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Bambini obesi in Italia quali sono i numeri del fenomeno obesità e come prevenirlo.Obeso o sovrappeso quasi il 30% della popolazione mondiale.ormai la piaga dell'obesità e del sovrappeso non risparmia più alcuna fetta del mondo.
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(17)32129-3/fulltext?elsca1=tlpr%5Bthelancet.com%5D tasso di obesità mappa https://www.indexmundi.com/map/?v=2228&l=it
https://rumble.com/v266cek-il-mondo-obeso-documentario.html?mref=rljsx&mc=e5yiv https://rumble.com/v266gay-oggi-parliamo-di...-obesit-nel-mondo.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
faccio presente che sono alto 1,85m e peso 67 kg e non ho un filo di grasso corporeo quindi posso parlare di diete visto che la mia è una dieta costante e non mangio schifezze,per sbaglio delle volte sono andato ad un fast food per poi non andarci mai più in vita mia L'obesità è una condizione medica, a volte considerata una malattia,in cui il grasso corporeo in eccesso si è accumulato a tal punto da poter influire negativamente sulla salute. Le persone sono classificate come obese quando il loro indice di massa corporea (BMI) - il peso di una persona diviso per il quadrato dell'altezza della persona - è superiore a 30 kg / m2; L'intervallo 25–30 kg/m2 è definito sovrappeso. [1] Alcuni paesi dell'Asia orientale utilizzano valori più bassi per calcolare l'obesità. L'obesità è una delle principali cause di disabilità ed è correlata a varie malattie e condizioni, in particolare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, apnea ostruttiva del sonno, alcuni tipi di cancro e osteoartrite.
L'obesità ha cause individuali, socioeconomiche e ambientali. Alcune cause note sono la dieta, l'attività fisica, l'automazione, l'urbanizzazione, la suscettibilità genetica, i farmaci, i disturbi mentali, le politiche economiche, i disturbi endocrini e l'esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino.
Mentre la maggior parte degli individui obesi in un dato momento stanno tentando di perdere peso e hanno spesso successo, mantenere la perdita di peso a lungo termine è raro. Non esiste un intervento efficace, ben definito e basato sull'evidenza per prevenire l'obesità. La prevenzione dell'obesità richiede un approccio complesso, che includa interventi a livello sociale, comunitario, familiare e individuale. Le modifiche alla dieta e all'esercizio fisico sono i principali trattamenti raccomandati dagli operatori sanitari. La qualità della dieta può essere migliorata riducendo il consumo di cibi ad alta densità energetica, come quelli ricchi di grassi o zuccheri, e aumentando l'assunzione di fibre alimentari, se queste scelte dietetiche sono disponibili, convenienti e accessibili. [1] I farmaci possono essere utilizzati, insieme a una dieta adeguata, per ridurre l'appetito o diminuire l'assorbimento dei grassi. [5] Se la dieta, l'esercizio fisico e i farmaci non sono efficaci, un palloncino gastrico o un intervento chirurgico possono essere eseguiti per ridurre il volume dello stomaco o la lunghezza dell'intestino, portando a sentirsi pieni prima o una ridotta capacità di assorbire i nutrienti dal cibo.
L'obesità è una delle principali cause di morte prevenibili in tutto il mondo, con tassi crescenti negli adulti e nei bambini. Nel 2015, 600 milioni di adulti (12%) e 100 milioni di bambini erano obesi in 195 paesi. L'obesità è più comune nelle donne che negli uomini. Oggi, l'obesità è stigmatizzata nella maggior parte del mondo. Al contrario, alcune culture, passate e presenti, hanno una visione favorevole dell'obesità, vedendola come un simbolo di ricchezza e fertilità. Tuttavia, nel 2013, diverse società mediche, tra cui l'American Medical Association e l'American Heart Association, hanno classificato l'obesità come una malattia.
https://en.wikipedia.org/wiki/Obesity
Effetti sulla salute
L'obesità aumenta il rischio di una persona di sviluppare varie malattie metaboliche, malattie cardiovascolari, osteoartrite, morbo di Alzheimer, depressione e alcuni tipi di cancro. [34] A seconda del grado di obesità e della presenza di disturbi di comorbilità, l'obesità è associata a un'aspettativa di vita stimata di 2-20 anni più breve. [35][34] Un alto indice di BMI è un marker di rischio, ma non una causa diretta, di malattie causate dalla dieta e dall'attività fisica. [13]
Mortalità
Rischio relativo di morte oltre 10 anni nelle persone bianche che non hanno mai fumato negli Stati Uniti per BMI. L'intervallo BMI da 22,5 a 24,9 è impostato come riferimento. [36]
L'obesità è una delle principali cause di morte prevenibili in tutto il mondo. [37][38][39] Il rischio di mortalità è più basso con un BMI di 20-25 kg / m 2 [40] [35] [41] nei non fumatori e a 24-27 kg / m2 nei fumatori attuali, con un aumento del rischio insieme a cambiamenti in entrambe le direzioni. [42][43] Questo sembra applicarsi in almeno quattro continenti. [41] Altre ricerche suggeriscono che l'associazione del BMI e della circonferenza della vita con la mortalità è a forma di U o J, mentre l'associazione tra rapporto vita-fianchi e rapporto vita-altezza con la mortalità è più positiva. [44] Negli asiatici il rischio di effetti negativi sulla salute comincia ad aumentare tra 22 e 25 kg/m2. [45] Nel 2021, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che l'obesità ha causato almeno 2,8 milioni di morti all'anno. [46] In media, l'obesità riduce l'aspettativa di vita da sei a sette anni,[2][47] un BMI di 30-35 kg / m 2 riduce l'aspettativa di vita da due a quattro anni,[35] mentre l'obesità grave (BMI ≥ 40 kg / m 2) riduce l'aspettativa di vita di dieci anni. [35]
Morbilità
Articolo principale: morbilità associata all'obesità
L'obesità aumenta il rischio di molte condizioni fisiche e mentali. Queste comorbidità sono più comunemente mostrate nella sindrome metabolica,[2] una combinazione di disturbi medici che include: diabete mellito di tipo 2, ipertensione, colesterolo alto nel sangue e alti livelli di trigliceridi. [48] Uno studio del RAK Hospital ha rilevato che le persone obese hanno un rischio maggiore di sviluppare COVID lungo. [49] Il CDC ha scoperto che l'obesità è il singolo fattore di rischio più forte per la malattia grave COVID-19. [50]
Le complicazioni sono direttamente causate dall'obesità o indirettamente correlate attraverso meccanismi che condividono una causa comune come una dieta povera o uno stile di vita sedentario. La forza del legame tra obesità e condizioni specifiche varia. Uno dei più forti è il legame con il diabete di tipo 2. L'eccesso di grasso corporeo è alla base del 64% dei casi di diabete negli uomini e del 77% dei casi nelle donne.
