Dalla Liturgia Copta Ortodossa (ITA) - Frazione del Pane (voce di Anba Rofail)
O figlio unigenito, Dio, Logos che ci ha amati,
ed è il Suo Amore che ci ha redenti dalla perdizione eterna!
E quando la morte era un ostacolo alla nostra salvezza
Egli ha bramato attraversare la morte stessa
per l'ardente amore nei nostri confronti.
E così si è innalzato sulla croce,
portando addosso la punizione per le nostre iniquità,
noi che abbiamo peccato.
Kyrie eleison, kyrie eleison, o Signore abbi pietà di noi.
Noi siamo quelli che hanno peccato,
ed Egli è colui che ha sofferto.
Noi siamo quelli che erano in debito con la giustizia divina a causa delle nostre colpe,
ed Egli colui che ha pagato nostri debiti.
Per noi, preferì la sofferenza al gaudio, il tormento al sollievo,
il disprezzo alla gloria e la croce al trono sorretto dai cherubini.
Egli accettò di essere legato con le corde
per sciogliere le catene del nostro peccato.
Umiliò se stesso per innalzarci,
affamò se stesso per saziarci,
patì la sete per dissetarci,
e salì nudo sulla croce per rivestirci della sua giustizia.
Aprì il fianco con la lancia
per permetterci di entrare e dimorare presso il trono della sua grazia,
lasciò che il sangue fluisse dal suo corpo per lavare tutte le nostre iniquità.
Infine, morì e fu sepolto nella tomba.
Kyrie eleison, kyrie eleison, o Signore abbi pietà di noi.
Infine, morì e fu sepolto nella tomba
per darci la risurrezione dalla morte, generata del peccato,
e donarci la vita eterna.
Dunque, o mio Dio, i miei peccati sono le spine che perforano il tuo Santo capo.
Io sono colui che, gioendo dei piaceri vani del mondo, ha rattristato il tuo cuore.
Cos'è questo sentiero di supplizio che stai percorrendo, o mio Dio e mio Salvatore?
Cos’è quel macigno che porti sulle tue spalle?
E’ la croce della vergogna di cui ti sei caricato al posto mio!
Cos'è questo, o Redentore?
Cos'è che ti ha fatto accettare tutto questo?
L' Onnipotente doveva essere disprezzato?
Il Glorificato doveva essere umiliato?
Il Sublime doveva essere afflitto?
Oh! È per il tuo smisurato amore!
Kyrie eleison, kyrie eleison, o Signore abbi pietà di noi.
Sì, è il tuo smisurato amore che ti ha spinto
a sopportare un simile strazio per causa mia.
Ti rendo grazie, o mio Dio,
e ti rendono grazie, a nome mio, i tuoi Angeli e tutta la Creazione,
perché io sono incapace di presentare lodi degne del tuo amore.
Abbiamo mai visto un amore più grande?
Quindi addolorati, anima mia, per i tuoi peccati
che hanno causato queste sofferenze al nostro Redentore misericordioso;
medita intensamente tutte le sue ferite
e rifugiati in lui quando il nemico si infuria contro di te.
Concedimi, o mio Salvatore, di considerare:
la tua sofferenza, mio tesoro;
la tua corona di spine, mia gloria;
le tue afflizioni, mia letizia;
la tua amarezza, mia dolcezza;
il tuo sangue, la mia vita;
il tuo amore, mio orgoglio e mia lode.
Kyrie eleison, kyrie eleison, o Signore abbi pietà di noi.
Oh, ferite di Cristo! Feritemi con la lancia del Divino amore;
Oh, morte di Cristo! Ubriacami con l'amore di chi è morto per me;
Oh, sangue di Cristo! Mondami da ogni peccato;
Oh, Gesù, amore mio!
Se sono un tralcio arido, ravvivami con l'olio della tua grazia
e rendimi saldo in te, tralcio vivo, tu che sei la vite vera.
E quando mi accosto per comunicarmi con i tuoi misteri
rendimi degno di unirmi a te e di poterti chiamare, o Padre celeste,
con la grazia di un figlio e dirti:
“Padre nostro che sei nei celi…”
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Borgo di Labro
Nel cuore d'Italia, Labro è un borgo unico... Unico per la sua splendida posizione in cima a un colle boscoso che da un lato traguarda lo specchio del Lago di Piediluco, il più bello del Centro d'Italia, e da un lato l'immensa falesia del Monte Terminillo, l'Alpe di Roma.
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Castello delle Grotte - Grotti di Cittaducale (RI)
«Le vecchie abitazioni sono per lo più ridotte a grossi avanzi coperti di vegetazione, mentre alcune sono state mantenute nella loro tipologia prettamente rupestre e riutilizzate come stalle.
Quelle edificate sulla fascia rocciosa inferiore hanno sfruttato il dislivello per realizzare abitazioni a più livelli, che unite le une alle altre formavano un'unica cortina muraria. Quelle realizzate sotto la fascia rocciosa superiore hanno sfruttato le cavità, gli strapiombi ed i ripari naturali, chiusi da muri a sassi.
Percorrendo la cengia naturale sulla quale è costruito l'abitato, lungo la via che lo attraversa da est ad ovest, si identifica l'impianto abitativo, si evidenziano le singole case e le grotte diventate abituri, di cui la tradizione ha conservato i nomi in relazione alla presunta originaria utilizzazione. Lo scenario è di enorme suggestione: muri antichi si stagliano tra le pareti calcaree ed il cielo, a picco sulla vallata, che si apre sotto le cenge che attraversano le pareti coperte solo in parte di vegetazione, dove il villaggio è perfettamente riconoscibile.
Così i resti della torre a pianta circolare, con ambiente seminterrato con volta, di circa sette metri di diametro, posta in cima al balzo superiore, si ritiene che fosse il carcere: probabilmente si tratta invece del mastio.
La grotta che si apre poco al di sotto, tra le rocce, è considerata l'antico posto di guardia.
L'ampia caverna in alto, al centro del-salto principale e chiusa da un lungo muro merlato, raggiungibile con due lunghe scale appoggiate alla roccia, è chiamata "Grotta delle Zitelle", la cui intitolazione fa supporre un antico uso sacrale del sito, dedicato evidentemente, come per altre cavità del Reatino, alle vergini, alle ragazze nubili, protette in luogo riposto e sicuro. In effetti la funzione della grossa cavità sembra essere quella di una sorta di "Campidoglio", luogo sacro destinato all' estrema difesa, riutilizzata come rocca sormontata dal mastio: una sorta di rustici scolta, terrazza merlata nel punto più elevato ed impervio dell'insediamento. La salita alla Grotta delle Zitelle è possibile con un sistema di due lunghe scale a pioli... La grotta è lunga una quindicina di metri e profonda quattro.
Sotto la Grotta delle Zitelle c'è un'altra lunga e profonda cavità, che taglia tutta la base della parete rocciosa. La parte centrale della cavità è chiusa da un muro, con cui si è realizzato un grosso vano abitativo, recuperato come stalla. Verso ovest la cavità si allarga enormemente fino a formare un ampio strapiombo chiamato "L'eco", perché rimanda curiosamente anche il suono più che provenga dal fondovalle. Sotto il grande tetto naturale sono stati realizzati tre edifici a sassi, di cui il maggiore, eretto a ridosso della roccia, fino a trent'anni fa è stato utilizzato come ricovero dai pastori.
Al sopra del sentiero, ai margini del grande tetto, spiccano i resti di un edificio abbastanza grande, identificato come la vecchia chiesa, dedicata a Vittorino martire, vescovo di Amiterno, all'interno del quale, fino a circa trent'anni fa, erano visibili tracce di affreschi. Successivamente, probabilmente nel XVII secolo, la nuova chiesa di S. Vittorino fu costruita fuori del castello, lungo la via che conduce al fondovalle. Oggi è anch'essa diruta e completamente ricoperta di vegetazione, éssendo stata riedificata nel nuovo villaggio.»
(Roberto Marinelli)
Castello delle Grotte
Video prodotto e realizzato da: Simon Antonios
Music: bensound.com
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A spasso per la falesia - Grotti di Cittaducale (RI)
Grotti con la sua suggestiva Falesia (Free climbing), di grande bellezza, molto conosciuta dagli appassionati, si trova sulla strada che da Rieti porta al Lago del Salto, in località Grotti di Cittaducale. La Falesia, ricca di circa 300 vie d’arrampicata, è composta da 7 settori: Iniziazione, Il muro dell’inverosimile, La mano rossa, Nirvana, Erotica, Il deposito, Il canile. Nel 2011 Regione Lazio e Comune di Cittaducale hanno sostituito gli ancoraggi per renderli sicuri e garantire al climber la sicurezza nell’arrampicata.
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Terra delle Grotte - Grotti di Cittaducale (RI)
Con il nome "Terra delle Grotte" o "Castello delle Grotte" si indicano i ruderi del vecchio insediamento che si trova al di sopra dell'abitato attuale di Grotti, la frazione di Cittaducale, a 10 chilometri da Rieti. Gli abitanti di Grotti non hanno più memoria dell'esistenza del castello e si riferiscono a quest'area con il termine di Grotti sfasciate; ma ancora negli anni 30 dell'800, nei certificati di nascita, matrimonio e morte dei grottigiani è presente il riferimento al castello nei nomi delle vie di residenza, come via piedi il castello, capo il castello, fuori il castello, dentro il castello: quest'ultima è di particolare importanza perché indica che il castello nella prima metà '800 era ancora abitato; gradualmente questi nomi sono stati abbandonati e sostituiti e con essi anche il ricordo del castello è venuto meno.
Notizie storiche
Dalle fonti a disposizione, non è dato sapere il momento esatto della sua fondazione: probabilmente il luogo è stato frequentato da sempre, come si può dedurre dalla presenza di testimonianze risalenti al periodo preistorico: nel 1953 l'archeologo Antonio Maria Radmilli rinviene frammenti fittili (forse ceramica a impasto) di tipo preistorico (n.d.r. forse neolitico?), lungo il sentiero che porta alla Madonna dei Balzi e nel detrito di falda ai margini della strada carrozzabile che conduce da Rieti a Grotti; nel 1972 anche Firmiani rinviene presso il santuario della Madonna dei Balzi, reperti fittili risalenti all'età del Bronzo; nell’autunno del 2004 l'archeologo Tommaso Mattioli individua in un riparo sotto roccia, subito fuori l'abitato rupestre, verso est, una serie di pitture rupestri di colore nero attribuibili ad età pre-protostorica (neolitico medio e recente/eneolitico).
La prima testimonianza dell'esistenza dell'abitato in epoca storica è in un documento del 1252, in cui, in un elenco delle chiese del reatino, è menzionata anche la chiesa di Sancto Victorino de Griptis.
La maggior parte delle notizie sulla storia di Grotti si trovano nell'opera di Sebastiano Marchesi, 'Compendio storico di Cittaducale (dall'origine al 1592)'.
Si ricorda che gli abitanti del Castello delle Grotte contribuirono alla costruzione e popolamento di Cittaducale, fondata nel 1308 da re Carlo d'Angiò.
Nel febbraio del 1338, durante la notte, il Castello delle Grotte venne saccheggiato da un manipolo di malviventi, guidati dall'abate fra' Gentile di San Salvatore: gli autori del misfatto furono condannati, per volere dello stesso re, Roberto d'Angiò, a risarcire gli abitanti delle Grotte per i danni subiti.
Nel corso della guerra fra Rieti e Cittaducale alla fine del '400, la zona di Grotti per due volte (nel 1486 e nel 1487) fu teatro di scontro tra i due eserciti.
Nel 1494 Carlo VIII, re di Francia, scese in Italia per reclamare il trono di Napoli e attraversò, con il suo esercito, la valle del Salto; il 24 gennaio del 1495, 200 soldati francesi, di stanza a San Salvatore, tentarono di saccheggiare il castello, ma gli abitanti se ne accorsero e gridando 'Civita, Civita, carne, carne' li terrorizzarono e li misero in fuga: complice la nebbia, e l'inesperienza del territorio, alcuni persero la strada e caddero dalle 'vene', altri affogarono nell'attraversare il fiume Salto. Probabilmente anche per questo episodio nasce la fama attribuita agli abitanti del Castello, di gente rude e dura, capace di sopravvivere in un ambiente tanto inospitale, come ricorda anche il motto sotto l'affresco di Grotti, dipinto in una delle sale del Palazzo Vescovile di Cittaducale, in cui essi vengono chiamati leoni, alludendo probabilmente al carattere feroce e selvaggio!
HIS TIBI DE CRIPTIS IUBERUNT
(SIC) EXIRE LEONES
NAM LICET HAS CRIPTAS
FRIVOLA TECTA PUTES
(trad. I leoni ti ordinarono (così) di andare via da queste grotte, benché, in verità, tu le reputi miseri ripari).
Da un censimento della popolazione di Cittaducale e contado, risultò che nel 1560 nel Castello erano presenti 55 fuochi, cioè 55 nuclei familiari.
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Falesia di Grotti - Cittaducale Rieti
Un posto molto speciale! Con la sua suggestiva Falesia (Free climbing), di grande bellezza, molto conosciuta dagli appassionati, si trova sulla strada che da Rieti porta al Lago del Salto, in località Grotti di Cittaducale. La Falesia, ricca di circa 300 vie d’arrampicata, è composta da 7 settori: Iniziazione, Il muro dell’inverosimile, La mano rossa, Nirvana, Erotica, Il deposito, Il canile. Nel 2011 Regione Lazio e Comune di Cittaducale hanno sostituito gli ancoraggi per renderli sicuri e garantire al climber la sicurezza nell’arrampicata.
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Grotti di Cittaducale - Rieti
Grotti con la sua suggestiva Falesia (Free climbing), di grande bellezza, molto conosciuta dagli appassionati, si trova sulla strada che da Rieti porta al Lago del Salto, in località Grotti di Cittaducale. La Falesia, ricca di circa 300 vie d’arrampicata, è composta da 7 settori: Iniziazione, Il muro dell’inverosimile, La mano rossa, Nirvana, Erotica, Il deposito, Il canile. Nel 2011 Regione Lazio e Comune di Cittaducale hanno sostituito gli ancoraggi per renderli sicuri e garantire al climber la sicurezza nell’arrampicata.
