Marketing della pazzia (12/13)

1 year ago
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Gli psicofarmaci stimolanti che gli psichiatri prescrivano ai bambini iperattivi, come ad esempio il Ritanil, l’Adderall, il Concerta, il Vyvanse, inducono una tale farmaco dipendenza che sono stati riportati dalla DEA (Drug Enforcement Administration, Agenzia Federale Antidroga) nella Tabella II delle sostanze stupefacenti e psicotrope, cioè altamente assuefacenti alla stregua della morfina e delle cocaina.
«La biochimica e la farmacologia del Ritalin sono le stesse di quelle della cocaina per quanto riguarda la velocità dei sintomi iniziali.»
(dott. Warren Levin, Medico)
«Quando si espongono i bambini alla droga o agli psicofarmaci a tale giovane età, non si fa altro che prepararli a prendere più droga da adulti.»
(Rasheed Salaam, Vice Direttore, Fondazione “Diventa un Campione”)
Eppure in diverse pubblicazioni, gli psichiatri hanno in effetti incoraggiato i bambini etichettati ADHD (attention deficit hyperactivity disorder, disturbo da deficit di attenzione/iperattività) ad assumere stimolanti per ridurre future dipendenze alla cocaina e altre droghe illecite. Ma esistono prove che non solo questa teoria sia infondata ma che sia vero il contrario.
«Parlando con dipendenti alla metamfetamina, mi dicono quasi sempre che hanno cominciato con il Ritalin.»
(James Paicopolos. Psicologo)
«Più a lungo un bambino assume Ritalin, più alta è la sua probabilità di assuefazione, sia che si tratti di Ritalin, Concerta o Adderall, o via dicendo.»
(David Egner, Psicologo)
Ma gli stimolanti non sono gli unici psicofarmaci con un alto potenziale di assuefazione. Le Benzodiazepine, per esempio, sono tranquillanti che possono indurre all’assuefazione nel giro di 14 giorni, e la dismissione può essere molto difficoltosa e pericolosa. I sintomi da dismissioni, ad esempio, dello Xanax includono tremori, perdita dell’appetito, spasmi, problemi di memoria e concentrazione, insonnia, irrequietezza, attacchi di panico, ansia e pensieri suicidari.
«Alcuni degli psicofarmaci, particolarmente le benzodiazepine, sono alcuni degli psicofarmaci più assuefacenti che esistono in termini della continua crisi d’astinenza che cagionano.»
(Dott. Stephen Stein, specialista di dipendenza da farmaci)
«Mi sono trovata nella posizione di dover far dismettere le benzodiazepine a molte persone, che non avevo prescritto io, ovviamente. Ed era difficile, proprio difficile.»
(Dott.ssa Priscilla Slagle, Psichiatra)
«Le benzodiazepine, penso, siano di gran lunga più rischiose e più difficili da dismettere che la droga.»
(Dott.ssa Carrie Madej, Medicina Interna)
Ma, come ben sanno i sopravvissuti alla psichiatri, le benzodiazepine non sono l’unica classe di psicofarmaci dalle quali è estremamente difficile astenersi (vedi antidepressivi, antipsicotici, neurolettici). Ma è l’amplificazione di certi effetti collaterali causati dalla dismissione degli psicofarmaci che può avere un effetto disastroso sulla persona.
«Ora la persona ha dismesso lo psicofarmaco e gli effetti dell’astinenza o gli effetti della dismissione vengono aumentati e amplificati. Ad esempio, la depressione o le tendenze suicide o via dicendo.»
(Claire Beren, consulente sulla dipendenza)
«Hanno dei tremendi sbalzi di umore. Invariabilmente diventano violenti. Non riescono a controllare le proprie emozioni.»
(Dott. Rohit Adi, Direttore medico)
«Sei molto depresso, hai tendenze suicide, hai allucinazioni, sei psicotico, sei pazzo e/o maniaco quando dismetti il tuo psicofarmaco.»
(Daniel Mackler, Psicoterapeuta)
Ecco perché una dismissione errata degli antidepressivi SSRI in particolare, si è dimostrata capace di provocare sbalzi d’umore e collera incontrollata a cui sono stati fatti risalire molti suicidi, omicidi, massacri. Ma piuttosto che riconoscere che vicende tragiche come le stragi non sono che la conseguenza dell’astinenza da psicofarmaci altamente assuefacenti, la tipica reazione degli psichiatri è di biasimare l’assenza del farmaco per quello che pretendono sia la ricaduta del disturbo mentale.
«Quando uno psichiatra dice: “Beh, la ragione per cui si sentono così, quando dismettono lo psicofarmaco, mostra quanto ne hanno veramente bisogno.” Non c’è verso che questo sia vero»
(Marie Pace, Dottoressa di Naturopatia)
«La verità è che quando dismettono lo psicofarmaco, diventano depressi o hanno sintomi d’astinenza di vario genere e la ragione per cui hanno tali effetti è la crisi d’astinenza dallo psicofarmaco.»
(Dott. Jeffrey Dach, Direttore di Clinica Medica)
«Non dovete fare altro che sedervi ad ascoltare chiunque prenda questi psicofarmaci e vuole smettere. E quando sentite la loro storia e sentite quello che stanno patendo, perché vogliono smettere… basta, la conversazione finisce lì. Non c’è più niente da discutere.»
(Joe Pinelli, consulente di dipendenza da farmaci)
(Fonte: Documentario “Marketing della pazzia” parte 12 di 13. Il documentario integrale è visionabile sul canale YouTube del CCDU Onlus, al seguente link https://www.youtube.com/playlist?list=PLeBPwxydE_CXtYfj8YQRNU_aZgzJ_4t73
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Gli studi hanno evidenziato che ci sono più persone sovradiagnosticate che sottodiagnosticate per depressione.
(Dowrick C., Frances A. 2013; Medicalising unhainess: new classification of depression risks more patient being put on drug treatement from wich they will not benefit. The British Medical Journal, 347 f7140).
Tutti i membri del gruppo di lavoro del DSM-IV sui disturbi dell'umore avevano legami finanziari con l'industria farmaceutica.
[…] Sebbene ci sia accordo a livello internazionale sul fatto che gli antidepressivi non funzionino nel caso della depressione lieve e che non dovrebbero essere usati, la maggior parte degli individui in trattamento farmacologico ha una depressione alquanto lieve.[...]
Nel DSM-III il lutto era considerato un disturbo depressivo solo se era durato più di un anno, nel DSM-IV due mesi e nel DSM-5 del 2013 solo due settimane.
(Raven, 2012 Depression and antidepressants in Australia and beyond: a critical public health analysis; University of Wollongong, Australia)

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