Le conseguenze sulla salute si dividono in due grandi categorie: quelle attribuibili agli effetti dell'aumento della massa grassa (come l'artrosi, l'apnea ostruttiva del sonno, la stigmatizzazione sociale) e quelle dovute all'aumento del numero di cellule adipose (diabete, cancro, malattie cardiovascolari, steatosi epatica non alcolica). [2][52] Gli aumenti del grasso corporeo alterano la risposta del corpo all'insulina, portando potenzialmente alla resistenza all'insulina. L'aumento del grasso crea anche uno stato proinfiammatorio, e uno stato protrombotico
Settore medico Condizione Settore medico Condizione
Cardiologia
Malattia coronarica:[56] angina e infarto del miocardio
Insufficienza cardiaca congestizia[2][57]
Alta pressione sanguigna[2]
Livelli anormali di colesterolo[2]
Trombosi venosa profonda ed embolia polmonare[58]
Dermatologia
Acanthosis nigricans[59]
Linfedema[59]
Cellulite[59]
Irsutismo[59]
Intertrigine[60]
Endocrinologia e medicina della riproduzione
Diabete mellito[2]
Sindrome dell'ovaio policistico[2]
Disturbi mestruali[2]
Infertilità[2][61]
Complicazioni durante la gravidanza[2][61]
Difetti alla nascita[2]
Morte fetale intrauterina[61]
Gastroenterologia
Malattia da reflusso gastroesofageo[62]
Malattia del fegato grasso[62]
Colelitiasi (calcoli biliari)[62]
Neurologia
Corsa[2]
Meralgia paresthetica[63]
Emicrania[64]
Sindrome del tunnel carpale[65]
Demenza[66]
Ipertensione intracranica idiopatica[67]
Sclerosi multipla[68]
Oncologia[69]
Esofageo
Colorettale
Pancreatico
Cistifellea
Endometriale
Rene
Leucemia
Carcinoma epatocellulare[62]
Melanoma maligno
Psichiatria
Depressione nelle donne[2]
Stigmatizzazione sociale[2]
Respirologia
Apnea ostruttiva del sonno[2][70]
Sindrome da ipoventilazione da obesità[2][70]
Asma[2][70]
Aumento delle complicanze durante l'anestesia generale[2]
aumento del rischio di COVID-19 grave[71]
Reumatologia e ortopedia
Gotta[72]
Scarsa mobilità[73]
Artrosi[2]
Lombalgia[74]
Urologia e Nefrologia
Disfunzione erettile[75]
Incontinenza urinaria[76]
Insufficienza renale cronica[77]
Ipogonadismo[78]
Pene sepolto[79]
Dati del 2001
Fattori di rischio associati alle principali cause di morte prevenibile in tutto il mondo a partire dall'anno 2001, secondo i ricercatori che lavorano con il Disease Control Priorities Network (DCPN)[4]:[5]
Causa Numero di decessi risultanti (milioni all'anno)
Ipertensione 7.8
Tabacco da fumo 5.4
Disturbo da uso di alcol 3.8
Malattie sessualmente trasmissibili 3.0
Dieta povera 2.8
Sovrappeso e obesità 2.5
Inattività fisica 2.0
Malnutrizione 1.9
Inquinamento dell'aria interna da combustibili solidi 1.8
Acqua non sicura e scarsa igiene 1.6
https://en.wikipedia.org/wiki/Preventable_causes_of_death
I tre fattori di rischio che più comunemente portano alla morte prevenibile nella popolazione degli Stati Uniti sono il fumo, l'ipertensione e il sovrappeso.
Numero annuale di decessi e cause
Causa Numero Percentuale sul totale Note
Errori medici prevenibili negli ospedali Da 210.000 a 448.000[9] 23.1% Le stime variano, un numero significativo di decessi prevenibili deriva anche da errori al di fuori degli ospedali.
Eventi avversi negli ospedali dei paesi a basso e medio reddito 2,6 milioni di morti[10] "Una delle 10 principali cause di morte e disabilità nel mondo"
Tabacco da fumo 435.000[7] 18.1%
Obesità 111.900[11] 4.6% C'è stato un considerevole dibattito sulle differenze nel numero di malattie legate all'obesità. [12] Il valore qui riflette il tasso di mortalità per obesità che è stato trovato essere il più accurato dei valori dibattuti. [13] Si noti, tuttavia, che essere in sovrappeso ma non obesi era associato a un minor numero di morti (non più morti) rispetto all'essere di peso normale. [11]
Alcool 85.000[7] 3.5%
Malattie infettive 75.000[7] 3.1%
Agenti tossici tra cui tossine, particolato e radon 55.000[7] 2.3%
Collisioni stradali 43.000[7] 1.8%
Tumori del colon-retto prevenibili 41,400 1.7% Il cancro del colon-retto (cancro intestinale, cancro del colon) ha causato 51.783 morti negli Stati Uniti nel 2011. [14] Circa l'80%[15] dei tumori del colon-retto inizia come escrescenze benigne, comunemente chiamate polipi, che possono essere facilmente rilevate e rimosse durante una colonscopia. Di conseguenza, la cifra tabulata presuppone che l'80% dei tumori fatali avrebbe potuto essere prevenuto.
Morti per armi da fuoco 31.940[16] 1.3% Suicidi: 19.766; omicidi: 11.101; incidenti: 852; Sconosciuto: 822.
Infezioni sessualmente trasmissibili 20.000[7] 0.8%
Cause sottostanti
Le cause di morte possono essere strutturate in cause immediate di morte o cause primarie di morte, condizioni che portano alla causa di morte, cause sottostanti e altre condizioni rilevanti che possono aver contribuito all'esito fatale. [10]
Secondo l'OMS, le cause sottostanti sono "le malattie o le lesioni che hanno innescato il treno di eventi morbosi che portano direttamente alla morte, o le circostanze dell'incidente o della violenza che ha prodotto la lesione mortale". [11]
Malnutrizione
La malnutrizione può essere identificata come una causa alla base della riduzione della vita. [12] Secondo quanto riferito, il 70% dei decessi infantili (età 0-4) sono dovuti a malattie diarroiche, infezioni respiratorie acute, malaria e malattie immunizzabili. Tuttavia il 56% di queste morti infantili può essere attribuito agli effetti della malnutrizione come causa sottostante. [13] Gli effetti della malnutrizione includono una maggiore suscettibilità alle infezioni,[14] atrofia muscolare, deformità scheletriche e ritardi nello sviluppo neurologico. [15] Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la malnutrizione è indicata come il più grande contributore alla mortalità infantile[16] con 36 milioni di morti nel 2005 legate alla malnutrizione. [17]
Obesità e diete malsane
Oltre alla denutrizione e alle carenze di micronutrienti, la malnutrizione include anche l'obesità,[18] che predispone a diverse malattie croniche, tra cui 13 diversi tipi di cancro, malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. [19][20][21][22][23][24][25] Secondo l'OMS, essere "il sovrappeso cronico e l'obesità sono tra le principali cause di morte e disabilità in Europa", con stime che suggeriscono che causano più di 1,2 milioni di morti ogni anno, corrispondenti a oltre il 13% della mortalità totale nella regione. [25] Vari tipi di politica sanitaria potrebbero contrastare questa tendenza e ridurre l'obesità. [26]
Le diete, non solo in termini di obesità ma anche di composizione alimentare, possono avere un impatto importante sui fattori sottostanti, con revisioni che suggeriscono tra l'altro che un maschio di 20 anni in Europa che passa alla "dieta ottimale" potrebbe ottenere una media di ~ 13,7 anni di vita e una femmina di 60 anni negli Stati Uniti che passa alla "dieta ottimale" potrebbe guadagnare una media di ~ 8,0 anni di vita. Ha scoperto che i maggiori guadagni sarebbero stati ottenuti mangiando più legumi, cereali integrali e noci, e meno carne rossa e carne lavorata. Inoltre non contiene consumo di bevande zuccherate (passando dalla "tipica dieta occidentale" di 500 g / giorno a 0 g / giorno
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_causes_of_death_by_rate
Secondo i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il numero di persone obese nel mondo è raddoppiato a partire dal 1980: nel 2014 oltre 1,9 miliardi di adulti erano in sovrappeso, tra cui oltre 600 milioni obesi.
Obesità e sovrappeso, prima considerati problemi dei soli Paesi ricchi, sono in aumento anche nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica:
in Africa il numero di bambini in sovrappeso o obesità è quasi raddoppiato dai 5,4 milioni del 1990 ai 10,6 milioni nel 2014
nel 2014, quasi la metà dei bambini sotto i 5 anni di età in sovrappeso viveva in Asia.
Nel 2014, circa 41 milioni di bambini sotto i 5 anni di età erano in sovrappeso o obesi. L’obesità è un fattore di rischio per una serie di condizioni e patologie croniche, come le malattie ischemiche del cuore, l’ictus, l’ipertensione arteriosa, il diabete tipo 2, le osteoartriti e alcuni tipi di cancro (corpo dell’utero, colon e mammella).
https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/obesity-and-overweight
Obesità e sovrappeso
9 giugno 2021
Fatti chiave
L'obesità in tutto il mondo è quasi triplicata dal 1975.
Nel 2016, oltre 1,9 miliardi di adulti, dai 18 anni in su, erano in sovrappeso. Di questi oltre 650 milioni erano obesi.
Il 39% degli adulti di età pari o superiore a 18 anni era in sovrappeso nel 2016 e il 13% era obeso.
La maggior parte della popolazione mondiale vive in paesi in cui il sovrappeso e l'obesità uccidono più persone del sottopeso.
39 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni erano in sovrappeso o obesi nel 2020.
Oltre 340 milioni di bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni erano in sovrappeso o obesi nel 2016.
