L'ANNO CHE VERRÀ

4 months ago
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Trasmissione del 15 gennaio 2024
"Il Mar Rosso è solitamente una delle rotte commerciali più trafficate al mondo. Circa il 12% del commercio mondiale, quasi il 30% del traffico marittimo di container, e quantità significative di petrolio, passano attraverso il Canale di Suez a nord e lo Stretto di Bab el-Mandeb a sud.
Quest’ultimo congiunge il Mar Rosso al Golfo di Aden, e quindi all’Oceano Indiano e alle ricchezze del continente asiatico.

Ai due lati dello stretto si fronteggiano Gibuti, sulla costa africana, e lo Yemen, all’estremità sudoccidentale della Penisola Arabica. Ed è proprio dallo Yemen, uno dei paesi più poveri del mondo, che il movimento sciita di Ansar Allah, meglio noto come gli “Houthi” (dal nome del fondatore Hussein al-Houthi), ha lanciato la sua sfida a Israele e agli Stati Uniti.

Lo scorso 31 ottobre, il gruppo (considerato un alleato dell’Iran) ha di fatto dichiarato guerra a Israele. Con un comunicato, esso annunciò di aver lanciato (già nei giorni precedenti) missili balistici e da crociera, e un gran numero di droni, contro vari obiettivi israeliani. L’attacco era inteso a supporto dei palestinesi di Gaza costretti a fronteggiare “l’aggressione israelo-americana”, alla luce della “debolezza dei regimi arabi e della collusione di alcuni di essi con il nemico israeliano”.

Questi missili e droni non rappresentavano un pericolo particolarmente serio per Israele. Più grave era la potenziale minaccia che il gruppo di Ansar Allah rappresentava per il traffico commerciale israeliano in questo tratto di mare. La distanza tra le frastagliate coste del Mar Rosso è relativamente esigua, e in corrispondenza dello Stretto di Bab el-Mandeb non supera i 26 km.

Il 19 novembre, emersero alcuni video che mostravano forze Houthi calarsi da un elicottero e requisire la Galaxy Leader, una nave battente bandiera delle Bahamas, ma di proprietà di una compagnia co-fondata da un miliardario israeliano.

A questa incursione seguirono ripetuti attacchi a navi commerciali gestite o possedute da israeliani nel Mar Rosso. A inizio dicembre, il movimento di Ansar Allah estese la propria sfida a tutte le navi provenienti da, o dirette verso Israele, a prescindere dalla loro proprietà.
Il 18 dicembre, gli USA e alcuni loro alleati hanno annunciato l’operazione “Prosperity Guardian”, una forza navale multinazionale a guida americana finalizzata a garantire la sicurezza delle navi commerciali nel Mar Rosso. Gli attacchi degli Houthi sono però proseguiti, e molte compagnie internazionali hanno continuato a tenersi alla larga da questo braccio di mare.

Il 3 gennaio, Washington e Londra hanno lanciato un ultimatum ad Ansar Allah, minacciando di bombardare le postazioni del movimento nello Yemen se gli attacchi alle navi commerciali non fossero cessati.

Per tutta risposta, gli Houthi hanno eseguito per la prima volta un attacco con un drone acquatico, poche ore dopo l’annuncio dell’ultimatum, e il 10 gennaio hanno orchestrato un'altra azione su vasta scala con droni e missili, intercettati dalle navi da guerra americane e britanniche.

Infine, la notte del giorno successivo, Washington e Londra, con il supporto logistico di una manciata di altri paesi, hanno deciso di rompere gli indugi compiendo attacchi aerei e missilistici contro oltre 60 obiettivi in 16 postazioni militari degli Houthi in territorio yemenita, in particolare nel porto di Hodeidah e nella capitale Sanaa.

Ansar Allah, un movimento che è sopravvissuto a più di 8 anni di guerra con i sauditi, e che non può certamente essere eliminato con dei semplici attacchi aerei, ha già risposto che non si lascerà intimidire e risponderà all’offensiva angloamericana.

Sebbene militarmente dipendente dall’Iran, quello di Ansar Allah rimane però un movimento fieramente autonomo. La decisione di dichiarare guerra a Israele, e di prendere di mira il traffico navale legato allo stato ebraico, è dovuta, oltre che alla solidarietà nei confronti di Gaza, a interessi del gruppo.

Gli USA, dal canto loro, si trovano a dover fare i conti con una minaccia all’ordine internazionale da essi presieduto, che è in gran parte frutto delle loro passate politiche fallimentari nella regione.

La sfida lanciata dagli Houthi complica il panorama regionale e ne inasprisce le tensioni. Essa conferma che il protrarsi del catastrofico conflitto di Gaza sta riattivando numerosi focolai regionali più o meno latenti, i quali si evolvono poi secondo dinamiche proprie ed autonome, ma per altri versi interconnesse.

Con gli attacchi aerei americani e britannici, una spirale di escalation sembra definitivamente essersi innescata nel Mar Rosso. Il rischio è che una progressiva saldatura di questo ed altri focolai di crisi porti a una pericolosissima e incontrollabile deflagrazione regionale."

(estratto da: Roberto Iannuzzi, Intelligence for the People)

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