I figli di Abramo erano tanti Isacco da Sara,Ismaele da una schiava egizia di nome Agar e altri da Keturà.La sua storia è raccontata nel libro della Genesi 16 Ismaele era il progenitore degli ARABI i cui discendenti sono definiti ismaeliti

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https://rumble.com/v1oes7s-le-tappe-principali-della-vita-di-un-maschio-ebreo.html?mref=rljsx&mc=e5yiv https://rumble.com/v1ogrrr-la-circoncisione-al-pene-e-limposizione-del-nome-ges-documentario.html?mref=rljsx&mc=e5yiv quindi Abramo non è il progenitore solo degli ebrei che discendono da Isacco in poi,ma anche quelli di Ismaele sono progenie di Abramo stesso appunto gli arabi da Ismaele ed aveva12 figli Ismaele..stessa cosa poi con Giacobbe che ebbe 12 figli anche lui..quindi è una puttanata quella che solo gli ebrei erano figli d'Abramo perchè lo sono anche gli arabi e altri se per quello..I figli d'Ismaele furono, secondo la Bibbia, Nebaioth, Kedar, Adbeel, Mibsam, Mishma, Duma, Massa, Hadar, Tema, Jethur, Nafish, Kedma. (cfr. Genesi I 25,13-16) Ismaele (in ebraico: יִשְׁמָעֵאל‎?, in arabo: إسماعيل‎, Ismāʿīl) è un personaggio biblico, uno dei figli del patriarca Abramo. In ebraico in suo nome significa "Dio ascolta" oppure "l'atto di Dio di far ascoltare".
È citato più volte nel Corano come esempio di rettitudine, come profeta di Dio e Suo apostolo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ismaele
Il libro della Genesi afferma che Ismaele nacque dalla schiava Agar:[2]

« Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito » ( Gen 16,15, su laparola.net.)
Dopo la nascita del figlio Isacco dalla moglie Sara insorge un'acuta gelosia di quest'ultima nei confronti della giovane schiava Agar. Abramo si trova allora costretto ad allontanare Agar e il loro figlio Ismaele (cfr. Genesi 21,8-21[3]), che si riducono a vivere nel Deserto di Paran conosciuto oggi con il nome di Deserto del Negev la località dove si trova il Monte Sinai. Più avanti Ismaele prenderà in moglie una egiziana.

Ismaele è il progenitore "nobile" degli Arabi i cui discendenti, da questo punto di vista, possono essere definiti "ismaeliti", senza, però, che questo debba ingenerare confusione con quella parte dei musulmani che si rifanno alla variante ismailita (o settimana) dello Sciismo.

Ismaele nel Nuovo Testamento
Ismaele viene citato anche nel Nuovo Testamento. San Paolo, nella lettera ai Galati (4,21-31[4]), lo indica come figlio della schiava (Agar, figura della Legge), e lo contrappone a Isacco, il figlio della donna libera (Sara, figura della grazia, cioè della salvezza che si ottiene mediante la fede).

Citazioni
« Il bambino Ismaele crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto quando Isacco fu svezzato. Ma Sara vide che il figlio di Agar l'Egiziana, quello che essa aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco. Disse allora ad Abramo: «Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco». La cosa dispiacque molto ad Abramo per riguardo a suo figlio. Ma Dio disse ad Abramo: «Non ti dispiaccia questo, per il fanciullo e la tua schiava: ascolta la parola di Sara in quanto ti dice, ascolta la sua voce, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe. Ma io farò diventare una grande nazione anche il figlio della schiava, perché è tua prole». Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Essa se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché diceva: «Non voglio veder morire il fanciullo!». Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse. Ma Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione». Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora andò a riempire l'otre e fece bere il fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore d'arco. Egli abitò nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie del paese d'Egitto. » ( Gen 21,8-21, su laparola.net.)
I figli d'Ismaele furono, secondo la Bibbia, Nebaioth, Kedar, Adbeel, Mibsam, Mishma, Duma, Massa, Hadar, Tema, Jethur, Nafish, Kedma. (cfr. Genesi I 25,13-16)

Il nome Ismaele è anche citato nell'incipit del romanzo Moby Dick (o "The Whale") di Herman Melville. Alcuni appassionati lo definiscono pertanto un "nome letterario".

« Chiamatemi Ismaele » ( Herman Melville, Moby Dick, su laparola.net.)
Esegesi ebraica
Ismaele potrebbe essere considerato primogenito di Avraham ma, anche accettando questo, rese onore ad Isacco, figlio di Abramo e Sarah.
Anche Ismaele compieva la Teshuvah quando Abramo era ancora in vita (Midrash di Bereshit Rabbah 62, 3).
Abramo fu sepolto da Isacco ed Ismaele, Sem ed Eber accompagnarono il suo feretro sino a Machpelah.
Personaggio del Corano
La tradizione islamica è divisa nell'individuare in Ismaele o nel fratello consanguineo Isacco (avuto da Sara) il figlio che Dio ordinò ad Abramo di sacrificargli, fermandone la mano prima dell'esecuzione, soddisfatto dell'ubbidienza totale (islām) mostrata da Abramo.[5]

Partorito dalla madre Hāgar nell'area stepposa della Mecca in cui Abramo l'aveva accompagnata, Ismaele passò lì tutta la sua giovinezza. Secondo la tradizione araba Ismaele prese in moglie la figlia del capo della tribù locale dei Jurhum, primi signori della Mecca.

Nel corso di una delle visite effettuate da suo padre lo avrebbe aiutato secondo la medesima tradizione a riedificare la Kaʿba, del tutto distrutta in seguito al Diluvio Universale, aiutandolo anche nella ricollocazione nell'angolo Sud-Est della Pietra nera (al-ḥajar al-aswad), ultimo lacerto della Casa Antica fatta calare da Dio in Terra all'inizio dei tempi come Suo santuario.

Alla sua morte sarebbe stato inumato accanto a sua madre, accostato alla Kaʿba, fra la parete sud-occidentale e il muretto semicircolare (hatīm) poco discosto. Sarebbe questo il motivo per cui i pellegrini musulmani, in segno di rispetto, non possono calpestarne l'area interna così delimitata, definita in arabo ḥijr Ismāʿīl, esclusa quindi dalla circumdeambulazione rituale (ṭawāf).

Per essere nato e vissuto presso La Mecca, è considerato l'antenato illustre degli arabi settentrionali. I nomi dei dodici figli di Ismaele sono eponimi[senza fonte] di alcune potenti tribù arabe, in particolare Nebaioth per i Nabatei, Kedar per i Kedariti, Duma per i Thamudeni, e così via[6]. Nel Corano, nel mondo islamico e in Occidente, gli arabi sono stati per secoli e ancora nel XX secolo sono detti Ismaeliti, intesi "letteralmente" come discendenti di sangue da un comune progenitore, quanto le dodici tribù di Israele dai dodici figli di Giacobbe.
Isacco (יִצְחָק, AFI:[jit͡sˤ.ˈħaːq], "Egli ride\riderà";[1] in greco: Ἰσαάκ Isaak, in arabo: إسحاق‎ ʾIsḥāq) (Bersabea, XX secolo a.C.? - Mamre, XIX secolo a.C.?) è uno dei grandi patriarchi di cui si narra nella Bibbia; è il figlio di Abramo e Sara. La sua vita è narrata nel libro della Genesi (Genesi 15-35). Nell'Islam è chiamato Ishāq, e la sua vita è narrata nel Corano. Il suo nome ("egli riderà" o "egli ha riso"), proviene dalla reazione di sua madre Sara all'udire la profezia della sua nascita, perché era abbastanza anziana e sterile.
https://it.wikipedia.org/wiki/Isacco
Isacco venne circonciso otto giorni dopo la nascita e proclamato il solo legittimo progenitore del popolo ebreo.
Isacco sposò Rebecca, la figlia di Betuel, che suo padre mandò a prendere in Mesopotamia, la propria terra di origine. Il matrimonio ebbe luogo nel "paese del sud" dove Isacco viveva e continuò ad abitare dopo aver accompagnato Ismaele a seppellire il corpo di Abramo nella grotta di Macpela, di fronte alla città di Hebron. Da Rebecca ebbe due gemelli, Esaù, il suo favorito e Giacobbe, il favorito di Rebecca.
Atti 7,8
E gli diede l'alleanza della circoncisione. E così Abramo generò Isacco e lo circoncise l'ottavo giorno e Isacco generò Giacobbe e Giacobbe i dodici patriarchi.
Romani 9,7
né per il fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli. No, ma: in Isacco ti sarà data una discendenza,
Luca 13,28
Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.
Luca 20,37
Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe.Dio di vivi non di morti.
Ebrei 11,18
del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome.