L'obesità è prevenibile.
Cosa sono l'obesità e il sovrappeso
Il sovrappeso e l'obesità sono definiti come anormali o eccessivi accumulo di grasso che può compromettere la salute.
L'indice di massa corporea (BMI) è un semplice indice di peso-per-altezza che viene comunemente usato per classificare il sovrappeso e l'obesità negli adulti. È definito come il peso di una persona in chilogrammi diviso per il quadrato della sua altezza in metri (kg / m2).
Adulti
Per gli adulti, l'OMS definisce il sovrappeso e l'obesità come segue:
il sovrappeso è un BMI maggiore o uguale a 25; e
l'obesità è un BMI maggiore o uguale a 30.
Il BMI fornisce la misura più utile a livello di popolazione di sovrappeso e obesità in quanto è lo stesso per entrambi i sessi e per tutte le età degli adulti. Tuttavia, dovrebbe essere considerata una guida approssimativa perché potrebbe non corrispondere allo stesso grado di grasso in individui diversi.
Per i bambini, l'età deve essere considerata quando si definisce sovrappeso e obesità.
Bambini sotto i 5 anni
Per i bambini sotto i 5 anni:
il sovrappeso è il peso per altezza superiore a 2 deviazioni standard al di sopra della mediana degli standard di crescita infantile dell'OMS; e
l'obesità è peso per altezza superiore a 3 deviazioni standard al di sopra della mediana degli standard di crescita infantile dell'OMS.
Grafici e tabelle: standard di crescita infantile dell'OMS per i bambini di età inferiore ai 5 anni
Bambini di età compresa tra 5 e 19 anni
Il sovrappeso e l'obesità sono definiti come segue per i bambini di età compresa tra 5-19 anni:
il sovrappeso è un BMI-per-età superiore a 1 deviazione standard al di sopra della mediana di riferimento per la crescita dell'OMS; e
l'obesità è maggiore di 2 deviazioni standard al di sopra della mediana di riferimento della crescita dell'OMS.
Grafici e tabelle: riferimento di crescita dell'OMS per i bambini di età compresa tra 5 e 19 anni
Fatti su sovrappeso e obesità
Seguono alcune recenti stime globali dell'OMS.
Nel 2016, oltre 1,9 miliardi di adulti di età pari o superiore a 18 anni erano in sovrappeso. Di questi oltre 650 milioni di adulti erano obesi.
Nel 2016, il 39% degli adulti di età pari o superiore a 18 anni (39% degli uomini e 40% delle donne) era in sovrappeso.
Nel complesso, circa il 13% della popolazione adulta mondiale (11% degli uomini e 15% delle donne) era obesa nel 2016.
La prevalenza mondiale dell'obesità è quasi triplicata tra il 1975 e il 2016.
Nel 2019, si stima che 38,2 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni fossero in sovrappeso o obesi. Una volta considerato un problema dei paesi ad alto reddito, il sovrappeso e l'obesità sono ora in aumento nei paesi a basso e medio reddito, in particolare negli ambienti urbani. In Africa, il numero di bambini in sovrappeso sotto i 5 anni è aumentato di quasi il 24% dal 2000. Quasi la metà dei bambini sotto i 5 anni che erano in sovrappeso o obesi nel 2019 viveva in Asia.
Oltre 340 milioni di bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni erano in sovrappeso o obesi nel 2016.
La prevalenza di sovrappeso e obesità tra bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni è aumentata drammaticamente da appena il 4% nel 1975 a poco più del 18% nel 2016. L'aumento si è verificato in modo simile sia tra i ragazzi che tra le ragazze: nel 2016 il 18% delle ragazze e il 19% dei ragazzi erano in sovrappeso.
Mentre poco meno dell'1% dei bambini e degli adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni erano obesi nel 1975, più di 124 milioni di bambini e adolescenti (6% delle ragazze e 8% dei ragazzi) erano obesi nel 2016.
Il sovrappeso e l'obesità sono collegati a più morti in tutto il mondo rispetto al sottopeso. A livello globale ci sono più persone obese che sottopeso – questo si verifica in ogni regione tranne parti dell'Africa sub-sahariana e dell'Asia.
Quali sono le cause dell'obesità e del sovrappeso?
La causa fondamentale dell'obesità e del sovrappeso è uno squilibrio energetico tra calorie consumate e calorie spese. A livello globale, ci sono stati:
un aumento dell'assunzione di alimenti densi di energia ad alto contenuto di grassi e zuccheri; e
un aumento dell'inattività fisica a causa della natura sempre più sedentaria di molte forme di lavoro, del cambiamento delle modalità di trasporto e della crescente urbanizzazione.
I cambiamenti nei modelli di alimentazione e attività fisica sono spesso il risultato di cambiamenti ambientali e sociali associati allo sviluppo e alla mancanza di politiche di sostegno in settori quali la salute, l'agricoltura, i trasporti, la pianificazione urbana, l'ambiente, la trasformazione alimentare, la distribuzione, il marketing e l'istruzione.
Quali sono le conseguenze comuni sulla salute del sovrappeso e dell'obesità?
L'aumento del BMI è un importante fattore di rischio per le malattie non trasmissibili come:
malattie cardiovascolari (principalmente malattie cardiache e ictus), che sono state la principale causa di morte nel 2012;
Diabete;
disturbi muscoloscheletrici (in particolare l'osteoartrite - una malattia degenerativa altamente invalidante delle articolazioni);
alcuni tumori (tra cui endometrio, seno, ovarico, prostata, fegato, cistifellea, reni e colon).
Il rischio di queste malattie non trasmissibili aumenta, con aumenti del BMI.
L'obesità infantile è associata a una maggiore probabilità di obesità, morte prematura e disabilità in età adulta. Ma oltre all'aumento dei rischi futuri, i bambini obesi sperimentano difficoltà respiratorie, aumento del rischio di fratture, ipertensione, marcatori precoci di malattie cardiovascolari, insulino-resistenza ed effetti psicologici.
Affrontare un doppio fardello di malnutrizione
Molti paesi a basso e medio reddito stanno ora affrontando un "doppio fardello" di malnutrizione.
Mentre questi paesi continuano ad affrontare i problemi delle malattie infettive e della denutrizione, stanno anche vivendo un rapido aumento dei fattori di rischio di malattie non trasmissibili come l'obesità e il sovrappeso, in particolare nelle aree urbane. Impostazioni.
Non è raro trovare denutrizione e obesità coesistenti all'interno dello stesso paese, della stessa comunità e della stessa famiglia.
I bambini nei paesi a basso e medio reddito sono più vulnerabili a un'alimentazione prenatale, infantile e infantile inadeguata. Allo stesso tempo, questi bambini sono esposti a cibi ricchi di grassi, zuccheri, sale, densi di energia e poveri di micronutrienti, che tendono ad essere più bassi nel costo ma anche nella qualità dei nutrienti. Questi modelli dietetici, in combinazione con livelli più bassi di attività fisica, provocano forti aumenti dell'obesità infantile mentre i problemi di denutrizione rimangono irrisolti.
Come si può ridurre il sovrappeso e l'obesità?
Il sovrappeso e l'obesità, così come le loro malattie non trasmissibili correlate, sono in gran parte prevenibili. Ambienti e comunità di supporto sono fondamentali nel plasmare le scelte delle persone, rendendo la scelta di cibi più sani e attività fisica regolare la scelta più semplice (la scelta che è la più accessibile, disponibile e conveniente), e quindi prevenendo sovrappeso e obesità.
A livello individuale, le persone possono:
limitare l'apporto energetico da grassi e zuccheri totali;
aumentare il consumo di frutta e verdura, così come legumi, cereali integrali e noci; e
impegnarsi in un'attività fisica regolare (60 minuti al giorno per i bambini e 150 minuti distribuiti durante la settimana per gli adulti).
La responsabilità individuale può avere il suo pieno effetto solo dove le persone hanno accesso a uno stile di vita sano. Pertanto, a livello sociale è importante sostenere gli individui nel seguire le raccomandazioni di cui sopra, attraverso l'attuazione sostenuta di politiche basate sull'evidenza e sulla popolazione che rendano disponibile un'attività fisica regolare e scelte alimentari più sane, accessibili e facilmente accessibili a tutti, in particolare agli individui più poveri. Un esempio di tale politica è una tassa sulle bevande zuccherate.
