Name: IL CARNEVALE e le origini egiziane-La vera storia DOCUMENTARIO un canale che si chiama il covo di Diana ripeto e che parla di stregoneria e di paganesimo..quindi questo dimostra che ho ragione a dire che sono pagani di merda i massoni
Uploaded: 2022-12-11T21:43:16+00:00
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Description: https://en.wikipedia.org/wiki/Dianic_Wicca La Wicca Dianica, nota anche come Stregoneria Dianica,è una moderna tradizione pagana della dea, incentrata sull'esperienza e l'emancipazione femminile. La l

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https://en.wikipedia.org/wiki/Dianic_Wicca La Wicca Dianica, nota anche come Stregoneria Dianica,è una moderna tradizione pagana della dea, incentrata sull'esperienza e l'emancipazione femminile. La leadership è fatta da donne, che possono essere ordinate sacerdotesse, o in gruppi meno formali che funzionano come collettivi.Mentre alcuni aderenti si identificano come Wiccan, differisce dalla maggior parte delle tradizioni della Wicca in quanto solo le dee sono onorate (mentre la maggior parte delle tradizioni Wicca onorano sia le divinità femminili che maschili). [2][3]

Mentre c'è più di una tradizione conosciuta come Dianic,[2] la più conosciuta è la varietà per sole donne,[1] con la tradizione più importante fondata da Zsuzsanna Budapest negli Stati Uniti nel 1970.[3][2] È notevole per il suo culto di una singola Grande Dea monoteista. (con tutte le altre dee - di tutte le culture del mondo - viste come "aspetti" di questa Dea) e un focus sul matriarcato egualitario. Mentre la tradizione prende il nome dalla dea romana Diana, i dianici adorano dee di molte culture, all'interno del quadro rituale Wiccan dianico. [3] Diana, (considerata correlata all'Artemide greca) "è vista come rappresentante di un tema mitico centrale della cosmologia identificata dalla donna. È la protettrice delle donne e dello spirito selvaggio e selvaggio della natura". [4]

La credenza e la struttura rituale del Wiccan Dianico sono una combinazione eclettica di elementi della Wicca tradizionale britannica, della magia popolare italiana registrata da Charles Leland in Aradia, delle credenze New Age e della magia popolare e delle pratiche di guarigione di una varietà di culture diverse. I Wiccan Dianic del lignaggio di Budapest adorano la Dea, che vedono come contenente tutte le dee, di tutte le culture; È vista come la fonte di tutte le cose viventi e contiene tutto ciò che è dentro di lei. [3]

Mentre Diana ha un triplice aspetto, è nel suo aspetto di Vergine Cacciatrice che guida le sue figlie verso l'interezza. Lei è "vergine" nel senso antico di "Colei che è intera per se stessa". L'antico significato di "vergine" descriveva una donna non sposata, autonoma, appartenente esclusivamente a se stessa. Il significato originale di questa parola non era collegato a un atto sessuale con un uomo. Diana / Artemide non si associava o si sposava con gli uomini, motivo per cui queste Dee sono spesso considerate lesbiche. [4]

Le congreghe dianiche praticano la magia sotto forma di meditazione e visualizzazione oltre al lavoro di incantesimi. Si concentrano soprattutto sulla guarigione di se stessi dalle ferite del patriarcato mentre affermano la propria femminilità. [4]

I rituali possono includere la rievocazione della tradizione religiosa e spirituale da un punto di vista centrato sulla donna, la celebrazione del corpo femminile e il lutto per gli abusi della società sulle donne. [5] La pratica della magia è radicata nella convinzione che l'energia o la "forza vitale" possa essere diretta a mettere in atto il cambiamento. [6] Tuttavia è importante notare che i rituali sono spesso improvvisati per soddisfare esigenze individuali o di gruppo e variano da congrega a congrega. [7] Alcuni Wiccan Dianic evitano l'incantesimo manipolativo e l'esasperazione perché va contro il Wiccan Rede. Tuttavia, molte altre streghe dianiche (in particolare Budapest) non considerano sbagliato l'esasperazione o la legatura di coloro che attaccano le donne e incoraggiano attivamente il legame degli stupratori. [3]

