i recenti sacrilegi in stile pagano egizio commessi il 4 ottobre 2019 da PAPA FRANCESCO LA VIPERA E LA CUPOLA MASSONICO PAGANA GESUITA POLITEISTA GRECO/EGIZIA/FENICIA/CANANEA SERVI DI SATANA E SCHIAVI DEI LORO PECCATI

1 year ago
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è scritto chiaro eh in più lo si vede pure...sono già stati tutti condannati appunto a morire nei loro peccati...Per gli EGIZI la barca sacra era un battello fluviale elevato a simbolo di imbarcazione rituale,come attestano la vasta documentazione iconografica-letteraria e le prove audiovisive veniva usata come mezzo di trasporto in ambito funerario e religioso.
https://it.wikipedia.org/wiki/Barca_sacra
https://it.wikipedia.org/wiki/Barca_solare_(Egitto)
https://it.wikipedia.org/wiki/Barca_di_Amon
https://rumble.com/v1dtupr-i-tipi-di-barche-egiziele-oltre-1500-divinit-egizie.html?mref=rljsx&mc=e5yiv https://rumble.com/v1dg093-parliamo-del-culto-dei-gatti-nellantico-egittodel-grande-gatto-e-della-reli.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1dgapz-tutte-le-eresie-di-cui-accusato-papa-francesco.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1dd9ld-conoscerete-la-verit-e-la-verit-vi-far-liberi-predicazione-biblica-al-vatic.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
Gatti nell'antico Egitto
https://it.wikipedia.org/wiki/Gatti_nell%27antico_Egitto

«Tu sei il GRANDE GATTO, il vendicatore degli dei e il giudice delle parole, quelle che presiede i capi sovrani e governa il grande Cerchio; tu sei davvero il GRANDE GATTO.»
(Iscrizione nella Valle dei Re)
I GATTI,noti nell'antico Egitto con il termine Mau,ERANO CONSIDERATI SACRI nella società EGIZIA. Una recente comparazione del DNA delle razze viventi ha permesso di stabilire che i primi gatti furono addomesticati a partire dal gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica), circa 10 000 anni fa, nella zona della Mezzaluna Fertile. Millenni dopo, un tratto caratteristico fondamentale della religione delle popolazioni della valle del Nilo divenne proprio la venerazione degli animali, fra cui i gatti. Apprezzato per la sua abilità nel cacciare roditori nocivi quali i topi e i ratti, alcuni insetti e nell'uccidere serpenti quali i cobra, il gatto domestico divenne presso gli egizi un simbolo di grazia e benevolenza nei confronti dell'uomo.

La dea Mafdet, deificazione della giustizia e della pena capitale, era rappresentata con testa di leonessa[8], mentre Sekhmet, sempre leonessa, era la temutissima dea della guerra, della violenza e delle epidemie. In antitesi a queste, la dea-gatta Bast (poi nota come Bastet), inizialmente divinità guerriera al pari di Sekhmet, andò gradualmente perdendo i connotati di aggressività per divenire una figura protettiva e rassicurante, patrona della fertilità, della maternità e della vita domestica. Come espressione di massimo ossequio, dopo la morte i gatti venivano mummificati esattamente come gli uomini, e le loro mummie offerte a Bastet.

I gatti nella vita quotidiana degli egizi

Statua di gatto. Wellcome Library, Londra.
I gatti furono addomesticati molto tempo prima dei cani. Due tipi diversi di gatto fecero la loro comparsa nell'antico Egitto: il gatto della giungla (Felis chaus) e il gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica). Quest'ultimo fu gradualmente addomesticato in un lunghissimo lasso di tempo compreso fra Periodo predinastico (IV millennio a.C.) e il Medio Regno (XXI - XVII secolo a.C.). I gatti selvatici si nutrivano spontaneamente dei ratti e degli altri parassiti che infestavano i granai regali; si guadagnarono un posto nei centri abitati uccidendo roditori, serpenti velenosi e altri animali nocivi. Nelle rappresentazioni artistiche, non è insolito trovare piccoli gatti posizionati sotto le sedie su cui si trovano delle donne, in riferimento alla fertilità e alla sessualità femminile. Sembra però che i gatti siano diventati animali "da salotto" solamente durante il Nuovo Regno, cioè tra il XVI e l'XI secolo a.C. L'arte figurativa egizia della XVIII dinastia ha lasciato testimonianza, per esempio, della predilezione della Grande sposa reale" Tiy e di sua figlia Sitamon per i gatti: la regina e la principessa compaiono insieme a una gatta e un'oca domestiche (in un curioso dettaglio questi due animali sembrano perfino giocare o litigare). Sullo schienale del trono della principessa Sitamon, rinvenuto nella tomba (KV46) dei suoi nonni materni Yuya e Tuia, una gatta compare seduta sotto lo scranno dove siede la regina Tiy.

Come suggerisce il legame d'iniziale affinità (ma successivamente antitetico) fra Sekhmet e Bastet, nel complesso di credenze dell'antico Egitto esisteva una relazione fra i gatti e i leoni. Benché la maggior parte dei leoni sia stata confinata a sud intorno al Periodo predinastico, e fossero perciò animali abbastanza rari in epoca faraonica, erano tuttavia animali estremamente importanti nell'immaginario iconografico degli egizi. A causa della sua natura aggressiva e maestosa, il leone era simbolo del potere regale.

I gatti nella religione egizia

Statuetta di Bastet in bronzo, risalente al Periodo tardo. Muséè Georges-Labit, Parigi.
Bastet da dea-leonessa a dea-gatta
La prima attestazione di una divinità felina in Egitto risale a una coppa di cristallo, databile al 3100 a.C., decorata con una rappresentazione della dea Mafdet con testa di leonessa. In un primo momento, anche Bastet fu immaginata come una dea leonina, fieramente protettiva e guerriera, come Sekhmet. Diversamente da molte divinità fuse in un'unica entità con l'unione delle Due Terre, Bast e Sekhmet rimasero ancora per molto tempo due personalità ben distinte nel pantheon egizio. Gli egittologi Turner e Bateson stimano che durante la XXII dinastia (945 a.C. - 715 a.C.), l'antica Bast passò dall'essere una dea leonina al venire definitivamente rappresentata come una divinità protettiva e rassicurante dalle sembianze di gatto, mentre, viceversa, Sekhmet veniva descritta come particolarmente violenta e temibile. Poiché i gatti domestici tendono ad avere un comportamento mite e protettivo nei confronti del padrone e della sua casa, così gli egiziani cominciarono a vedere Bastet come una buona madre, spesso raffigurata insieme a cuccioli di gatto. Un amuleto di Bastet attorniata da gattini era frequente fra le donne che desideravano una gravidanza: tanti cuccioli quanti figli si sperava di avere.

