Name: Gli insegnamenti ermetici attribuiti all'antica figura di Ermete Trismegisto sono raccolti in 7 principi fondamentali,Tutto è duale è tra le più grandi stronzate mai dette appunto..queste sono tutte le cazzate che dicono i massoni
Uploaded: 2022-07-20T18:19:00+00:00
Duration: 2 min 31 s
Description: infatti io dico totalmente il contrario di questo che non è duale appunto e non centra niente con quello che dico io sulla Bibbia eh io queste non le ho mai neanche lette...fossi in voi mi suiciderei

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infatti io dico totalmente il contrario di questo che non è duale appunto e non centra niente con quello che dico io sulla Bibbia eh io queste non le ho mai neanche lette...fossi in voi mi suiciderei eh...quindi preparatevi le corde per impiccarvi vi aiuto ad insaponarle così scivolano meglio e morite più velocemente
Il Kybalion (titolo completo: The Kybalion: A Study of the Hermetic Philosophy of Ancient Egypt and Greece) è un libro originariamente pubblicato nel 1908 da "Three Initiates" (spesso identificato come il pioniere del New Thought William Walker Atkinson, 1862-1932)[1] che pretende di trasmettere gli insegnamenti di Hermes Trismegistus.
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Mentre condivide con i testi ermetici antichi e medievali una serie di tratti come il mentalismo filosofico, il concetto di "come sopra, così sotto" e l'idea che tutto consista in opposti polari di genere, nel suo complesso è più in debito con le idee dei moderni autori occultisti, in particolare quelli del movimento del Nuovo Pensiero a cui apparteneva Atkinson. [2] Un moderno trattato ermetico, è stato ampiamente influente nei circoli New Age dal ventesimo secolo.
https://en.wikipedia.org/wiki/The_Kybalion
Sette principi ermetici
Parte di una serie su
Hermeticism
Ermete Trismegisto
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Propaggini moderne
Come sopra, così sottoBibliotheca Philosophica HermeticaOrdine Ermetico della Golden DawnQabalah ErmeticaIl Kybalion
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Un concetto centrale nel libro è che ci sono "sette principi ermetici, su cui si basa l'intera filosofia ermetica". [4] Questi sono, come letteralmente citato dal libro:

1. Il principio del mentalismo

"Il Tutto è Mente; l'Universo è Mentale." [5]

2. Il principio di corrispondenza

"Come sopra, così sotto; come sotto, così sopra." [...] Questo principio incarna la verità che c'è sempre una corrispondenza tra le leggi e i fenomeni dei vari piani dell'essere e della vita. [6]

3. Il principio della vibrazione

"Niente riposa; tutto si muove; tutto vibra." [7]

4. Il principio di polarità

"Tutto è duale; tutto ha poli; ogni cosa ha la sua coppia di opposti; come e diverso sono gli stessi; gli opposti sono identici in natura, ma diversi in grado; gli estremi si incontrano; tutte le verità non sono che mezze verità; tutti i paradossi possono essere riconciliati". [8]

5. Il principio del ritmo

"Tutto scorre, fuori e dentro; ogni cosa ha le sue maree; tutte le cose salgono e scendono; l'oscillazione del pendolo si manifesta in tutto; la misura dell'oscillazione a destra è la misura dell'oscillazione a sinistra; il ritmo compensa." [9]

6. Il principio di causa ed effetto

"Ogni causa ha il suo effetto; ogni effetto ha la sua causa; tutto avviene secondo la legge; il caso non è che un nome per la legge non riconosciuto; ci sono molti piani di causalità, ma nulla sfugge alla legge". [10]

7. Il principio di genere

"Il genere è in tutto; ogni cosa ha i suoi principi maschili e femminili; il genere si manifesta su tutti i piani." [11]

Relazione con l'Ermetica antica e medievale
Secondo Mitch Horowitz, il mentalismo filosofico (il primato della mente come causa attiva delle cose) descritto dal primo principio del Kybalion è stato ispirato da nozioni ampiamente simili nell'antico greco Hermetica. [12]

Nicholas E. Chapel osserva che mentre diversi aspetti come il mentalismo filosofico, il concetto di "come sopra, così sotto" derivato dalla Tavoletta di Smeraldo, e l'idea che tutto esista come coppie di opposti polari di genere, hanno uno sfondo nei testi ermetici antichi e medievali, altri aspetti come il principio della vibrazione (che ha origine nella filosofia di David Hartley, 1705-1757) non sono legati all'ermetismo. [2]