Differenze dalla Wicca tradizionale

Diana (o Artemide, con il suo nome greco) come protettrice delle donne e della natura selvaggia[8]
Come altri Wiccan, i Dianics possono formare congreghe, partecipare a feste, celebrare le otto principali festività Wiccan e riunirsi sugli Esbat. [3] Usano molti degli stessi strumenti d'altare, rituali e vocabolario degli altri Wiccan. I dianici possono anche riunirsi in circoli meno formali. [9] La differenza più evidente tra i due è che le congreghe dianiche del lignaggio di Budapest sono composte interamente da donne. [3][2] Al centro dell'attenzione e della pratica dianica femminista ci sono i Misteri delle Donne incarnati - le celebrazioni e l'onore del ciclo di vita femminile e le sue corrispondenze al ciclo stagionale della Terra, la guarigione dall'oppressione interiorizzata, la sovranità femminile e l'agenzia. Un'altra marcata differenza nella cosmologia rispetto alle altre tradizioni Wiccan è il rifiuto del concetto di dualità basato su stereotipi di genere.

Alla domanda sul perché "uomini e dei" siano esclusi dai suoi rituali, Budapest ha dichiarato:

È la legge naturale, come le donne fanno così il mondo, i loro figli, e questo è per tutti. Se innalzi le donne, hai innalzato l'umanità. Gli uomini devono imparare a sviluppare i propri misteri. Dov'è l'ordine di Attis? Padella? Zagreus? Non solo ricercarlo, ma poi renderlo popolare come ho fatto io. Dove sono i riti dionisiaci? Penso che gli uomini siano pigri in questo aspetto non lavorando su questo per se stessi. È compito loro, non nostro.

— durante un'intervista del 2007[9]
Studi sociologici hanno dimostrato che esiste un valore terapeutico inerente al rituale dianico. I rituali di guarigione per superare il trauma personale e aumentare la consapevolezza sulla violenza contro le donne hanno guadagnato paragoni con i gruppi di sensibilizzazione centrati sulle donne degli anni 1960 e 70.[10][11] Alcuni gruppi dianici sviluppano rituali specifici per affrontare traumi personali di genere, come batteria, stupro, incesto e abuso del partner . In uno studio etnografico di tale rituale, le donne hanno spostato la loro comprensione del potere dalle mani dei loro aggressori a se stesse. Si è scoperto che questo rituale aveva migliorato l'autopercezione nei partecipanti a breve termine e che i risultati potevano essere sostenuti con la pratica in corso. [12][13]

La Wicca Dianica si è sviluppata dal Movimento di Liberazione delle Donne e alcune congreghe tradizionalmente si confrontano con il femminismo radicale. Dianics è orgogliosa dell'inclusione di membri lesbiche e bisessuali nei loro gruppi e leadership. È un obiettivo all'interno di molte congreghe esplorare la sessualità femminile e la sensualità al di fuori del controllo maschile, e molti rituali funzionano per affermare la sessualità lesbica,[4] rendendola una tradizione popolare per lesbiche e bisessuali. Alcune congreghe sono composte esclusivamente da donne orientate allo stesso sesso e sostengono il separatismo lesbico. [6] Ruth Barrett scrive:

Per altri Dianic lesbici, così come per i Dianic eterosessuali e bisessuali, escludere i maschi dalla partecipazione al rituale non nasce da un rifiuto dei maschi, ma piuttosto da un abbraccio dei riti biologici di passaggio unici delle donne e di come vivere nel corpo femminile in un mondo patriarcale informi e influenzi le nostre vite. Molte donne scelgono il rituale separatista dianico semplicemente per la gioia, il divertimento, il piacere, la sensazione di sicurezza e il valore che derivano dall'essere in uno spazio esclusivamente femminile con altre donne che la pensano allo stesso modo. [4]

Storia
Aradia, o il Vangelo delle Streghe, afferma che gli antichi culti di Diana, Afrodite, Aradia ed Erodiade legati ai Sacri Misteri sono l'origine della congrega tutta al femminile e di molti miti delle streghe come li conosciamo.