Il Grande Gatto di Eliopoli

Il Grande Gatto di Eliopoli intento a uccidere Apopi in una illustrazione del Papiro di Hunefer. British Museum, Londra.
Il gatto maschio, nello specifico, aveva una funzione determinante sia come ipostasi del sole che come suo difensore: durante la notte, doveva proteggere l'astro dagli attacchi del perfido serpente-demone Apopi. In questo caso si trattava del Grande Gatto di Eliopoli, trasformazione del dio-sole Ra, spesso raffigurato intento a sorvegliare un albero di persea, cioè l'Albero della vita eterna e della conoscenza (Albero "ished"), e ad affrontare il serpente Apopi schiacciandogli la testa con una zampa e accoltellandolo con l'altra(raffigurazione dell'arcangelo michele eh questa in statua ma non centra niente con gli angeli di Dio però perchè appunto è un'altra religione cioè l'egizia non il cristianesimo che infatti come dico io è un'altra cosa da questa). Era sovente rappresentato nelle pitture parietali funebri tratte dal XVII capitolo del Libro dei morti: così compare sulle pareti delle tombe di Sennedjem, Nakhtamon e Inherkhau ubicate nella necropoli di Deir el-Medina, presso Tebe. Infatti, un passo del XVII capitolo del Libro dei morti così recita:

«Io sono questo Grande Gatto che si trovava al lago dell'albero "ished" in Eliopoli, quella notte della battaglia in cui fu compiuta la sconfitta dei sebiu, e quel giorno dello sterminio degli avversari del Signore dell'Universo. Cos'è questo? È Ra stesso ed è stato chiamato gatto [in egizio: "Mau"] dal detto di Shu: "Egli è simile ["mau"] a ciò che ha fatto"; e gli è venuto così il suo nome di gatto ["Mau"].»

(dal XVII capitolo del Libro dei morti)
Il culto dei gatti

Mummie di gatti conservate presso il British Museum, a Londra.
Siccome i gatti erano considerati sacri a Bastet e onorati di conseguenza, la pratica della mummificazione fu estesa anche a loro, con un picco nel periodo greco-romano dell'Egitto (IV secolo a.C. - III secolo d.C.); gli ossequi loro tributati dopo la morte riflettono il rispetto da cui erano circondati in vita quotidiana. Lo storico greco Erodoto scrisse, nelle sue Storie:

«Quando, poi, scoppia un incendio, i gatti sono presi da fenomeni strani. Gli Egiziani, infatti, disponendosi a regolare distanza, fanno loro la guardia, trascurando, perfino, di spegnere il fuoco; ma i gatti sgusciando tra uomo e uomo, o, magari, saltandoli via, si gettano nel fuoco. Quando ciò avviene, è grande il dispiacere che prende gli Egiziani. Se in una casa un gatto viene a morire di morte naturale, tutti quelli che vi abitano si radono le sopracciglia. [...] I gatti vengono portati nella città di Bubasti in locali sacri e ivi vengono sepolti, dopo essere stati imbalsamati.»

(Erodoto)
Lo storico siceliota Diodoro Siculo (90 a.C. . 27 a.C.) descrisse un interessante esempio di giustizia sommaria cui andò incontro l'uccisore di un gatto; intorno al 60 a.C., assistette all'uccisione di un gatto egizio da parte di un cittadino romano. Una folla inferocita lo catturò e, nonostante le suppliche del faraone Tolomeo XII, lo uccise.

Bubasti e il culto dei gatti

Statuetta di Bastet in bronzo e argento, risalente al periodo tolemaico o romano dell'Egitto. Walters Art Museum, Baltimora.
Benché il culto dei gatti fosse già sentito all'inizio del Nuovo Regno (ca. 1550 a.C.), salì alla ribalta durante il regno di Sheshonq I (943 a.C. - 922 a.C.[29]), il faraone che rese Bubasti, (originariamente Par-Bastet, l'attuale Zagazig) centro del culto di Bastet, nella parte orientale del delta del Nilo, una città importante. In quel momento, Bastet divenne una divinità immensamente popolare, patrona della fertilità e della maternità(culto della dea madre appunto,ndr), connessa agli aspetti positivi dei raggi del sole - contrariamente a Sekhmet, che incarnava il potere distruttivo del calore solare(come dicono gli ebrei eh ma non è la religione ebraica però ma egizia ed entrambe femminili appunto). Entrambe erano però identificate l'Occhio di Ra, una nel suo aspetto mite e protettivo, l'altra in quello violento(esattamente come nelle sephirot ebraiche eh,quindi non è il culto al dio della Bibbia ma egizio politeista appunto,ndr). Il culto dei gatti ebbe un largo seguito: ogni anno, migliaia di pellegrini si recavano a Bubasti. Bubastis, che letteralmente significa Casa di Bast, divenne anche un altro nome per indicare Bastet (o Bast). Al centro della città, in una depressione del terreno, si trovava il grande santuario della dea-gatta; la città sorse intorno al tempio per arginare i danni causati dalle piene del Nilo. Erodoto, che visitò la città intorno al 450 a.C., scrisse:

Testa di gatto, in bronzo, risalente al periodo romano dell'Egitto (I secolo a.C. - III secolo a.C.). Brooklyn Museum, New York.
«Tranne l'ingresso, tutto il resto è isola, poiché dal Nilo si ripartono due canali che, senza confondersi tra loro, arrivano entrambi fino all'ingresso del santuario, cui scorrono intorno, l'uno a destra, l'altro a sinistra; l'uno e l'altro hanno una larghezza di cento piedi e sono ombreggiati da alberi. [...] Trovandosi il tempio nel centro della città, può essere visto da ogni parte, girandogli intorno, dall'alto; poiché, mentre la città è stata elevata con terrapieni, il tempio invece è rimasto, senza essere toccato, com'era stato costruito da principio ed è ben visibile. Lo cinge un muro tutto scolpito a figure; dentro c'è un bosco di altissimi alberi, che si ergono intorno a un grande sacrario, nel quale è racchiusa la statuaː in lunghezza e larghezza, il tempio misura uno stadio [ca. 180-185 metri] per ogni lato. Di fronte all'entrata c'è una strada, lastricata in pietra, lunga circa tre stadi al massimo, la quale, attraversando la piazza del mercato, conduce verso oriente e ha una larghezza di forse quattro pletri [ca. 30 metri]; da una parte e dall'altra della strada sono cresciuti degli alberiche s'innalzano fino al cielo; ed essa porta fino al santuario di Ermete.»

(Erodoto)
La descrizione di Erodoto, così come vari testi egizi, mostrano che il tempio era circondato dall'acqua per tre lati su quattro, formando un lago noto come isheru, non dissimile da quello prospiciente il tempio della dea-madre Mut a Karnak[35]. Tali bacini artificiali erano tipici di complessi templari dedicati a dee-leonesse, ritenute (anche con variazioni) figlie di Raː Bastet, Mut, Tefnut, Hathor e Sekhmet. Un mito narrava di una leonessa caduta nel lago del tempio, per poi uscirne tramutata in mite gatta e accolta nel santuario.

Sempre secondo Erodoto, a Bubasti si svolgevano anche dei festeggiamenti periodici in onore della dea, comprendenti processioni di barche sacre e riti orgiastici e dove è stata rinvenuta una necropoli di gatti sacri mummificati, con relativo tempio. La città attirò anche un grande numero di mercanti di ogni genere, mentre gli artigiani producevano migliaia di statue e amuleti raffiguranti Bastet o gatti, anche in bronzo, da vendere ai devoti. Erano molto comuni gli amuleti di gatte attorniate da cuccioli, popolari fra le donne che speravano di avere figli.

Un'evidenza archeologica: il sarcofago della gatta del principe Thutmose

Il sarcofago della gatta del principe Thutmose. Museo egizio del Cairo.
Quando morivano, i gatti delle persone più abbienti avevano diritto a una sepoltura relativamente solenne e onorevole. Ne sono un esempio le onoranze funebri che il principe ereditario Thutmose, primogenito di Amenofi III e della già citata regina Tiy, dispose per la propria gatta Myt, sepolta nella necropoli di Menfi in un piccolo sarcofago di pietra, oggi al Museo del Cairo. Le iscrizioni geroglifiche che lo decorano descrivono la trasformazione della gatta in "un'Osiride", come si credeva avvenisse a tutte le persone defunte; riportano inoltre ciò che la dea Iside avrebbe esclamato accogliendo la gatta Myt nell'aldilà:

«Io stendo le mie braccia dietro di te per proteggerti.»

