidoglio il 6 di gennaio. E il video che vi abbiamo mostrato ieri sera solleva l’ovvia domanda, perché? Su quali basi? Il video che vi ho mostrato ieri sera ha anche dimostrato che l’agente Brian Sicknick non è stato picchiato a morte con un estintore dai manifestanti il 6 di gennaio, come invece i media e Liz Cheney hanno spesso sostenuto. Il video mostra Sicknick nell’atto di camminare all’interno dell’edificio, apparentemente in buona salute dopo essere stato presumibilmente ucciso. Ve lo abbiamo mostrato e potete farci quello che volete.
Vi abbiamo anche mostrato un video che dimostra che Ray Eps, il misterioso manifestante che ha incoraggiato gli altri a violare il Campidoglio, ha mentito al Comitato del 6 di gennaio su dove si trovava quel giorno. Ma per qualche ragione, il comitato lo ha protetto comunque. Non era considerato un insorto. Era invece un loro alleato. Quindi, ancora una volta, potete trarne le conclusioni che preferite. Noi abbiamo tratto le nostre e le abbiamo condivise con voi. Ma è davvero fuori discussione che sia un bene per questo paese, e per gli americani in generale, essere in grado di vedere questi filmati. I media e i politici, le persone al comando, hanno parlato del 6 di gennaio ogni giorno da quando è successo, per 26 mesi. E così, ad un certo punto, è necessario presentare le prove al pubblico.
Nei paesi liberi, i governi non mentono sulle proteste come pretesto per ottenere più potere per se stessi. Non alterano selettivamente i video per realizzare servizi di propaganda e poi mentire al riguardo durante false udienze e processi farsa. Ma è invece esattamente quello che è successo. E ogni membro del Congresso dovrebbe chiedersi perché ciò sia accaduto. Ma i democratici al Senato. Il leader democratico al Senato, Chuck Schumer, non si chiede perché. Invece Chuck Schumer è andato oggi in Senato per esplodere, e dire che l’aver mostrato le prove video di illeciti da parte del governo federale, comprese le forze di sicurezza, il dipartimento di polizia che Nancy Pelosi controllava personalmente, lasciando che il pubblico le vedesse, costituisce una minaccia per la democrazia. Guardate.
[Chuck Schumer]
Ieri sera, milioni di americani si sono sintonizzati su una delle ore di trasmissione più vergognose che abbiamo mai visto nella televisione via cavo. Ieri sera, il conduttore di Fox News, Tucker Carlson, ha pubblicato un lungo segmento in cui sosteneva che l’attacco al Campidoglio del 6 di gennaio non è stata un’insurrezione violenta. Non credo di aver mai visto un conduttore di notizie televisive in prima serata manipolare i suoi spettatori come ha fatto il signor Carlson ieri sera. Non credo di aver mai visto un conduttore televisivo trattare il popolo americano, e la democrazia americana, con tanto sdegno.
Non c’è nulla di altrettanto vergognoso che sia mai apparso sulla televisione americana durante la sua storia. E così, sulla base di questa indignazione evidente che deriva dall’aver mostrato al pubblico un video per il quale ha pagato e ha il diritto di vedere, Chuck Schumer ha chiesto la censura di tale video. E ha chiesto di sopprimere qualsiasi informazione, di cui non ha contestato l’accuratezza, relativa alla dannosa trama che il suo partito ha ordito e utilizzato. ai propri fini E Schumer è stato esplicito su questo punto perché quel video contraddiceva le bugie raccontate dal Partito Democratico, da Liz Cheney e da Adam Kìnzinger. Chuck Schumer ha chiesto ai nostri capi di sopprimere questa trasmissione.