Agar (in Ebraico הָגָר, Hāgar; in Arabo هاجر; "Straniera") fu una schiava egiziana di Sara, moglie di Abramo. La sua storia è raccontata nel libro della Genesi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Agar_(Bibbia)
La storia di Agar è raccontata nella Genesi ai capitoli 16[1] e 21[2].

Siccome Sara non riesce a dare un figlio al marito Abramo, gli offre la propria schiava, una straniera di nome Agar, con l'obiettivo di adottarne il figlio al momento del parto. Da questa unione nascerà Ismaele. Quando si accorge di essere incinta, Agar perde ogni rispetto per la sua padrona, che finisce col maltrattarla. In seguito, anche Sara riesce a generare un figlio, Isacco, ma - quando lo vede scherzare col fratellino Ismaele - scoppia in Sara una profonda rabbia, al punto che Abramo è costretto ad allontanare Agar e suo figlio.

Il testo nella versione CEI
Il bambino [Ismaele] crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto quando Isacco fu svezzato. Ma Sara vide che il figlio di Agar l'Egiziana, quello che essa aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco. Disse allora ad Abramo: «Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco». La cosa dispiacque molto ad Abramo per riguardo a suo figlio. Ma Dio disse ad Abramo: «Non ti dispiaccia questo, per il fanciullo e la tua schiava: ascolta la parola di Sara in quanto ti dice, ascolta la sua voce, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe. Ma io farò diventare una grande nazione anche il figlio della schiava, perché è tua prole». Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Essa se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché diceva: «Non voglio veder morire il fanciullo!». Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse. Ma Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione». Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora andò a riempire l'otre e fece bere il fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore d'arco. Egli abitò nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie del paese d'Egitto. (cfr. Genesi 21,8-21[3])

Esegesi
Il racconto mette in luce due temi principali. Anzitutto Sara, che non ha creduto alla promessa di Dio di darle un figlio e ha cercato di arrangiarsi con mezzi umani per procurarsene uno adottivo, scopre di essersi cacciata nei guai. Agar, infatti, non accetta di essere considerata solo una madre per conto di altri e Ismaele non accetta di non essere considerato il vero primogenito di Abramo.[4] Deve intervenire l'angelo del Signore per allontanare Agar e simultaneamente assicurare la sorte di Ismaele e dei suoi discendenti.

Secondariamente il racconto viene utilizzato per sottolineare l'attenzione di Dio per gli individui che la mentalità corrente considera inferiori. Agar è donna, è schiava, è straniera. Sara e Abramo ne parlano solo come "la schiava", senza nemmeno riconoscerle la dignità di chiamarla per nome. Per Sara Agar è solo lo strumento di una maternità surrogata, come previsto dalle consuetudini semitiche codificate nel Codice di Hammurabi. Dio, invece, vede l'afflizione di Agar senza che lei abbia bisogno di esprimerla. Dio ascolta quando certe situazioni gridano verso il cielo e chiama Agar sempre per nome. Agar, inoltre, è la prima donna in tutta la Bibbia alla quale compare l'angelo del Signore e per annunciarle la maternità e il destino del figlio, di cui stabilisce anche il nome (e il nome "Ismaele" significa proprio "Dio ascolta").[5]

La discendenza di Abramo e Agar
Tramite la discendenza di Ismaele, così come tramite quella della seconda moglie di Abramo, Keturà, si realizza la profezia secondo cui Abramo sarebbe diventato "padre di una multitudine di nazioni" (Gen 17,4). Il racconto ha una finalità eziologicaː dare conto della stretta somiglianza linguistica e in parte culturale fra ebrei e arabi.

Dai dodici figli di Ismaele (Gn 25,12-16) proverrebbero le tribù arabe che abitavano il deserto a Est di Israele, citate in diversi testi biblici. Per esempio dal primogenito Nebaiòt discenderebbero i Nabatei, da Kedar il regno dei Kedariti, da Tema gli abitanti dell'oasi di Tayma, ecc.[6]

In Gn 37,27-28 i mercanti ismaeliti, a cui sarà venduto Giuseppe, sono confusi con i Madianiti, che, però, secondo un altro brano biblico discenderebbero dall'ultima moglie di Abramo, Keturà (Gn 25,1-2). I madianiti svolgeranno un ruolo importante nelle vicende di Mosè.

Tradizione islamica
Agar non è citata direttamente nel Corano ma è conosciuta, sotto la variante Hājar, dalla tradizione musulmana ed è considerata la seconda sposa di Abramo e la madre del suo figlio primogenito Ismaele/Ismāʿīl. A lei si riconduce il rito del sa'y, che si svolge nel corso dei pellegrinaggi maggiore e minore, del hajj e della ʿumra tra le collinette meccane di Safa e Marwa.

L'abbandono di Hājar e di Ismāʿīl è considerato una prova per vagliare la fede della donna nella provvidenza divina e Dio non mancherà d'aiutare la donna dopo la sua accorata ricerca d'aiuto.

Keturà (in ebraico: קְטוּרָה, Ktura, che significa forse "incenso"[1]; ... – ...) fu la seconda moglie di Abramo (cfr. Gn 25,1-4) oppure una sua concubina (secondo 1 Cronache 1,32). Secondo la Genesi Abramo sposò Keturah dopo la morte di Sara. Secondo alcune tradizioni rabbiniche Abramo avrebbe ripreso con sé Agar, dandole il nuovo nome di Keturà (e ciò spiegherebbe perché il libro delle Cronache la indica come una concubina e non come una moglie).[2][3] Secondo il Libro dei Giubilei, invece, Abramo avrebbe atteso anche la morte di Agar prima di sposare Keturà.[4]
https://it.wikipedia.org/wiki/Ketur%C3%A0
Discendenti di Abramo e Keturà
Keturà generò sei figli: Zimran, Ioksan, Medan, Madian, Isbak e Suach. Da Ioksan, poi, nacquero Saba e Dedan, il quale a sua volta generò gli Assurìm, i Letusìm e i Leummìm. Da Madian invece, nacquero Efa, Efer, Enoc, Abidà ed Eldaà. Dai figli di Abramo e Keturà sarebbero nate le tribù arabe meridionali e orientali.

Nella Bibbia, Madian (ebraico: מִדְיָן, standard Midyan tiberiense Miḏyān; arabo مدين; "conflitto; giudizio") è un figlio di Abramo e della sua seconda moglie Chetura (che, invece, secondo il midrash, è Agar)[1].

I suoi discendenti, i Madianiti occuparono la regione nord-occidentale del selvaggio e disabitato deserto d'Arabia. Durante il periodo dell'Esodo il loro territorio includeva anche l'area del deserto di Paran nella penisola del Sinai. Nella Bibbia, il territorio madianita nel Sinai fu il luogo dove Mosè trascorse i 40 anni tra il momento in cui lasciò l'Egitto dopo aver ucciso un egiziano che stava picchiando un ebreo[2] e il suo ritorno per condurre alla Terra promessa gli Israeliti[3]. Durante questi anni sposò Sefora, figlia di Ietro, sacerdote di Madian. Esodo 3,1[4] afferma che l'apparizione di Dio nel cespuglio ardente sull'Horeb (altro nome del monte Sinai) sia accaduta in Madian.

Mentre i discendenti di Ietro, i keniti, si unirono agli ebrei, le altre tribù madianite ebbero violenti contrasti con gli israeliti.