Su una parete del sarcofago la gatta è ritratta con un fiocco al collo. Al suo interno, oltre alla mummia dell'animale, fu rinvenuta addirittura una statuetta ushabti (destinata a prendere magicamente vita e aiutare la gatta nelle faccende quotidiane nel mondo dei morti)

Il Grande gatto di Eliopoli era una forma esplicita di Ra, con il compito di proteggere il sole nascente Khepri, dal malefico serpente Apopi suo eterno nemico, rappresentante l'aspetto negativo del Nun, il cui obiettivo era opporsi alle forze ordinatrici della luce per riportare tutto allo stato di caos primordiale.

Papyrus of Hunefer, detail.jpg
Durante la V dinastia, vi fu un rifiorire del culto solare ad Eliopoli, numerosi animali furono associati al dio sole e tra questi il gatto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_gatto_di_Eliopoli
Fonti storiche
Viene citato dal testo sacro del "Libro dei morti", dal testo religioso "Litanie di Ra" tra le settantacinque forme del dio ed in una stele conservata ad Oxford.

Grande Gatto di Eliopoli, dalla TT 359 tomba di Inherkhau a Deir el-Medina XX dinastia
Iconografia
Era sovente rappresentato nelle pitture parietali funebri tratte dal capitolo 17 del "Libro dei morti", come nelle tombe di Sennedjem, Nakhtamon e Inherkhau ubicate nella necropoli di Deir el-Medina.

Raffigurato come un grande gatto maschio aveva il pelo rossiccio irto sul dorso per intimorire il nemico, spesso maculato come i leopardi e una lunga coda. Questo simbolismo lo mette in relazione con altre divinità feline del ciclo solare, come i due leoni "rwty" che si vedono nel Libro dei Morti, e altre divinità associate a Shu e Tefnut.

Seduto sulle zampe posteriori teneva in quella anteriore sinistra un coltello mentre con la destra schiacciava la testa del contorto serpente.

Il gatto, se rappresentato con le fauci spalancate, aveva la lingua sporgente come per emettere un verso mentre uccideva il serpente. Talvolta è rappresentato con lunghe orecchie da lepre, con questa mutazione lo si metteva in relazione con il dio Osiride, con cui spesso si fonde il dio Ra nel Nuovo Regno, riunendo così i due miti principali della religione egizia, il ciclo osiriaco e quello solare.

La scena avviene sotto un albero sacro chiamato Ished, carico di bacche rosse e spesso confuso con la persea.

Nel capitolo XVII del "Libro dei Morti", il defunto recita queste parole in un espediente tipico della magia egizia, in cui l'officiante si identifica con una divinità:

"...Io sono questo Grande Gatto che si trovava al lago dell'albero Ished in Heliopolis

quella notte della battaglia in cui fu compiuta la sconfitta dei sebiu

e quel giorno dello sterminio degli avversari del Signore dell'Universo.

Cos'è questo?

Riguardo al Grande Gatto che è al lago dell'albero Ished in Heliopolis,

è Ra stesso ed è stato chiamato gatto (Miu)

dal detto di Shu: egli è simile (miu) a ciò che ha fatto

e gli è venuto così il suo nome di gatto (miu )..."

Per zoolatria si intende un culto religioso che considera gli animali come manifestazioni della divinità.
https://it.wikipedia.org/wiki/Zoolatria
Tale culto era diffuso soprattutto nell'antichità ed in particolar modo presso gli antichi egizi.

Ra, noto anche nella forma Rê oppure Rha (IPA: [rɑ:]), è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto, dio sole di Eliopoli[1]. Emerse dalle acque primordiali del Nun, portato tra le corna della vacca celeste, la dea Mehetueret. A partire dalla V dinastia (2510 a.C. - 2350 a.C.[2]) divenne una delle principali divinità dell'Egitto, identificato principalmente con il sole di mezzogiorno[3].

Si riteneva che governasse ogni parte del mondo: il cielo, la terra e l'oltretomba. Veniva spesso accostato al dio Horus; la loro fusione originò il dio Ra-Horakhti, il cui nome significa Ra (Che è) Horus dei Due Orizzonti. A partire dalla XII dinastia (1994 a.C. - 1794 a.C.[6]) fu associato al dio tebano Amon, dando origine alla più importante divinità del pantheon egizio: Amon-Ra[1], e rimanendo così per secoli il dio supremo, Re degli dei[7]. Durante il breve periodo amarniano, re Akhenaton (ca. 1351 a.C. - 1334 a.C.[8]) soppresse il culto di Ra e impose l'esclusiva adorazione del dio Aton, che in precedenza era solo un aspetto di Ra[9]; dopo la morte di Akhenaton, il culto di Ra fu immediatamente ristabilito nella sua preminenza.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ra
Ra e il Sole
Per gli egizi, il Sole era simbolo di luce, calore e prosperità. Nel pantheon egizio, le divinità solari erano perciò particolarmente importanti, in quanto il Sole era ritenuto il sovrano dell'intero creato. Il disco solare era visto sia come il corpo che come l'Occhio di Ra, da non confondere con l'Occhio di Horus (che aveva invece una valenza lunare)[10]. In certe versioni mitologiche, Ra fu considerato padre di Shu, dio dell'aria[11], e di Tefnut, dea dell'umidità e della pioggia[12][13], creati dal proprio seme, nonché di Bastet, divinità solare della guerra talvolta raffigurata nell'atto di difendere il Sole dal malvagio serpente Apopi[14], di Heket, la dea-rana delle nascite che sorreggeva l'astro solare durante il suo passaggio nell'oltretomba[15], e di Sekhmet, violenta e sanguinaria dea-leonessa simboleggiante il calore mortale dei raggi solari, raffigurata col globo del sole sul capo e nata dal fuoco dell'Occhio di Ra[4].

L'importanza di questo dio era tale che diverse divinità del sole e dei momenti del sole nella giornata erano adorate come aspetti dello stesso Ra: Atum, dio del sole che tramonta[16]; Ra-Horakhty, fusione di Ra e Horus e dio del sole allo zenit[5]; Khepri, dio del sole che sorge[17]; Harmakis, dio del sole all'alba e al crepuscolo (rappresentato, per esempio, nella Sfinge di Giza e oggetto di particolare devozione da parte di Thutmose IV[18])[3].

Ra che viaggia attraverso l'oltretomba sulla barca solare. Se raffigurato nel mondo dei morti, Ra veniva rappresentato con testa di ariete. Sia ed Heka lo accompagnano, mentre il benefico serpente Mehen lo protegge. Illustrazione dal Libro delle Porte dipinto nella tomba di Ramses I (KV16) nella Valle dei Re.
Ra nell'oltretomba
Gli egizi immaginavano che Ra viaggiasse su due barche solari: la prima chiamata Mandjet (Barca dei Milioni di Anni), o barca del mattino; la seconda chiamata Mesektet, o barca notturna[19]. Tali imbarcazioni lo trasportavano nel suo viaggio attraverso il cielo e il Duat, l'oltretomba. Quando si trovava sulla nave Mesektet con cui percorreva l'aldilà, Ra veniva raffigurato con testa di ariete, conservando l'usuale attributo del disco solare sul capo, in questo caso adagiato sulle corna. Le divinità che lo accompagnavano sulle imbarcazioni solari erano numerose, fra cui Sia, personificazione della percezione, Hu, personificazione del comando, ed Heka, dio che incarnava la magia e che, come Seth, Bastet e altri dei, era coinvolto nell'abbattimento del serpente Apopi[20]. Talvolta, Ra era scortato da altri dei dell'Enneade, come ad esempio Seth, principale avversario di Apopi[21], e il benefico serpente Mehen, che lo difendeva dai molti mostri dell'oltretomba[22].

Apopi, incarnazione del caos, era un enorme serpente che ogni notte cercava di fermare il corso della barca del sole attaccandola o ricorrendo al suo sguardo ipnotico. Si pensava che, quando si verificavano eclissi solari, Apopi avesse inghiottito la barca di Ra[23]. Gli egizi credevano che di sera Ra assumesse la forma di Atum (divinità del sole che tramonta[16]) o sotto forma di ariete. La barca notturna, attraversando l'aldilà, lo avrebbe riportato a oriente perché potesse sorgere di nuovo, all'alba. Questo mito intendeva descrivere il sorgere del sole in cielo, rappresentato dalla dea Nut. Infine, quando si trovava nell'oltretomba, Ra si fondeva a Osiride, dio dei morti, divenendo così egli stesso dio dei morti[19]. Nel suo viaggio notturno, veniva talvolta invocato con i nomi di Auf ed Efu Ra.

Ra-Horakhty (fusione di Ra e Horus) scolpito al centro della facciata del Tempio maggiore di Abu-Simbel, mentre viene adorato da Ramses II.
Ra come creatore
Alcuni ordini sacerdotali egizi adoravano Ra come creatore del mondo; in ciò si distinguevano i sacerdoti di Eliopoli e i loro devoti. Credevano che Ra avesse creato prima di tutti sé stesso, emergendo, essendosi creato da solo, dalle acque primordiali del Nun, portato tra le corna della vacca celeste, la dea Mehetueret (mentre i devoti di Ptah e il suo clero credevano che fosse stato quest'ultimo a creare Ra[25]); poi avrebbe creato gli uomini tramite le proprie lacrime[19]. In un episodio del Libro dei morti Ra si circoncide e il suo sangue dà vita a Sia e Hu, personificazioni rispettivamente della percezione del comando[19]. A Ra era anche attribuita la creazione degli animali, delle piante, dei mesi e delle stagioni. Inoltre fu spesso accostato a Hershef, un dio minore raffigurato come ariete, dalle funzioni demiurgiche[26].

Ra e il faraone
L'affermazione definitiva del culto di Ra avvenne con l'ascesa della V dinastia (ca. 2500 a.C.), i cui faraoni si ritenevano figli di Ra e della moglie di un sacerdote di Eliopoli ingravidata dal dio in persona, come riferisce il Papiro Westcar[27]: in quell'epoca la titolatura reale si arricchì del notevole titolo di Figlio di Ra (Sa-Ra), già esistente durante la precedente dinastia:

G39 N5
A partire dalla V dinastia, il nome di Ra comparve sempre più assiduamente nei nomi dei faraoni: ad esempio Sahura, Neferirkara e Niuserra della V dinastia, Userkara, Pepi I Merira, Merenra I, Pepi II Merenra e Merenra II della VI dinastia e così via fino alla XVIII, XIX e XX dinastia, tutti i sovrani delle quali ebbero un nome - quello di nascita oppure quello regale - legato a Ra. Buona parte dei monumenti e dei templi edificati dai sovrani della V dinastia erano dedicati al culto solare; solitamente si trattava di strutture aperte ed esposte alla luce del sole, erette intorno al benben, una pietra di forma piramidale che simboleggiava i raggi del sole oppure la collinetta originaria emersa dalle acque primordiali, prototipo dei successivi obelischi[27]. Erigendo obelischi, come fece Ramses II di fronte al Tempio di Luxor, il faraone intendeva simboleggiare architettonicamente il proprio legame con Ra[27]. Nell'Antico Regno si credeva che, dopo la morte, l'anima del faraone ascendesse al cielo per raggiungere il sole e unirsi così a suo padre Ra; tale credenza ricorre con grande frequenza nel Testi delle piramidi, incisi per la prima volta sulle pareti della camera sepolcrale di Unis, ultimo re della V dinastia. Nel corso della sua vita, invece, il sovrano sosteneva che la propria autorità fosse immagine della supremazia di Ra sugli altri dei e sul cielo, la terra e l'oltretomba[28].

Ra e Imentet, dea delle necropoli occidentali dell'Egitto, dipinti nella tomba di Nefertari (QV66), Valle delle Regine.
Iconografia
Ra fu raffigurato in varie forme. La più comune fu quella di uomo con la testa di falco, il disco solare sul capo e un serpente arrotolato intorno a esso[19]. Altra rappresentazione usuale era quella di uomo con la testa di scarabeo (riferimento a Khepri), così come quella di uomo con la testa di ariete. Poteva anche essere rappresentato integralmente come ariete, scarabeo, fenice, airone, serpente, toro, gatto, leone e altri[29]. Nelle illustrazioni di scene immaginate nell'Oltretomba, era generalmente rappresentato come uomo dalla testa di ariete[19]. In tale forma, Ra è descritto come Ariete dell'Occidente e Ariete in cerca del Suo harem[19].

In certi documenti, Ra è descritto come un vecchio faraone dalla carne d'oro, ossa d'argento e capelli di lapislazzuli[19]. Simboli di Ra erano il disco solare e il geroglifico Full moon symbol.svg o Sun symbol (fixed width).svg, ossia un cerchio con un punto nel centro, simbolo astronomico del sole.

Storia
Antico e Medio Regno

Statuetta di Ra-Horakhty in porcellana smaltata, risalente al III secolo a.C. Brooklyn Museum, New York.
Il culto di Ra in quanto divinità solare cominciò a emergere, approssimativamente, durante la II dinastia, stabilitasi intorno al 2890 a.C.[30]. La sua teologia ebbe probabilmente un forte impulso sotto la IV dinastia a partire dal faraone Djedefra, che regnò per circa un decennio intorno al 2575 a.C.[31] Infatti per la prima volta con Djedefra il sovrano d'Egitto assunse il titolo di Figlio di Ra, che entrò a far parte dei cinque nomi tradizionali del faraone; a partire da quell'epoca, il faraone cominciò a essere considerato una manifestazione di Ra sulla terra. La diffusione del suo culto ebbe una decisa accelerazione con la V dinastia, quando Ra divenne divinità nazionale e i faraoni innalzarono piramidi, obelischi e templi, ritenendosi figli di Ra: buona parte delle risorse del Paese, in tale epoca, furono devolute nell'edificazione di templi del culto solare[19]. Alla comparsa dei primi esempi di Testi delle piramidi, Ra aveva già una grande influenza nel viaggio del faraone defunto nell'aldilà.

L'Occhio di Ra, da non confondere con l'Occhio di Horus, benché ne condivida varie caratteristiche. Figura come un disco solare avvolto da due cobra recanti le corone dell'Alto e Basso Egitto[10].
Durante il Medio Regno (2055 - 1650 a.C.[32]), il costante evolversi del pantheon egizio portò ad accostare Ra a numerose divinità fra le quali, più importanti, Osiride e Amon.

Nuovo Regno ed epoche successive
In concomitanza con il Nuovo Regno, inaugurato intorno al 1550 a.C.[33], la teologia e il culto di Ra divennero assai complessi e maestosi. Le pareti delle tombe cominciarono a essere decorate con testi estremamente dettagliati che ritraevano il viaggio di Ra nell'aldilà. Era diffusa la credenza che Ra accogliesse con sé sulla barca solare, insieme alle anime dei defunti, anche le preghiere e le lodi formulate dai viventi. Divenne molto comune nel Nuovo Regno l'idea che Ra invecchiasse man mano che il sole declinava nel corso della giornata.