Tornerà stasera con un altro segmento. Fox News dovrebbe dirgli di non farlo. Fox News, Rupert Murdoch, devi dire a Carlson di non pubblicare un secondo segmento di bugie. Esorto Fox News ad ordinare a Carlson di smettere di propagare la grande menzogna sulla sua rete e di dire ai propri spettatori la verità. La verità che sta dietro agli sforzi per fuorviare il pubblico. Comportamenti come questo equivalgono ad incitare il verificarsi di un altro 6 di gennaio.
[Tucker Carlson]
È una minaccia per la democrazia! Sospendete il programma!
Vengono spontanee un paio di ovvie osservazioni. Non si vede spesso il leader della maggioranza al Senato chiedere apertamente la censura dei media nell’aula del Senato, come se ciò fosse del tutto normale e non contraddicesse lo spirito e la lettera del Primo Emendamento. Che invece chiaramente contraddice. Ma quello che sta realmente accadendo qui, quello che state vedendo, è isteria. L’esagerazione, l’iperbole impazzita, il viso paonazzo dalla rabbia. Di che si tratta? Beh, non è oltraggio, ovviamente. È paura. È panico. Come vi abbiamo detto ieri sera, quei video, che non abbiamo ritoccato, che vi abbiamo riportato dopo averli fatti tutti esaminare dalla polizia del Campidoglio, per assicurarci di non mettere in pericolo nessuno, quei video toccano un nervo scoperto perché sono una minaccia alle menzogne che Chuck Schumer ha raccontato negli ultimi 26 mesi. E non solo Chuck Schumer.
Dobbiamo dirvi che a Chuck Schumer, il leader della maggioranza al Senato, si è aggiunto in questo oltraggio anche il leader della minoranza del Senato, vale a dire il repubblicano Mitch McConnell, e una cascata di altri repubblicani. Tom Tillis dalla Carolina del Nord, Mitt Romney dallo Utah, tutti condividono la stessa indignazione. E da questo, impariamo due cose. Uno. Ci stiamo avvicinando a ciò a cui tengono davvero, e dovete chiedervi per quale motivo sia così importante che si degradino in pubblico dicendo bugie così evidenti e chiedendo la censura. Perché lo fanno? Cosa stanno cercando di proteggere? Potrebbe valere la pena di esplorarlo. E abbiamo intenzione di farlo. E la seconda cosa che impariamo da questo è che sono tutti dalla stessa parte. Il leader della maggioranza al Senato si unisce al leader della minoranza al Senato e a Thom Tillis e Mitt Romney.
Sono tutti dalla stessa parte. Quindi in realtà non si tratta di sinistra e di destra. Non si tratta di repubblicani e democratici. Qui ci sono persone con interessi condivisi, come tenere le frontiere aperte. Ci sono persone come Mitch McConnell che vivono nello splendore dei soldi ricevuti dai cinesi. Ci sono persone, che sotto sotto, hanno tutto in comune, e sono completamente allineate contro tutti gli altri. E questo include anche quasi tutte le organizzazioni giornalistiche di questo paese. E quindi se state guardando questa trasmissione a casa vostra, potrebbe essere interessante stendere una lista, perché c’è una cosa che abbiamo imparato oggi, vale a dire che sono tutti d’accordo tra loro. In un certo senso hanno fatto outing. In un certo senso hanno mostrato al pubblico le loro tessere associative quali membri di un club comune.
Perciò tenete una lista se volete sapere chi siano effettivamente gli allineati nonostante l’illusione della partigianeria. Lo abbiamo scoperto oggi. Stasera, per voi, abbiamo un’altra sezione di nastro. Se fate tre passi indietro, potreste notare che l’unica persona che non sia mai stata incolpata per nulla di ciò che è successo il 6 di gennaio è la medesima persona che era a capo delle forze di polizia del Campidoglio e che era stata incaricata di garantire la sicurezza il 6 di gennaio. E tale persona era Nancy Pelosi. Quindi, se il 6 di gennaio c’è stato un fallimento della sicurezza, e dimostrabilmente c’è stato, probabilmente è stata colpa di Nancy Pelosi.