Oggi l'originario territorio di Madian è diviso tra l'ovest dell'Arabia Saudita, il sud della Giordania, il sud di Israele e il Sinai.

Anche nel Corano figura l'antico e storico popolo di Madian, che è menzionato col nome arabo Madyan. La tomba di Ietro sarebbe oggi la moschea e la tomba del profeta Shu'ayb (V sec. d.C. cfr. Sura XI, 95), che sono situate presso la città giordana di Mahis, in un'area chiamata Wādī Shuʿayb.
https://it.wikipedia.org/wiki/Madian
Nel libro della Genesi Madian era uno dei figli di Abramo e Chetura. I suoi cinque figli Efa, Efer, Anoc, Abida ed Eldaa, furono i progenitori dei Madianiti[5]. Il termine "Madian", che potrebbe derivare dalla radice semitica che significa giudizio, denota anche la nazione dei Madianiti; il plurale ricorre solo in Genesi 37,28,36[6] e in Numeri 25,17[7], 31,2[8].
La loro posizione geografica è indicata in Genesi ad est di Canaan: Abramo manda i figli della sua concubina, tra cui Madian, verso est[9]. Ma, dall'affermazione che Mosè portava il gregge di Ietro (il sacerdote di Madian) al Monte Sinai[10], sembrerebbe che i Madianiti risiedessero nella penisola del Sinai, essendo o emigrati là o avendo conquistato e colonizzato quell'area in aggiunta ai loro possedimenti più a est. Più tardi, nel periodo del Regno di Israele, Madian sembra che occupasse un tratto di terra tra Edom e Paran, sulla via per l'Egitto[11]. Madian è anche descritta come in prossimità di Moab: i Madianiti furono sconfitti dal re edomita Hadad ben Bedad "nel territorio di Moab", benché questa - come evidenziato dagli studiosi dell'interconfessionale Bibbia TOB - sia un'incongruenza perché i due popoli "in realtà abitavano regioni assai lontane tra loro"[12].

Durante l'Esodo e nel periodo dei Giudici
I Madianiti e Mosè
In Esodo la terra di Madian è introdotta come il posto dove Mosè si diresse mentre fuggiva dal Faraone. Qui egli incontrò Reuel o Ietro, un sacerdote madianita che in seguito diventò suo suocero. Verso la fine della peregrinazione durata quarant'anni dei figli di Israele nel deserto, i Madianiti si allearono con i Moabiti contro gli Israeliti, benché tale alleanza non sia considerata storica ma unicamente redazionale, stante anche la distanza tra i due popoli[Nota 1]. Questa alleanza, supposta dal testo biblico, chiese a Balaam, il figlio di Beor, di maledirli (Numeri 22). Invece Balaam si rifiutò e profetizzò futura grandezza per Israele (Numeri 24), ed in conseguenza di ciò gli Israeliti in seguito coesistettero pacificamente con i Moabiti e i Madianiti (Numeri 25). E comunque soffrirono il fatto di essere coinvolti nella religione locale dalle donne madianite. Questo provocò la collera divina che portò la peste sugli Israeliti e Mosè, secondo l'ordine del Signore, ordinò di punirli subito: Pincas - nipote di Aronne - uccise, trafiggendoli nel basso ventre con una lancia, una coppia costituita da una madianita e un ebreo, e con tale gesto ottenne il sacerdozio perenne per la stirpe di Aronne; il Signore fermò allora il flagello, che aveva portato alla morte di 24.000 Israeliti[Nota 2]. Mosè costituì contro di loro un esercito di 12.000 uomini, comandato da Pincas il sacerdote; questa forza armata sconfisse i Madianiti e uccise tutti gli uomini, inclusi i loro cinque re, Evi, Rechem, Sur, Cur, e Reba. Questi cinque re possono essere stati i governanti dei cinque clan discendenti dai loro eponimi antenati.

È da sottolineare che questi cinque re di Madian sono chiamati da Giosuè[13] come i vassalli di Sicon, il re amorreo di Chesbon. È possibile che Sicon avesse precedentemente conquistato Madian e l'avesse resa vassalla, e che dopo la sua morte il popolo avesse riconquistato la propria indipendenza. I soldati israeliti misero a ferro e fuoco tutte le città e le fortezze dei Madianiti, sterminando questo popolo, ma risparmiando le donne e i bambini e questo fece infuriare Mosè che ordinò di ucciderli tutti, tenendo come bottino solo le donne vergini[Nota 3]. Dallo stesso racconto sembra che i Madianiti fossero ricchi di bestiame e di oro. Dal racconto biblico si deduce che ciascuna delle cinque tribù era governata dal suo proprio re, ma che tutte agivano di comune accordo contro un comune nemico. Mentre una parte di ogni tribù risiedeva nelle città e fortezze in prossimità di Moab, un'altra parte conduceva una vita nomade, vivendo nelle tende e in apparenza lontana dalla guerra. Il racconto della guerra di Mosè contro i Madianiti, e in particolare il suo ordine di sterminio, è messo in discussione dagli storici, poiché alcune generazioni dopo, ai tempi di Gedeone, i Madianiti riappaiono come popolo molto potente. Anche gli esegeti del "Nuovo Grande Commentario Biblico" ritengono che la narrazione biblica non sia un evento storico reale e "l'orrore che proviamo oggi di fronte al genocidio descritto in questo capitolo è in parte attenuato dalla consapevolezza che questi fatti non accaddero realmente"; infatti "la conclusione conferma lo scetticismo provocato dagli elementi non realistici all'interno del racconto stesso: l'enorme quantità di bottino, l'impossibilità di conciliare l'annientamento dei Madianiti con la loro invasione di Israele solo poche generazioni più tardi (Gdc6,1-6), e il contrasto con tradizioni più antiche circa la buona armonia esistente tra Mosè e Madian (Es18,1-27; Nm10,28-32)".[14]

Oreb e Zeeb
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Oreb e Zeeb.
Ai tempi dei Giudici, i Madianiti, guidati dai principi Oreb (ebraico: עֹרֵב, Orev) e Zeeb (ebraico: זְאֵב, Z'ev), razziavano Israele utilizzando i cammelli, finché non furono definitivamente sconfitti da Gedeone[15], che catturò i due giovani condottieri e li fece condannare a morte tramite decapitazione.

Il racconto biblico della battaglia tra Madianiti e Gedeone[16] afferma che gli Israeliti pativano il dominio dei Madianiti da 7 anni (Giudici 6.1). I Madianiti si allearono con gli Amaleciti e i Figli dell'Oriente ed oppressero gli Israeliti così duramente che molti di essi furono costretti a cercare rifugio nelle caverne; i predoni madianiti avevano distrutto le coltivazioni e ridotto gli agricoltori in estrema povertà[17]. L'esercito alleato dei Madianiti e degli Amaleciti si accampò nella valle di Izreel[18] dopo aver attraversato il Giordano; Gedeone invece radunò i suoi uomini presso la fonte di Harod, avendo dunque l'esercito madianita a nord. Attaccò quindi i nemici, che si dettero alla fuga facendo un disordinato ritorno verso casa attraverso il Giordano[19].

Nel Libro dei Giudici sono nominati anche due re madianiti, Zebac e Zalmunna[20]. Questo potrebbe dimostrare che ormai solo due tribù portavano il nome di "Madianiti", mentre le rimanenti tre probabilmente si erano mescolate con altri popoli, inclusi anche gli Israeliti. Si dice che "Madian fu umiliato davanti agli Israeliti e non alzò più il capo[21]" Infatti, al di là dei riferimenti a questa vittoria[22], Madian non verrà più menzionato nella Bibbia, tranne che nel Giuditta 2,26[23], dove il termine "Madianiti" sembra essere stato scritto per errore, in luogo di "Arabi".