Vennero composta una grande quantità di inni, preghiere, litanie per aiutare Ra e la sua barca solare nello scontro con Apopi.

Con l'avvento del Cristianesimo nell'Impero romano (300 - 400 d.C.), il culto di Ra fu gradualmente abbandonato[34] e la sua popolarità fra gli abitanti della valle del Nilo divenne un interesse puramente storico, anche fra i sacerdoti del Paese[35].

Rapporti con altre divinità

Ra e Amon sulle pareti della tomba di Ramses VI (1155 a.C. - 1149 a.C.) nella Valle dei Re (KV2).
Divinità associate a Ra
Come avvenne a tutte le principali divinità egizie, anche l'identità di Ra fu spesso fusa con quella di altri dei.

Amon e Amon-Ra
Amon era membro della Ogdoade e, unitamente ad Amonet, antichissima patrona di Tebe, rappresentava le energie della creazione. Si credeva che Amon creasse col suo respiro: fu così identificato con il vento anziché con il sole. Man mano che i culti di Amon e Ra cominciarono a diventare estremamente popolari, rispettivamente, nell'Alto e Basso Egitto, i due dei furono fusi in Amon-Ra, divinità solare e creatrice. È arduo individuare con precisione l'epoca di questa fusione. Amon-Ra compare già del Testi delle piramidi della V dinastia. Rimane l'opinione corrente che Amon-Ra sia stato ideato come divinità di Stato da parte del sovrani del Nuovo Regno, con l'intento di conciliare i devoti di Amon con il più antico culto di Ra (XVIII dinastia)[36]. Amon-Ra detenne il titolo ufficiale di Re degli dei. Veniva talvolta raffigurato come figura umana con testa di leone sormontata dal disco solare e con occhi rossi[36] .
Atum e Atum-Ra

Atum raffigurato in una copia del Libro del respirare. Museo del Louvre, Parigi.
Atum-Ra (o Ra-Atum) fu un'altra divinità composita ottenuta dalla fusione di due dei completamente diversi; comunque, Ra condivideva più caratteristiche con Atum che con Amon. Atum era infatti una divinità solare (più precisamente, dio del sole che tramonta[16]), oltre a essere un dio creatore compreso nell'Enneade. Sia Ra che Atum era considerati padri degli dei e dei faraoni, e la devozione nei loro confronti era molto diffusa. Nei miti antichi, Atum, nato dall'oceano Nun, era padre di Shu e Tefnut.
Horus e Ra-Horakhti
Nella tarda mitologia egizia, Ra-Horakhti era più un titolo o una manifestazione del dio che una divinità composita vera e propria. È traducibile come Ra (Che è) Horus dei Due Orizzonti, intendendo collegare Horakhti (un aspetto del dio Horus che richiama il sorgere del sole) a Ra. Si è ipotizzato che il termine Ra-Horakhty possa riferirsi semplicemente a Ra che intraprende il viaggio solare da orizzonte a orizzonte, o che si riferisca a Ra come divinità di speranza e rinascita. Veniva raffigurato come un falco o un uomo dalla testa di falco sormontata dal disco solare e la tripla corona, o talvolta con il solo ureo o la corona atef.
Khepri e Khnum
Khepri era il dio-scarabeo stercorario che faceva rotolare il sole ogni mattina, concepito come un "divenire" dell'astro verso la pienezza meridiana. Era talvolta visto come manifestazione mattutina di Ra così come il dio Khnum, dalla testa di ariete, ne era la manifestazione serale. L'idea teologica che vi fossero diversi aspetti di Ra che governavano i diversi momenti della giornata era molto diffusa ma variabile. Con Khepri e Khnum che incarnavano il sole mattutino e serale, Ra fu accostato al sole di mezzogiorno, al culmine del calore. Orapollo, autore di un trattato sui geroglifici (V secolo d.C.) riferendosi allo scarabeo (Scaraboeus sacer), scrisse:
«Volendo significare Colui che si è generato da solo (il demiurgo solitario) o il divenire, o il padre, o il cosmo, o l'uomo, disegnano uno scarabeo.»

(Orapollo, Hieroglyphiká)
Divinità create da Ra
D'accordo con l'Enneade, dallo sputo o lo sperma di Ra (nella sua forma di Atum, il Ra del tramonto) nacquero i suoi figli Shu e Tefnut, a loro volta genitori di Geb e Nut (che infine ebbero come figli le due coppie Osiride con Iside, che partorirono Horus, e Seth con Nefti, che partorirono Anubi).
Bastet
Bastet (anche chiamata Bast) era talvolta chiamata gatta di Ra. Era considerata sua figlia e associata allo strumento della sua vendetta, l'occhio di Ra. Bastet era anche nota come colei che decapitava il serpente Apopi per difendere Ra. In un mito, Ra la manda come leonessa in Nubia.
Sekhmet

Sekhmet e Hathor, figlie di Ra e per questo sormontate dal disco solare. Tempio di Kôm Ombo.
Sekhmet è un'altra figlia di Ra, raffigurata come leonessa o enorme gatta. Come Bastet, era associata all'occhio di Ra, il fiammeggiante e distruttivo strumento di vendetta di Ra. In un mito, Sekhmet era tanto adirata che Ra si vide costretto a tramutarla in vacca per arginare la distruzione che questa dea sanguinaria poteva arrecare al genere umano. In un'altra narrazione, il dio teme che gli uomini stiano tramando contro di lui e manda Hathor (in altre versioni è la stessa Sekhmet) per punirli. Quando Sekhmet intervenne per terminare l'opera - e con il suo potere distruttivo avrebbe sistematicamente ucciso ogni essere umano - cominciò a bere avidamente ciò che sembrava essere sangue, ma che in realtà era birra tinta di rosso da Ra stesso per salvare il genere umano. Ubriaca, Sekhmet non poté terminare il massacro.
Hathor
Anche Hathor è figlia di Ra. In un mito, Hathor danzò nuda di fronte a Ra, imbronciato, finché non riuscì a farlo ridere. Quando Ra non si trovava insieme ad Hathor, cadeva in una profonda depressione.
Divinità rivali di Ra
Ptah

Statuetta di Iside in faience, risalente al periodo tardo. Walters Art Museum, Baltimora.
Ptah, il grande dio-creatore della teologia di Menfi, compare raramente nelle iscrizioni presenti all'interno delle piramidi dell'Antico Regno, forse per il fatto che i principali autori di tali testi provenivano da Eliopoli ed erano quindi devoti di Ra. Si riteneva comunemente che i fedeli di Ra fossero invidiosi di Ptah. Mentre alcuni credevano che Ra si fosse originato da sé, altri pensavano che fosse stato creato da Ptah.
Iside
In vari miti Iside trama contro Ra, cercando di ottenere per proprio figlio Horus la supremazia sugli dei e sul cosmo. Un mito vuole che Iside abbia creato un serpente per avvelenare Ra e ricattarlo, dandogli l'antidoto solo qualora il dio le avesse rivelato il suo vero nome, segreto a tutti. Da quel momento Ra avrebbe cominciato a temere Iside la quale, a conoscenza del suo nome segreto, avrebbe potuto usare tutte le sue arti magiche contro di lui e spodestarlo.
Apopi
Apopi, detto anche Apophis, era un mostruoso serpente, incarnazione del caos (Isfet): era il più grande nemico di Ra, il quale era invece portatore della luce e garante di Maat (la quale impersonava l'ordine cosmico). Cercava di impedire che Ra sorgesse ogni mattino.