E dopo aver esaminato migliaia di ore di filmati, siamo giunti alla stessa conclusione che molti altri hanno raggiunto, ovvero che la polizia del Campidoglio non era preparata per quello che è successo. E questo è affascinante, quando ci pensate, perché c’erano stati ampi avvertimenti preventivi. L’intelligence federale e le forze dell’ordine sapevano perfettamente che ci sarebbe stato un enorme disordine al Campidoglio, ma gli ufficiali in prima linea, che quel giorno erano in servizio, non lo sapevano. Eppure le persone che hanno tenuto nascoste tali informazioni agli ufficiali di prima linea, che sono stati poi sopraffatti dalle migliaia di persone che giravano intorno al Campidoglio, le persone che hanno fallito e che non hanno fatto il loro lavoro, non sono state punite. Anzi, sono state premiate. E dovreste chiedervi il perché.
Appare chiaro quale sia la fonte primaria della recente espulsione di Tucker Carlson dal suo programma per opera dello stesso Rupert Murdoch, espulsione che ha causato un vero e proprio crollo delle azioni e degli ascolti di Fox News.
Per il momento pare che Tucker Carlson sia ancora un dipendente di Fox News e che l’azienda voglia mantenerlo lontano dal pubblico fino alla fine del 2024, appare quindi chiaro che Fox voglia impedire la pubblicazione di altri segmenti dei video sul 6 di gennaio e che voglia fare di tutto per impedire la rielezione di Donald Trump e per far emergere la collusione del governo e della stessa Nancy Pelosi nel facilitare l’invasione del Campidoglio come evidenziato dal prossimo video. Nel video si parla di un cappello con la sigla MAGA, che significa Make America Great Again, rendi l’America di nuovo grande. Nel video si parla di Black Lives Matter, un movimento neo-marxista che riunisce attivisti politici che si sono attivati in manifestazioni violente nel corso dell’estate del 2020 al preciso scopo di evitare la rielezione di Donald Trump e che hanno commessi atti vandalici anche a Washington senza subirne alcuna conseguenza.
Da soli contro la folla
May 01, 2023
20230407 ExCapitol police OK
[Tucker Carlson]
Tarik Johnson ha trascorso 22 anni come agente di polizia del Campidoglio. Il 6 gennaio era incaricato di garantire la sicurezza per la certificazione delle elezioni presidenziali. Quindi se qualcuno si è trovato al centro dell’azione, questo è Tarik Johnson. Vi proponiamo un estratto della nostra intervista con lui. Signor Johnson, grazie per essere qui.
[Tarik Johnson]
Grazie a voi.
[Tucker Carlson]
Dunque, ecco come appariva dall’esterno. Ora sappiamo che enormi settori del governo federale erano consapevoli che ci sarebbe stato qualcosa di grande al Campidoglio il 6 gennaio. Sapevano che ci sarebbero state grandi manifestazioni, e si sono preparati di conseguenza. Ma la polizia del Campidoglio, in cui lei ha prestato servizio per 22 anni, non sembrava affatto preparata. E, naturalmente, voi avreste dovuto essere in prima linea. La polizia del Campidoglio era preparata per quel giorno?
[Tarik Johnson]
I poliziotti e i supervisori in prima linea non erano affatto preparati per quello che è accaduto.
[Tucker Carlson]
Intendi che non avevate idea di quello che sarebbe successo?
[Tarik Johnson]
Sapevamo che ci sarebbe stata una manifestazione quel giorno, ma non avevamo idea che avremmo affrontato ciò che abbiamo dovuto affrontare.
[Tucker Carlson]
Quindi la situazione inizia a precipitare. La gente inizia a fluire nell’edificio. Chiami i tuoi superiori chiedendo aiuto, ma non ricevi una risposta. Cosa fai dopo?