L'industria alimentare può svolgere un ruolo significativo nella promozione di diete sane:
ridurre il contenuto di grassi, zuccheri e sale degli alimenti trasformati;
garantire che scelte sane e nutrienti siano disponibili e accessibili a tutti i consumatori;
limitare la commercializzazione di alimenti ricchi di zuccheri, sale e grassi, in particolare quelli destinati a bambini e adolescenti; e
garantire la disponibilità di scelte alimentari sane e sostenere la pratica regolare dell'attività fisica sul posto di lavoro.
Risposta dell'OMS
Adottata dall'Assemblea Mondiale della Sanità nel 2004 e riconosciuta nuovamente in una dichiarazione politica del 2011 sulle malattie non trasmissibili (NCD), la "Strategia globale dell'OMS su dieta, attività fisica e salute" descrive le azioni necessarie per sostenere diete sane e attività fisica regolare. La strategia invita tutte le parti interessate ad agire a livello globale, regionale e locale per migliorare le diete e i modelli di attività fisica a livello di popolazione.
L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile riconosce le malattie non trasmissibili come una delle principali sfide per lo sviluppo sostenibile. Nell'ambito dell'Agenda, i capi di Stato e di governo si sono impegnati a sviluppare risposte nazionali ambiziose, entro il 2030, per ridurre un terzo della mortalità prematura da malattie non trasmissibili attraverso la prevenzione e il trattamento (obiettivo SDG 3.4).
Il "Piano d'azione globale sull'attività fisica 2018-2030: persone più attive per un mondo più sano" fornisce azioni politiche efficaci e fattibili per aumentare l'attività fisica a livello globale. CHI ha pubblicato ACTIVE un pacchetto tecnico per assistere i paesi nella pianificazione e nella consegna delle loro risposte. Nel 2019 sono state lanciate nuove linee guida dell'OMS sull'attività fisica, il comportamento sedentario e il sonno nei bambini sotto i cinque anni di età.
L'Assemblea Mondiale della Sanità ha accolto con favore il rapporto della Commissione sulla fine dell'obesità infantile (2016) e le sue 6 raccomandazioni per affrontare l'ambiente obesogenico e i periodi critici nel corso della vita per affrontare l'obesità infantile. Il piano di attuazione per guidare i paesi nell'intraprendere azioni per attuare le raccomandazioni della Commissione è stato accolto con favore dall'Assemblea mondiale della sanità nel 2017.
Ultimi aggiornamenti
24/11/2021 - Sorveglianza pediatrica Cosi: i dati 2018-20
È online il rapporto finale sulla quinta raccolta dati di COSI (Childhood Obesity Surveillance Initiative) effettuata nelle scuole primarie di 33 Paesi nel periodo 2018-20. Complessivamente, la prevalenza dell’eccesso ponderale (che include sovrappeso e obesità) nei bambini e nelle bambine di 7-9 anni è del 29%, con un valore più alto tra i bambini (31%) rispetto alle bambine (28%). L’Italia partecipa al COSI attraverso i dati della sorveglianza in età pediatrica OKkio alla SALUTE, coordinata dal CNAPPS dell’ISS, designato Who Collaborating Centre sull’obesità infantile. Leggi l’approfondimento.
29/9/2022 - Contrasto a sovrappeso e obesità: le linee di indirizzo italiane
Le “Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità”, approvate a luglio 2022 in conferenza Stato-Regioni forniscono elementi di policy di sistema e di indirizzo sulle azioni necessarie da intraprendere con l’obiettivo di: fornire agli operatori e ai decisori istituzionali uno strumento per scelte organizzative e comportamenti professionali omogenei; individuare un percorso integrato e condiviso tra l’area preventiva e quella clinica per un precoce, sinergico e simultaneo inquadramento preventivo e clinico-nutrizionale, che rappresenti anche un anello di raccordo tra la medicina di base, i Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL e i diversi setting di cura specialistici ambulatoriali/ospedalieri; definire i campi di applicazione della classificazione eziologica e fenotipica dell’obesità, i criteri diagnostici attraverso l’utilizzo di test biochimici e metodiche di riferimento. Per maggiori informazioni leggi l’approfondimento di Marco Silano e Angela Spinelli.
5/5/2022 - Obesità: il rapporto 2022 dell’OMS Europa
Il 3 maggio 2022 l'Ufficio regionale europeo dell’OMS ha presentato e pubblicato il Rapporto 2022 sull'obesità nella Regione che evidenzia tassi di sovrappeso e obesità hanno raggiunto proporzioni epidemiche in questa parte del mondo. Dal documento emerge che il 59% degli adulti europei e quasi 1 bambino su 3 (29% dei maschi e 27% delle femmine) è in sovrappeso o è affetto dall’obesità, ormai considerata una vera e propria malattia (le stime pubblicate sono calcolate utilizzando le curve OMS). Leggi il commento di Angela Spinelli (già CNAPPS - ISS) e Paola Nardone (CNAPPS - ISS) e il documento completo “WHO European Regional Obesity Report 2022”.
https://www.who.int/europe/publications/i/item/9789289057738
10/3/2022 - Giornata mondiale dell’obesità 2022
Il 4 marzo si è svolta la Giornata mondiale dell'obesità 2022 con lo slogan «Everybody Needs to Act». L’obiettivo dell’edizione 2022 era puntare l’attenzione sulla necessità di agire in modo comune e collettivo contro l’obesità, uno dei maggiori problemi di salute pubblica. Nel mondo, si stima che circa 800 milioni di persone vivano in questa condizione riconosciuta come patologia e altri milioni sono a rischio di svilupparla. È ormai acquisito come le radici dell'obesità siano profonde e, nello scenario attuale, l'unica via perseguibile per ottenere progressi è quella data dall’impegno congiunto e dalla collaborazione di tutti i settori e le forze sociali. Dai dati 2017-2020 dei sistemi di sorveglianza PASSI e PASSI d’Argento, emerge che l’obesità riguarda l’11% dei 18-69enni e il 14% degli ultra 65enni, e che il profilo di salute e la qualità della vita delle persone in condizione di obesità sono più compromessi rispetto al resto della popolazione che non ne soffre. Leggi l’approfondimento dedicato.
https://www.epicentro.iss.it/obesita/aggiornamenti
Di che stile (di vita) sei?
“Di che stile (di vita) sei?” è un opuscolo rivolto alla popolazione adulta che, con una grafica creativa, toni e immagini divertenti e un linguaggio non colpevolizzante, descrive gli stili di vita salutari, propone un quiz che attira l’attenzione del lettore, e suggerisce come introdurre nella quotidianità comportamenti a favore della salute. Per approfondire leggi il commento dei ricercatori ISS e consulta l’opuscolo.
https://www.epicentro.iss.it/obesita/documentazione-italia
Linee Guida per una sana alimentazione – edizione 2018
Edizione 2018 delle “Linee Guida per una sana alimentazione”, pubblicate dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) – ex INRAN. Leggi il commento di Angela Spinelli (ISS).
Diamogli peso: l’impegno dell’Unicef per combattere la malnutrizione
Rapporto Unicef pubblicato a dicembre 2018 sulle varie forme di malnutrizione e sui disturbi alimentari, con un focus dedicato alla situazione in Italia e all’impegno dell’Unicef nel nostro Paese. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 863 kb).
Contrasto all’obesità: cosa ci dicono i dati e come possiamo intervenire
Dibattiti parlamentari, interviste e raccolte firme hanno portato ancora una volta il tema dell’alimentazione e degli stili di vita sotto i riflettori. Temi su cui l’Istituto superiore di sanità (Iss) è impegnato da anni su vari fronti. La promozione della salute e il contrasto all’obesità passano per numerosi interventi che riguardano diversi settori: dalla promozione di stili di vita salutari ad azioni più politiche da portare avanti attraverso interventi multisettoriali che coinvolgono ambiti diversi come il marketing, le leve fiscali e i sistemi di etichettatura degli alimenti. Leggi la riflessione di Walter Ricciardi (Presidente Iss) pubblicata su EpiCentro a novembre 2018.
Sovrappeso e obesità nei bimbi italiani: le definizioni Iotf e le nuove definizioni Oms
Angela Spinelli, Anna Lamberti, Paola Nardone (reparto Salute della donna e dell’età evolutiva, Cnesps-Iss) commentano i motivi alla base delle differenze nella prevalenza di eccesso ponderale nei bambini italiani che si riscontrano confrontando i dati basati sulle definizioni adottate dall’International Obesity Task Force (Iotf) e quelli basati sulle nuove curve di crescita e sui nuovi valori soglia dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Dossier Ebp e obesità. Efficacia degli interventi per la prevenzione dell’obesità nei bambini e negli adolescenti (pdf 1,8 Mb)
A conclusione del progetto Ccm “Programmi efficaci per la prevenzione dell’obesità: il contributo dei Sian”, esce il dossier sulle prove di efficacia degli interventi per la prevenzione dell’obesità nei bambini e negli adolescenti. L’obiettivo del documento è analizzare la letteratura relativa agli interventi per il programma di sanità pubblica dedicato alla prevenzione dell’obesità nei bambini e negli adolescenti. Scarica il documento completo (pdf 1,8 Mb) dal sito di Ebp e obesità, leggi il commento (pdf 27 kb) di Alberto Baldasseroni e Claudia Dellisanti (Gruppo Ebp Toscana) e visita le pagine del sito dell'Ars Toscana dedicate all'Ebp.
Stili di vita e salute dei giovani italiani tra 11-15 anni (pdf 4 Mb)
Rapporto sui dati italiani dello studio internazionale Hbsc 2006.
Programmi efficaci per la prevenzione dell'obesità
Obesità e sovrappeso sono ormai riconosciuti come un problema di salute pubblica in molti Paesi occidentali. Si stima che in Italia il 24% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso e il 12% obeso.
https://www.ccm-network.it/ebp_e_obesita/homeObesita.html
Obesità, una malattia sociale
Malattie croniche - News
10/11/2022 - Lotta alle MCNT: una guida dell'OMS Europa sul system thinking
3/11/2022 - Malattie croniche non trasmissibili. I numeri che non vediamo
Il 2000 ha segnato una svolta per l’umanità: per la prima volta nella storia il numero degli adulti in sovrappeso ha superato il numero di quelli sottopeso. Oggi, è ampiamente riconosciuto che l’adipe corporeo rappresenta uno dei principali problemi di salute nella maggior parte dei Paesi del mondo. Ma per comprendere appieno l’epidemia di obesità è necessario inquadrare il fenomeno in una prospettiva storica. A presentare una visione d’insieme è un articolo intitolato “L’epidemia globale dell’obesità: una panoramica” a firma di Benjamin Caballero, del Center for Human Nutrition della Bloomberg School of Public Health-Johns Hopkins University di Baltimora, apparso sulla rivista Epidemiologic Reviews. Alla luce di questa analisi, emerge come l’obesità non sia da considerarsi come una malattia del singolo individuo, ma anzi come il risultato di tanti fattori ambientali e socioeconomici che condizionano fortemente le abitudini alimentari e gli stili di vita, determinando una diffusione epidemica dell’obesità stessa. È necessario ragionare in questo ordine di idee, sostiene Caballero, se si vuole evitare che l’obesità e le malattie correlate continuino ad affliggere le generazioni future.
L’obesità nasce con la rivoluzione industriale
Fino alla fine del 19° secolo, la maggior parte degli uomini ha lottato contro la fame, la povertà e le malattie. Con la rivoluzione industriale si è cominciato a capire che la malnutrizione era una delle principali cause della scarsa produttività e che una popolazione più sana avrebbe agevolato il progresso economico. Nei primi anni del Novecento, si comincia a dare ai bambini integratori dietetici per farli crescere meglio e le diete iniziano ad arricchirsi di alimenti calorici a basso costo, soprattutto grassi e zuccheri. È documentato che dal 1930 in poi la popolazione ha iniziato a ingrassare, in misura via via crescente. Secondo la Fao (Food and Agriculture Organization), nel 2002 la produzione globale di cibo è stata pari a 2600 kcal pro capite e le previsioni stimano che saranno 3000 entro il 2030. All’inizio del 21° secolo, il 65% della popolazione adulta aveva un indice di massa corporea superiore a 25, e il 30% superiore a 30.
Peso, Bmi, giro vita: come calcolare l’adiposità
Per ragioni pratiche il peso corporeo è stato utilizzato come un surrogato dell’adiposità, non facile da misurare. Fino agli anni Settanta, l’obesità è stata definita in riferimento al “peso ideale”, calcolato dalle compagnie assicurative come il peso associato a un basso rischio di morte prematura. Negli anni Ottanta, il peso ideale è stato sostituito dal Bmi, l’indice di massa corporea (peso/altezza al quadrato): una persona con Bmi tra 25–30 è sovrappeso, mentre è obesa se il Bmi è superiore a 30. Tuttavia, l’associazione tra Bmi, mortalità e morbilità può variare in differenti gruppi etnici. Studi recenti, per esempio, suggeriscono che la circonferenza addominale sia un indicatore più accurato dell’obesità e del relativo rischio di malattia.
Dieta e sedentarietà
Negli ultimi vent’anni, l’apporto calorico della popolazione americana, che ha un tasso di obesità tra i più alti nel mondo, è aumentato di circa 200 kcal al giorno, che corrispondono a un aumento nei consumi di snack, bevande dolci, cibi pronti e altamente energetici, a discapito di cibi freschi, frutta fresca e verdura. I dati suggeriscono che questo aumento calorico sia uno dei fattori responsabili dell’epidemia di obesità. A questo si aggiunge la sedentarietà. Nel 2000, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) meno del 30% della popolazione statunitense praticava un’attività fisica adeguata, un altro 30% faceva un’attività fisica insufficiente e la restante parte non ne faceva affatto. Questo vale, in particolare, anche per i bambini e gli adolescenti. I Cdc hanno calcolato che nel 2001 appena il 16% dei bambini andava a scuola a piedi o in bicicletta, contro una percentuale del 42% nel 1969. In media, un adolescente trascorre 30 ore a settimana davanti alla tv dove, complice il condizionamento pubblicitario, consuma snack e cibi spazzatura poveri di sostanze nutritive.
Un’epidemia globale
Fino a qualche tempo fa, l’obesità era considerata una condizione dei Paesi industrializzati legata a un elevato tenore socioeconomico. Negli ultimi vent’anni, l’obesità è drammaticamente aumentata nei Paesi in via di sviluppo, come Messico, Cina e Tailandia, al punto da spingere nel 1997 l’Oms a riconoscere ufficialmente la natura epidemica globale dell’obesità. Inizialmente, le persone colpite nei Paesi in via di sviluppo erano quelle più ricche, ma la prevalenza poi si è spostata sulle classi più povere.
Il ruolo dell’ambiente “obesogenico”
Molti fattori ambientali giocano un ruolo nella diffusione dell’obesità. In primo luogo, la meccanizzazione e l’automazione dei processi produttivi ha drasticamente ridotto l’energia necessaria per compiere il lavoro. Hanno un impatto notevole sul Bmi della popolazione la mappa urbana, che promuove l’uso delle automobili, richiede lunghi spostamenti e limita le opportunità di camminare; gli spazi pubblici ristretti per fare attività fisica o all’aria aperta; la presenza pervasiva di supermercati, bar e fast food; la crescente dipendenza dai cibi pronti, spesso consumati fuori da casa.
C’è un consenso sempre maggiore tra gli esperti di obesità, sostiene l’autore dell’articolo, che cambiare l’ambiente “obesogenico” sia un passo cruciale per ridurre l’obesità. Servirebbero interventi sulla pianta urbana, i trasporti, la pubblica sicurezza, la produzione alimentare e il marketing, per ridurre i fattori che contribuiscono a un maggiore apporto calorico e una minore attività fisica. «I leader politici non dovrebbero più guardare l’obesità come una condizione individuale, ma prendere atto che questa è fortemente condizionata dall’ambiente socioeconomico. È una percezione che deve cambiare dal momento che la minaccia dell’obesità e le malattie correlate sta già colpendo le giovani generazioni in tutto il mondo» conclude Benjamin Caballero.
https://www.epicentro.iss.it/croniche/ObesitaEpidemiaSociale
https://www.epicentro.iss.it/obesita/documentazione-mondo
Leggi l’articolo originale (in inglese).
Ma vi siete mai chiesti quali sono i paesi con il maggior tasso di obesità nel mondo?
Ecco la classifica dei 10 paesi più obesi al mondo stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
Isole Samoa: gli abitanti di queste isole americane sono i più grassi al mondo; il tasso di obesità è del 93,5 %
Isole Kiribati: queste isole che si trovano nell’oceano Pacifico, a Nord est dell’Australia hanno sorprendentemente un tasso di obesità dell’81,5%
USA: solo al terzo posto gli Stati Uniti; il tasso di obesità è del 66,7%
Germania: la nazione più obesa d’Europa è il paese della birra, dei wurstel e dei krapfen.
Il tasso di obesità è del 66,5%
Egitto: sarà forse colpa di spezie e salse che nella cucina egiziana non mancano mai, ma in questo paese il tasso di obesità è del 66%
Bosnia-Erzegovina: torniamo di nuovo in Europa per il sesto posto in classifica; in Bosnia i fast food sono molto più diffusi di quanto si pensi, il tasso di obesità è del 62,9%
Nuova Zelanda: a pochissima distanza la Nuova Zelanda, con il 62,7% della popolazione che ha problemi di obesità
Israele: i falafel e lo street food sono probabilmente la causa di questa posizione in classifica per lo stato di Israele.
Tasso di obesità del 61,9%
Croazia: il paese appartenente all’ex Jugoslavia si classifica nono con il 61,4% di persone obese.
Regno Unito: all’ultimo posto della classifica troviamo gli inglesi, una tra le popolazioni che spendono più soldi in prodotti per dimagrire. Il tasso di obesità è del 61%
https://www.viaggiamo.it/classifica-10-paesi-con-piu-obesita-al-mondo/
L’obesità e il sovrappeso stanno crescendo più velocemente della fame e ciò indica l’estrema urgenza di fornire l’accesso a diete più salutari a tutti i cittadini del mondo. È questo l’allarme lanciato dalla FAO, secondo cui è oramai chiaro un punto: il diritto al cibo ha bisogno di un nuovo approccio che comprenda il diritto a uno stile alimentare sano nella sua totalità.
Pare quini un dato di fatto: gli sforzi che da anni si portano avanti contro la fame nel mondo hanno cominciato ad eguagliare quelli volti alla prevenzione dell’obesità, un problema che riguarda ogni parte del Pianeta e che ha dato vita a una vera e propria epidemia.
È per questo motivo che il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, ricordando l’obiettivo numero 2 dell’agenda per lo sviluppo sostenibile, ossia la cancellazione di ogni forma di malnutrizione, ha sottolineato come non ci si possa più concentrare solo e soltanto sulla lotta alla fame e alla malnutrizione.
“Mentre la fame è circoscritta a specifiche aree, l’obesità è ovunque. Stiamo assistendo alla globalizzazione dell’obesità”, afferma Graziano da Silva.
Ma come fare in modo che si produca non più cibo, ma cibo più nutriente? Ne parla lo stesso José Graziano da Silva all’apertura del simposio internazionale Il Futuro dell’Alimentazione, svoltosi a Roma nei giorni scorsi.
“I sistemi alimentari del futuro devono garantire alimenti nutrienti, di qualità e tutelare l’ambiente”, ha dichiarato il Direttore Generale della FAO, sollecitando la trasformazione dei sistemi alimentari per migliorare la nutrizione nel mondo.
Ad oggi, più di 2 miliardi di adulti dai 18 anni in su sono in sovrappeso e 670 milioni di essi sono obesi. Inoltre, l’aumento dell’obesità tra il 2000 e il 2016 è stato più rapido rispetto a quello del sovrappeso in tutte le fasce di età e quasi 2 miliardi di persone soffrono di carenze di micronutrienti.
Secondo le proiezioni il numero di persone obese nel mondo molto presto supererà il numero di persone che soffre la fame, che al momento è pari a 820 milioni.
Cos’è che ha portato alla pandemia globale di obesità e alla contemporanea carenza di micronutrienti? La rapida urbanizzazione, innanzitutto, ma anche l’elevato consumo di alimenti ultra-lavorati, composti prevalentemente da ingredienti artificiali e ricchi di grassi saturi, zuccheri raffinati, sale e additivi chimici.
obesità e malnutrizione
Come migliorare l’alimentazione?
Secondo José Graziano da Silva sono quattro i punti che potrebbero migliorare l’alimentazione umana:
I Paesi dovrebbero attuare politiche pubbliche e leggi con incentivi adeguati per proteggere le diete nutrienti e incoraggiare il settore privato a produrre alimenti più sani, come imposizione di tasse sui prodotti alimentari poco sani, etichette sugli alimenti più comprensibili e più complete, restrizioni sulla pubblicità degli alimenti;
i governi dovrebbero promuovere il consumo di alimenti locali e freschi, creando circuiti locali di produzione e consumo;
gli accordi commerciali internazionali devono essere progettati per influenzare positivamente i sistemi alimentari, in quanto gli alimenti ultra-lavorati tendono ad essere più vantaggiosi nel commercio internazionale;
la trasformazione dei sistemi alimentari parte da terreni sani, semi sani e metodi agricoli sostenibili. L’intero sistema alimentare deve cioè essere riadattato.
Intanto, ricordiamoci che non si diventa obesi da un giorno all’altro. È per questo che già nelle nostre famiglie è essenziale imparare a mangiare sano e, soprattutto, insegnarlo ai nostri bimbi. Insegnare loro a riconoscere le cose “buone” da quelle più dannose, senza demonizzare alcun cibo ma applicando le giuste differenze nel momento preciso.
https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/nutrizione/obesi-superano-malnutriti/
In Italia i bambini sono sempre più grassi. Rispetto al 1975, il numero di bimbi e adolescenti obesi è aumentato di quasi 3 volte. Numeri che fanno paura. Ma c'è un'altra faccia della medaglia. A fronte di chi deve vedersela coi chili di troppi, altrove, nel mondo c'è chi muore letteralmente di fame: circa 151 milioni di bambini soffrono di malnutrizione cronica
obesità bambini
In Italia i bambini sono sempre più grassi. Rispetto al 1975, il numero di bimbi e adolescenti obesi è aumentato di quasi 3 volte. Numeri che fanno paura. Ma c’è un’altra faccia della medaglia. A fronte di chi deve vedersela coi chili di troppi, altrove, nel mondo c’è chi muore letteralmente di fame: circa 151 milioni di bambini soffrono di malnutrizione cronica.
Un’immagine dura da digerire quella che vede da una parte l’Italia, ma anche i paesi più ricchi, in cui si lotta contro l’obesità, mentre in alcuni stati dell’Asia e dell’Africa si combatte ogni giorno per sopravvivere.
Indice
L’obesità in Italia…
…e nel mondo
Malnutrizione
L’obesità in Italia…
Secondo l’ultimo rapporto Unicef “Diamogli peso”, l’Italia sta facendo i conti con un fenomeno dilagante, l’obesità infantile: stando ai dati dell’ultima indagine condotta dall’osservatorio “Okkio alla Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità, il 9,3% dei bambini e delle bambine è obeso e circa il 21% in sovrappeso. In totale, si tratta del 30%, pari a 3 bambini su 10, in linea con la media europea.
Se sul banco degli imputati va di certo un’alimentazione non adeguata in cui si eccede in zuccheri e grassi, dall’altra bisogna fare i conti con uno stile di vita spesso troppo sedentario. Secondo gli ultimi dati Istat, il numero di bimbi che fanno poco movimento è molto alto nella fascia di età 3-5 anni (48,8%) diminuisce nelle fasce di età successive, ma inizia a risalire e a mantenersi elevato a partire dalla fascia di età 18-19 anni (20,8%).
…e nel mondo
Sul fronte internazionale non va di certo meglio. Da oltre 15 anni ormai non si registrano progressi nell’arginare la crescita del tasso di sovrappeso. A livello globale, infatti, nel 2017 38,3 milioni di bambini sotto i 5 anni risultavano in sovrappeso, bene 8 milioni in più rispetto ai 30,1 milioni del 2000. Lo scorso anno inoltre risultava in sopravveso il 5,6% della popolazione infantile mondiale sotto i 5 anni.