Il ramo di Budapest della Wicca Dianica iniziò il solstizio d'inverno del 1971, quando Budapest guidò una cerimonia a Hollywood, in California. [3][2] Auto-identificandosi come una "strega ereditaria",[3][2] e affermando di aver imparato la magia popolare da sua madre,[3][2] Budapest è spesso considerata la madre della moderna tradizione Wiccan Dianica. [2] La stessa Wicca Dianica prende il nome dall'omonima dea romana. [14] Ruth Rhiannon Barrett è stata ordinata da Z Budpest nel 1980 ed ha ereditato il ministero di Budapest a Los Angeles. Questa comunità continua attraverso il Circolo di Aradia, un boschetto del Tempio di Diana, Inc.[14]

Denominazioni e tradizioni correlate

Simbolo Wiccan della Tripla Dea modificato
Tradizioni derivate da Zsuzsanna Budapest - Congreghe per sole donne gestite da sacerdotesse addestrate e iniziate da Budapest.
Streghe dianiche indipendenti - che potrebbero essere state ispirate da Budapest, dalle sue opere pubblicate (come The Holy Book of Women's Mysteries) o da altri movimenti di spiritualità femminile, e che enfatizzano lo studio indipendente e l'auto-iniziazione.
McFarland Dianic
McFarland Dianic è una tradizione neopagana di culto della dea fondata da Morgan McFarland e Mark Roberts che, nonostante il nome condiviso, ha una teologia e una struttura diverse rispetto ai gruppi di sole donne. Nella maggior parte dei casi, i McFarland Dianics accettano partecipanti maschi. [2] McFarland basa in gran parte la loro tradizione sul lavoro di Robert Graves e sul suo libro The White Goddess. Mentre alcune congreghe di McFarland inizieranno gli uomini, la leadership è limitata alle sacerdotesse donne. Come le tradizioni dianiche per sole donne, "le congreghe dianiche di McFarland sposano il femminismo come un concetto importantissimo". https://rumble.com/v1zveu6-cilindri-e-antenne-egiziepiramidoterapiagenesabiotensorpotere-antico-video-.html?mref=rljsx&mc=e5yi vi lascio il link del canale youtube così potete vederlo anche voi è giusto che soffrite pure voi come me li subisco io questi video:
https://www.youtube.com/@ilcovodidiana4400/featured
detto questo spieghiamo carnevale...
Il Navigium Isidis (la nave di Iside) era un rito in maschera molto festoso dedicato alla vicenda della dea Iside; ella fece risorgere il suo sposo Osiride dopo aver ritrovato, viaggiando per mari, tutte le parti del suo corpo smembrato. La celebrazione della vicenda di Iside venne diffusa nella religione romana in tutto l'impero verso il 150 d.C.[1] La festa, che si teneva nella prima luna piena dopo l'equinozio di primavera, consisteva in un corteo in maschera in cui un'imbarcazione di legno veniva ornata di omaggi floreali. Con la tradizione cattolica il Navigium Isidis è stato diviso in Pasqua (resurrezione dello smembrato dopo l'equinozio di primavera), e Carnevale (carrus navalis, la processione delle maschere)
https://it.wikipedia.org/wiki/Navigium_Isidi
Origini egiziane
In questo rito, Iside veniva celebrata in quanto simbolo del Principio femminile e della sua fertilità, che domina l'esistente.[3] Nell'originario mito egizio, Iside viaggia per mari alla ricerca delle parti del corpo dello smembrato marito Osiride; le ritrova tutte, tranne il fallo, le ricompone e lo fa risorgere.

Nel rito romano, veniva costruita come arca un'imbarcazione di legno ornata di omaggi floreali, la quale veniva prima fatta trasportare dalle acque del Tevere, poi seguita dalla folla in maschera che compiva, la maggior parte delle volte, riti canori.

Collocazione temporale, Pasqua e Carnevale
Il Navigium Isidis si teneva in data variabile corrispondente alla prima luna piena seguente l'equinozio di primavera. Il Navigium Isidis è stato poi sostituito dalla celebrazione della resurrezione di Cristo, la Pasqua cristiana, dopo che, nel 391, il cattolicesimo venne ufficializzato come religione dell'Impero Romano; la Pasqua ha mantenuto la datazione legata alla prima luna piena dopo l'equinozio di primavera.[2] Per evitare la sovrapposizione tra Pasqua e Navigium Isidis, il Navigium venne spostato indietro di quaranta giorni, edulcorato e rinominato in Carnevale (carrus navalis).[2] La festa del Navigium Isidis è stata quindi divisa in due dalla Chiesa Cattolica: la parte della resurrezione dello smembrato Osiride è confluita nella Pasqua; la parte della processione delle maschere è confluita nel Carnevale.[2]

Descrizione di Apuleio
Apuleio, nel suo romanzo Le metamorfosi, ha descritto il Navigium Isidis; le navi di Nemi dell'imperatore Caligola erano probabilmente dedicate a questo rito, in quanto corrispondono alla descrizione di Apuleio

si è ipotizzato che il termine possa aver tratto origine dalla parola carnualia ("giochi campagnoli") o ancora dalla locuzione carrus navalis ("nave su ruote", quale esempio di carro carnevalesco)se non addirittura da currus navalis ("corteo navale"), usanza di origine pagana
Religione Paganesimo
https://it.wikipedia.org/wiki/Carnevale
Origine
I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività molto antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.[10] Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare. Nel mondo antico, romano la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'Impero romano,, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio[11].

Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale.[12] In Babilonia poco dopo l'equinozio primaverile veniva riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo. Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell'universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il salvatore.

Nel corteo c'era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa - simbolo della parte superiore dello Zodiaco - verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell'ordine sociale e morale. Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell'Eterno Ritorno: "Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la[13] presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell'anno e nell'attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia"[14].

Più oltre Eliade afferma che "allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte (il caos primordiale non è riattualizzato?) e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi".[15] Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il "bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia".[16]

Eliade scrive che "l'orgia è anch'essa una regressione nell’oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate".[17] L'autore aggiunge poi che "sul livello cosmologico l'orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l'orgia corrisponde al Grande Tempo, all'istante eterno, alla non - durata. La presenza dell'orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l'abolizione della Creazione.

La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), dalla sospensione di tutte le norme, ecc. Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo - la comunità è l'immagine del mondo - e alla restaurazione dell'illud tempus primordiale ("quel tempo", il Grande Tempo mitico e a - storico delle origini; N.d.A.), che è evidentemente il momento mitico del principio (caos) e della fine (diluvio universale o ekpyrosis, apocalisse). Il significato cosmologico dell'orgia carnascialesca di fine d'anno è confermato dal fatto che al Caos segue sempre una nuova creazione del Cosmo"[18].

Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l'uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere " soprannaturale " rappresentato.

Oinochoe raffigurante la sfilata di un gufo armato durante la celebrazione delle Antesterie (410–390 a.C.).
Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi (Giappone, mondo germanico, ecc.), sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. In questo intervallo paradossale fra due tempi (= fra due Cosmi), diventa possibile la comunicazione tra vivi e morti, cioè fra forme realizzate e il preformale, il larvale.”[19]. Il carattere infernale e diabolico delle maschere è riconoscibile in particolare in certe maschere come il già citato Arlecchino (maschera policroma e fiammante vestito a losanghe policrome), Pulcinella (volto metà bianco e metà nero e camice bianco), Zanni (tunica e calzoni bicolori). Tra le maschere regionali italiane che maggiormente testimoniano l'origine infero-demoniaca ci sono i mamuthones e gli issohadores in Sardegna.[20] Alla fine il tempo e l'ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti (nuova Creazione) con un rituale di carattere purificatorio[21] comprendente un "processo", una "condanna", la lettura di un "testamento" e un "funerale" del carnevale[22] il quale spesso comporta il bruciamento del "Re carnevale" rappresentato da un fantoccio (altre volte l'immagine - simbolo del carnevale è annegata o decapitata). Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee (sulla morte rituale del carnevale si veda anche Il ramo d'oro di James George Frazer[23]). Il processo e la messa a morte del Carnevale, sul quale si addossano tutti i mali della comunità, è la parodia di un vero e proprio processo con imputato, avvocato difensore, pubblico ministero ed altri personaggi. Il Carnevale fa testamento, ma altre volte il testamento viene fatto da un suo equivalente.[24]

“La ripetizione simbolica della cosmogonia, che segue all'annientamento simbolico del mondo vecchio, rigenera il tempo nella sua totalità”[25].[26]

Più prosaica l'analisi dell'antropologo sociale James C. Scott, che individua nel carnevale una parentesi volta a ribadire chi detiene in fondo il potere nel resto dell'anno, a guisa di panem et circenses.[27]

Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate "trionfi" e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio dal Magnifico. Nella Roma del regno pontificio si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.[28]

Nella storia dell'arte, famosa opera pittorica è la Lotta tra Carnevale e Quaresima del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio.[29] Personaggi mascherati del carnevale veneziano sono presenti in vari dipinti del Settecento veneziano di Canaletto, Francesco Guardi e negli interni di Pietro Longhi. Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda[30], il carnevale di Poggio Mirteto, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana[31] termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale".