Sit in Tribunale Cagliari per pronunciamento Corte Costituzionale

1 year ago
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Sit in 29 /11/22 ore 10,00 di SaDefenza e Is Pipius, al Tribunale Cagliari per dire NO a obbligo vaccinale , il 30 Novembre la Corte Costituzionale si deve pronunciare sugli obblighi vaccinali relativi al covid 19 , Dopo più di due anni la consulta si esprimerà su una situazione diventata ormai insostenibile:
A fronte di una norma motivata dallo scopo di “impedire la malattia e assicurare condizioni di sicurezza in ambito sanitario”, infatti, l’obbligo vaccinale non soddisferebbe affatto alcuno di tali requisiti, sia in riferimento alla salute pubblica (immunizzazione) come affermato dagli stessi report degli istituti di vigilanza europei ed internazionali (AIFA, Euromomo, Eudravigilance, ecc.), sia del singolo cittadino obbligato a un farmaco coperto da segreto “militare” sconosciuto nei componenti quanto, per ammissione delle stesse case produttrici, negli “effetti a lungo e medio termine – mentre si sa che nel breve termine hanno già causato migliaia di decessi ed eventi avversi gravi;” (Trib. di Firenze, Sec. Sez. Civile, n. 7360/2022).
All’unisono, in ambito giuridico è parere di diversi illustri costituzionalisti la violazione di numerosi articoli della nostra Costituzione: in particolare almeno otto: artt. 1, 2, 3, 4, 32, 33, 34, 41, in netto contrasto con i diritti fondamentali della persona sanciti anche dai trattati internazionali puntualmente ratificati dal nostro paese.
L’introduzione del green pass, nella forma imposta dal governo italiano, diversamente da quanto previsto dalla normativa UE (anch’essa discutibile), ha reso ulteriormente più evidente la significativa compressione di diversi diritti inviolabili come quello della libera circolazione e del lavoro.
Nell’Ordinanza del Tribunale di Catania, Giudice del Lavoro del 14.03.2022, si legge: “Non appare pleonastico ricordare che il diritto al lavoro costituisca una delle principali prerogative dell’individuo, su cui si radica l’ordinamento italiano, che trova protezione nell’ambito dei “principi fondamentali” della Carta costituzionale (artt. 1, 4) e che viene tutelato, non solo in quanto strumento attraverso cui ciascuno può sviluppare la propria personalità (art. 2), potendo così concorrere al progresso materiale e spirituale della società (art. 4), ma innanzitutto perché costituisce il mezzo per assicurare alla persona e al rispettivo nucleo familiare, attraverso la giusta retribuzione, il diritto fondamentale di vivere un’esistenza libera e dignitosa (art. 36 Cost.)”.

Qualora la decisione della Corte Costituzionale tentasse di salvaguardare giuridicamente l’azione politica dei governi Conte e Draghi durante il periodo della cosiddetta “pandemia covid”, attraverso il sostegno della legittimità costituzionale di tutti gli atti amministrativi emanati per limitare le libertà fondamentali e per impedire ai cittadini danneggiati di attivare le possibili azioni risarcitorie nei confronti dello Stato, oltre all’evidente legittimazione di un sopruso inaccettabile, aprirebbe un pericoloso precedente giuridico atto a legittimare qualsivoglia “stato d’emergenza”, in frode al dettato costituzionale e funzionale a dare il via libera a generalizzate, gravissime e illiberali limitazioni della vita dei singoli e della collettività intera, cosi come d'altronde tristemente già avvenuto.

E’ invece auspicabile che la Corte Costituzionale, con la sua sentenza, ponga finead un lungo susseguirsi di ripetute, gravi violazioni di cui alcune ancora incomprensibilmente in vigore pur in assenza di condizioni che ne giustifichino l’applicazione.
Che prenda atto degli effetti avversi riconosciuti in connessione alle terapie vaccinali, spesso irreversibili, come riportato dallo stesso Istituto Superiore della Sanità (dati anch’essi sottostimati visto l’attivazione della sola vigilanza passiva), nonché degli inconoscibili effetti a medio e lungo termine originati dalla totale assenza di ogni preventiva e necessaria sperimentazione farmacologica dei prodotti utilizzati.
Alla luce delle recenti dichiarazioni rilasciate dal dirigente della Pfizer in audizione presso il Parlamento Europeo, circa la mancata esecuzione da parte dell’azienda farmaceutica delle sperimentazioni necessarie alla messa in commercio di tale farmaco, appare oltremodo inaccettabile, oltre che politicamente e socialmente immorale, per uno Stato che osa dichiararsi Civile, usare in deroga a qualsiasi criterio di prudenza e precauzione, con azioni palesemente coercetive, i propri cittadini come cavie da laboratorio a tutto vantaggio di industrie farmaceutiche private protette, con contratti truffaldini e omertosi, da ogni possibile azione penale e civile.
In tale situazione di estrema incertezza dei cittadini e profonda, inaccettabile ambiguità dimostrata dalle istituzioni statali nazionali ed europee, dalle industrie farmaceutiche, nonché da una certa parte del mondo scientifico riconosciuto,
AUSPICHIAMO
al fine di ripristinare un minimo di fiducia verso le istituzioni e l’ordinamento giuridico fondamento imprescindibile di uno Stato, una doverosa presa di posizione netta e limpida da parte della Corte Costituzionale, senza alcuna ambiguità interpretativa, per ripristinare il diritto inderogabile alla libertà di cura e riaffermare quella inviolabilità del corpo, sancita in ben note Dichiarazioni internazionali, a cui lo Stato italiano non dovrà mai più venir meno.

#SaDefenza

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