Malnutrizione
Mentre in Italia e nei paesi sviluppati ci si confronta con l’obesità e con i disturbi alimentari, in Africa e in Asia i bambini devono fare i conti con la fame. Secondo gli ultimi dati Unicef sono circa 151 milioni i piccoli affetti da malnutrizione cronica e 50,5 milioni quelli colpiti da malnutrizione acuta.
Nel 2017, la malnutrizione è stata concausa di circa 3 milioni di decessi infantili – oltre il 50% della mortalità infantile globale (5,4 milioni di decessi annui). Si muore soprattutto in Africa e Asia: lo scorso anno il 55% dei bambini affetti da malnutrizione cronica viveva in Asia, il 39% in Africa; il 69% di quelli con malnutrizione acuta si trovava in Asia, il 27% in Africa.
“Quando si parla di malnutrizione il nostro immaginario ci porta direttamente a situazioni legate ai paesi più poveri. Infatti, uno dei maggiori problemi per l’infanzia nel mondo è quello dei bambini malnutriti a causa della sotto-alimentazione. Tuttavia, malnutrizione non significa solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o malsano. Per questo, attraverso questo rapporto, vogliamo mettere in luce anche il problema dell’obesità infantile che sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria epidemia” ha detto Francesco Samengo, Presidente di UNICEF Italia.
https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/nutrizione/unicef-bambini-fame/
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Rapporto UNICEF 2019: fame, diete improprie e obesità, la tripla malnutrizione che affligge l'infanzia
15 ottobre 2019 – Secondo il nuovo rapporto UNICEF della serie annuale 'La condizione dell’infanzia nel mondo', intitolato quest'anno "Bambini, cibo e nutrizione. Crescere sani in un mondo in trasformazione", almeno un bambino su tre nella fascia di età tra 0 e 5 anni è denutrito o in sovrappeso.
A livello globale 149 milioni di bambini soffrono di ritardi nella crescita (stunting), risultando troppo bassi per la loro età, mentre 50 milioni sono deperiti (wasting), ossia troppo magri in proporzione alla propria altezza. Altri 40 milioni di bambini sotto i 5 anni sono invece in sovrappeso o obesi.
Ben due terzi dei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 2 anni non ricevono tutti gli alimenti di cui avrebbe bisogno la rapida crescita dei loro corpi e dei loro cervelli. Ciò li espone ai rischi di un limitato sviluppo celebrale, scarso apprendimento scolastico, insufficienti difese immunitarie, maggiore vulnerabilità alle infezioni e, in alcuni casi, a un esito letale.
Complessivamente, nel mondo:
340 milioni di bambini – circa metà della popolazione infantile globale tra 0 e 5 anni – soffrono di carenza di vitamine e nutrienti essenziali come vitamina A e ferro ("fame nascosta")
solo il 42% dei bambini viene nutrito in modo esclusivo con l'allattamento fino al sesto mese dopo la nascita, come prescritto da UNICEF e OMS
dal 2000 al 2016, la percentuale globale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è raddoppiata, passando dal 10 al 20%
in Italia la percentuale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è ormai del 36,8%, con un +39,1% rispetto al 1990.
Circa il 45% dei bambini sotto i 2 anni non mangia regolarmente frutta o verdure, e ben il 60% non ha una dieta che includa uova, latticini, pesce o carne
Il 42% degli adolescenti che vanno a scuola in paesi a basso e medio reddito consumano bibite zuccherate e gassate almeno una volta al giorno, e il 46% mangia cibo da fast food almeno una volta a settimana. Questi tassi salgono al 62% e al 49%, rispettivamente, per gli adolescenti nei paesi ad alto reddito.
«Nonostante tutti i progressi tecnologici, culturali e sociali degli ultimi decenni, abbiamo perso di vista questo fatto fondamentale: se i bambini non mangiano adeguatamente, non vivono in condizioni adeguate» commenta Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell'UNICEF. «Milioni di bambini sopravvivono con una dieta poco salubre perché non hanno una scelta migliore. Il modo che conosciamo e con cui rispondiamo alla malnutrizione deve cambiare: non si tratta più solo di dare abbastanza cibo ai bambini, ma prima di tutto di dare loro quello giusto. Questa è la sfida comune che abbiamo di fronte, oggi.»
Dal latte in polvere al junk food
Il rapporto fornisce la ricerca maggiormente esaustiva del 21° secolo sulla malnutrizione infantile in tutte le sue forme. Descrive un triplice scenario di malnutrizione: denutrizione, fame nascosta dovuta alla mancanza di nutrienti di base e sovrappeso tra i bambini sotto i 5 anni.
Il rapporto ricorda che cibo e alimentazione scarsi iniziano nei primi giorni di vita. Attraverso l’allattamento è possibile salvare vite: per esempio, solo il 42% dei bambini sotto i 6 mesi viene esclusivamente allattato, mentre cresce il numero di bambini che ricevono sostituti del latte materno. Le vendite di prodotti a base di latte in polvere sono cresciute del 72% tra il 2008 e il 2013 nei paesi reddito medio-alto come Brasile, Cina e Turchia, principalmente a causa di marketing inappropriato e scarse politiche e programmi per proteggere, promuovere supportare l’allattamento.
Secondo il rapporto, nella transizione dei bambini al cibo soffice o al solido attorno ai sei mesi, troppi sono introdotti a una dieta sbagliata. Nel mondo, circa il 45% dei bambini tra i 6 mesi e i 2 anni non riceve frutta o verdure. Circa il 60% non mangia uova, latticini, pesce o carne.
Quando i bambini crescono, la loro esposizione a cibi non salutari diventa allarmante, principalmente a causa di marketing e pubblicità inappropriate, l’abbondanza di cibi iper-processati nelle città ma anche in aree remote e un accesso ai fast food e a bevande altamente zuccherate in aumento.
Per esempio, il rapporto dimostra che il 42% degli adolescenti che vanno a scuola in paesi a basso e medio reddito consuma bibite zuccherate gassate almeno una volta al giorno e il 46% mangia cibo da fast food almeno una volta a settimana. Questi tassi aumentano al 62% e al 49%, rispettivamente, per gli adolescenti nei paesi ad alto reddito.
Come risultato, i livelli di sovrappeso e obesità nell’infanzia e nell’adolescenza stanno aumentando in tutto il mondo. Dal 2000 al 2016, la percentuale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è raddoppiata da 1 su 10 a circa 1 su 5. Rispetto al 1975, il numero di bambini e ragazzi in questa fascia d’età che soffrono di obesità è 10 volte maggiore per le ragazze e 12 volte maggiore per i ragazzi.
«Malnutrizione non significa solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o malsano.» sottolinea il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.
«Attraverso questo rapporto, si vuole mettere in luce anche il problema dell’obesità infantile che sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria epidemia. In Europa orientale e in Asia centrale, circa 1 bambino su 7 sotto i 5 anni è in sovrappeso. Appare preoccupante la situazione nel nostro paese: in Italia, la percentuale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è del 36,8%, con un aumento del 39,1% rispetto al 1990.»
Il rapporto indica che il peso maggiore della malnutrizione in tutte le sue forme è sulle spalle dei bambini e degli adolescenti delle comunità più povere e marginalizzate. Solo 1 bambino su 5 dai 6 mesi ai 2 anni nelle famiglie più povere ha una dieta sufficientemente bilanciata per una crescita sana. Anche nei paesi ad alto reddito, come il Regno Unito, la percentuale di bambini in sovrappeso è oltre due volte maggiore nelle aree più povere rispetto a quelle più ricche.
Il rapporto inoltre indica che i disastri legati al clima causano forti crisi alimentari. La siccità, per esempio, è responsabile dell’80% dei danni e delle perdite in agricoltura, con degli effetti drammatici su quale tipo di cibo è disponibile ai bambini e alle famiglie, e anche sulla qualità e il prezzo di quel cibo.