Chapel sottolinea anche che ci sono una serie di forti contrasti tra il Kybalion e l'Hermetica tradizionale, come la posizione anti-teologica del Kybalion contro la pesante enfasi sulla teologia nell'Hermetica, o l'attenzione del Kybalion sulla "trasmutazione mentale" del praticante contro la preoccupazione dell'Hermetica per la riverenza e l'unificazione con il divino. Chapel conclude che, nel suo complesso, il Kybalion è troppo legato alle idee dell'inizio del 20 ° secolo emanate dal movimento del Nuovo Pensiero per essere rappresentativo della più ampia tradizione storica della filosofia ermetica. [2]

Vedi anche
Come sopra, così sotto

"Come sopra, così sotto" è una parafrasi moderna popolare del secondo verso della Tavoletta di Smeraldo (un testo ermetico compatto e criptico attestato per la prima volta in una fonte araba della fine dell'VIII o dell'inizio del IX secolo),[1] come appare nella sua traduzione latina medievale più ampiamente divulgata:[2]

Quod est superius est sicut quod inferius, et quod inferius est sicut quod est superius.

Ciò che è in alto è simile a ciò che è in basso, e ciò che è in basso è simile a ciò che è in alto.

La parafrasi è peculiare di questa versione latina e non rende l'arabo originale, che si legge "da" piuttosto che "mi piace".

In seguito al suo uso da parte di importanti occultisti moderni come Helena P. Blavatsky (1831-1891, co-fondatrice della Società Teosofica) e l'autore anonimo del Kybalion (spesso considerato William W. Atkinson, 1862-1932, un pioniere del movimento del Nuovo Pensiero), la parafrasi iniziò ad assumere una vita propria, diventando un motto spesso citato nei circoli New Age
https://en.wikipedia.org/wiki/As_above,_so_below
Tra gli storici della filosofia e della scienza, il versetto è spesso inteso come un riferimento ai presunti effetti della meccanica celeste sugli eventi terrestri. Ciò includerebbe gli effetti del Sole sul cambiamento delle stagioni, o quelli della Luna sulle maree, ma anche effetti astrologici più elaborati. [4]

Secondo un'altra interpretazione comune,[5] il versetto si riferisce alle somiglianze strutturali (o 'corrispondenze') tra il macrocosmo (dal greco makros kosmos, "il grande mondo"; l'universo nel suo insieme, inteso come un grande essere vivente) e il microcosmo (dal greco mikros kosmos, "il piccolo mondo"; l'essere umano, inteso come un universo in miniatura). [6] Questo tipo di visione si trova in molti sistemi filosofici in tutto il mondo,[7] il più rilevante qui è l'antica filosofia greca ed ellenistica, dove notevoli sostenitori includevano Anassimandro (c. 610 – c. 546 aC),[8] Platone (c. 428 o 424 – c. 348 aC),[9] gli autori ippoccratici (fine V o inizio IV secolo aC e oltre), [10] e gli stoici (III secolo a.C. e oltre). [11]

Interpretazioni occultiste
Helena P. Blavatsky's Isis Unveiled (1877)
Gli occultisti responsabili della divulgazione della parafrasi generalmente la compresero nel contesto della dottrina di Emanuel Swedenborg (1688-1772) della corrispondenza tra diversi piani di esistenza, una versione fortemente elaborata dell'analogia classica macrocosmo-microcosmo. Questa interpretazione fu introdotta da Helena P. Blavatsky (1831-1891),[12] le cui opere contengono alcune delle prime occorrenze della frase come assioma indipendente. Scrivendo generalmente da una prospettiva perennialista, Blavatsky ha associato la frase a una serie di sistemi di pensiero storicamente non correlati come il pitagorismo, la Kabbalah e il buddismo. [13]

Helena P. Blavatsky (1831-1891)
Da Blavatsky's Isis Unveiled (1877):

La sua dottrina della corrispondenza, o simbolismo ermetico, è quella di Pitagora e dei kabalisti – "come sopra, così sotto". È anche quella dei filosofi buddisti, che, nella loro metafisica ancora più astratta, invertendo il solito modo di definizione dato dai nostri studiosi eruditi, chiamano i tipi invisibili l'unica realtà, e tutto il resto gli effetti delle cause, o prototipi visibili – illusioni. [14]