Nella frazione di Grotti alcune caverne presso i Monti dei Balzi conservano ancora oggi le tracce di pitture antropomorfe preistoriche.
Del periodo romano rimangono i resti archeologici delle Terme di Vespasiano, i quali sono localizzati ad ovest di Cittaducale, presso le Terme di Cotilia.
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Grotti Rupestre - Grotti di Cittaducale (RI)
Con il nome "Castello delle Grotte" o "Terra delle Grotte" si indicano i ruderi del vecchio insediamento che si trova al di sopra dell'abitato attuale di Grotti, la frazione di Cittaducale, a 10 chilometri da Rieti. Gli abitanti di Grotti non hanno più memoria dell'esistenza del castello e si riferiscono a quest'area con il termine di Grotti sfasciate; ma ancora negli anni 30 dell'800, nei certificati di nascita, matrimonio e morte dei grottigiani è presente il riferimento al castello nei nomi delle vie di residenza, come via piedi il castello, capo il castello, fuori il castello, dentro il castello: quest'ultima è di particolare importanza perché indica che il castello nella prima metà '800 era ancora abitato; gradualmente questi nomi sono stati abbandonati e sostituiti e con essi anche il ricordo del castello è venuto meno. Notizie storiche Dalle fonti a disposizione, non è dato sapere il momento esatto della sua fondazione: probabilmente il luogo è stato frequentato da sempre, come si può dedurre dalla presenza di testimonianze risalenti al periodo preistorico: nel 1953 l'archeologo Antonio Maria Radmilli rinviene frammenti fittili (forse ceramica a impasto) di tipo preistorico (n.d.r. forse neolitico?), lungo il sentiero che porta alla Madonna dei Balzi e nel detrito di falda ai margini della strada carrozzabile che conduce da Rieti a Grotti; nel 1972 anche Firmiani rinviene presso il santuario della Madonna dei Balzi, reperti fittili risalenti all'età del Bronzo; nell’autunno del 2004 l'archeologo Tommaso Mattioli individua in un riparo sotto roccia, subito fuori l'abitato rupestre, verso est, una serie di pitture rupestri di colore nero attribuibili ad età pre-protostorica (neolitico medio e recente/eneolitico). La prima testimonianza dell'esistenza dell'abitato in epoca storica è in un documento del 1252, in cui, in un elenco delle chiese del reatino, è menzionata anche la chiesa di Sancto Victorino de Griptis. La maggior parte delle notizie sulla storia di Grotti si trovano nell'opera di Sebastiano Marchesi, 'Compendio storico di Cittaducale (dall'origine al 1592)'. Si ricorda che gli abitanti del Castello delle Grotte contribuirono alla costruzione e popolamento di Cittaducale, fondata nel 1308 da re Carlo d'Angiò. Nel febbraio del 1338, durante la notte, il Castello delle Grotte venne saccheggiato da un manipolo di malviventi, guidati dall'abate fra' Gentile di San Salvatore: gli autori del misfatto furono condannati, per volere dello stesso re, Roberto d'Angiò, a risarcire gli abitanti delle Grotte per i danni subiti. Nel corso della guerra fra Rieti e Cittaducale alla fine del '400, la zona di Grotti per due volte (nel 1486 e nel 1487) fu teatro di scontro tra i due eserciti. Nel 1494 Carlo VIII, re di Francia, scese in Italia per reclamare il trono di Napoli e attraversò, con il suo esercito, la valle del Salto; il 24 gennaio del 1495, 200 soldati francesi, di stanza a San Salvatore, tentarono di saccheggiare il castello, ma gli abitanti se ne accorsero e gridando 'Civita, Civita, carne, carne' li terrorizzarono e li misero in fuga: complice la nebbia, e l'inesperienza del territorio, alcuni persero la strada e caddero dalle 'vene', altri affogarono nell'attraversare il fiume Salto. Probabilmente anche per questo episodio nasce la fama attribuita agli abitanti del Castello, di gente rude e dura, capace di sopravvivere in un ambiente tanto inospitale, come ricorda anche il motto sotto l'affresco di Grotti, dipinto in una delle sale del Palazzo Vescovile di Cittaducale, in cui essi vengono chiamati leoni, alludendo probabilmente al carattere feroce e selvaggio! HIS TIBI DE CRIPTIS IUBERUNT (SIC) EXIRE LEONES NAM LICET HAS CRIPTAS FRIVOLA TECTA PUTES (trad. I leoni ti ordinarono (così) di andare via da queste grotte, benché, in verità, tu le reputi miseri ripari). Da un censimento della popolazione di Cittaducale e contado, risultò che nel 1560 nel Castello erano presenti 55 fuochi, cioè 55 nuclei familiari.
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