Statua di Rattaui, probabilmente la più antica compagna di Ra. Museo del Louvre, Parigi.
Il mito narra che Apopi doveva costantemente trovarsi al di sotto dell'orizzonte perciò era una creatura dell'oltretomba. In alcune versioni del racconto, il mostro attendeva Ra in una montagna occidentale chiamata Bakhu, dove il sole spariva oltre l'orizzonte; in altre narrazioni, gli tendeva un agguato appena prima dell'aurora nella Decima Regione della Notte. La moltitudine di luoghi nei quali si riteneva che potesse trovarsi gli guadagnò l'epiteto di Colui Che cinge il mondo.
Rattaui
Lo stesso argomento in dettaglio: Rattaui.
Rat, o Rattaui, era un aspetto femminile di Ra e non aveva molta importanza indipendentemente da lui. In alcuni miti compare come sposa di Ra, altre volte come sua figlia. Il nome Rat non è altro che il nome di Ra con il suffisso femminile -t; la versione più lunga Rattaui significa "Rat delle Due Terre" (l'Alto e il Basso Egitto). Comparve per la prima volta durante la V dinastia e fu probabilmente la più antica compagna di Ra. Non raggiunse mai, però, l'enorme popolarità di Hathor, che secondo altre versioni fu sposa di Ra; le sue raffigurazioni sono estremamente rare. Tuttavia non fu soppiantata e si sono conservati frammenti di inni a Rattaui risalenti al periodo romano dell'Egitto.

Inno del faraone Antef II a Ra
Un interessante inno a Ra compare, in sei colonne di testo, subito prima di un inno ad Hathor, su una stele di Antef II (ca. 2112 a.C. - 2063 a.C.[52]), quarto faraone della XI dinastia, rinvenuta nella sua tomba a Tebe e conservata al Metropolitan Museum of Art di New York. L'inno di Antef II si appella, appropriatamente per una stele funebre, a Ra come sole del tramonto. Come ha osservato l'egittologo britannico Toby Wilkinson, questi versi sembrano suggerire una profonda devozione personale e quasi un senso di umana fragilità, uniti a un certo timore della morte.

L'immagine del faraone Antef II, in atto di fare offerte a Ra e Hathor, accanto alle colonne di testo degli inni a queste due divinità, sulla sua stele funeraria. Metropolitan Museum of Art, New York.
«Tu Te ne andrai - [Ti] prego - padre Ra, prima di raccomandarMi?
Ti vestirà il cielo - [Ti] prego - prima che Tu Mi raccomandi?
RaccomandaMi alla notte e a coloro che si trovano in essa,
così da trovarMi in mezzo a coloro che Ti onorano, o Ra:
coloro che Ti venerano al Tuo sorgere,
che piangono al Tuo declinare.
Possa la notte avvolgerMi, possa la tenebra darMi riparo,
secondo il Tuo volere, o Ra.
Io sono il Tuo rappresentante; Tu Mi hai reso possessore di vita per coloro per cui la morte non arriva.
AffidaMi alle ore della sera:
esse possano proteggermi.
AffidaMi al primo mattino:
possa esso porre la sua protezione intorno a me.
Io sono un lattante di primo mattino;
Io sono un lattante nelle ore della sera,
nato nella notte, la Cui vita è formata [nella tenebra],
Che teme le greggi dalle nere corna contorte all'indietro[54]
Ma l'ira del Tuo occhio [oppure: Ma il sorgere del Tuo occhio] è la mia difesa;
Mi hai trovato come una ricompensa ... [le ultime parole sono mancanti].[53]»

Le Litanie di Ra fanno parte dei testi religiosi dell'antico Egitto destinati ad accompagnare il defunto nel suo viaggio nell'aldilà per consentirgli di "vivere" ancora nel mondo ultraterreno nei Campi Iaru.
https://it.wikipedia.org/wiki/Litanie_di_Ra

L'Enneade o Grande Enneade era un gruppo di nove divinità della mitologia egizia venerate a Eliopoli. Di essa facevano parte: il dio del sole Atum, "Toro dell'Enneade", i suoi figli Shu e Tefnut, i loro figli Geb e Nut e i loro figli Osiride, Seth, Iside e Nefti.
https://it.wikipedia.org/wiki/Enneade
https://www.aton-ra.com/egitto/approfondimenti-antico-egitto/religione-egizia/19-dei-pantheon-egizio.html?showall=1 https://it.wikipedia.org/wiki/Religione_egizia
Le divinità egizie potevano rappresentare i fenomeni naturali, quelli sociali oppure i concetti astratti[1]. Questi dei e dee appaiono virtualmente in ogni aspetto della civiltà egizia, e più di 1.500 di loro sono conosciuti per nome.
https://it.wikipedia.org/wiki/Divinit%C3%A0_egizia
https://it.wikipedia.org/wiki/Eliopoli
https://it.wikipedia.org/wiki/Mnevis
https://it.wikipedia.org/wiki/Tefnut
https://it.wikipedia.org/wiki/Khonsu
https://it.wikipedia.org/wiki/Hu_(mitologia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Sia_(mitologia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Shu_(divinit%C3%A0)
«Io sono Atum, il creatore dei primi dei.
Io sono Colui che diede alla luce Shu.
Io sono il grande Lui-Lei.
Io sono Colui Che fece ciò che Mi parve buono.
Io presi posto nello spazio del Mio volere: Mio è lo spazio di coloro che si muovono.»
(Testi dei sarcofagi, I, 161)
Atum (anche Tem, Temu, Tum e Atem[3] ) è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto. Era il dio creatore nella teologia eliopolitana, generatosi da sé, nonché incarnazione del sole che tramonta (e perciò talvolta venerato come aspetto serale del dio-sole Ra). Era compreso nell'Enneade e chiamato Toro dell'Enneade, in riferimento al toro Mnevis venerato a Eliopoli, a lui sacro. Il suo culto era molto esteso.
https://it.wikipedia.org/wiki/Atum

Aker (anche Akar o Akher) è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto che personificava l'orizzonte.

Aker era spesso raffigurato dal simbolo

N27 ·
3ḳt - akhet
(il sole che sorge tra due montagne)
affiancato da due leoni detti Sef e Duau, rispettivamente ieri e oggi in antico egizio.

Attraverso le porte di Aker il sole entrava, ogni sera, nella galleria che attraversava il mondo sotterraneo per tornare a sorgere il mattino seguente.

Descrizione
Inizialmente Aker era rappresentato con il torso di un leone sdraiato con la bocca spalancata. Successivamente venne rappresentato come due torsi di leone uniti, che guardano in direzioni opposte. [1]

Dal Medio Regno in poi, Aker viene rappresentato come una coppia di leoni gemelli, uno chiamato Duaj, ieri, e l'altro Sefer, domani. Per questo motivo Aker era chiamato "Colui che guarda avanti e dietro". Quando rappresentato come una coppia di leoni, il simbolo geroglifico per l'orizzonte e un disco del sole erano inseriti fra i due animali; i leoni sedevano schiena contro schiena. [2]

In tempi successivi, Aker può anche apparire come due torsi di sfinge uniti fra di loro. [3]

Culto
Aker appare per la prima volta durate la prima dinastia, sotto i faraoni Hor Aha e Djer. [1] Una tavoletta decorativa non completa, trovata nella tomba di Djer a Abido, mostra Aker che divora tre cuori. [4] Il sito del principale luogo di culto di Aker è però sconosciuto. Il suo primo ruolo all'interno della mitologia è descritto per la prima volta nei famosi Testi delle Piramidi di Teti. [1]

Mitologia
Inizialmente Aker era descritto come uno degli dei della terra, guardiano del "cancello per il luogo lontano". Proteggeva il re deceduto dai tre serpenti demoniaci Hemtet, Iqeru e Jagw. Seppellendo il re deceduto, Aker sigillava il morto, riparandolo dal respiro velenoso dei serpenti demoniaci. Un'altra divinità della terra, che si univa al lavoro di Aker, era Geb, motivo per cui le divinità erano spesso connesse. In altri incantesimi e preghiere, Aker è connesso con Set, e anche identificato con il suo animale. Questo è interessante, perché Set è descritto come una divinità del vento, non della terra.