Non c'è nessun personaggio di spicco in tutti gli annali della storia sacra o profana il cui prototipo non possiamo trovare nelle tradizioni metà fittizie e metà reali delle religioni e delle mitologie passate. Come la stella, che brilla a una distanza incommensurabile sopra le nostre teste, nell'immensità sconfinata del cielo, si riflette nelle acque lisce di un lago, così l'immaginario degli uomini dell'età antidiluviana si riflette nei periodi che possiamo abbracciare in retrospettiva storica. "Come sopra, così è sotto. Ciò che è stato, tornerà di nuovo. Come in cielo, così sulla terra". [15]

Lo spirito di un minerale, di una pianta o di un animale può iniziare a formarsi qui, e raggiungere il suo sviluppo finale milioni di anni dopo, su altri pianeti, noti o sconosciuti, visibili o invisibili agli astronomi. Perché, chi è in grado di controvertire la teoria precedentemente suggerita, che la terra stessa, come le creature viventi a cui ha dato alla luce, alla fine, e dopo aver attraversato il proprio stadio di morte e dissoluzione, diventerà un pianeta astrale eterizzato? "Come sopra, così sotto"; l'armonia è la grande legge della natura. [16]

Il Kybalion (1908)
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Ermete Trismegisto
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Pur mantenendo l'interpretazione della frase in termini di dottrina della corrispondenza di Swedenborg, era in qualche modo più strettamente associata al mentalismo filosofico (il primato della mente come causa attiva delle cose) dell'antico greco Hermetica dall'autore anonimo del Kybalion (1908, "Tre iniziati", forse William W. Atkinson, 1862-1932). [17] Quelle che seguono sono alcune citazioni letterali dal libro:

William W. Atkinson (1862-1932), spesso ritenuto l'autore del Kybalion.

Emanuel Swedenborg (1688-1772), grande sostenitore della dottrina della corrispondenza.
II. Il principio di corrispondenza.

"Come sopra, così sotto; come sotto, così sopra"– Il Kybalion.

Questo Principio incarna la verità che c'è sempre una Corrispondenza tra le leggi e i fenomeni dei vari piani dell'Essere e della Vita. Il vecchio assioma ermetico correva con queste parole: "Come sopra, così sotto; come sotto, così sopra." [...] Questo Principio è di applicazione e manifestazione universale, sui vari piani dell'universo materiale, mentale e spirituale – è una Legge Universale. [...] Proprio come la conoscenza dei Principi della Geometria permette all'uomo di misurare i soli lontani e i loro movimenti, mentre è seduto nel suo osservatorio, così la conoscenza del Principio di Corrispondenza permette all'Uomo di ragionare in modo intelligente dal Conosciuto all'Ignoto. [...] [18]

I piani di corrispondenza.

"Come sopra, così sotto; come sotto, così sopra." —Il Kybalion.

Il grande Secondo Principio Ermetico incarna la verità che c'è armonia, accordo e corrispondenza tra i diversi piani della Manifestazione, della Vita e dell'Essere. Questa verità è una verità perché tutto ciò che è incluso nell'Universo emana dalla stessa fonte, e le stesse leggi, principi e caratteristiche si applicano a ciascuna unità, o combinazione di unità di attività, poiché ognuna manifesta i propri fenomeni sul proprio piano. [...] [19]

[...] Il vecchio assioma ermetico, "Come sopra così sotto", può essere messo in servizio a questo punto. Sforziamoci di intravedere il funzionamento sui piani superiori esaminandoli da soli. Il principio di corrispondenza deve applicarsi a questo e ad altri problemi. Vediamo! Sul suo piano d'essere, come crea l'Uomo? Beh, in primo luogo, può creare facendo qualcosa con materiali esterni. Ma questo non andrà bene, perché non ci sono materiali al di fuori del TUTTO con cui può creare. Bene, allora, in secondo luogo, l'Uomo pro-crea o riproduce la sua specie mediante il processo di generazione, che è l'auto-moltiplicazione compiuta trasferendo una parte della sua sostanza alla sua progenie. Ma questo non andrà bene, perché IL TUTTO non può trasferire o sottrarre una porzione di se stesso, né può riprodursi o moltiplicarsi – in primo luogo ci sarebbe un togliere, e nel secondo caso una moltiplicazione o un'aggiunta al TUTTO, entrambi i pensieri sono un'assurdità. Non esiste una terza via in cui l'UOMO crea? Sì, c'è: CREA MENTALMENTE! E così facendo non usa materiali esterni, né riproduce se stesso, eppure il suo Spirito pervade la Creazione Mentale. Seguendo il Principio di Corrispondenza, siamo giustificati nel considerare che IL TUTTO crea l'Universo MENTALMENTE, in un modo simile al processo con cui l'Uomo crea Immagini Mentali. [...] [20]