I Keniti e il popolo di Efa
La prima notizia certa di una tribù madianita che perde la propria identità fondendosi con un'altra popolazione compare nel Libro dei Giudici 1:16. In questa situazione, collocata temporalmente durante il periodo dei Giudici, i Keniti, che discendevano da Ietro il Madianita, si fusero con gli Israeliti nella zona desertica della Giudea, a sud di Arad. In seguito, ai tempi di Tiglat-Pileser III (745-727 a.C.), è citata una tribù, chiamata nelle iscrizioni cuneiformi "Haypapa" e identificata da Friedrich Delitzsch[24] con la tribù di Efa, che si dice avesse abitato la parte nord del Ḥijāz. Isaia 60,6[25] parla di Madian e Efa come di due popolazioni diverse. Il secondo figlio di Madian, Efa, è identificato da Knobel come capostipite dei Banū Ghifār, una tribù araba che ai tempi di Maometto si era insediata presso Medina. Esistono tracce dell'esistenza dei Madianiti in tempi post-biblici. Tolomeo[26] cita un luogo chiamato Modiana sulla costa dell'Arabia; stando a questa affermazione, questo luogo può essere identificato con il Madyan dei geografi arabi, nelle vicinanze di ʿAyn ʿUna, di fronte all'estremità della penisola del Sinai, ed ora conosciuto con il nome di "Maghāʾir Shuʿayb" ("Le grotte di Ietro").

Nel Corano
Il popolo di Madian è menzionato nel Corano arabo per dieci volte[27], inoltre spesso ci si riferisce a questo popolo attraverso la locuzione "quelli del boschetto" 'aṣḥabu l-'aykah (Arabo: أصـحـابُ الأيـكـة)[28]. Esso è menzionato assieme agli altri popoli pagani che hanno ricevuto degli Inviati da parte di Dio, ma non li hanno accolti e per questo sono stati puniti con la distruzione, come il popolo di Noè, sommerso dal diluvio, gli Ad e i Thamudeni, e le città di Sodoma e Gomorra avvertite da Lot. Nella successione del discorso questo popolo è menzionato per ultimo.

Il popolo di Madian sarebbe stato avvertito dal profeta monoteista Shu'ayb di pentirsi delle sue frodi nei commerci usando falsi pesi e misure e attendendo i viandanti lungo la via carovaniera, ed esortato a rinnegare la propria religione idolatra e ad abbracciare la rettitudine e il monoteismo.[Nota 4] Ma il popolo avrebbe rifiutato l'inviato di Dio e conseguentemente sarebbe stato distrutto con uno sterminio (rajfa), preceduto da un grido di guerra.

La successione dei fatti descritta dal testo coranico indicherebbe una iniziale predicazione da parte dell'inviato di Dio, cui sarebbe seguita una divisione del popolo di Madian in due fazioni, una credente l'altra idolatra[Nota 5], la successiva cacciata del clan minoritario dei credenti da parte dei notabili del popolo, fedeli alle tradizioni pagane[Nota 6] con la minaccia di sterminare i ribelli[Nota 7].

In conseguenza di questa divisione irrimediabile, il gruppo minoritario degli eletti di Dio si sarebbe rivoltato contro la maggioranza pagana del popolo[Nota 8] manifestando il giudizio di Dio attraverso un'ordalia che risulta nello sterminio del popolo miscredente[Nota 9].

A proposito di questo grido, il commentatore Abdullah Yusuf Ali (1934) osserva che la sorte del popolo di Madian è descritta negli stessi termini di quella dei Thamudeni (cfr. Sura IX:95): un evento terribile (rajfa), preceduto da un grido (cfr. Sura IX:67), li avrebbe colpiti di notte nelle loro tende, come vendetta da parte di Dio per essere stati disobbedienti al suo Inviato.

Il riferimento a un'oscurità avvolgente ha fatto anche pensare a una pioggia di polvere e sabbia di origine forse vulcanica, accompagnata da un terremoto (Sura XXVI:189). Il commentatore islamico medievale Ṭabarī, praticando il principio della pia esegesi, interpreta al contrario questo evento come un cataclisma naturale effetto della vendetta divina contro gli infedeli, narrando che in un giorno torrido i Madianiti uscirono dalle loro case per cercare un po' di conforto, dirigendosi verso una grande nuvola che aveva oscurato il sole e che prometteva frescura, ma furono al contrario investiti da una pioggia incandescente che li sterminò[29]. Dalla comparazione con l'analogo episodio occorso al popolo dei Thamudeni, l'evento sarebbe avvenuto nel V secolo d.C.

Relazioni storiche con l'Egitto
I Madianiti sono stati ricollegati, da alcuni ricercatori, agli Hyksos, popoli semiti seminomadi originari della penisola del Sinai che controllarono buona parte dell'Egitto durante il secondo periodo intermedio. Secondo altri potrebbero essere identificati (o coincidere in parte) con un popolo chiamato Shasu nelle iscrizioni egizie.

Religione
Nella Bibbia i Madianiti sono descritti come seguaci di una moltitudine di dèi, inclusi Baal-peor e Asherah. Un tempio egizio dedicato ad Hathor a Timna continuò ad essere usato durante l'occupazione madianita del luogo, ma non è chiaro se Hathor e le altre divinità fossero oggetto di devozione durante questo periodo.

I Madianiti sembrano inoltre essere connessi al sito di culto del monte Sinai. Questo ha portato alcuni ricercatori ad ipotizzare che il culto di YHWH possa aver avuto origine fra essi, per essere in seguito adottato dagli Israeliti. Tra questi Max Weber parla esplicitamente di Jahvè come di un dio particolare dell'associazione politica, in quanto tale condiviso da più "comprensive sociazioni" di clan: «[...] secondo la tradizione in origine un dio confederale dell'alleanza tra gli Ebrei e i Madianiti»[30] poi venerato con esclusività dal popolo ebraico. Un'iscrizione egiziana si riferisce a "Yhw nella terra di Shasu", tribù quindi o persone che vivevano in quello che successivamente sarebbe stato il territorio madianita.

Secondo la Bibbia i Madianiti, così come gli Israeliti, praticavano la circoncisione

Con ismaelita si indica un membro della stirpe di Ismaele, figlio di Abramo[1] e della schiava Agar.[2]

Secondo l'Antico testamento, dopo la nascita di Isacco[3] dalla moglie Sara, Abramo allontana la schiava Agar/Hāgar e il loro figlio Ismaele,[4] che finiscono per ritirarsi nel deserto di Paran.

Per questa ragione Ismaele è considerato il capostipite della stirpe araba, detta anche "ismaelita"
https://it.wikipedia.org/wiki/Ismaelita

Nebaioth o Nebaiòt (Ebraico נְבָיוֹת) è un personaggio biblico, primogenito di Ismaele, a sua volta figlio di Abramo e della schiava egiziana Agar. Il suo nome compare anche, assieme a quello del fratello Kedar, come quello di una delle dodici tribù arabe elencate in Genesi 25:13 e 1 Cronache 1,29-31
https://it.wikipedia.org/wiki/Nebaioth
Nebaioth è elencato come primogenito di Ismaele nella genealogia del primo libro delle cronache:

« ...Queste sono le loro generazioni: il primogenito di Ismaele, Nebaioth; poi Kedar, e Adbeel, e Mibsam, Mishma, e Duma, Massa, Hadad, e Tema, Jetur, Naphish, e Kedem. Questi sono i figli di Ismaele... » ( 1Cr 1:29-31, su laparola.net.)
Egli è anche indicato come principe della tribù araba che da lui ha avuto origine:

« ...Questa è la discendenza di Ismaele, figlio di Abramo, che Agar l'egiziana, schiava di Sara, generò ad Abramo. E questi sono i nomi dei figli di Ismaele, secondo le loro generazioni: il primogenito di Ismaele, Nebaioth; poi Kedar, e Adbeel, e Mibsam, e Mishma, e Duma, e Massa; Hadad, e Tema, Jetur, Naphish, e Kedem; questi sono i figli di Ismaele, e questi i loro nomi, dei loro villaggi, e dei loro accampamenti; dodici principi delle loro nazioni... » ( Gen 25:12-16, su laparola.net.)
Nebaioth è anche menzionato come fratello di Mahalat, una delle mogli di Esaù:

« ...ed Esaù vide che le figlie di Canaan non erano gradite a suo padre Isacco; allora Esaù andò da Ismaele, e prese tra le sue mogli Mahalat figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaioth, per essere sua moglie... » ( Gen 28:8-9, su laparola.net.)
« ...Esaù prese le sue mogli tra le figlie di Canaan; Adah la figlia di Elon l'Hittita, e Oholibamà la figlia di Ana, figlia di Zibeone l'Hiveo, e Basemath figlia di Ismaele, sorella di Nebaioth... » ( Gen 36:2-3, su laparola.net.)
La tribù di Nebaioth
Nelle fonti assiro-babilonesi
Il nome di Nebaioth e quello di suo fratello Kedar compaiono di frequente assieme nelle fonti assire, indicando popolazioni della regione araba[1]. Negli annali assiri si rammentano al tempo del re Tiglatpileser III gli Hagaranu, i Nabatu e i Kedariti tra i popoli ribelli che si rifugiarono nel deserto dell'Arabia e non poterono essere sottomessi, e al tempo del re Assurbanipal dei 'Nabatu dell'Arabia' che furono assoggettati a tributo a seguito di una lotta. Nei registri di Esarhaddan è menzionata al tempo della ribellione di Babilonia all'Assiria (652 a.C.) l'invasione dei Kedariti in Assiria occidentale, la loro fuga nel territorio dei Nabatu del re Natnu, la nuova invasione da parte delle due tribù unite e la successione del re Nuhuru.

In seguito all'invasione babilonese in Palestina e al conseguente dislocamento forzato delle popolazioni locali (586), allorché le tribù edomite del sud migrarono nei territori palestinesi, opponendosi poi al ritorno degli ebrei al tempo di Esdra e Neemia, le tribù arabe dei Nabatu e dei Kedariti si sarebbero a loro volta estese con i loro greggi nel territorio abbandonato dagli Edomiti, fino al deserto del Negev, al golfo di Aqaba e all'Arabia settentrionale. Nella profezia biblica del trito-Isaia, composta nel periodo del ritorno degli ebrei dall'esilio (VI sec. a.C.), le tribù arabe di Nebaioth e di Kedar sono menzionate per essere pastori di greggi:

« ... Tutti i greggi di Kedar saranno radunati assieme in te, i montoni di Nebaioth in mezzo a te; essi verranno al mio altare ed io glorificherò il mio tempio glorioso... » ( Is 60:7, su laparola.net.)
Il loro nome è usato come sineddoche per indicare i pagani, indicando che questi popoli avevano da tempo abbandonato la fede del loro progenitore Abramo, ricadendo così nell'ignoranza. Nei territori da loro occupati sarebbe poi fiorito in età ellenistica il regno mercantile dei Nabatei.

Nelle fonti ellenistiche e romane
La civiltà Nabatea, basata sul commercio, aveva capitale Petra nelle montagne di arenaria dell'attuale Giordania, e in seguito Bostra, nella Siria meridionale, oltre ad altre città nel Negev e Arabia settentrionale. Nel papiro Zenon del 259 a.C. si apprende che i Nabatei acquistavano il franchincenso e lo trasportavano a Gaza e in Siria attraverso i centri Kedariti dell'Arabia settentrionale, come Jauf e Tayma, trasportando beni nel deserto con carovane di cammelli. Vasellame nabateo è stato rinvenuto anche nel golfo persico, lungo le coste dell'Arabia a Tuwayr, Zubayda, Thaj, e Ayn Jawan, ma i centri principali nabatei erano lungo le coste occidentali dell'Arabia e nel Sinai. I Nabatei furono anche pirati nel mar Rosso e avevano basi marittime fino a Aila (Aqaba), 120 km da Petra. Il regno arabo dei Nabatei nei tempi ellenistici e romani era esteso per tutta l'Arabia settentrionale dall'Eufrate al mar Rosso, area chiamata dai romani Nabatene. Nel primo secolo d.C. il loro regno fu conquistato dai Romani divenendo provincia di Arabia petraea (106 d.C.). Lo storico ebreo Giuseppe Flavio (I sec. d.C.) suggerì esplicitamente una connessione tra questo regno e la tribù di Nebaioth (Antichità giudaiche I.12,4 e I.22,1), ripresa anche da san Girolamo e dall'esegesi biblica antica, tuttavia la storiografia moderna mette in dubbio tale connessione, in quanto benché vissuto in un tempo in cui i Nabatei esistevano ancora è verosimile che Giuseppe Flavio li abbia ricondotti all'eponimo Nebaioth soltanto in base a considerazioni fonetiche. È comunque certo che i Nabatei fossero un popolo di lingua araba, e tale considerato da greci e romani (ad esempio Paolo di Tarso si esprime in questi termini nella lettera ai Galati).

Nelle fonti islamiche
Alcuni storici arabi classici ritenevano che il profeta Maometto fosse un discendente di Nebaioth, benché un'altra tradizione ritenesse che fosse piuttosto un discendente di Kedar e della tribù dei Kedariti.
https://rumble.com/v1o9qiy-quando-dio-comparve-ad-abramo-insieme-ai-due-angeli-in-forma-umana.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
Mamre è il luogo in cui Abramo piantò le tende per il suo accampamento, costruì un altare (Genesi 13:18) e fu portata la notizia divina, sotto le spoglie di tre uomini, della gravidanza di Sara (Genesi 18:1-15).

Genesi 13:18 vede Abramo stabilirsi presso 'i grandi alberi di Mamre'. La tradizione ebraica originale sembra, a giudicare da una variazione testuale conservata nella Settanta, riferirsi a un'unica grande quercia, che Giuseppe Flavio chiamava Ogige. [7] Mamre potrebbe essere stata un'Amorrea, un capo tribù da cui prese il nome un boschetto di alberi. La Genesi lo collegò con Hebron o un luogo vicino a quella città. [8] Mamre è stata spesso associata alla Grotta dei Patriarchi. Secondo uno studioso, c'è una notevole confusione nella narrazione biblica riguardante non solo Mamre, ma anche Machpelah, Hebron e Kiryat Arba, tutti e quattro allineati ripetutamente. [9] Nella Genesi, Mamre è anche identificata con Hebron stessa (Genesi 23:19, 25:27). La tradizione cristiana di identificare un sito in rovina circondato da mura e chiamato in arabo Rāmet el-Ḥalīl ("Collina dell'Amico", che significa: "l'amico di Dio", cioè Abramo), con l'Antico Testamento Mamre, risale ai primi pellegrini cristiani nel 4 ° secolo dC e si collega a una tradizione del tempo di Erode (1 ° secolo aEV). [3]

Altrove (Genesi 14:13)[12][chiarimento necessario] è chiamato 'i Terebinto di Mamre l'Amorreo',[chiarimento necessario] Mamre è il nome di uno dei tre capi amorrei che unirono le forze con quelle di Abramo all'inseguimento di Chedorlaomer per salvare Lot (Gen. 14:13,24). https://en.wikipedia.org/wiki/Mamre
La quercia di Mamre (greco: η Δρυς της Μαμβρή, hē Drys tēs Mambrḗ) o quercia di Sibta a Khirbet es-Sibte o Ain Sibta a Hebron in Cisgiordania è un sito venerato da alcuni come la "quercia di Abramo". Si distingue dal sito più antico di Mamre. Deve il suo nome a un albero antico, che sembra essere morto ma ha un giovane rametto che cresce accanto ad esso, e sorge sul terreno del moderno monastero ortodosso russo della Santissima Trinità.
Il vecchio albero è caduto nel 2019, ma ci sono piani per preservare il suo tronco e sostenere la crescita del giovane germoglio.
Il sito si trova a due chilometri (1,2 miglia) a sud-ovest di Mamre (ebraico: מַמְרֵא), storicamente vicino a Hebron[2] e ora all'interno della città. Chiamata anche La quercia di Abramo, è un'antica quercia (Quercus coccifera) che, in una tradizione, si dice segni il luogo in cui Abramo ospitò i tre uomini o dove Abramo piantò la sua tenda.
https://en.wikipedia.org/wiki/Oak_of_Mamre
Hebron (in arabo: الخليل al-Khalīl o الخليل الرحمن al-Khalīl al-Raḥmān; [4] Ebraico: חֶבְרוֹן Ḥevrōn) è una città palestinese[5][6][7][8] nel sud della Cisgiordania, 30 chilometri (19 miglia) a sud di Gerusalemme. Immerso nelle montagne della Giudea, si trova a 930 metri (3.050 piedi) sul livello del mare. La seconda città più grande della Cisgiordania (dopo Gerusalemme Est),[9][10] e la terza più grande nei territori palestinesi (dopo Gerusalemme Est e Gaza), ha una popolazione di oltre 215.000 palestinesi (2016),[11] e settecento coloni ebrei concentrati alla periferia della sua Città Vecchia. [12] Comprende la Grotta dei Patriarchi, che le tradizioni ebraica, cristiana e islamica designano come luogo di sepoltura di tre coppie patriarcali / matriarcali chiave. [12] La città è spesso considerata una delle quattro città sante nel giudaismo[13][14][15] così come nell'islam. [16][17][18][19]

