MISCELA ESPLOSIVA

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Trasmissione del 16 febbraio 2023
Svolta Ue: stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035

La proposta della Commissione prevede l’abbattimento del 100% delle emissioni delle auto in vendita a partire dal 2035
È un pacchetto di misure ambientali incredibilmente complesso quello presentato dalla Commissione europea mercoledì 14 a Bruxelles. L'obiettivo è di agire su vari fronti, regolamentari ed industriali, pur di ridurre i gas nocivi del 55% entro il 2030. Tra le misure spicca quella relativa alle automobili: dal 2035 in poi non potranno più essere venduti veicoli che emettono Co2. La rivoluzione ecologica non sarà priva di costi sociali e di rischi economici.

«Oggi presentiamo una strategia con la quale raggiungere i nostro obiettivi climatici, che non sono solo un impegno politico, sono ormai un obbligo giuridico», ha spiegato in una conferenza stampa la stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

«Cambiamenti di questo tipo non sono mai facili. Molti diranno che dobbiamo fare meno e più lentamente. Ma nella situazione in cui versa il nostro pianeta fare meno significa non fare nulla, e non possiamo permettercelo».

In buona sostanza, la strategia presentata dalla Commissione europea, e che sarà ora oggetto di (acceso) negoziato con il Parlamento e il Consiglio, prevede che si attribuisca un prezzo alle emissioni nocive.

Al tempo stesso, l'esecutivo comunitario vuole incentivare l'innovazione offrendo un premio a chi produce o consuma senza emettere gas inquinanti. Nel lungo periodo, l'obiettivo è la neutralità climatica da qui al 2050. Di seguito una breve descrizione dei principali provvedimenti.

Dal 2035 si potranno vendere solo auto a zero emissioni
Sul fronte automobilistico, dopo un lungo e difficile negoziato nel collegio dei commissari, l'esecutivo comunitario ha deciso di proporre che dal 2035 le auto nuove non possano emettere emissioni nocive. Già dal 2030 i nuovi veicoli dovranno emettere il 55% in meno rispetto ai dati del 2021. Nel contempo, i paesi membri dovranno sistemare centraline di ricarica ogni 60 chilometri nel caso di auto elettriche e ogni 150 chilometri nel caso di auto a idrogeno.

Mercato delle emissioni esteso a edilizia e trasporto su strada
Il pacchetto prevede una riforma del mercato delle emissioni nocive (noto con l'acronimo inglese ETS). Questo mercato consente alle imprese più inquinanti di acquistare quote di emissioni dalle aziende che ne hanno in eccesso. Da quando è stato creato, 16 anni fa, l'ETS ha permesso di ridurre le emissioni del 42,8% nei settori industriali più energivori. Il mercato verrà esteso ai settori aereo e marittimo. Un nuovo ETS sarà creato per il settore edile e del trasporto su strada.

L’estensione dell'ETS riguarderà le navi di oltre 5.000 tonnellate lorde. Saranno colpite tutte le emissioni delle imbarcazioni che fanno scalo in un porto europeo nei viaggi all’interno dell’Unione (intra-UE), nonché il 50% delle emissioni dei viaggi che iniziano o terminano fuori dall’Unione. «La riforma mira a incentivare la transizione verde, rendendo possibilmente anti-economiche attività a elevato coefficiente di inquinamento», nota Alessandro Comino, dello studio Cleary Gottlieb a Milano.

I NUMERI DEL PACCHETTTO AMBIENTALE DELLA COMMISSIONE

Nuova tassazione sull’energia
La Commissione europea propone altresì di riformare la direttiva sulla tassazione dell'energia, che risale al 2003. Attualmente il testo nei fatti incentiva l'uso di fonti fossili. La riforma promuoverà l'uso di energie pulite. In particolare, la tassazione colpirà non più i volumi, bensì il contenuto in energia dei singoli prodotti. La proposta comunitaria introduce una tassa sul kerosene nei voli intra-UE, che secondo molte compagnie rischia di penalizzare la loro competitività internazionale.

Dazio ambientale dal 2026
Tra le proposte presentate oggi da Bruxelles vi è anche un dazio ambientale (in inglese Carbon Border Adjustment Mechanism). L'obiettivo è di incentivare politiche ambientali nei paesi terzi ed evitare la delocalizzazione all'estero di produzioni europee pur di sfruttare legislazioni ambientali meno severe. Il meccanismo entrerà in vigore nel 2026, dopo un primo periodo di prova, e riguarderà un numero limitato di settori: cemento, acciaio, alluminio, fertilizzanti ed elettricità.

Dal 2030 il 40% dell’energia da rinnovabili
Nel frattempo, la Commissione europea vuole che dal 2030 in poi il 40% dell'energia prodotta venga da fonti rinnovabili. Il pacchetto prevede anche la decarbonizzazione attraverso le foreste in particolare. Da qui al 2030 l'Europa dovrà essere capace di ritirare dall'atmosfera fino a 310 milioni di tonnellate di Co2. La strategia prevede che vengano piantati almeno tre miliardi di alberi in tutta l'Unione europea sempre entro la fine del decennio.

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