[...] Lo studente, naturalmente, si renderà conto che le illustrazioni sopra riportate sono necessariamente imperfette e inadeguate, poiché rappresentano la creazione di immagini mentali in menti finite, mentre l'Universo è una creazione della Mente Infinita – e la differenza tra i due poli li separa. Eppure è solo una questione di grado – lo stesso Principio è in funzione – il Principio di Corrispondenza si manifesta in ciascuno – "Come sopra, così sotto; come Sotto, così sopra." E, nella misura in cui l'Uomo si rende conto dell'esistenza dello Spirito Interiore immanente nel suo essere, così si eleverà nella scala spirituale della vita. Questo è ciò che significa sviluppo spirituale: il riconoscimento, la realizzazione e la manifestazione dello Spirito dentro di noi. Cercate di ricordare quest'ultima definizione: quella dello sviluppo spirituale. Contiene la Verità della Vera Religione. [21]

Differenza dall'arabo originale
Si può notare che l'arabo originale del versetto nella Tavoletta di Smeraldo stesso non menziona che ciò che è sopra e ciò che è sotto sono "come" o "simili" l'uno all'altro, ma piuttosto che sono "da" l'un l'altro:

Arabo:[22] إن الأعلى من الأسفل والأسفل من الأعلى

Traduzione latina di Hugo di Santalla:[23] Superiora de inferioribus, inferiora de superioribus

Traduzione inglese dell'arabo:[24] Ciò che è sopra è da ciò che è sotto, e ciò che è sotto è da ciò che è sopra.

https://rumble.com/v1cz9l7-ermete-trismegisto-il-corpus-hermeticum-e-la-storia-delle-interpretazioni-a.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
che non centra niente con quello che dico io con la Bibbia,Gesù,Dio e il cristianesimo eh sta roba ma è appunto ciò che dicono i pagani ,i massoni e gli ebrei sta cazzata...https://rumble.com/v1cih31-le-10-migliori-volte-in-cui-leader-religiosi-sono-stati-arrestati-classific.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
Il Corpus Hermeticum ("raccolta delle opere di Ermes") è una raccolta di scritti filosofico-religiosi di epoca imperiale (II-III secolo d.C.) attribuiti ad Ermete Trismegisto https://rumble.com/v1czfod-ermete-trismegisto-documentario.html?mref=rljsx&mc=e5yiv . Rappresenta la fonte d'ispirazione del pensiero ermetico e neoplatonico rinascimentale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Corpus_Hermeticum
https://rumble.com/v1czii1-lettura-del-libro-del-corpus-hermeticum-di-ermete-trismegisto.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
Per secoli il Corpus fu considerato un'opera appartenente alla letteratura dell'Antico Egitto. Secondo la tradizione, Ermete Trismegisto ("tre volte grande", cioè il più grande filosofo, il più grande sacerdote e il più grande re),[1] visse ai tempi di Mosè. Marsilio Ficino, che tradusse per primo l'opera in latino, indicò Orfeo (gli Inni), Platone e Plotino come i più tardi rappresentanti della sapienza antica contenuta nel Corpus.
Si ritiene che il manoscritto che fece da base per l'editio princeps risalga all'XI secolo. Fu raccolto e sistematizzato da Michele Psello, eminente studioso bizantino, insegnante di filosofia, storico e teologo cristiano. Nella sua opera di compilazione, Psello probabilmente rimosse, o comunque ridusse sensibilmente, gli aspetti del testo legati alle pratiche occulte: magia, astrologia e alchimia, che appaiono invece nelle più antiche testimonianze greche attribuite ad Ermete che ci sono pervenute[2].

Negli anni cinquanta del XV secolo il monaco Leonardo da Pistoia riuscì ad entrare in possesso della copia originale appartenuta a Michele Psello. Dopo averla rinvenuta in Macedonia, il religioso italiano la portò con sé a Firenze, dove nel 1460 la presentò a Cosimo de' Medici. L'opera era composta da 14 trattati. Cosimo ordinò a Marsilio Ficino, all'epoca trentenne, di interrompere la traduzione di un libro di Platone per concentrarsi sul Corpus. Ficino completò la traduzione nell'aprile del 1463, ottenendo come compenso una villa a Careggi.

Traduzione latina fatta dall'umanista Marsilio Ficino e stampata nel 1471.
L'opera tradotta in latino da Marsilio fu pubblicata per la prima volta nel 1471 a Treviso sotto il titolo Pimander, dal nome del primo trattato. Completato il lavoro di Marsilio Ficino, Ludovico Lazzarelli tradusse dal greco in latino l'ultimo, quindicesimo trattato (nelle edizioni moderne è diviso in tre trattati indipendenti, che seguono i numeri 16, 17, 18).

Nel 1614 il classicista svizzero Isaac Casaubon dimostrò su basi filologiche nel De rebus sacris et ecclesiasticis che il Corpus Hermeticum doveva essere datato ai primi secoli dopo Cristo (Età ellenistica). Filosofi ermetici non sono citati prima di quel periodo ed Ermete Trismegisto non è menzionato nella letteratura greca antica. La datazione di Casaubon è stata generalmente accettata nei secoli successivi. Rimane tuttavia discusso il problema se i contenuti del Corpus Hermeticum siano coevi alla sua redazione, o risalgano a tempi anteriori e di quanto, nel quadro del dibattito sull'importanza dell'influsso egiziano sulla Grecia: Martin Bernal, nel suo libro Atena nera, ha contestato i risultati di Casaubon, riaffermando l'origine egiziana del Corpus Hermeticum.
Struttura dell'opera
Il Corpus Hermeticum contiene trattati in forma di lettera, dialogo e di sermone, descrivendo la dottrina ermetica con simboli criptici e metafore, invitando l'uomo ad innalzarsi «oltre ogni altezza», e discendere «oltre ogni profondità», per comprendere il mondo nella sua totalità spazio-temporale.[3]

«L'uomo non è sminuito dall'avere una parte mortale, ma questa mortalità accresce la sua possibilità e la sua potenza. Le sue doppie funzioni gli sono possibili per la sua doppia natura: egli è costituito in modo da abbracciare ad un tempo il terrestre ed il divino. Anzi non temiamo di affermare la verità. L'uomo vero è al di sopra degli Dei celesti o per lo meno uguale a loro. Poiché nessun dio lascia la sua sfera per venire sulla terra, mentre l'uomo sale in cielo e lo misura. Onde osiamo affermare che l'uomo è un dio mortale e che un dio celeste è un uomo immortale.»

(Corpus Hermeticum, libro X[4])
L'opera è divisa in 18 libri:

Nr. Titolo (italiano) Titolo (latino)
I. Pimandro Pimander
II. Sermone universale di Ermete ad Asclepio Mercurii ad Aesculapium sermo universalis
III. Discorso sacro di Ermete Mercurii sermo sacer
IV. Discorso di Ermete a Tat il cratere o la monade Mercurii ad Tatium crater sive monas
V. Discorso di Ermete al figlio Tat. Dio è invisibile e perfettamente visibile al tempo stesso Mercurii Ad tatium Filium suum. Quod deus Latens simul ac patens est.
VI. Il bene esiste solo in Dio e in nessun altro luogo Quod in solo deo bonum est alibi vero nequaquam
VII. Il male più grande fra gli uomini è l'ignoranza su Dio Quod summum malum hominibus ignorare deum
VIII. Nessuno degli esseri perisce, ma sbaglia chi definisce i mutamenti come distruzione e morte Nihil eorum Quae sunt interitus sed mutationes: Decepti Homines interitum nominant
IX. Intorno alla conoscenza intellettiva e alla sensazione
X. Discorso di Ermete Trismegisto: la chiave Mercurii Trismegisti clavis ad Tatium
XI. L'intelletto a Ermete Mens ad mercurium
XII. Discorso di Ermete Trismegisto a Tat sull'intelletto comune Mercurii ad Tatium de communi
XIII. Discorso segreto di Ermete Trismegisto al figlio Tat, sulla rigenerazione e sulla regola del silenzio Mercurii ad tatium Filium suum de generatione & impositione silentii
XIV. Lettera di Ermete ad Asclepio con l'augurio di essere saggio Mercurii ad Aesculapium
XV. Lettera di Ermete ad Asclepio
XVI. Definizioni di Asclepio sul re Ammone
XVII. Frammento di un discorso di Asclepio al re
XVIII. Encomio dei re
La colonna di destra contiene i titoli utilizzati da Marsilio Ficino nella sua traduzione latina per i singoli trattati. Fu l'umanista toscano ad attribuire ai primi XIV libri il nome Pimander, dal titolo del primo trattato. L'ordine dei XIV libri, molto probabilmente, fu determinato da Michele Psello. L'opera assimila le influenze di misteri egizi e orfici, le idee neoplatoniche della reincarnazione, l'estasi, la pulizia, l'unione sacrificale e mistica con Dio. Questa edizione fu stampata per la prima volta nel 1471.
Il titolo latino per i trattati dal XV al XVIII risulta mancante perché il Corpus tradotto da Ficino constava di XIV libri.

Rappresentazione di Ermete Trismegisto, pavimento della cattedrale di Siena (sec. XV).
Nel 1482 Ludovico Lazzarelli unì al Pimander di Marsilio Ficino l'Asclepio e altri tre saggi sull'ermetismo da lui stesso tradotti in latino (le Definitiones Asclepii)[5], con l'intento di riunire le fonti principali dell'ermetismo teologico in un'unica raccolta[6]. L'Asclepio, già circolante in epoca medievale nella versione comunemente ma erroneamente attribuita ad Apuleio di Madaura (il vero autore è tuttora sconosciuto), è un trattato di magia talismanica, nel quale si espongono le pratiche dei sacerdoti egizi volte all'animazione di statue, tramite l'interazione con forze sovrannaturali.
Nel 1554 il filologo e tipografo Adrien Turnèbe (Adrianus Turnebus) stampò per la prima volta il testo greco. Come versione latina a fronte utilizzò, per i primi XIV libri, quella di Ficino sotto il titolo di Poemander, mentre, per i libri dal XVI al XVIII, ne eseguì una propria, seppur anonima, sotto il titolo di Aesculapii definitiones. Nella sua edizione inserì anche un quindicesimo trattato (in realtà un insieme di quattro brani: tre estratti dall'antologia dello scrittore bizantino Giovanni Stobeo più un testo tratto dalla celebre enciclopedia Suda)

Ermete Trismegisto (AFI: /erˈmɛte trizmeˈʤisto/[1][2]; dal greco antico Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος, in latino Mercurius ter Maximus) è un personaggio leggendario di età pre-classica, venerato come maestro di sapienza e tradizionalmente ritenuto l'autore del Corpus Hermeticum. A lui è attribuita la fondazione della corrente filosofica nota come ermetismo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ermete_Trismegisto
Ermete Trismegisto significa letteralmente "Ermete il tre volte grandissimo". Con questo nome si voleva assimilare Ermete/Hermes, dio greco del logos e della comunicazione,[3][4] a Thot, dio egizio delle lettere, dei numeri e della geometria.[5] Essendo costume degli egizi iterare l'aggettivo «grande» davanti al nome delle divinità, Ermete era quindi appunto indicato come il grandissimo per tre volte (tris-megisto).
Secondo l'erudito del XVII secolo Athanasius Kircher:

«Gli Arabi lo chiamano Idris, dall'ebraico Hadores(...), i fenici (...) Tauto, gli Egizi (...) Thot ma lo chiamano anche Ptha e i Greci Ermete Trismegisto.»