Hebron è considerata una delle città più antiche del Levante. Secondo la Bibbia, Abramo si stabilì a Hebron e acquistò la Grotta dei Patriarchi come luogo di sepoltura per sua moglie Sara. La tradizione biblica sostiene che i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, insieme alle loro mogli Sara, Rebecca e Lea, furono sepolti nella grotta. Hebron è anche riconosciuta nella Bibbia come il luogo in cui Davide fu unto re d'Israele.
https://en.wikipedia.org/wiki/Hebron
Abramo (in ebraico: אַבְרָהָם, AFI [ʔaβ.raː.ˈhaːm], da cui il significato "Padre di molti"; in arabo: ابراهيم‎, Ibrāhīm; ... – ...; fl. XXI secolo a.C.) è un patriarca dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'islam.

La sua storia è narrata nel Libro della Genesi ed è ripresa nel Corano. Secondo Genesi (17,5[1]), il suo nome originale era Abram אַבְרָם [ʔaβ.ˈraːm], poi cambiato da Dio in Abraham.
Abram diventa Abramo
In una nuova visione, Dio confermò ad Abram l'Alleanza, che si sarebbe estesa a tutta la sua discendenza. Sara era sterile e avanti negli anni, quindi Abram ritenne opportuno accettare il suggerimento di Sara di avere un figlio con la schiava egiziana Agar, che chiamò Ismaele. Ma Dio apparve nuovamente ad Abramo tredici anni più tardi, confermando che Sara gli avrebbe dato un figlio legittimo nonostante l'età avanzata, e cambiò (Genesi, 17,5[28]) il nome da אַבְרָם ("Avràm", traslitterato solitamente con "Abram") in אַבְרָהָם ("Avrahàm", adattato in lingua italiana come "Abramo")[Nota 8] e quello di sua moglie Sarai in Sara[29]. In questa occasione Dio dettò anche il precetto della circoncisione, come segno dell'alleanza di Abramo e della sua casa a Dio.https://it.wikipedia.org/wiki/Circoncisione
La pratica fa parte della legge ebraica La circoncisione (brit o bris) è molto importante per l'ebraismo, con oltre il 90% dei fedeli che hanno eseguito la procedura per obbligo religioso. I fondamenti per la sua osservanza si trovano nella Torah della Bibbia ebraica, nel libro della Genesi (capitolo 17), in cui si menziona un patto tra Abramo e i suoi discendenti circa la circoncisione. La legge ebraica richiede che la circoncisione lasci il glande nudo quando il pene è flaccido ed è parte del rituale brit milà, che stabilisce che deve essere eseguita, solitamente dopo una serata di studio, da un circoncisore specialista (il mohel) l'ottavo giorno della vita di un neonato (con alcune eccezioni nel caso di cattive condizioni di salute).[82] Durante la cerimonia viene annunciato il nome del bambino.[82]

I convertiti al giudaismo devono essere circoncisi, mentre coloro che sono già circoncisi subiscono un rituale di circoncisione simbolica. Sebbene non sia richiesta dal giudaismo perché uno possa essere considerato ebreo, i fedeli ritengono che possono esserci gravi conseguenze spirituali negative se viene trascurato questo precetto
https://it.wikipedia.org/wiki/Circoncisione_di_Ges%C3%B9
La circoncisione di Gesù è un evento narrato dal Vangelo secondo Luca (2,21[1]): otto giorni dopo la sua nascita Gesù venne circonciso secondo la prassi ebraica della Milah.

In quell'occasione ricevette il nome di "Gesù" che deriva dalla lingua ebraica, in cui significa "salvezza" o "salvatore".Con la circoncisione Gesù entrò giuridicamente a far parte del popolo ebraico.La festa della Circoncisione di Nostro Signore è una celebrazione religiosa nell'ottavo giorno dopo la nascita di Gesù (ottava di Natale).L'evento è ricordato dalla Chiesa cattolica di rito ambrosiano e dalla Chiesa ortodossa con la corrispondente festa liturgica celebrata il 1º gennaio del calendario giuliano, corrispondente al 14 gennaio dell'universale calendario gregoriano.È osservato come il giorno in cui Gesù fu circonciso – come da tradizione ebraica – e in cui ricevette il nome. La circoncisione non fu negata né a Gesù, segno della sua discendenza dalla stirpe di Davide, né a colui che Egli definì il più grande "fra i nati di donna" (Luca 7:28), Giovanni Battista, il quale -in quanto figlio ebreo di un sommo sacerdote della classe di Abia- dovette essere circonciso nell'ottavo giorno dalla nascita (Luca 1:59), in conformità alla legge mosaica.
La legge mosaica o legge di Mosè (in ebraico: תֹּורַת מֹשֶׁה, Torat Moshe) è la legge degli antichi Israeliti registrata nei primi cinque libri del Tanakh, che insieme compongono la Torah. https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_mosaica La legge mosaica viene spiegata nei libri dell'Esodo, Levitico, Numeri e successivamente viene ripresa nel Deuteronomio. Essa contiene:
Dieci comandamenti
Leggi morali (omicidio, furto, onestà, adulterio ecc.)
Leggi sociali (proprietà, eredità, matrimonio, divorzio ecc.)
Leggi sull'alimentazione (cibi puri e impuri, cucina e immagazzinamento)
Leggi sulla purità (mestruazioni, emissioni seminali, malattie della pelle, muffa ecc.)
Feste
Sacrifici e offerte a Dio
Istruzioni per i sacerdoti ed il sommo sacerdote, tra cui le decime
Istruzioni sul Tabernacolo, sul Sancta sanctorum e sull'Arca dell'Alleanza (in seguito applicate al Tempio di Gerusalemme)
Istruzioni per la costruzione degli altari
Istruzioni per il futuro, in caso Israele desiderasse avere un re
Istruzioni per i proseliti e leggi dei Noachidi
https://it.wikipedia.org/wiki/Dieci_comandamenti https://it.wikipedia.org/wiki/613_Mitzvot
Nel Nuovo Testamento (Atti degli apostoli 15 Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro». Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:
Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la rialzerò,
perché anche gli altri uomini cerchino il Signore
e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome,
dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute dall'eternità.
Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani,ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue.), si afferma che il cristianesimo non richiede ai pagani convertiti la circoncisione
https://en.wikipedia.org/wiki/Great_Commandment
Il Grande Comandamento (o il più grande comandamento) è un nome usato nel Nuovo Testamento per descrivere il primo dei due comandamenti citati da Gesù in Matteo 22:35-40, Marco 12:28-34, e in risposta a lui in Luca 10:27a:
... E uno di loro, un avvocato, gli ha fatto una domanda per metterlo alla prova. "Maestro, quale comandamento nella legge è il più grande?" Gesù gli disse: "'Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente'. Questo è il più grande e primo comandamento. Amate Dio sopra ogni altra cosa. E il secondo è simile: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti".
— Matteo 22:35-40
La maggior parte delle denominazioni cristiane considera questi due comandamenti come, insieme,formare il nucleo della religione
cristiana.https://it.wikipedia.org/wiki/Alleanza_(Bibbia)
Con il termine "alleanza" nel Cristianesimo si può intendere la Antica Alleanza, un patto che, secondo l'antica scrittura, Dio stipulò con Adamo e rinnovò con Noè, Abramo e Mosè, e la Nuova Alleanza, quella che Dio ha stipulato con tutti coloro che credono in Gesù. La nuova alleanza o Nuovo Testamento è la sostituzione dell'antica alleanza su cui era fondata la religione ebraica, è la base della religione cristiana. La nuova alleanza prende vita sul Calvario con il sacrificio di Gesù e la sua resurrezione. Chiunque crede nell'opera di Gesù e osserva i comandamenti ottiene il perdono dei peccati e la salvezza, e può camminare in santità come un figlio di Dio. https://rumble.com/v1o0jk0-i-due-comandamenti-di-ges.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
In seguito, un giorno, Abramo vide davanti alla sua tenda tre uomini e li invitò a riposarsi. Diede loro dell'acqua per lavarsi i piedi e Sara preparò delle focacce e del vitello da mangiare. Essi si riposarono e mangiarono. Al momento di andare via, assicurarono che Sara, l'anno successivo, avrebbe avuto un figlio. Sara, all'udire queste parole si mise a ridere, perché era troppo vecchia per avere un bambino. Allora i viandanti risposero dicendo che niente è impossibile a Dio. Sul punto di andarsene, i viandanti rivelarono ad Abramo la volontà di Dio di distruggere Sodoma e Gomorra. Abramo intercedette allora per i giusti che sarebbero morti insieme agli empi e ottenne da Dio la promessa che se in tutta Sodoma e Gomorra avesse trovato solo dieci giusti, a motivo di quei dieci, avrebbe sicuramente risparmiato le città dalla distruzione.