[Tarik Johnson]
Quindi, intorno alle 02:00. Potrebbe essere stato un poco dopo le 02:00, sento un poliziotto dire che il Campidoglio è stato invaso. Così sono corso all’interno dell’edificio. Sono corso per dare una mano. Sapevo che il luogo in cui si è verificata la prima breccia era vicino a dove i membri del Congresso si trovavano riuniti, e dovevamo attivare un blocco degli accessi. Lo abbiamo attivato, ciò significa che le porte delle sale del Senato e della Camera sono state chiuse. In tal modo, i membri del Congresso sarebbero stati al sicuro all’interno di quelle stanze chiuse. Quindi sono corso prima alla sala della Camera per assicurarmi che quelle porte fossero chiuse a chiave. Poi sono corso alla sala del Senato per fare altrettanto. Dopo di che, ho chiamato alla radio chiedendo direttive su cosa fare. Ho detto che avevamo centinaia di persone all’interno dell’edificio. E ho chiesto cosa volevano che facessimo? Servivano direttive. Non ho ricevuto alcuna risposta. Nessuna risposta. Quindi, in quel particolare momento…
[Tucker Carlson]
 Com’è possibile che nessuno rispondesse?
[Tarik Johnson]
Nessuno ha risposto.
[Tucker Carlson]
Ad un certo punto hai indossato un cappello MAGA.
[Tarik Johnson]
Sì.
[Tucker Carlson]
Penso che abbiamo il cappello vero e proprio. 
[Tarik Johnson]
Sì, ce l’ho in questo sacchetto. Eccolo qui.
[Tucker Carlson]
Sull’etichetta c’è scritto 6 gennaio. Quindi dicci perché hai indossato il cappello, e in che modo è stato collegato alla tua sospensione.
[Tarik Johnson]
L’atto di indossare il cappello ha attirato l’attenzione nazionale su di me. C’erano poliziotti in pericolo. Abbiamo ricevuto una chiamata di soccorso, secondo cui, c’erano circa dieci o undici poliziotti intrappolati in cima ai gradini della Rotunda. Quindi ho chiesto l’aiuto di altri poliziotti per salire i gradini. E continuavo a gridare mentre salivo i gradini, dando il cinque alla gente, cercando di avvicinarmi ai miei ragazzi. E mentre stavo procedendo, c’era un manifestante, credo che fosse alla mia destra, che si è avvicinato a me. Non sapevo cosa stesse per fare. Non sapevo se mi avrebbe colpito. E mi ha messo in testa il cappello MAGA mentre stavo ancora cercando di scendere i gradini. Poi mi ha chiesto di restituirgli il cappello, ma io ho detto che volevo tenerlo perché quel cappello mi avrebbe aiutato a passare.
[Tucker Carlson]
Era il tuo passaporto tra la folla.
[Tarik Johnson]
Sì, esatto.
[Tucker Carlson]
Dunque, la polizia del Campidoglio è, per definizione, apartitica. Serve entrambi i partiti nel Congresso. Protegge al 100% i membri di entrambi i partiti. E dev’essere così. Sulla scia del 6 di gennaio, hai visto apparire quella che sembrava partigianeria all’interno della polizia del Campidoglio. L’hai percepita?
[Tarik Johnson]
Sono ancora scioccato perché come agente della polizia del Campidoglio avevo vissuto un’esperienza differente. A quel tempo avevamo un altro capo della polizia capitolina, il suo nome era Steven’s Sund, e aveva convocato tutti gli agenti che erano disponibili nel giorno in cui ci sarebbe stata una manifestazione di Black Lives Matter. Ha invitato tutti a presentarsi in servizio e siamo andati tutti alla Emancipation Hall. E ci disse che, come agenti della polizia del Campidoglio, avremmo dovuto rimanere neutrali. Avremmo dovuto rimanere neutrali, punto e basta. Quindi è quello che facciamo perché proteggiamo i democratici, proteggiamo i repubblicani, proteggiamo tutti. Quindi dobbiamo rimanere neutrali. Ma dopo il 6 di gennaio, abbiamo visto alcuni poliziotti che non erano più neutrali. Non sembravano affatto neutrali. E questo era un problema.
