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BARRA A DRITTA
Trasmissione del 18 gennaio 2023
"Continua il rebus Mes per l’Italia.
Malgrado l’ottimismo trapelato da Bruxelles – dove sia il direttore del Mes, Pierre Gramegna, che il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, hanno lasciato trapelare un cauto ottimismo sui passi avanti fatti dal governo – fonti dell’esecutivo italiano smentiscono la ratifica a breve del Meccanismo europeo di stabilità. A quanto si apprende, fino a quando non ci sarà un atto parlamentare che cambi la posizione espressa nella mozione del 30 novembre scorso, il governo sarà in difficoltà a procedere con la ratifica del meccanismo.
La mozione, che impegnava il governo a non “approvare il disegno di legge di ratifica del Trattato istitutivo del Mes”, rappresenterebbe infatti un freno al sì al meccanismo. Sarebbe un atto di “autosfiducia”, confermano le fonti governative. “La possible ratifica della riforma del Mes da parte dell’Italia sarebbe un fatto positivo”, ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, arrivando alla riunione dell’Eurogruppo. “La decisione spetta al governo italiano, vediamo in che termini e in che tempi verrà presa”, ha affermato ancora Gentiloni. “Due cose sono sicure. La prima è che l’Italia è stata fra i Paesi che due anni fa hanno deciso questo emendamento allo statuto del Mes, e la seconda è che questo emendamento è utile. Una volta che sarà ratificato, e sono fiducioso sul fatto che tutti i Paesi lo faranno, darà strumenti ulteriori al Mes per affrontare eventuali crisi”, ha aggiunto il commissario. “Ciascun Paese può decidere se utilizzarlo o meno. Ma lo statuto rivisto serve all’insieme degli Stati membri, a prescindere da chi deciderà di utilizzarlo”, ha concluso Gentiloni.
Stando alle fonti del governo, in questo momento non ci sarebbe una maggioranza parlamentare italiana a favore della ratifica del Mes. Sono note, infatti, le posizioni contrarie di Lega e Fratelli d’Italia, anche se sembravano esserci state timide aperture negli ultimi giorni. Anche il vicepressidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, questa mattina aveva parlato di “qualche progresso” all’arrivo a Bruxelles. “Speriamo di poter puntare a una ratifica del trattato Mes in tutta l’Ue”, aveva dichiarato ai cronisti arrivando all’Eurogruppo.
Posizione possibilista è anche quella del presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, che in conferenza stampa ha parlato della ratifica dello Strumento europeo di stabilità. “La Germania ha ratificato con successo il trattato del Mes rivisto e la Croazia sta facendo progressi molto rapidi in merito. Dopo aver visitato Roma la scorsa settimana, voglio riconoscere il lavoro che è in corso su questo importante argomento nel governo italiano”, ha dichiarato. “L’assicurazione che ho ricevuto nel corso della visita è il riconoscimento, da parte del ministro Giorgetti, dell’importanza di questo tema”, ha aggiunto. Dello stesso avviso anche il direttore del Mes Pierre Gramegna. “La scorsa settimana mi sono recato in Italia, dove ho avuto incontri costruttivi sia con il ministro dell’Economia che con il primo ministro”, ha detto. “Abbiamo avuto un ottimo scambio di opinioni e ora tutto è nelle mani del Parlamento italiano. Come tutti i nostri Paesi, l’Italia è una democrazia. Dobbiamo rispettare le procedure in ogni Stato e, in particolare, rispettare il Parlamento italiano”, ha concluso.
Lo stallo sembra legato anche ai tempi di una possible ratifica che, secondo alcune voci da Bruxelles, potrebbe essere usata come possible moneta di scambio per possibili variazioni del Pnrr italiano. “Sono fiducioso sul fatto che il processo di completamento delle ratifiche andrà avanti nella giusta direzione. La decisione spetta al governo italiano, naturalmente”, ha chiosato Paolo Gentiloni nella conferenza stampa finale dell’incontro di oggi, rimandando di fatto la discussione ai prossimi incontri fra le parti."
"Del Mes, Meccanismo europeo di stabilità o Fondo salva-Stati, si è detto apparentemente tutto e di tutto. Negli ultimi giorni si è assistito a un florilegio di proposte su come utilizzarlo: da ente che assorba i titoli di Stato detenuti dalla Bce a “volano per gli investimenti”, fino a fondo di supporto per l’emissione di eurobond. Ipotesi interessanti, anche “un po’ fantasiose”, ma politicamente irrealistiche, afferma Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale nell’Università Cattolica di Milano.
La Meloni pare voler andare diritta verso la ratifica perché rimarremmo soli in Europa, o “perché bloccheremmo anche gli altri”. A fronte di questa confusione converrebbe piuttosto rileggersi il trattato riformato, che attribuisce al Meccanismo una prerogativa apparentemente “innocente” sulla quale è stato detto poco o nulla.
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