(Obeliscus Pamphilius, 91)
Origini
Ermete fu fin dall'antichità accostato a Thot, presente nella tradizione egizia.[7] Entrambi sono al servizio di una divinità superiore (Ermete è messaggero di Zeus, Thot è lo scriba di Osiride); Ermete è dio della parola e Thot è dio della parola e della letteratura[8]; entrambi sono psicopompi, accompagnatori delle anime dei defunti nell'oltretomba. Sia Ermete che Thot sono inoltre, nelle loro rispettive culture, gli dèi della scrittura e della magia. A seguito di un tale processo di assimilazione tra divinità greche ed egizie, avvenuto nell'atmosfera sincretistica dell'Impero romano, Ermete Trismegisto divenne il dio rivelatore della verità e mediatore tra gli uomini e gli dèi.

Poiché Clemente di Alessandria riteneva che gli scritti sacri di Ermete fossero quarantadue e contenessero il nucleo degli insegnamenti formativi degli antichi sacerdoti faraonici, Siegfried Morenz suggerisce in proposito che il riferimento all'autorità di Thot si basasse su una tradizione piuttosto antica, e che il numero "quarantadue" probabilmente derivava dal numero dei nomi egiziani.[9]

Giamblico attribuiva a Ermete decine di migliaia di opere, di grande antichità e immensa importanza, anteriori persino a Pitagora e Platone, che a quei testi avrebbero attinto.[10][11][12]. L'origine egiziana delle dottrine ermetiche è stata poi ribadita da alcuni studiosi odierni come Martin Bernal.
Furono attribuiti a quest'uomo un insieme di scritti iniziatici e filosofici, raccolti in epoca bizantina nel Corpus Hermeticum, parte dei quali rinvenuti anche tra i Codici di Nag Hammadi[14] e risalenti intorno al IV secolo d.C.

Nel suo complesso, la "letteratura ermetica" è una categoria di papiri contenenti incantesimi e procedure di iniziazione. Nel dialogo Asclepio (dal dio greco della salute), facente parte del Corpus Hermeticum, è descritta ad esempio l'arte della telestiké cioè di richiamare o imprigionare gli angeli o i demoni all'interno di statue, con l'aiuto di erbe, gemme e profumi; sono descritti anche i metodi per far parlare e profetizzare tali figure. In altri papiri vi sono formule per costruire manufatti ed animarli. I testi ermetici inoltre si distinguono solitamente in due categorie: "filosofici" e "tecnici". Il corpo ermetico termina con il "lamento di Asclepio" in cui si denuncia l'abbandono della religione egizia perché si è perso il significato spirituale della stessa. C'era un tempo in cui i sacerdoti riuscivano a far parlare le statue perché si mettevano in contatto con il divino. I sacerdoti vi riuscivano perché erano i mediatori fra il divino ed il sensibile. Col tempo questa spiritualità viene meno e i sacerdoti non colgono più, attraverso le statue, il messaggio divino. I sacerdoti diventano "cattivi" (avendo perso la spiritualità) e distruggono le statue in tante parti: le statue ora sono solo pezzi di pietra. Ciò simboleggia la totalità della perdita del significato spirituale e la fine del mondo. Da qui si sviluppa l'attesa di una nuova spiritualità, l'attesa di qualcosa di nuovo. Alcuni considerano il Lamento come anticipatore dei temi della Apocalisse. Infatti nel degrado della spiritualità e religione egizia possiamo leggere il degrado del cristianesimo in un'epoca di corruzione e arricchimento personale dei prelati, che porterà appunto alla distruzione.

Teologia negativa: la teologia positiva non è appropriata per cogliere l'Assoluto, perché nasce dalla capacità distintiva della ragione che si muove nella pluralità e diversità, a differenza dell'Uno che è totale unità e uguaglianza. Nominare Dio con i nomi che provengono dal mondo sensibile, può farci cadere nell'idolatria. Ermete Trismegisto ha detto:" Poiché Dio è l'universo delle cose, nessun nome gli è proprio, giacché o bisognerebbe che Dio fosse chiamato con tutti i nomi o che tutte le cose fossero chiamate con il suo nome". Ciò significa che nessun nome a Lui può essere attribuito. Quindi dalla teologia positiva che nomina Dio sulla base di definizioni e proprietà che provengono dal mondo sensibile, si passa alla teologia negativa : nessun nome può nominare Dio (Nicola Cusano rielabora questi aspetti del pensiero di Ermete nella sua opera del 1400 "La dotta ignoranza" Libro I cap. XXIV; i nomi positivi convengono a Dio solo in modo approssimativo perché Egli è infinità, egli è OLTRE rispetto a ciò che le parole esprimono).