[Tucker Carlson]
Se gli è permesso di essere di parte in pubblico, questo svaluta la credibilità della polizia del Campidoglio dovrebbe essere neutrale, punto e basta. Visto che eri presente il 6 di gennaio, che cosa ne pensi del lavoro del comitato del 6 di gennaio? Pensi che siano stati onesti nel modo in cui hanno approcciato la questione? Pensi che siano arrivati alla verità?
[Tarik Johnson]
Pregavo quasi ogni giorno che mi contattassero. Non mi è mai stato chiesto di testimoniare. E se li ascolti
[Tucker Carlson]
Il Comitato del 6 di gennaio non ti ha mai chiesto di testimoniare?
[Tarik Johnson]
Nessuna persona collegata al comitato del 6 di gennaio mi ha mai chiesto di testimoniare. Ogni giorno me ne sono chiesto il motivo, e ogni giorno mi sono immaginato una risposta diversa. Ma ho visto che si sono sostanzialmente concentrati solo su Donald Trump e non sui fallimenti della polizia del Campidoglio.
[Tucker Carlson]
Secondo te, cosa è successo?
[Tarik Johnson]
Penso che ci fossero alcune persone che avevano già programmato di essere violente. Alcune persone magari sono diventate violente dopo quello che hanno vissuto. Penso che la gente volesse sostenere il proprio presidente. Alcune di loro volevano solo sostenerlo. E alcune di loro non hanno commesso violenza. E alcune di loro non lo avevano pianificato.
Tarik Johnson è stato sospeso per aver indossato il cappello MAGA, quando è stato uno dei pochi ad aver cercato di portare ordine mentre i capi da cui dipendeva e la stessa Nancy Pelosi non facevano niente, lasciando che i disordini si sviluppassero.
Appare anche chiaro dal video che, all’interno del governo federale, molte persone sapevano in anticipo cosa sarebbe successo e non sono internvenute oppure, addirittura, hanno fatto di peggio.
Vediamo inoltre che l’unico scopo del Comitato parlamentare sul 6 di gennaio è stato di bloccare la rielezione di Trump, non l’accertamento della verità su quanto accaduto.
Questa serie di video di Carlson hanno determinato la sua improvvisa emarginazione da Fox News, perchè appare ovvio che avesse intenzione di continuare a pubblicare nuovi video che avrebbero potuto portare alla luce questioni ancora più delicate.
Ma non è l’unico tema che ha determinato l’esclusione di Carlson, nel prossimo video ne vediamo un altro, molto importante. Nel video vedete Christine Lagarde, responsabile della Banca Centrale Europa, e Tulsi Gabbard, ex deputata al Congresso degli Stati Uniti e candidata alla presidenza per il 2020 per conto del Partito Democratico. Si parla anche di Elizabeth Warren, senatrice del Partito Democratico che è la principale nemica delle criptovalute negli Stati Uniti e che ha lavorato per anni per favorire il lancio della CBDC, Central Bank Digital Currency, la valuta digitale della banca centrale che non ha nulla a che vedere con le criptovalute, ma che è invece uno strumento di controllo politico come quello già in uso in Cina da parte del Partito Comunista Cinese.
Si parla anche di due leggi progettate per ridurre le libertà individuali, il Patriot Act approvato dopo l’attentato dell’11 settembre, e il Restrict Act, in discussione al momento, che vieterebbe l’uso di determinate applicazioni su Internet.
Un fronte di attacco molto più pericoloso
Come ha detto giustamente il premio Nobel per l’economia, Milton Friedman , in mancanza di libertà economica, la libertà politica non è più possibile.

(Roberto Mazzoni)

FONTE: https://mazzoninews.com/

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