Per rispondere alla crescente crisi della malnutrizione in tutte le sue forme, l’UNICEF lancia un appello urgente ai governi, al settore privato, ai donatori, ai genitori, alle famiglie e alle imprese per aiutare i bambini a crescere in salute:
1. Permettendo alle famiglie, ai bambini e ai giovani di chiedere cibo nutriente, anche migliorando l’educazione alimentare e usando leggi collaudate – come le tasse sullo zucchero – per ridurre la domanda di cibo non sano;
2. Spingendo i fornitori di prodotti alimentari a fare la cosa giusta per i bambini, incentivando la fornitura di cibo sano, conveniente e a prezzo accessibile;
3. Costruendo ambienti con cibo sano per i bambini e gli adolescenti, utilizzando approcci comprovati, come etichette accurate e facili da comprendere e controlli maggiori sul marketing di cibi non sani;
4. Mobilitando i sistemi di supporto – salute, acqua e servizi igienico-sanitari, istruzione e protezione sociale – per aumentare i risultati sulla nutrizione per tutti i bambini;
5. Raccogliendo, analizzando e utilizzando dati e prove di buona qualità per guidare l’azione e tracciare i progressi.
«Stiamo perdendo terreno nella battaglia per una dieta sana per ogni bambino» sinterizza la direttrice dell'UNICEF H. Fore. «Questa non è una battaglia che possiamo vincere da soli. C'è bisogno che i governi, il settore privato e la società civile rendano la nutrizione dei bambini una priorità e lavorino insieme per affrontare alla radice la nutrizione non sana, in tutte le sue forme.».
https://www.unicef.it/media/rapporto-unicef-2019-malnutrizione/
Salute Nel 2022 più bambini obesi che sottopeso
Le due facce della malnutrizione evidenziate in uno studio su Lancet: nei Paesi a rapida trasformazione a preoccupare sono sempre di più i chili di troppo a fronte di una dieta inadeguata e poco sana.
https://www.focus.it/scienza/salute/nel-2022-piu-bambini-obesi-che-sottopeso
UNA CRESCITA VERTIGINOSA. Oltre un migliaio di ricercatori ha contribuito alla ricerca, la più completa mai svolta su come sia cambiata l'obesità in quattro decenni. Sono stati considerati peso e altezza di quasi 129 milioni di persone sopra i cinque anni di età, 31,5 milioni dei quali tra i 5 e i 19 anni. Negli ultimi 40 anni il numero di bambini e ragazzi obesi è più che decuplicato, passando dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016 (inoltre, nel 2016 altri 213 milioni di bambini e adolescenti risultavano sovrappeso, ma sotto la soglia dell'obesità).
Tornando ai tre esempi fatti per la sicurezza alimentare, riportiamo i valori di Stati Uniti, Europa e Italia di sovrappeso e obesità. Negli Stati Uniti il sovrappeso riguarda ben il 70,20% della popolazione adulta (di cui obesi 36,20%). In Europa questa percentuale è ben più bassa: circa il 58,7% è sovrappeso, di cui il 23,20% obeso.
Cibo, il paradosso mondiale: un miliardo di persone obese,un altro miliardo malnutrito
Un terzo della produzione alimentare viene utilizzato per nutrire gli animali e il 45% del mais Usa serve per i biocarburanti
Il sistema alimentare globale deve essere ripensato radicalmente. L’allarme è ormai diffuso a livello di tutte le agenzie internazionali, dalle Nazioni Unite in giù per importanza. I principali paradossi che affliggono il pianeta ruotano, infatti, attorno al tema del cibo. Spesso in modo diretto: oltre un miliardo di individui sulla Terra sono colpiti da obesità o sovrappeso, un altro miliardo è malnutrito se non addirittura senza cibo. Non ha accesso a sufficienti risorse alimentari. Un numero ancor maggiore di persone (1,4 miliardi) vive con meno di 1,25 dollari al giorno.
CIBO PER TUTTI - Già oggi il sistema alimentare globale sarebbe in grado di fornire cibo sufficiente a tutti, ma un terzo dell’intera produzione alimentare viene utilizzato per nutrire i circa tre miliardi di animali da allevamento. E attenzione: la zootecnia, nel corrente sistema, contribuisce in maniera significativa ai fenomeni di cambiamento climatico. Si stima infatti che sia responsabile di almeno il 50% delle emissioni agricole di gas serra. Non solo. Altra distorsione che toglie cibo agli esseri umani: l’utilizzo di considerevoli parti dei terreni agricoli e dei raccolti globali per la produzione di biocarburanti. Negli Stati Uniti, l’economia più grande del pianeta, nel 2011 il 45% del mais raccolto è stato destinato alla produzione di biofuel. Questa forma di concorrenza tra cibo e carburante, non è accettabile considerando che milioni di persone potrebbero nutrirsi con ciò che diventa carburante.
DISPARITA'- Il sistema alimentare mondiale è in grado di produrre oggi poco meno di 2.800 calorie a persona ogni giorno, a fronte di un reale fabbisogno calorico medio pro capite per un individuo adulto di 2.550 calorie. Quindi tutti potrebbero mangiare e invece così non è. E siamo 7 miliardi. Quando saremo 9, continuando con gli squilibri di oggi, ben un terzo della popolazione rientrerà nell’area fame e malnutrizione. Mentre un altro terzo mangerà per due ammalandosi di obesità, diabete, disabilità precoci. Risultato: due terzi del pianeta, per motivi diversi, sarà ammalato di cibo.
SPRECHI ALIMENTARI - E colpisce il fatto che, nel mondo occidentale, ogni cittadino spreca una quantità di cibo pari a circa 2.054 chilocalorie: si tratta del fabbisogno calorico di una persona. Questo, mentre, 868 milioni di persone a livello globale soffrono la fame. Una mano sulla coscienza bisognerebbe metterla. Ma il fenomeno scandaloso dello spreco alimentare non si manifesta solo nell’ingiusta distribuzione dei beni a livello mondiale. Piuttosto, comporta una serie di ricadute disastrose anche sull’ambiente, sia perché gli stessi rifiuti sono fonte di C02, sia perché lo spreco disperde risorse preziose come acqua, terra, petrolio ed energia impiegati per produrre il cibo lungo la filiera. In Italia, ad esempio, gli sprechi agroalimentari dal campo alla tavola emettono circa 4 milioni di tonnellate di CO2, energia sufficiente ad alimentare i consumi energetici della popolazione italiana in un anno. Si calcola che la somma dei prodotti lasciati nei campi e dello spreco dell’industria alimentare comporti uno spreco totale di 186.000 tonnellate equivalenti di petrolio. Una quantità sufficiente per riscaldare 122.000 appartamenti da 100 mq per un anno.
SPRECHI DI ACQUA - A livello europeo, ogni persona spreca all’anno circa 60 metri cubi di acqua, pari a 12mila bottiglie da un litro e mezzo, e 334 metri quadri di terra arabile, poco meno di un campo da basket. «Il paradosso di oltre 800 milioni di persone che non hanno accesso al cibo, a fronte di uno spreco alimentare pari a oltre il 30% della produzione globale, non è soltanto intollerabile dal punto di vista etico – dice Riccardo Valentini, membro del gruppo di Al Gore che nel 2007 vinse il Nobel per la Pace. Valentini, noto esperto di ambiente e sistemi agricoli-forestali, nel board del Barilla center for food and nutrition (Bcfn) sostiene che anche in Italia si sono verificati segnali preoccupanti. Valentini, a Milano, spiega al Corriere: «Si tratta di una vera e propria emergenza anche sul fronte ambientale, che governi e istituzioni di tutto il mondo devono affrontare con decisione. Acqua, energia e ettari di terreno vengono utilizzati per produrre cibi che vengono poi gettati, con costi enormi per la salute del Pianeta. È ormai necessario rivedere radicalmente i comportamenti e le abitudini di consumo di buona parte degli abitanti della Terra, in particolare nel mondo Occidentale».
Per lui il Nobel insieme ad Al Gore è arrivato grazie alle ricerche sul ruolo dei sistemi agricoli e forestali per l’attuazione degli accordi delle Nazioni Unite nei cambiamenti climatici e l’effetto serra. Con lui, nel board Bcnf, Danielle Nierenberg, esperta di agricoltura sostenibile e fondatrice,con Ellen Gustafson, di «FoodTank: the Food Think Tank», organizzazione nata per combattere fame, obesità e povertà attraverso soluzioni sostenibili che salvaguardino la salute del pianeta. Il suo pensiero: «Il pianeta non può più aspettare: oltre un miliardo di tonnellate di cibo gettato ogni anno potrebbe sfamare per quattro volte tutte le persone malnutrite, con effetti immediati nella lotta contro la fame
https://www.corriere.it/salute/nutrizione/13_giugno_26/sistema-alimentare-globale_b27e6c48
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