Nel 1453 durante un viaggio in Macedonia, via Costantinopoli, il monaco italiano Leonardo da Pistoia scoprì quattordici libri originali, appartenuti a Michele Psello, di un’opera risalente all'XI secolo, scritta in greco per Ermete Trismegisto e intitolata "Hermetica" (in seguito detta Corpus Hermeticum). Ritornato a Firenze, il monaco Leonardo consegnò il Corpus Hermeticum a Cosimo de' Medici, che non più tardi del 1463 incaricò Marsilio Ficino di tradurlo dal greco al latino.

Il Corpus Hermeticum rappresentò la fonte d’ispirazione del pensiero ermetico e neoplatonico rinascimentale.

Epoca cristiana
A trattare di Ermete, durante l'epoca cristiana, fu Lattanzio, consigliere dell'imperatore Costantino I. Tale influenza fu decisiva per la storia successiva, in quanto, presso il concilio di Nicea del 325 che dibatté la natura del Figlio di Dio (se "generato" o "creato", come sostenevano gli ariani), vinse la dottrina ermetica, che propugnava la consustanzialità delle prime due Persone della Trinità.

L'influenza sul Medioevo e il Rinascimento
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Ermetismo (filosofia).

Ermete Trismegisto in un intarsio della Cattedrale di Siena
L'ermetismo ebbe una notevole influenza sulla cultura medioevale e rinascimentale. Le opere attribuite a Ermete Trismegisto, e conosciute come Corpus Hermeticum, ebbero grande credito e furono molto popolari tra gli alchimisti, che ritenevano il loro autore un "sapiente" realmente esistito e vissuto nell'Antico Egitto.

Secondo la modalità dell'evemerismo, Trismegisto sarebbe stato il figlio del dio Ermes, mentre nella cabala, che fu ereditata dal Rinascimento, si immaginava che fosse un personaggio contemporaneo di Mosè e che comunicasse ai suoi adepti una saggezza parallela a quella del patriarca biblico. Per questo l'etimologia occultista ha connesso i due personaggi creando il termine Thotmoses.

In seguito lo studioso calvinista Isaac Casaubon nel De Rebus sacris et ecclesiasticis exercitiones XVI (1614) mostrò che tali testi dovevano essere più recenti e potevano essere datati intorno all'anno 300.[15] Ralph Cudworth obiettò nel 1678 che una tale datazione poteva essere applicata solo a tre dei diciassette trattati del Corpus Hermeticum e che Casaubon avrebbe omesso di riconoscere l'esistenza di una tradizione orale, che solo in epoca tarda sarebbe stata messa per iscritto in quei trattati, i quali rappresentano quindi un termine ad quem («fino al quale»), e non a quo («a partire dal quale»).[16]

Ermete Trismegisto moderno e occulto
In epoca moderna Ermete Trismegisto fu ritenuto patrono delle antiche scienze dell'astrologia e dell'alchimia.

Letteratura contemporanea
Ermete Trismegisto è anche un personaggio del romanzo Elianto di Stefano Benni. Nel romanzo egli ha il compito di inventare le leggi della natura ed assemblare gli animali in scatola di montaggio con i pezzi fornitigli da Dio.
Ermete Trismegisto è citato assai sovente anche nel romanzo di Umberto Eco Il pendolo di Foucault, edito da Bompiani nel 1988. Il suo nome compare anche nel romanzo Picatrix di Valerio Evangelisti e in molti racconti e romanzi brevi di H. P. Lovecraft.

"Così in basso come in alto: la legge di Trismegisto, l'Ermete che dall'Egitto segnava le stelle sul registro": con questa frase intonata da Franco Battiato che canta in featuring con Pippo Pollina nella canzone Finnegan's wake, viene citato Ermete Trismegisto.

Festinger e altri ricercatori hanno tentato di spiegare l'impegno dei membri nel loro culto apocalittico dopo che le profezie del leader si sono dimostrate false. Festinger attribuì questo fenomeno al metodo di coping della riduzione della dissonanza, una forma di razionalizzazione. I membri spesso si dedicano con rinnovato vigore alla causa del gruppo dopo una profezia fallita, razionalizzando con spiegazioni come la convinzione che le loro azioni abbiano prevenuto il disastro o continuato a credere nel leader quando la data del disastro è rinviata.