L'anno dopo, a primavera, Sara - che aveva 90 anni, mentre Abramo ne aveva 100[30] - ebbe un figlio e lo chiamò Isacco, cioè «sorriso di Dio». In seguito a ciò si manifestò una violenta gelosia tra Sara e Agar, al punto che Abramo decise di allontanare nel Deserto di Paran Agar e suo figlio Ismaele, dando loro un pane e un otre d'acqua.

Quando Isacco era già un ragazzo, Dio mise alla prova Abramo: gli disse di andare sul monte Moria e di sacrificare a Lui suo figlio Isacco. Abramo accettò, ma mentre legava Isacco per il sacrificio, apparve un angelo che gli ordinò di fermarsi perché Dio aveva apprezzato la sua ubbidienza, benedicendolo "con ogni benedizione".

Morte di Abramo
Abramo morì e fu seppellito vicino a sua moglie Sara nel campo di Macpela, vicino Hebron (in arabo: ﺧﻠﻴﻞ‎, Khalīl, ossia "Amico [di Dio]"), nel paese di Canaan, che egli stesso aveva comperato dagli Ittiti (Etei) come terreno sepolcrale molti anni prima. Isacco morì a Mambre, all'età di 180 anni e fu seppellito dai suoi figli nella grotta di Macpela. https://it.wikipedia.org/wiki/Abramo
La Tomba dei Patriarchi o grotta di Macpelà, (in ebraico: מערת המכפלה‎?, Meʿaraṯ Ha-Maḵpelah, "La grotta delle tombe doppie"; in arabo: المغارة‎, al-maġārä, "La grotta") è un complesso architettonico costruito su una serie di grotte sotterranee situate ad Hebron, in Cisgiordania. Il nome ebraico si riferisce sia alla disposizione delle sepolture che alle coppie bibliche che vi sono sepolte.

La struttura è il secondo luogo sacro dell'ebraismo in quanto è considerata il sepolcro dei Patriarchi di Israele Abramo, Isacco e Giacobbe. Secondo il racconto biblico (49,29-31), Giacobbe, giunto in punto di morte, fece giurare a suo figlio Giuseppe di essere portato qui per esservi sepolto. Giuseppe, dall'Egitto, lo fece imbalsamare e così mantenne il suo giuramento.

Il luogo è venerato anche dai musulmani, che lo chiamano moschea di Abramo o santuario di Abramo.
Il 7 luglio 2017 l'UNESCO ha dichiarato la tomba patrimonio dell'umanità.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tomba_dei_Patriarchi Ali ibn abi bakr al-Harawi nel 1173 scrisse che, durante il regno di Baldovino II di Gerusalemme nell'anno 1119, una parte della volta della tomba dei Patriarchi era crollata e "alcuni ifranj erano penetrati all'interno" ed avevano scoperto "[i corpi] di Abramo, Isacco e Giacobbe... i loro sudari erano caduti a pezzi, che giacevano appoggiati contro un muro... Allora il Re, dopo aver provveduto a nuovi sudari, fece nuovamente chiudere il luogo".

Analoghe notizie sono presenti nella Cronaca di Ibn at Athir per l'anno 1119: "In quest'anno fu aperta la tomba di Abramo e quelle dei suoi due figli Isacco e Giacobbe... Molte persone hanno visto i Patriarchi. Le loro membra non erano scomposte e accanto a loro erano state poste lampade d'oro e d'argento."[1]

Il nobiluomo e storico damasceno Ibn al-Qalanisi, nella sua cronaca, pure allude alla scoperta, in questo periodo, di reliquie ritenute essere quelle di Abramo, Isacco e Giacobbe, una scoperta che suscitò un'accesa curiosità nelle tre comunità della Palestina: musulmana, ebrea e cristiana
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:«Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21 Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
24 Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25 Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26 Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.
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li riporta lì perchè sa che l'economia mondiale crollerà appunto visto che i piani li fanno loro...Istituto per le opere di religione (acronimo: IOR), è un'istituzione finanziaria pubblica dello Stato della Città del Vaticano, creata nel 1942 da papa Pio XII e con sede nella Città del Vaticano[2]. È spesso erroneamente considerato la banca centrale della Santa Sede[3], compito invece svolto dall'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). https://it.wikipedia.org/wiki/Istituto_per_le_opere_di_religione https://it.wikipedia.org/wiki/Amministrazione_del_patrimonio_della_Sede_Apostolica
https://rumble.com/v1mslzn-fra-tuck-fuori-dalla-mia-chiesa.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
«Si chiama Obolo di San Pietro l'aiuto economico che i fedeli offrono al Santo Padre, come segno di adesione alla sollecitudine del successore di Pietro per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi.»
(Sito vaticano)
come c'è tutto online c'è anche il mendicante online appunto..non è un reato chiedere l'elemosina..Gesù sisse:"Un discepolo non è più grande del maestro; ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro." chi più di Gesù era un maestro pure nella mendica scusate...
per le donazioni alla vera Chiesa di Gesù Cristo e Dio Padre Onnipotente mandarle qui grazie che poi saranno ridistribuite ai poveri da me personalmente: https://www.paypal.com/paypalme/emaguru

La Chiesa cattolica spiega la prassi dell'Obolo con la pratica di sostenere materialmente coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo, perché possano impegnarsi interamente nel loro ministero, prendendosi anche cura dei più bisognosi[2].

