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Guerra in Ucraina: quanto costano all’Italia le sanzioni contro la Russia.
Ma come si traducono queste decisioni sull’economia degli altri Paesi? Due stati europei potrebbero subire pesanti conseguenze a causa delle sanzioni contro la Russia. Si tratta dell’Italia e della Germania. Il fabbisogno energetico dell’Italia dipende in larga parte, quasi il 45%, dalle importazioni di gas dalla Russia. Con il crollo delle borse e l’aumento del prezzo della materia prima, è ipotizzabile un ulteriore rincaro sulle bollette.
Italia e Germania sono inoltre le economie che per quanto riguarda il settore energetico e manifatturiero esportano più beni strumentali in Russia. Un blocco del commercio rischierebbe di mettere in difficoltà il nostro Paese, avendo ripercussioni sul Pil e sulle industrie. La Russia potrebbe invece rivolgersi facilmente alla Cina per importare gli stessi prodotti.
La Russia è il quattordicesimo mercato di destinazione per il Made in Italy. Alla Russia vendiamo macchinari e prodotti chimico-farmaceutici, ma anche apparecchi elettronici e abbigliamento. Da Mosca importiamo invece prodotti minerari, metallurgici e, come già detto, petroliferi. Proprio per questo l’Italia sta in questi giorni contrattando con il resto della Nato il peso delle sanzioni contro Mosca, magari con l’esclusione del settore energetico.
Nel 2014, dopo la crisi della Crimea, l’export italiano ha perso in due anni ben 3,5 miliardi di euro a causa delle sanzioni dell’Europa contro la Russia e delle contro sanzioni decise dal Cremlino. Il successivo periodo di tregua con l’Ucraina ha fatto tornare i volumi ai livelli precedenti, ma l’Italia non ha imparato a rendersi indipendente dal mercato moscovita. E proprio per questo nuovi miliardi potrebbero andare in fumo, considerando anche che le sanzioni in questo caso potrebbero essere ancora più severe. Ma solo un’ulteriore evoluzione della situazione potrà dare risposte chiare sul loro effettivo peso sull’economia italiana.
L’esperto conoscitore della questione russa Lorenzo Lambrughi, in arte Lambrenedetto XVI, spiega come il 60% delle materie prime, dal grano alle risorse per la fabbricazione dei chip nell’elettronica, arrivi dalla Russia.
Cessare i rapporti commerciali significa non solo restare al freddo, ma la chiusura di migliaia di aziende, fame e miseria. Questo, le grandi televisioni impegnate a magnificare le sanzioni e l’invio di armi all’Ucraina, non lo raccontano.
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