Nei Testi delle Bare del periodo del Medio Regno, Aker sostituisce il dio Kherty, diventando il traghettatore di Ra sulla sua barca notturna. Aker protegge il dio del sole durante i suoi viaggi notturni attraverso le caverne dell'aldilà. Nel Libro dei Morti, Aker dà alla luce il dio Khepri, il giovane sole nascente, in forma di scarabeo, dopo che Aker ha trasportato il sarcofago di Khepri attraverso le grotte dell'aldilà. In altre scene ambientate nell'aldilà, Aker trasporta la barca notturna di Ra, e, durante il suo viaggio, gli viene chiesto di nascondere il cadavere di Osiride sotto al suo grembo, mentre viene protetto dal dio Geb. [3]

In diverse inscrizioni, murali e rilievi, Aker era connesso con l'orizzonte del Nord e dell'Ovest, formando con il suo corpi un ponte mitologico fra i due orizzonti. Alcuni testi dei sarcofagi, dalle tombe di Ramses IV, Djedkhonsuiusankh e Pediamenopet descrivono come il dio del sole Ra viaggia attraverso l'aldilà come "Apopi che attraversa la pancia di Aker dopo che era stato tagliato da Set". In questo caso, Aker sembra una rappresentazione stessa dell'aldilà
https://it.wikipedia.org/wiki/Aker_(divinit%C3%A0)

L'albero Ished era una pianta che compariva nella mitologia egizia
Identificato con la Balanites aegyptiaca, arbusto del deserto che produce frutti zuccherini, trova riferimenti nel Libro dei morti e nella formula 335 dei testi dei sarcofagi secondo i quali cresceva nel mondo degli dei.
Sulle sue foglie il dio Thot, insieme a Seshat, scriveva i nomi dei sovrani. Il suo culto era legato alla località di Eliopoli
https://it.wikipedia.org/wiki/Albero_ished

Il Libro dei morti è un antico testo funerario egizio, utilizzato stabilmente dall'inizio del Nuovo Regno (1550 a.C. circa) fino alla metà del I secolo a.C.[3] Il titolo originale del testo, traslitterato ru nu peret em heru[4], è traducibile come Libro per uscire al giorno[1][2][5] (altra possibile traduzione è Libro per emergere dalla luce). "Libro" è il termine che più si avvicina a indicare l'intera raccolta dei testi: il "Libro dei morti" si compone di una raccolta di formule magico-religiose (anche di notevole lunghezza: in un'edizione del 2008 della traduzione di Budge, il solo testo raggiunge le 700 pagine[6]) che dovevano servire al defunto come protezione e aiuto nel suo viaggio verso la Duat, il mondo dei morti, che si riteneva irto di insidie e difficoltà, e verso l'immortalità. Fu composto da vari sacerdoti egizi nell'arco di un millennio, indicativamente a partire dal XVII secolo a.C.

Il Libro dei morti si inserì in una tradizione di testi funerari che include i ben più antichi cosiddetti "testi delle piramidi", tipici dell'Antico regno (XXVII–XXII secolo a.C.) e i cosiddetti "Testi dei sarcofagi", risalenti al Primo Periodo Intermedio e al Medio regno (XXI–XVII secolo a.C.), che erano appunto inscritti su pareti di camere funerarie o su sarcofagi, ma non su papiri. Alcune delle formule del "Libro dei morti" derivano da tali raccolte precedenti, altre furono composte in epoche successive della storia egizia, risalendo via via al Terzo periodo intermedio (XI–VII secolo a.C.). I papiri delle varie copie del Libro dei morti, o di parte di esso, erano comunemente deposti nei feretri insieme alle mummie nell'ambito dei riti funebri egizi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Libro_dei_morti

I testi dei sarcofagi sono formule funerarie, riportanti rituali magico-religiosi, scritte principalmente su sarcofagi prodotti tra il Primo periodo intermedio (2180 - 2055 a.C.[1]) e la fine del Medio Regno (2055 - 1650 a.C.[2]).
https://it.wikipedia.org/wiki/Testi_dei_sarcofagi
Derivati dai più arcaici Testi delle piramidi, i quali venivano scolpiti sulle pareti delle sepolture dei faraoni e dei loro famigliari, se ne differenziano perché sono scritti su sarcofagi lignei; altra innovazione è rappresentata dal fatto che esprimono desideri e timori del defunto. In questo modo, ogni egizio in grado di farsi inumare in un sarcofago aveva accesso a queste formule magiche: a differenza dell'Antico Regno, il faraone non aveva più l'esclusiva sulla vita eterna[3][4]. I Testi dei sarcofagi costituiscono inoltre un importante passaggio per l'evoluzione dei testi sacri della religione egizia: evoluzione che porterà al ben più tardo del Libro dei morti.

Nell'antica religione egizia il termine Duat, l'aldilà, indicava l'oltretomba mentre i Campi Iaru erano i luoghi dove i defunti dimoravano.
https://it.wikipedia.org/wiki/Duat
Rara immagine della personificazione della Duat, in alto capovolta, dal sarcofago di Seti I al British Museum
Nella lingua egizia veniva indicata con i glifi:
La rappresentazione pittorica della Duat, una stella spesso inscritta in un cerchio, porta ad ipotizzare che in un primo tempo l'oltretomba fosse considerato posizionato nel cielo e solo con la codificazione del mito di Osiride, detto Signore della Duat, l'oltretomba diventa una località posta sulla terra.

Della personificazione della Duat, ossia della sua rappresentazione attraverso una divinità, possediamo pochissime immagini.

I Testi delle piramidi sono un insieme di formule rituali egizie risalenti al periodo chiamato Antico Regno[1], e più precisamente tipiche della V e VI dinastia: a partire dal 2500 a.C..

Il sarcofago egizio era la cassa destinata a custodire il corpo imbalsamato del defunto e il suo Ka. Il suo nome egizio era nebankh ossia “Possessore di vita”.ed era da considerarsi l'elemento più importante di una sepoltura e dimora del defunto per l'eternità.
https://it.wikipedia.org/wiki/Sarcofago_egizio
https://it.wikipedia.org/wiki/Mummificazione
https://it.wikipedia.org/wiki/Testi_delle_piramidi
Le formule avevano lo scopo di garantire la protezione dei resti del sovrano, infondere nuovamente lo spirito nella sua mummia e assicurarne l'ascesa tra gli dei e la riunificazione con il dio-sole Ra (idea centrale nella spiritualità dell'antico regno). I Testi descrivono in che modo il faraone avrebbe potuto raggiungere gli dei, anche servendosi di rampe, gradini, scalinate e soprattutto volando. Le formule contengono anche suppliche alle divinità sotto forma di richieste di aiuto, ed eventualmente anche minacce qualora non volessero correre in soccorso dell'anima del re[6]. Nei Testi viene sovente nominata anche la Duat, l'oltretomba della religione egizia, formata dai Campi Hotep e dai Campi di Giunchi (detti anche Campi Iaru) la cui descrizione compare però solamente con i più tardi Testi dei sarcofagi. Si ritiene che prima di allora (prima cioè di Unis e Teti) le formule venissero solamente recitate durante la cerimonia funebre, limitandosi all'oralità.