Concretamente, l'origine storica dell'Obolo risale alla fine del secolo VIII, quando gli anglosassoni, dopo la loro conversione al Cristianesimo, si sentirono tanto legati al Vescovo di Roma che decisero di inviare in maniera stabile un contributo annuale al Papa. Così nacque il Denarius Sancti Petri (latino, "Elemosina a San Pietro"), che ben presto si diffuse negli altri paesi europei.
https://it.wikipedia.org/wiki/Obolo_di_San_Pietro
https://rumble.com/v1m65im-god-cloth-seiya-versus-thanatosarcangelo-michele-versus-thanatos-greco.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1m9s1s-parliamo-del-video-del-papa-con-il-copricapo-da-stregone-pagano.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1m99ey-papa-francesco-in-canada-indoss-il-copricapo-indiano-da-stregone.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/vmnvo3-stipendi-e-benefici-del-clero-e-dei-parroci.html?mref=rljsx&mc=e5yiv...quindi non è fede questa ma è ammucchiare ricchezza appunto con la scusa della religione....SERVI DI MAMMONA APPUNTA COME DICEVA GESù..nessuno può servire Dio e il denaro.. https://rumble.com/v1li5gz-la-vera-fede-credere-nellunico-dio-invisibile-dei-vivi-in-spirito-e-verit-p.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1jsmdh-predicando-il-vangelo-in-terronia-ai-terroni-italiani.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
le vostre feste patronali e processioni con gli idoli e le statue pagane sono spazzatura davanti a Dio...ha ragione..è la verità...è idolatria appunto sono idolatri pagani i terroni https://rumble.com/v1i9a8l-siamo-nei-tempi-della-finegli-empi-saranno-tutti-sterminati.html?mref=rljsx&mc=e5yiv quello che dice il predicatore Stefano Ansaldo è esatto è così appunto lui avrà il suo premio al giudizio ha predicato davvero dal nord Germania al sud Italia passando anche al Vaticano e a Montecitorio il vangelo ma tanto voi non ci riuscirete mai ed andrete tutti al giudizio universale l'ultimo giorno appunto per la bestemmia poi nello stagno di fuoco e zolfo dopo il giudizio di Gesù quando tornerà...il dono di Dio significa appunto che è solo Dio dall'alto che lo da e sulla terra non è possibile agli uomini se non tramite Gesù che è in cielo che è l'unico mediatore tra Dio e l'uomo con il battesimo di fuoco spirituale dal cielo dello spirito santo di Dio appunto..Gesù disse:"Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata".è un peccato eterno ed imperdonabile ed il salario del peccato eterno è appunto la morte...sono già stati tutti condannati lo ripeto per loro libera scelta di non aver creduto a Gesù ma avendo seguito il dio denaro ed il materialismo naturalista massonico politeista greco/egizio/fenicio/cananeo dei morti... https://rumble.com/v1f3jft-temete-colui-che-ha-il-potere-di-gettare-anima-e-corpo-nella-genna..html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1f0t4v-la-storia-di-giovanni-il-battista-che-veniva-da-dio-per-battezzare-ges.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1f0umj-ges-lodava-giovanni-il-battista.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1f1gcr-il-battesimo-di-giovanni-veniva-dal-cielo-o-dagli-uomini-rispondetemi..html?mref=rljsx&mc=e5yiv
Gesù disse:CHI DUNQUE GIURA PER L'ALTARE,GIURA PER ESSO E PER QUANTO VI STA SOPRA.
https://rumble.com/v1849al-non-partecipate-alle-opere-infruttuose-delletenebrepiuttosto-denunciatele.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
CHI GIURA PER IL TEMPIO,GIURA PER ESSO E PER COLUI CHE L'ABITA(cioè Satana perchè il Gadu dei massoni non è Dio visto che fanno le iniziazioni e i giuramenti come i mafiosi in un tempio satanico pagano eh..https://www.godtremari.it/wp-content/uploads/2020/04/LA-LOGGIA-IL-TEMPIO.pdf http://www.signahominis.ch/Tavole/Secondo/16_02_2012.pdf https://www.loggiadeguaita.com/docum/riflessioni_sugli_elementi_grafici_dello_stemma_del_rituale_italico.pdf http://www.signahominis.ch/Tavole/1991/Del%20segreto%20massonico.PDF come potete vedere nei video soprastanti eh come in Vaticano,nelle chiese e nelle sinagoghe come nelle logge massoniche lì c'è Satana e non il Dio dei vivi della Bibbia perchè Dio non abita in templi costruiti da mani d'uomo appunto) .

E CHI GIURA PER IL CIELO,GIURA PER IL TRONO DI DIO E PER COLUI CHE VI è ASSISO(cioè GESù CRISTO APPUNTO).SONO COSE DIVERSE APPUNTO IO NON SONO UN MASSONE MA UN CRISTIANO..Vangelo dell'apostolo Matteo cap23 dove diceva ai farisei pure guide cieche eh...
Il nome Giovanni ha origine ebraica e significa "dono del Signore"...La Legge e tutti i Profeti infatti HANNO PROFETATO FINO A GIOVANNI,DA ALLORA IN POI(quindi da "solamente" 2000 anni eh) viene annunziato il regno di Dio e OGNUNO(significa ogni singola persona appunto) si sforza per entrarvi Luca 16...vangelo di Marco cap11..se uno è vecchio e rincoglionito non è un mio problema...vada al manicomio
o si suicidi.. ci pensavano prima di peccare e di bestemmiare lo Spirito Santo... Inoltre maledisse le città di Brescia e Roma e tutti i loro abitanti,dicendo "Fino agli inferi precipiterete!" a causa del mancato ascolto dei suoi insegnamenti https://rumble.com/v18kgtt-la-futura-distruzione-di-romabrescia-e-di-altre-citt-da-parte-di-dio.html?mref=rljsx&mc=e5yiv Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!»....Corazin,Betsaida e Cafarnao vengono nominate da Gesù poiché, nonostante egli vi avesse operato dei miracoli, i suoi abitanti non si erano convertiti...vadano dal loro Dio denaro e poi all'inferno come da loro libera scelta non possono più tornare indietro ormai sono già stati tutti condannati per loro libera scelta...la bestemmia allo spirito santo non può perdonarla neanche Gesù...quindi moriranno nei loro peccati..perchè è un peccato eterno quello non può cancellarlo neppure Gesù...https://rumble.com/v1d0fh9-spelonca-di-ladri.html?mref=rljsx&mc=e5yiv Gesù condanna l'avarizia
Voi non potete servire Dio e
Mammon(i soldi e la ricchezza appunto,ndr)».Mammona nel
Nuovo Testamento della Bibbia è comunemente pensato per significare
denaro, ricchezza materiale, ed è
associato alla ricerca avida del guadagno. Il Vangelo di Matteo e il Vangelo
di Luca citano entrambi Gesù usando la parola in una frase spesso resa in
inglese come "Non puoi servire sia Dio che mammona".
Nel Medioevo era spesso personificato e talvolta incluso nei sette principi
dell'Inferno. Mammona in ebraico (ממון (significa "denaro". La parola è stata
adottata dall'ebraico moderno per significare ricchezza.
https://en.wikipedia.org/wiki/Mammon
14 I farisei, che amavano il denaro, udivano tutte queste cose e si
beffavano di lui. 15 Ed egli disse loro: «Voi vi proclamate giusti davanti agli
uomini; ma Dio conosce i vostri cuori; perché quello che è eccelso tra gli
uomini, è abominevole davanti a Dio.
16 La legge e i profeti hanno durato fino a Giovanni; da quel tempo è
annunciata la buona notizia del regno di Dio, e ciascuno vi entra a forza. 17
È più facile che passino cielo e terra, anziché cada un solo apice della
legge.
Il ripudio
18 «Chiunque manda via la moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio;
e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio.
Il ricco e Lazzaro
19 «C'era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno
si divertiva splendidamente; 20 e c'era un mendicante, chiamato Lazzaro,
che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, 21 e bramoso di sfamarsi con
quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli
le ulceri. 22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di
Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 23 E nell'Ades, essendo nei
tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno;
24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a
intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono
tormentato in questa fiamma". 25 Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che
tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i
mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. 26 Oltre a tutto
questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che
vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi". 27 Ed
egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre,
28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non
vengano anche loro in questo luogo di tormento". 29 Abraamo disse:
"Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". 30 Ed egli: "No, padre Abraamo;
ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno". Abraamo rispose: "Se
non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se
uno dei morti risuscita"».
https://rumble.com/v1caxfb-il-ricco-e-lazzaro.html?mref=rljsx&mc

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