Trattandosi di formule rituali scritte in un linguaggio arcaico e talvolta oscuro ed ermetico, non sempre è possibile comprendere pienamente il loro significato (anche perché i Testi non formano un corpus organico).

La Corona per l'antico popolo della valle del Nilo, era riservata alle divinità ed al sovrano come simbolo del potere con attributi magici-identificativi e fin dal periodo predinastico l'iconografia egizia e la statuaria ne mostrano un numero notevole, assimilando ad essa anche il copricapo ed il simbolo.

Con significato emblematico, le corone occupavano il punto più elevato del corpo e lo superavano implicando quindi il concetto di superamento, perfezione e superiorità ma altri significati erano dati dal materiale con le quali erano realizzate e dalla loro forma.

Alcune corone, molte delle quali estremamente variegate, erano esclusive di una divinità mentre altre erano intercambiabili, tanto che persino il sovrano, divinità egli stesso, veniva rappresentato con le medesime corone degli dei.
https://it.wikipedia.org/wiki/Corone_egizie
'ureo (dal greco οὐραῖος) era una decorazione a forma di serpente posta, in origine, ai lati del disco solare e successivamente sul copricapo dei sovrani e delle regine egizie.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ureo

per dimostrare appunto che neanche nella loro religione avrebbero mai una speranza eh questa gente...https://rumble.com/v1dcal3-le-mummie-dellantico-egittostoriascuola-primaria-gli-egizi.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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E non solo i gatti mummificavano gli egizi anche altri animali eh,i persiani vinsero una guerra contro gli egizi perchè gli mandarono davanti i gatti all'esercito eh...essendo che gli egizi veneravano i gatti tornarono indietro...gli egizi diciamo che amavano i felidi e i felini li veneravano proprio...https://it.wikipedia.org/wiki/Felidae i panterini (leone, tigre, leopardo, giaguaro) e i felini (ghepardo, puma, lince, gatto domestico). I felidi sono la famiglia con abitudini più strettamente carnivore dell'intero ordine dei carnivori. Il più noto è il gatto (sottospecie Felis silvestris catus), che divenne animale domestico migliaia di anni fa. è risaputo che Cleopatra aveva dei leoni che giravano per il palazzo,quindi addomesticavano i felidi ma non è difficile capirlo eh,basta dargli da mangiare ad un gatto o un felino che non fanno del male perchè attaccano in genere solo quando hanno fame i felidi e prenderli da cuccioli,quindi li addomesticavano così niente di strano come fanno negli zoo..le piramidi sono semplicemente le tombe dei faraoni egizi infatti dentro gli mettevano tutto gli arredi,l'oro, gli animali mummificati con il faraone,gli schiavi pure etc etc perchè credevano quello gli egizi...infatti gli egiziani non si sono mai mossi da lì fino a che non sono stati conquistati L'egitto fu poi conquistato dai Persiani, da Alessandro Magno; infine l'impero egiziano crollò definitivamente sotto l'impero romano...La società egizia era una monarchia ereditaria e teocratica in quanto il faraone esercitava il potere assoluto e, riconosciuto come divinità terrena e figlio di Ra(ma non che lo era realmente però,gli dicevano così perchè era il capo), era capo della religione EGIZIA politeista che veneravano i morti. Nella piramide sociale seguivano il visir primo collaboratore del faraone, i sacerdoti,etc..
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https://rumble.com/v1chy5n-heavens-gate-ufo-cult-documentario.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1ciewx-i-10-culti-pi-famigerati.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://rumble.com/vvknvd-raeliani-la-religione-degli-alieni-parliamone.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://rumble.com/v1d8gvx-visitatori-alieni-della-preistoria-le-prove-di-antichi-astronauti-documenta.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://rumble.com/v1d8eub-la-teoria-degli-antichi-astronauti-documentario.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1d8czx-antichi-astronauti-documentario.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1d8bo3-le-origini-della-teoria-degli-antichi-astronauti-documentario.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1d8ahb-gli-antichi-astronauti-documentario.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1ci6if-i-10-culti-pi-bizzarri-che-sono-esistiti-classifica.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://rumble.com/v13zx2t-the-new-age-pagan-cults-exposed.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://rumble.com/v13zt7n-parody-religions-documentario.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://rumble.com/v1czsdd-il-kybalion-di-ermete-trismegisto.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://library.abundanthope.org/index_htm_files/Cult%20of%20baal.pdf https://www.dylanlouismonroe.com/cult-of-baal.html https://rumble.com/v1br3wd-mappa-concettuale-del-culto-di-baal-spiegata.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://rumble.com/v14z9jh-albert-pike-and-the-three-world-wars.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
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https://rumble.com/vw6dm5-the-letter-that-pike-wrote-to-mazzinidated-august-151871.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1bj79f-briefing-sui-risultati-dellanalisi-dei-documenti-sulle-attivit-biologiche-m.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/vr0yyd-parliamo-di-mitologia-sumera-e-babilonesean-kienuma-elis-e-neopaganesimo-eb.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
Immediatamente sotto questo è il contorno di un quadrato, all'interno del quale è scritto:
Che queste siano pietre guida per un'Età della Ragione....prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
https://en.wikipedia.org/wiki/Georgia_Guidestones https://en.wikipedia.org/wiki/Georgia_Guidestones_bombing
https://rumble.com/v19jqg7-7-maggio-1794-il-culto-dellessere-supremo.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v19jon7-la-rivoluzione-francese-scambi-le-chiese-per-templi-della-ragione-1793-docu.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v19jd01-rivoluzione-francese1789-il-culto-massonico-laico-alla-dea-ragione-e-delles.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
http://www.centrosangiorgio.com/apologetica/pagine_articoli/dove_conduce_la_mentalita_americana.htm

tanto sono già stati tutti già condannati eh..essendo pagani,politeisti,idolatri e adoratori di Baal e Moloch e dee madri e avendo bestemmiato lo spirito santo non si salvano mica eh..vanno all'inferno tutti comunque...da notare pure l'indirizzo di dove era messo sto robo eh...
https://rumble.com/v1bendx-cosa-successo-alle-georgia-guide-stones-il-6-luglio-2022-trasmissione.html?mref=rljsx&mc=e5yiv https://rumble.com/v1bele9-le-pietre-guida-della-georgia-sono-state-distrutte-video.html?mref=rljsx&mc=e5yiv https://rumble.com/v1bc21x-la-famosa-pietra-guida-della-georgia-stata-gravemente-danneggiata.html?mref=rljsx&mc=e5yiv Le Georgia Guidestones, un’attrazione di granito nella contea di Elbert, si trovano vicino alla Guidestone Road, appena ad est della Ga. Highway 77. https://www.databaseitalia.it/guerra-al-nwo-un-ordigno-distrugge-parzialmente-il-georgia-guidestones/ https://it.knowledgr.com/00662382 http://www.centrosangiorgio.com/occultismo/mondialismo/pagine_mondialismo/il_georgia_guidestones.htm le pietre furono danneggiate in precedenza negli anni con graffiti compreso la frase "Sono Isis, dea di amore" "La morte al nuovo ordine mondiale" etc La struttura va sotto il nome qualche volta di "Stonehenge americano" avevo fatto pure un video su questa roba qui comunque https://rumble.com/vmmn3n-il-georgia-guidestones.html?mref=rljsx&mc=e5yiv...
https://rumble.com/v195ag6-il-culto-della-grande-dea-madre.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
https://rumble.com/v1b4xif-i-padroni-della-piramide-ti-spiego-chi-governa-il-mondo-con-i-soldi-del-dia.html?mr

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